l'abisso del malefaccio due premesse
questa è una recensione che tende allo "zagorismo spinto", come lo chiama wolkoff
poi devo dire che l'ho letto solo una volta, l'ho apprezzatto moderatamente, un albo simpatico... meglio dell'ultima storia zagoriana della saga di hellingen, chi l'avrebbe detto
va considerato a tutti gli effetti come un albo di zagor, nella stessa (disgraziata) categoria di zenith 666, per capirci
è hellingen calato nel mondo di dylan dog, attraverso il varco spazio-temporale creato con il capolavoro di sclavi e ferri...
alcune cose mi sono piaciute e mi hanno divertito molto, ne cito qualcuna....
disegni di un FREGHIERI in grandissimo spolvero, per cominciare, il suo hellingen è memorabile
la "chiave" di sandrelliana memoria, che è un omaggio folgorante alla psicologia di mister no
il rapporto tra hellingen e la spogliarellista, una "genialata" alla ed wood
l'enigmatico indiano che giunge in aiuto con il paracadute
dylan nella cabina
l'apparizione del mitico titan...
però.... più che un capolavoro cripto-castelliano-sclaviano, ci ho visto "un'operazione di marketing incrociato, un'accozzaglia di moralismi e postmodernismi" (per dirla come un utente di un altro forum..), un polpettone magico-atlantideo, sclavianamente corretto, politicamente correttissimo che viene fuori, in tutta la sua prepotenza, nella parte finale, a partire dagli intermezzi di camagni e giardo (ma che ci azzeccano??), per finire al cameo di barack obama, da buttare l'albo fuori dalla finestra.....
la battuta sui "morti e sepolti" è una battuta e come battuta va presa, però se qualcuno ci crede veramente fa autogol, visto che zagor resiste più che stoicamente e fa ancora guadagnare qualcosa alla bonelli, mentre martin mystere è virtualmente chiuso da anni... e dylan dog, beh...
ho votato buono, copertina pessima