[probabili
SPOILER]
Matrioska
Testi
7 - Disegni
6 1/2A guardarci dentro, tanto male questa matrioska non è. Tolto il primo strato di aspettative su quell'Enna visto nel
Feroce Desiderio, ci si può accontentare del nocciolo di queste 94 pagine non proprio avvincenti ma scritte con un proprio perché e degne di qualche interesse, grazie ai personaggi femminili coinvolti e un buon Groucho
.
La mano dell'autore si vede a più riprese, e tutto sommato colpisce dove vuole colpire, mantenendosi un (piccolo) gradino sopra il gialletto di routine, perché si butta nel drammone psico-familiare, anche se con qualche vistoso limite o rimpianto.
Si parte con la solita caccia al serial killer stile serial 'mmerigano in modalità pataccara, perché onestamente vedere convocato tutto lo stato maggiore - mancava solo la guardia forestale e l'aeronautica, p.103 - per un volgare seviziatore di donnine col pallino delle bambole russe suona eccessivo. Eccessivo (nell'inverosimile) anche il modo in cui Bloch trascina Dylan a forza in un'indagine che non lo riguarda, ma capisco dopo 30 e passa stagioni suonate di carriera la difficoltà di inventarsi nuove varianti sullo starter
.
Ma d'altronde né il killer di per sé (con le sue motivazioni/peculiarità), né le indagini per scovarlo sono quello che tiene sul pezzo la storia, alla fine. E infatti il tizio in pratica sparisce a metà albo (p.151) e per semplificare nel dozzinale-veladiamoabere si esagera col 5°senso e 3/4 di Dylan-talpa che scova il congegno d'intercettazione raspando sul pavimento, o pesca a caso il dossier di Taras azzeccandoci pure (p.140). Senza contare che Spencer (p.170) dà per scontato che Isabel sia ancora prigioniera in vita quando muore l'ucraino maniaco per mano (o meglio calcio) di Dylan
Il nodo di tutto è la
questione dell'amore materno, della donna dentro l'altra donna... e così via, mi pare chiaro, come ben strutturato dall'autore. Per questo Enna insiste più volte sui rapporti di maternità (anche mancata, nel caso) e intreccia un background tutto di interazioni/considerazioni al femminile, in cui Dylan e l'assassino hanno una funzione strumentale di contorno, e pertanto si annullano a vicenda nella zuffa subacquea che dura un decina di pagine... forse troppe, per il loro mutismo in contrasto rispetto ai dialoghi martellanti del resto della storia.
Alcune litigate non sono proprio il massimo, sia tra Dylan e Rachel - senza un perché il riflusso isterico d'indignazione in pizzeria (p.120) - come si potevano limare certi bisticci da fiction Rai1 madre-figlia. Di sicuro sarebbe stato più intrigante approfondire i
disturbi emozionali di Marnie che l'hanno portata a coprire/fomentare un mostro come Taras, magari facendola sparire di scena con un gesto meno rassicurante del vapido suicidio risolutore: ecco, diciamo che manca proprio la "scena madre" più ambiguamente dylaniata in questo senso.... peccato
Delle donne abbiamo ciarlato anche troppo, parliamo un attimo
Dell'Uomo che si difende benone. Ormai la sua mano è un marchio riconoscibile, "fumettoso" a palla, e per certi versi ricorda Bacilieri (nei fondali tratteggiati) o
Alan Ford per l'aspetto di alcuni personaggi quasi caricaturali nel vintage. Non ho capito la sua mania per topi e scarafaggi nell'antro di Taras, mentre dovrebbe rivedere un attimo l'espressività su alcuni volti femminili, perché certe volte siamo ai limiti del papocchio (p.144) o del transgender (p.153)
.
ALOHA DENTRO OGNI DONNA C'E' UN'ALTRA DONNA
MA SOTTO MEGLIO CONTROLLARE...