Cravenroad7

"La corsa del Lupo" è totalmente farina del mio sacco. L'unico elemento di realtà è che la tomba di Erode era cercata dagli archeologi da secoli, ed è stata rinvenuta nelle profondità dell'Herodion, ossia la collina sulla quale sorgeva il palazzo reale, nel 2007. Il sarcofago che ho disegnato è in effetti conforme a quello rinvenuto nella tomba, sebbene quello originale non celava alcun resto umano. Con la Toscana ho un unico legame di famiglia, zii e cugina che abitano ad Arezzo, e nient'altro. Stria era ambientato in provincia di Brescia, mentre la mamma di Fabio abitava a Firenze (ma non si vede mai la città, viene solo nominata).

Ah, ecco, allora ricordavo male, mi sembrava che una parte della storia fosse ambientata a Firenze.

Grazie per la disponibilità, Gigi .

Domanda DylanDoghiana, che non se in parte hai già risposto o su cui non potrai sbilanciarti, ma il personaggio di Hugo Van Heller ritornerà ? O si troverà comunque una completa spiegazione al personaggio ? Thanks.

Anche volendo, non potrei dire nulla: nella mia versione di "Il sapore dell'acqua", Hugo Van Heller era un fantomatico alchimista capace di interagire in modo inedito e mirabolante con gli elementi naturali. Non avevo intenzione di riprenderlo a breve, per la verità, perchè volevo prendermi del tempo per delinearne meglio la figura. Rrobe pensò invece di modificare lievemente il testo per instillare subito l'idea che Hugo fosse un "qualcuno" agganciato ad altre storie del passato di Dylan e ad alcune altre in lavorazione. In effetti, trovai questo escamotage molto interessante (amo anche io giocare in avanti e indietro sulle storie trovando punti di contatto) e credo che, su questo aspetto, io e Rrobe troveremo una strada comune da sviluppare partendo dalle mie premesse e continuando su un'idea generale che però - al momento, e anche perchè io ero occupato a concludere "La corsa del Lupo" - sta elaborando per conto suo. Probabilmente, ogni cosa su HVH è rimandata al post-meteora.

altra domanda dylandoghiana: premessa: il maxi dai lettori viene spesso visto (non da me e spesso sbagliando clamorosamente) come il deposito delle storie di serie B, ossia quelle che vengono valutate come non sufficientemente forti da andare sulla regolare. Ora visto che negli ultimi due maxi ci sono due tue storie, ti chiedo se quando concepisci un soggetto sai già se è più adatto alla linea temporale della regolare o del maxi o se invece "punti" alla regolare a causa di questi lettori che la vedono di maggior prestigio e poi eventualmente vieni dirottato sul maxi.
Visto che Dylan indaga assieme a Bloch in "musica per corpi freddi", mi verrebbe da pensare alla prima ipotesi, ossia che avevi già pensato che sarebbe stata una storia adatta al maxi, ma potrei anche essere smentito

Il Maxi DD, all'inizio, era il contenitore delle molte sceneggiature con l'impostazione classica, ossia il duo Dylan-Bloch. Negli archivi della Bonelli, infatti, al cambio gestione e con l'inizio dei cambiamenti sulla serie regolare, c'era ancora molto materiale da pubblicare col taglio classico. Di conseguenza le prime storie uscite sul maxi, in parallelo alla serie regolare, erano ciò che restava della gestione precedente. Esaurite quelle, noi autori ci siamo trovati a poter lavorare all'una o all'altra serie a seconda delle necessità dell'editore. Nel mio caso specifico ho potuto lavorare su alcuni soggetti creati per la serie regolare e altri richiestimi per il Maxi, quindi tutto ciò che ho creato per il Maxi è nato proprio per quello. Mi è capitato però che una storia che avevo approntato per il Maxi è stata poi dirottata sul Color (con i dovuti aggiustamenti). Quindi, non esistono ormai più distinzioni di qualità tra una serie e l'altra, a parte forse il tentativo di mantenere anche una certa classicità grafica sul Maxi, che si sposi bene con l'impianto narrativo originario. Questo anche perchè, dato che una grossa parte del pubblico preferisce l'impostazione classica e un'altra parte quella più moderna, si cerca di offrire una gamma di prodotti più ampia ma tutti realizzati con la medesima cura. A me, personalmente, lavorare per il Maxi piace tanto quanto lavorare per la serie regolare, e con il duo Dylan-Bloch mi diverto un sacco!

OK chiaro, grazie come sempre per la disponibilità
Sappiamo perchè Bloch è stato mandato in pensione, ma quando invece indaga attivamente assieme a Dylan è sempre cosa buona

Gigi Simeoni riflessione da fumettosso
Se per "mondo del fumetto" comprendiamo i lettori accaniti, ossia quelli che non si perdono un numero, che comprano compulsivamente tutto e che non accettano alcuno sforzo per svecchiare personaggi e serie, allora sì: siamo drammaticamente fermi. Più che fermi, ristagniamo in una schermaglia da scuole medie, basata più sulle simpatie o antipatie che sui problemi reali. Molti siti un tempo interessanti, come i forum dedicati ai fumetti, sono diventati asili (nido) per troll che non hanno di meglio da fare che prendere a pomodorate autori e curatori. L'unica soluzione possibile, che di fatto si è palesata, era l'allontanamento in blocco degli autori da quei forum. Con il triste esito di un impoverimento reciproco, ça-va-sans-dire, che è fango aggiunto nella mota vischiosa che immobilizza il panorama generale. Leggendo un intervento precedente (qui sopra), è possibile annusare il puzzo del fastidio di parte dei lettori. Ma traspare anche l'inconsapevolezza di questi lettori che si lamentano che il carrozzone è impelagato nel fango, ma si guardano bene dallo scendere e dare una mano a spingere. Anzi. Dai finestrini, tirano i pomodori ai quattro che sono già lì a sputare l'anima.

Solite menate chiagnone degli autori di fumetti. Eterni immaturi ed autoreferenzialisti, nel mondo ovattato di cui credono di far parte.

Pensano che ogni lettore sia una specie di "fan-sostenitore" ad oltran(suman)za e debba sorbirsi da pio bove la qualsiasi senza poter criticare o esprimere il dissenso verso un prodotto che non piace(più)... quando allo stadio se una squadra non va, la gente fischia... se al cinema non piace un film, il pubblico borbotta... se un disco floppa dopo il singolo, la critica lo affossa... se all'opera il tenore stecca si prende bordate d'insulti... etc.

Vogliono che tutti saltellino festosi sul carrozzone a cui loro stessi hanno messo delle ruote quadrate per palese mancanza di risorse creative all'altezza .

SIMONIADE

horror express: non ce l'ho
musica per corpi freddi: non ce l'ho

13. miseria e crudeltà: brutta
12. la macchina che non voleva morire: mediocre
11. delitti e castighi: storia tendente al mediocre, leggibile per via dei disegni
10. il sapore dell'acqua: tendente al mediocre, ma leggibile
9. scrutando nell'abisso: per larga parte mediocre, ma il finale è bello
8. l'isola del male: più che sufficiente
7. nessuno è innocente: più che sufficiente, ma mi aspettavo di più
6. il tango delle anime perse: più che sufficiente, ma mi aspettavo di più
5. anarchia nel regno unito: più che sufficiente, troppo bistrattata
4. il respiro del diavolo: discreta, troppo bistrattata



3. IL PASSO DELL'ANGELO
discreta, troppo bistrattata, a me è piaciuta, storia abbastanza semplice, ordinaria, tradizionale
impreziosita da due buone sequenze: il mostro, i gatti sbranati per tutta casa (10 pagine mute)
e il finale con dylan che va a salvare rania in tutù... a me la rania di simeoni non dispiace
altre cose da segnalare: il travestimento di dylan (tipica rujata), la battuta su tex



2 LEI ABITA ANCORA QUI
perfetta per l'old boy, c'è aria di casa (la dama in nero, i duran duran, siouxsie and the bashees)
indagine classica, dylan e groucho in forma, riferimenti cinematografici che più classici di così si muore
temi triti e ritriti ma storia interessante anche grazie al marchio di fabbrica, le lunghe sequenze mute
ricche di dettagli (dylan trova la soluzione, il fantasma con i bambini, la scoperta del morto)



1. NEL FUMO DELLA BATTAGLIA
una delle storie migliori della gestione recchioni, un gioiello, mi ha emozionato, il prologo è bellissimo
il genere è quello fanciullesco di "ombre", "nebbia", ma il vero filo conduttore è con "lassù qualcuno ci chiama"
immagini potenti, sclaviane, d'altri tempi: l'angelo caduto sventrato, il limbo descritto come un parco giochi

La seconda e la terza manco le ricordo, tanto sono insignificanti.
La prima è un giallonzolo da serie tv con pretese moralizzatrici e gombloddo sul finale: insomma una mezza patacca tipica del Sime. Ecco, ancora oggi faccio fatica a valutare una sua storia sopra la sufficienza. Forse solo Il Tango e Anarchia avevano qualcosa da dire. Il resto per me meglio dimenticarlo. Anche gli amori della servetta nel penultimo OB è di una linearità banale come pochi, un lavoretto di collage scolastico.

Non è un autore adatto a DD: dopo anni di tentativi mi sembra conclamato. Horror per educande e pretese d'impegno sociale da nostalgico del Leoncavallo .