Non so, questo secondo tempo (di tre) non mi ha entusiasmato molto.
La storia è scritta bene, per carità, ma manca qualcosa.
Non ci ho visto la surrealtà filosofata tipica del Napo-Mondo - Lucrezia & co soffrono di costante mutismo in pratica - non ci ho letto gli scambi secchi/ad effetto del numero precedente, non ci ho trovato una sottostoria a sé stante, come quella del mozzatore di dita misogino sempre nell'albo scorso, con tanto di padre defenestrato e mancato prete a fargli da contraltare.
Per esempio, parlando di quello che si dispone qui, si potevano approfondire un po' di più le ambiguità dei ricercatori Maurice e Susanne, nei loro esperimenti farmachimici - Ambro era tornato su qualcosa di simile nell'ultimo convincente CF autunnale per
Dylan Dog.
Tutto è funzionale soltanto alle nefandezze della trans brasileira Signora Robinson (alias
) al servizio della macrotrama cardinalesca.
Un po' pochino per lo spazio concesso.
E pertanto la parte investigativa prende troppo il sopravvento sugli eventi o sul senso (traslato?) di questi nell'animo dei protagonisti, mentre Napoleone fa troppe domande in giro finendo di straforo per ficcanasare come spalla della polizia anche quando la cosa stona. E pure la melo-infatuazione sofferta di Allegra per il genio maledetto comincia sulle lunghe a stufare, perdendo contatto col profilo "estetizzante" dell'
affair che invece permeava il numero scorso
.
Senza dubbio la parte migliore è rappresentata dalla "favola" sul transatlantico MarieFleur, seguita dalla figura della vecchia sognatrice-non-ancora-alzhaimbecille e dalle spacconate cialtrone di Suarez. Detto questo, i meccanismi ad incastro sono molto ben oleati, la lettura è piacevole in linea di massima, e viene una gran voglia di capire come vada a finire - specialmente per gli effetti allucinogeni del
Bactril - anche se l'aspetto autoconclusivo era una delle cose che preferivo del singolo
Napoleone originale... e infatti gli albi con imbucati Allegra, il Cardinale, e gli eventi in Etiopia, sono quelli a cui ero meno legato dai tempi della serie storica.
Non mi è piaciuta granché la copertina vagamente ombrosa, mentre
Bacilieri è sempre un gran bel vedere per quanto sotto la sua media: non sperimenta trovate particolari ed è meno rifinito del solito, tirando un po' la carretta al risparmio. Notevole l'orda di scolopendre in sogno, lo squallore bruciante del conflitto in Africa, come l'incontro tra cicogne e leviatani di dimensioni Titanic-he.
Come sempre Lucrezia con lui se ne va in giro smutandata, ma sono cose per cui una ninfetta non dovrebbe fare una grinza... di lingerie
ALOHA SOTTO LA GHIRLANDA, NIENTE