MandarinoFish ha scritto:
Purtroppo non sono soddisfatto di questa continuity che ho sempre sostenuto avrebbe funzionato poco.
Forse il lettore dylaniato è abituato ad un altro tipo di narrazione [...]
Questa voglia di stupire smaccatamente poi me li rende anche antipatici con la finalità di nascondere una pochezza di contenuti a dir poco lampante.
Tuttavia, mi chiedo se sono io ad essere cambiato.
Probabile.
Ma anche no.
Perché sarò retorico e pedante [...] ma quello che è cambiato è anche il mio Dylan.
Non ti preoccupare
Manda (
), è la realtà dei fatti ad essere retorica, non certo chi si trova a commentarla dopo averla vissuta sulla propria pelle.
Il cambiamento non è necessariamente qualcosa in perdita o di negativo, anzi... come stimolo in sé potrebbe portare nuova linfa vitale ed interesse per futuri sviluppi, ma messo nei termini che ci sono stati appioppati rappresenta invece soltanto un tentativo abbastanza patetico di tener in vita una testata in difficoltà con la tecnica del "spararla più grossa" - o come dici tu, "stupire smaccatamente" - con revisionismi posticci ed arbitrari, per nascondere una povertà di risorse contenutistiche ed ingegno narrativo a dir poco mal-applicato.
Una soluzione ancora più retorica dello smarrimento di chi non si ritrova in questi termini.
Un Dylan sotto l'egida autoreferenziale (e taroccamente innovatrice, nel suo manomettere certi crismi per non cambiare la sostanza) di un branco di nerd-tardoni ultraquarantenni, succubi della sottocultura Marvel-iota o delle serie tv, che pensano di travasare qui sopra tra saghe fantacomiche per "stagioni/fasi" e nuovi personaggioni respinti dai lettori dopo un pajo di comparsate penose, tra una cloaca di citazionismi e tanti "messaggi" sociofilosofanti lanciati a nove colonne... con nessun timpano a sostegno
.
Ovviamente nel mucchio potrà sempre capitare qualche storia buona per la legge dei grandi numeri primati - su una trentina pubblicate annualmente, per spremere lo spremibile... pure i bonobo lo intuiscono - ma resta l'impressione che tutti i proclami al napalm lanciati anni or sono non abbiano generato grande interesse presso le (presunte?) nuove generazioni, sfilacciando i rapporti con le precedenti, che faticano a ritrovarsi in questo Dylan urlato e baracconista, quando basterebbe
soltanto (
) impegnarsi per storie di qualità.
Tutti noi siamo cambiati con gli anni
.
Ma la consapevolezza del piacere contagioso nel leggere certe storie di Sclavi e Chiaverotti non potrà togliercela mai nessun Signor Nessuno, neppure tra qualche multisecolo trasversalmente parallelo.
MA ANCHE ALOHA