rimatt ha scritto:
Faccio una riflessione (non nuova, ma la ripropongo volentieri): leggo moltissimi fumetti, provenienti da ogni parte del mondo, ma quelli scritti bene come Julia si contano sulle dita di una mano. Monca. Berardi scrive così bene che riesce a farmi comprare la sua serie anche se trovo insopportabile la protagonista e buona parte dei comprimari, e nonostante le trame tendano a riciclarsi e ad alimentarsi di cliché. So solo che, quando apro l'albo, difficilmente lo ripongo prima di averlo terminato, tant'è la fluidità con cui la sceneggiatura scorre e la maestria con cui è scritta. Davvero, siamo a un altro livello rispetto al 90% dei fumetti in circolazione. Al 90%? forse anche al 99%.
Vero, ho amato Berardi fino dai tempi di KP, ha proprio una marcia in più. Riesce a scrivere capolavori anche quando i personaggi non parlano nemmeno (il respiro e il sogno).
Non amo fare classifiche, ma mi sono resa conto per forza di cose che Julia è davvero uno dei miei fumetti preferiti, visto che in alcune fasi della mia vita in cui a causa di problemi familiari non ho avuto tempo per leggere nulla o quasi, uno dei pochi albi sui quali non sono rimasta indietro è sempre stato proprio Julia.
Proprio per questi motivi, trovo molto deludenti gli ultimi episodi, in cui mi sembra traspaia in modo troppo evidente un certo malessere dell'autore per la piega che ha preso la società che lo circonda. Più o meno inconsciamente, l'albo diventa quasi un pretesto per combattere questa realtà, certe istanze sembrano inserite a forza nelle storie e mi risultano veramente indigeste.