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Hicks il mio stand ti saluta... e non dalla fiera, con le carte del mercante
Sui tarocchi in fatto di uscite ti hanno risposto altri: aggiungo soltanto che la cosa è divisa in quattro uscite perché contando i 56 arcani minori (e qualcosa extra di inedito) siamo sulle 80 carte circa. Poi ci facciamo il mazzo (completo) sul CF per chiuderla inscatolando tutto.
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rkcNon scrivo su Youtube per non sbrodolare pure lì nei commenti. Dico solo che in genere vedo tutti i tuoi video con piacere. E infatti sono d'accordo per il tuo "chiccacchiosenefrega" dell'armajolo ripescato dal cross-over con
Dampyr, come sulla fessata del tettuccio del
Maggiolone mal-decapottato da Leomacs a p.41. Ma sappiamo che la fase di revisione/proof reading non è il punto forte di certa gggente che lavora in redazione...
Però non sono tanto d'accordo sull'apprezzamento della scena del selfie, mentre lo spegnimento della BBC l'ho trovato molto cool
V.M. ha scritto:
Se prima Dylan agiva in una zona grigia fra gli '80 e i '90, ora si muove in una sorta di presente distopico, che prende spunto dalla più stringente attualità.
Peccato che la colonna sonora sia rimasta sempre quella. Sarà anche vero che il rock è ormai morto, ma qui lo si riesuma con un pappagallaggio abbastanza patetico in sé.
It doesn't rocks...
V.M. ha scritto:
Le "persone per bene" che impiccano il diverso nel nome di Dylan e poi si stupiscono della reazione disgustata dell'Indagatore (e lo picchiano) sono come quei lettori dylaniati che si indignano quando trovano la politica nelle nuove storie di Dylan, non accorgendosi che la politica, nelle storie di Dylan, c'è sempre stata.
Questa onestamente te la potevi risparmiare, e mi sembra un po' offensiva verso certi utenti, oltre che basata sul solito classismo nel dividere i lettori per frange, branchi, codazzi, etc. Non molto diverso, per giunta, proprio da chi ha bisogno di semplificare la visione del molteplice per trincee, con reciproco asserragliamento in ottusità ferendo, per poi daje addosso
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La politica su Dylan c'è sempre stata... ad uso di chi la sapeva usare - pochissimi, Sclavi a parte - per rifletter(ci), o per parodiar(ci).
E' un po' diverso dal rivangare continuamente sul tema del popolame bue, che reagisce in massa in modalità bestiale, scagliandosi sul "diverso" con ondate di squadrismo strabico.
MA ANCHE BASTA, NO?! L'avemo capito. Nnnamo avanti. Martellare le balle con stè scenette da mandar giù come se le avesse raccomandate chissà quale medico, mortifica la varietà dei contenuti a favore di un ritornello pseudo-sloganizzante che sta inflazionando la testata dai tempi di
Anarchia nel Regno Unito in poi - e infatti
Simeoni è il peggior artefice in questo senso, con la sua retorica da sindacalista depresso al dopolavoro ferroviario. Adesso non ho il conteggio delle storie che insistono su questa cosa della "gggente" (
Ares), ma mi basta ricordare oltre a quanto citato cose come
Il terrore, La fiamma, Nessuno è innocente, Miseria e Nobiltà, Non Umano, Al servizio del Caos, Il luogo oscuro... quest'ultima una delle più nefaste porcate che abbia mai letto su DD negli ultimi 15 anni
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A me certe volte viene il sospetto che certi autori siano a corto di risorse creative e sfocino nel riversarci come un mantra le fisime figlie della propria ideologia in modalità autoreferenziale, piuttosto che adoperarsi nello scrivere una storia dylaniata decente, cosa che costa notoriamente maggiore fatica. Altro che allargare le prospettive con qualcosa di attuale...
ALOHA MONSIEURS