Valla ha scritto:
mi è oscuro cosa deve fare il curatore come figura professionale
Bah, mettiamola così, semplificando parecchio: è una via di mezzo tra un direttore artistico e un direttore esecutivo. Dovrebbe indirizzare l'andamento editoriale delle testate, supervisionare gli autori, coordinare il loro operato, decidere cosa approvare e cosa cestinare, infondere un determinato taglio artistico, gestire le risorse anche a livello d'immagine, contrattare coi referenti aziendali, etc.
Mica poco
Tante responsabilità ed una libertà che è proporzionale ai propri obblighi/scadenze.
Come sappiamo benissimo RR le sue carte se l'è giocate in questo ruolo, ed il banco è saltato con tanto di mazzo (gonfiato a vuoto, livido) per tornare gattopardescamente indietro, dopo una serie di danni collaterali non da poco. Cosa possono imparare da questo i suoi successori? Diverse cose, ma la lezione non è esaustiva in sé: per risolvere i problemi atavici di DD non basterà distinguersi dalle panzane autoreferenziali del Sommo, virando nella direzione opposta. Magari fosse così semplice...
[...]
Senza divagare troppo torno un attimo al sondaggio in sé.
Continuo a non vedere nessuna figura - per autorità, autorevolezza, personalità e completezza - in grado di accollarsi un carrozzone così ingombrante e stressante, anche se Busatta smaltisce già quelle 12 storie all'anno che sono di per sé circa il 40% del totale. Rimangono l'inedito ed i CF in pratica.
Per questo mi accodai al trittico A-C-M, ma si trattava di pura utosimpatia in memoria dei loro exploit e della loro affidabilità media, in quanto comprovati esperti di DD sul fronte hi-fi quality.
Di fatto però sia
Ambrosini che
Chiaverotti (per non parlare di Bilotta)
sono fondamentalmente degli individualisti abbastanza estremi. La diplomazia editoriale a quattro mani non è il loro forte, a livello gestionale prima che creativo. I loro personaggi (v.
Napoleone, Morgan, Mercurio, etc) sono talmente attaccati al loro creatore che nessuno sceneggiatore esterno ci hai mai messo mano - a parte qualche breve cameo di Cajelli qua e là. Un altro profilo che penso sia abbastanza affidabile è quello di
Enna, ma pure lui ha diretto soltanto se stesso in
Saguaro.
Non li vedo affatto capaci di gestire in solitaria un ruolo così "collaborativo" come quello del supervisore, che deve tener testa, in tempi non troppo dilatati, a dozzine di (altri) autori con idee e stili diversi, per non parlare delle responsabilità molto più critiche sul fronte DD rispetto alle tirature quasi amatoriali dei personaggi citati sopra.
Per quello, vagheggiando, parlavo d uni trittico, in modo che uno supervisioni l'altro, in modo organico.
A conti fatti poi, non saprei se esiste nei meandri della redazione SBE un novello
Gualdoni - cioè un maisentitoprima archivista da fondoscala, prima che autore, in possesso di una memoria scientifica sulla materia, fedele ma nozionistica e conservatrice - che potrebbe prendere da solo le redini di questa bollentissima patata zoppa, perché lo scotto da imbarcarsi in questi casi farebbe desistere diversi profili - v. famoso rifiuto della
Barbato, novella Celestina V.
Forse l'unica eccezione in questo senso per me rimane
Medda.
Versatile, multi-tasking, abituato a collaborare, tirando le fila di tutto/i, e quindi comprovatamente in grado di gestire tante teste & testate, come gli è successo per decenni sul fronte
NN.
Inoltre, cosa che non guasta, una punta di eccellenza nello scrivere DD stesso. Peccato dicono sia sempre più distaccato da Dylan nell'ultimo decennio, e abbia tanti altri impegni, pare...