Cravenroad7

Dylan Dog è divenuto parte stessa degli Incubi che ha sempre cercato di combattere, e Morgan Lost sarà costretto ad affrontarne il cuore nero…




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Per rendere il topic più consultabile da chi volesse avere pareri in anteprima, tutti i commenti relativi all'attesa dell'albo, fatti prima di avere comprato e letto l'albo, andranno spostati nei topic dell'area ANTICIPAZIONI in modo che, almeno le prime pagine, siano una serie abbastanza pulita di commenti.

Se qualcuno continua qua non è grave, ma sappia che dopo qualche tempo i suoi post saranno spostati senza preavviso.

Inoltre si ricorda a tutti di segnalare gli SPOILER, ove presenti.


Topic speciale visto che abbiamo dylan ospite nella collana di Morgan Lost!

Come il terzo, l'ho trovato molto meno coeso e ispirato dei primi due capitoli. Risente troppo delle 25 pagine in meno, che costringono l'azione ad essere frenetica e i dialoghi ad essere serratissimi e spesso gonfiati di informazioni ad uso del lettore distratto. Eppure nonostante il ritmo a manetta la storia vaga in direzioni imprecise prima di terminare in un finale ampiamente prevedibile ma non per questo coerente.
Questo numero è ancora divertente, la brutta notizia è che probabilmente ce ne sarà un quinto.

Comprato da pochissimo... sto iniziando a sbirciare.

Interessante, c'è anche
La lettura si preannuncia gustosa

Seguono S P O I L E R:

Il soggetto è da 5. Non m'è piaciuto lo scontro all'inizio tra Dylan e Morgan e soprattutto l'idea del remake, infedele, di un albo chiaverottiano classico come Il buio (si cita anche ovviamente Partita con la morte) con Morgan a fare le veci dell'indagatore dell'incubo. E pare che l'andazzo dei successivi sia questo (con in aggiunta l'accordo tra Bloch e il burocrate infernale che metterà sempre più in difficoltà il protagonista mascherato).
Però la lettura mi ha davvero divertito e incuriosito nonostante questo, quindi voto accettabile.

questo albo è tipico di Chiaverotti , sbalzi di sceneggiatura che ad un certo punto perdi il filo, perché lui non spiega , è l’esatto opposto dello spiegone , le teorie se le fa il lettore.
Ad un certo punto la storia diventa una storia di mana cerace , così,
viene introdotto e la storia va avanti , e mi è piaciuta la storia con mana cerace.
sembra ci sia un continua . Non so , per come è strutturata la storia potrebbero reintrodurre tutti i personaggi di dylan e morgan , ma non so se vale la pena continuare o chiuderla qui.
Comunque i due personaggi sembrano amalgamarsi bene , e mi piace il rosso rimasto come ultimo baluardo in quest’albo , rispetto agli altri morgan.

Niente più che un divertissement questo capitolo 4. Deludente da una parte, gradevole dall'altra più per la curiosità suscitata che per quanto viene narrato. Per me potrebbe anche finire qui.

Divertente ed appagante: questi i primi termini che mi sono venuti in mente ad una prima lettura veloce ma non svogliata di questo nuovo incontro/scontro DD-ML. Chiaverotti si riconferma capace di giostrare certi meccanismi (oliati) esibendo un rodato modus operandi foggiato su una notevole verve rocambolesca/citazionista.


L'albo mi ha favorevolmente impressionato. Non è un capolavoro ma risulta notevolmente divertente. Una specie di gustosissimo minestrone, ove il termine in questione si mantiene lontano da qualsiasi accezione negativa. Più che sull'invenzione qui si gioca sul ripescaggio e sulla rivisitazione: tanti sono gli elementi (vecchi) mescolati a forgiare un qualcosa di nuovo. L'esperimento poteva venire pacchiano. Poteva. Ma la scrittura di Chiaverotti è spigliata, divertente, e sa conferire a questo pot-pourri un certo appeal godereccio.

Mmm, non mi è dispiaciuto ma questo crossover comincia a far sentire qualche scricchiolio. La trama imbastita nei primi tre albi di fatto si conclude nelle prime pagine
Continua insomma la Dylan Dog walk of fame cominciata lo scorso numero, che non è una cattiva idea, ma con i ritmi delle 64 pagine quello che poteva essere una gustosa degustazione diventa una grande abbuffata difficile da smaltire. E nonostante la quantità di materiale inserito questo capitolo mi ha dato comunque una sensazione di minestra allungata, come se oramai il grosso della storia fosse stato sviluppato e si tirasse fuori tutto il repertorio dylaniato per sfornare magari altri due capitoli, come si lascia intendere dal finale.
Con le night novels e il terzo tempo del crossover ci saranno altri due numeri 1 con la costina identica da aggiungere alla collezione
Voto 6 come il precedente ma stavolta con tendenza al ribasso

modalità vastano: io il 64 lo rifiutooo

A nessun lettore bonelliano posson garbare le 64 pagine, a meno che non sia un aziendalista di quelli che gli va bene tutto e applaude pure ogni aumento di prezzo. Speriamo almeno che le serie storiche ne rimangano immuni anche in futuro, ma non ci scommetterei troppo a parte Tex classico.

Ma questi si credono che il magggico numero 64 - infinito al quadrato - sia la panacea a tutti mali dell'editoria (e non solo)?



C'è una sezione aurea mistica in qualche algoritmo massonico che mi sfugge, perché a giudicare da quanto visto in giro le 64pp sono buone nel migliore dei casi solo a spezzare in due parti una storia da 128 .
Chiaverotti fa una fatica cane su ML a contenere col fiato in gola la sua vena creativa in quel formato castrante. Per non creare squilibri, ha dovuto rinunciare del tutto al suo concetto classico (ed innato) di storia autoconclusiva - col "mostro/caso" del mese - per soccombere alla logica da continuity serrata da ripensamento coatto, in cui praticamente l'intera serie viene spezzata per fascicoli mensili, stile enciclopedia dal giornalajo, più che per storie a sé, seguendo un unico filone narrativo. L'influenza delle serie tv continuerà ad essere sempre più deleteria su questi formati di scrittura, se non capiscono che il fumetto seriale italiano è un'altra cosa, ostile per impostazione e referente, specie se da edicola.

Non parliamo dei Supereroi mmerigani con mezzo secolo sulle spalle che risbucano con saghe random per risvegliare attenzione (al massimo al cinema), e che vendono tre copie in croce in fumetterie per sfigati. Né di manga con episodi da 20pp mensili sulle riviste poi raccolti in tankobon da 200, con una vita media programmata di 10 volumetti o meno.
Senza contare che pochi nostri autori sono preparati a questo tipo di serializzazione sulla scia di Netflix&co o a confrontarsi sul breve da diluire. Non nascono tutti i giorni penne come Sclavi capaci di metter su carta in una 60ina di pagine colpi a segno come Il diavolo nella bottiglia o Angoscia. E anche in questo caso non si parla certo di roba in continuity da serie.

Forse è meglio se lo stellestrisciofilo Airoldi vada a farsi una Panini-ata da 64 (a)michette visti i filoni rifilati, perché il suo concetto di fumetto non si sposa né con la storicità della SBE, né col reale pubblico italiano che sgancia: i trentenni che sanno distinguere la tv dal fumetto come intrattenimento, anche artistico.
E attenzione, che a furia di ammmeriganirsi il 64 ti si può ritorcere contro

HA LOU HAN

Si abusa di queste fusioni di personaggi ormai senza alcun senso.

Il senso c'è: il fattore economico.

Mi unisco alla maggioranza dei votanti con il mio accettabile.
Troppa carne al fuoco e poco spazio sulla griglia in questo capitolo....

Spoiler

...duello, morte, morte che gioca a scacchi, bloch, mana cerace, morgan che prende il posto di dylan...

Fine spoiler

...e tutto in 64 pagine...si c'è stato tutto ma questa volta ho sentito il bisogno di approfondire un po' alcuni discorsi... peccato, speriamo per il continuo perché l'ultima pagina promette bene!

Vado un po' fuori dal coro, ma rimango nella stessa chiesa

Pur con tutte le riserve ed i difetti su cui concordo, a me questo "quarto tempo" del team up Dylan-Morgan è piaciuto parecchio. Come credo che il Chiave si sia divertito molto nello scriverlo, che è sempre buona cosa per un autore che vive il proprio lavoro da appassionato .
Votato 7. Certo, 64 pagine sono pochette per i tanti spunti proposti - ma tanto si proseguirà tra un'annetto sempre in questo formato - mezza trama è solo un pretesto per la rivisitazione auto-incensatoria di un celebre episodio di DD, etc... ma io ho trovato la cosa maledettamente divertente in ambito meta-chiaverofilo e capace di incuriosirmi per le prossime avventure in questo sgangherato trans-verso metà dylaniato metà morganatico.

In questo episodio, nello specifico, Dylan è poco più che una comparsa (pure antipatica, direi), ma è il suo "mondo" a confrontarsi con Morgan in prima persona, a partire dalla Morte scaccofila, passando per il Burocrate Due Facce, per finire con il clou, cioè Mana Cerace, rivisto dalla prospettiva di un profiler criminale specializzato in maniaci assassini, come solo il tatuato in viso saprebbe approcciare... e infatti è lui il perno/motore di queste 64 pagine, anche senza spada di legno ferire.
Forse un po' eccessivo Bloch, nel suo essere not-politically correct per tramare alle spalle della pellaccia di Morgan... ma in fondo ci può stare, pur di far rinsavire lo spento folle Dylan. Groucho meno sulla ribalta del numero precedente, ma non può interagire in ogni dove. Sinceramente pensavo a qualche trabocchetto della Mietitrice durante la partita a scacchi, come nel mitico #66... ma qui sembra più sconsolata e complice del solito, mentre gatta(morta)cicova

La chiave di tutto è quando Morgan dice a Kelly (p.25): "il mio approccio sarà totalmente diverso da quello che avrebbe avuto Dylan... se fosse un film sarebbe tutta un'altra storia." Bene pertanto il remake (celebrativo?) del #34 a distanza di quasi 30 anni, messo in scena mescolando le carte, rimestando le idee incompiute e ribaltando qualche ruolo. D'altronde è nel lavoro di un indagatore escludere le ipotesi; quello di un narratore proporne altre, magari scartate tempo addietro. E il vecchio Mana Cerace funziona parecchio anche qui col suo potere di esser evocato dal bujo delle passioni più morbose (o balorde, v. Philip Crane) in tutti noi, senza per forse essere relegato alla dimensione del giallo meccanico. In questo senso azzeccati gli incubi di Morgan, intrecciati a quelli di Kelly, e la scopata simbolico-beffarda finale dello stesso Mana con la ragazza (p.63), tra le varie spiegazioni (im)possibili. Mi spiace non ci sia stata la scena storica della ciabatta sull'interruttore, ma forse lì da citazione si sarebbe sfociati nel puro fanservice

Copertina da brividi per Dylan; è l'unico appunto che si può fare ad un talento pazzesco come Cavenago: per quanto incantevoli le sue copertine da inedito non faranno mai paura come questa di De Tommaso
Molto belli i disegni - Kelly è una favola anche se non disegnata da QUEL Dall'Agnol - curati nei dettagli (v. set da tè a p.25), tratto spesso quando serve, espressività nei volti, rossi sullo sfondo a creare allarme. Temo però ci siano stati dei problemi di colorazione in fase di stampa, perché in diverse pagine - troppe a dire il vero, v. pp. 19, 22-23, 26, 34-35, 46, 52, 65 - il cupo griogiorosso autentico di fabbrica sparisce quasi del tutto, in modo ingiustificabile, per far posto ad un seppia-ciliegia da pellicola sbiadita alla luce del sole.

Non ricordo Chiaverotti confrontarsi con "nemici" storici più sclaviani come gli Uomini in Bombetta o gli Occhioni di Golconda, ma sarà molto spassoso vedere Morgan che proverà ad arginarli coi suoi metodi da cacciatore di serial killer. E chissà quali altri cameo incrociati ci aspettano, prodotti dalla sana follia del Chiave

UNO, DUE, TRE, QUATTRO
INSEGNA ALOHA PURE AL GATTO