wolkoff ha scritto:
Nima83 ha scritto:
Comunque, scherzi a parte, ritornando sulla questione, quanto esposto in tutta una serie di teorie non è da prendere sotto gamba.
L'illusione di definire "cosa" sia il tempo...è una cosa vecchia come l'uomo, che ringiovanisce epoca per epoca: questo senza dubbio deve averlo colto Ambrosini. Tutto il resto è tempo perso che lascia il tempo che trova.
Senza voler sciorinare ulteriori disquisizioni tra metafisica, patafisica, metascienza, altrametàfumetto, filosofia ed antropologia quantistica - per quanto l'Uomo Quantico di
NN non sarà d'accordo...
Cita:
per Aristotele, il “tempo” era solo un modo di misurare come si muovono le cose. Se non c’è nulla che si muove, non c’è tempo." Il che è possibile, immaginando non un tempo come entità ma come un concetto relegato ad ogni singola parte della materia. Per inciso: il tempo si misura come tempo di un uomo (nascita e morte), di un pianeta, una stella... Dunque l'inizio e la fine di ogni cosa e non, come sottolineato in precedenza, un'entità invisibile che attraversa ogni cosa. Per dire: se l'universo fosse vuoto, stando a certe teorie, il concetto di tempo non avrebbe senso,
Muah, bisogna relativizzare i concetti, altrimenti si finisce nei tempi morti degli assoluti fini a sé.
Aristotele ci aveva (da tempo) visto lungo ma con un occhio solo: il tempo, per come concepito dagli uomini - e quindi concetto fallabile per antonomasia e soggettivo in base ai mezzi di misurazione/percezione - è essenzialmente un parametro di misurazione, appunto. Ma non tanto della materia. Bensì della trasformazione, di ciò che da A passa a A1, creando una "differenza", non necessariamente per un unico tragitto lineare ed irreversibile, perché ogni ente in sé si pone in modo relativo come le alterazioni che lo caratterizzano.
E pertanto il tempo non coinvolge solo la materia, ma anche l'energia, il pensiero, il movimento, l'entropia, etc. Quindi bazzica pure nel vuoto, senza spazio,
docet Newton, e anche senza qualcuno che lo percepisca/misuri mentre muta attraverso la materia o altro.
Semmai il problema è definire il paradosso di cosa ci fosse "prima" del tempo. Cioè se è possibile concepire un qualcosa di statico a livello cosmico o fisico che precedesse una "necessità" indotta di mutamento/movimento atta a creare "differenza". Ma forse su questo è meglio chiedere un contributo dal Vaticano...
eh, beh Wolk... Lungi da me considerare vere certe teorie (il concetto del "vero" al massimo può risiedere nel
ding an sich o nel
noumeno, che già di per se sono solo vacue espressioni filosofiche) anche se al contempo non posso neanche considerarle false. Diciamo che alcune volte mi astengo dal dare giudizio su campi... diciamo "speculativi" (non sarebbe neanche troppo sbagliato asserire che l'uomo per sua stessa natura è limitato dai propri sensi, quindi l'inconoscibile è destinato a rimanere tale. Ergo più che tentare di definire l'inconoscibile ci si può perdere in qualche - interessante - cogitazione/dissertazione). Comunque: più o meno possiamo dire che
mi sono limitato a riportare (al massimo parafrasare) concetti ormai risaputi e sbandierati in tutte le salse. Che si pongono tra l'altro come un modo non nuovo ma ex-novo di vedere "il tempo" (inutile pure aggiungerlo, tanto lo sapevamo entrambi). Vero è che citare solo la materia - nel mio precedente post - è risultato abbastanza limitante: tra gli "elementi" da te citati mi preme almeno inserire il
movimento [in questo caso in scala cosmica], componente imprescindibile e costante nell'espansione dell'Universo. Questo può avvalorare l'argomentazione di "tempo come entità" (anche se qualcuno potrebbe ribattere che l'universo abbia un
suo tempo intrinseco piuttosto che il tempo sia un principio costituente dell'universo. Oppure: il tempo
dell' Universo e il tempo
nell' Universo coincidono?).
((Anche il "pensiero" meriterebbe due parole: questo possibilmente dovrebbe essere legato a doppio filo con le creature immanenti [senzienti] a meno che non si voglia dare retta a Berkeley ["le idee dell'uomo, secondo Berkeley, vengono impresse nell'uomo da uno spirito infinito, cioè Dio" cit.].)). Ma dato il susseguirsi di teorie e contro-teorie preferisco stipare tutto nel cassetto delle ipotesi (alcune sorrette da buone basi matematiche, fisiche etc). La scienza non è materia perfetta ma perfettibile, e penso che solo mettendo in campo tesi e antitesi (da una parte il tempo come entità fondamentale [spaziotempo di Minkowsky; singolarità, wormholes, buchi neri/bianchi.... tutte teorie che implicano l'effettività del tempo] e dall'altra il tempo "inesistente") si possa arrivare ad avere un quadro vagamente esaustivo
Riguardo a cosa c'era prima del tempo... eh, bisogna fare affidamento alle teorie (poco esaurienti) messe in campo dalla scienza. In alcuni casi il tempo è nato con lo spazio, in altre il tempo è infinito (c'è una sorta di balletto tra ipotesi come "Big Bang", "Big Splat", "Big Bounce"...). Per qualcuno semplicemente il tempo non esiste
In breve mi rifaccio a quello che diceva
tizio, ossia "so di non sapere"