Oggi ho visto in edicola il secondo albo delle
Black Novels... e mi sono ricordato di non aver detto nulla sul primo. Rimedio qui, per quanto potete tranquillamente bypassare le mie prescindibili opinioni.
Che dire,
I colori del male è stata davvero una lettura convincente, di quelle "che ti prende". Spero Chiaverotti sappia fare cose simili quando tornerà su Dylan, ma se le premesse si sono viste nel team-up, allora siamo (ancora) in buone mani
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Bellissima la copertina, ottima la colorazione, e anche i disegni sono di altissima qualità... con qualche concessione
kinky per le tettazze marmoree da goniometro in ogni squinzia desnuda
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La storia ingrana bene e nonostante le sole 60 pagine tiene di gusto sul pezzo, introducendo un potenziale nuovo villain very cool - anche per la freddezza - come Krieger. Pienamente chiaverottiana l'idea della crisi economica dovuta al calo dei serial killer, con conseguente import dagli altri continenti, e speculazioni in merito. Speriamo non arrivi alle orecchie del Ministro Tria
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L'addio ai colori è stato gestito abbastanza bene a livello di pathos (e sentimenti), anche se non nascondo di avere una certa difficoltà a concepire Morgan senza grigiorosso... ma per mantenerlo in vita editoriale penso fosse necessario questo sacrificio, fuor di metafora.
Uniche piccole note negative, la paraculata dell'ala d'angelo e l'inghippo della numerazione/costina, che ci presenta il terzo numero #1 nel giro di un anno con la medesima grafica. Trovare un'alternativa costava molto, a livello di neuroni o pennarelli?
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ALOHA BAD (BLACK) BOYS