Cravenroad7

Ritorno all’Oltretomba western, un serial killer di madri e uno strano suicidio...quello del lettore!




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Se qualcuno continua qua non è grave, ma sappia che dopo qualche tempo i suoi post saranno spostati senza preavviso.

Inoltre si ricorda a tutti di segnalare gli SPOILER, ove presenti.

"Finché vita non vi separi" : l'unica nota davvero positiva è che la Trilogia Western dovrebbe essersi conclusa. Il condizionale è d'obbligo, visto che la porta è stata lasciata aperta per eventuali seguiti. Ci sarebbe da discutere sul titolo, parodia del mitico decennale con cui ha nulla da spartire. Tanta noia, ma i disegni mi sono piaciuti.

"Il club dei suicidi": buoni spunti in premesaa a partire dall'incipit con suicidio di massa alla "E venne il giorno". Poi troppa carne al fuoco, con il lungo spazio concesso all'aldilà indiano, sacrificando tempo prezioso alle motivazioni e al modus operandi dei cattivi di turno, ridotti al classico spiegone (o meglio sarebbe a dire spieghino) finale. Conclusione non banale che però non basta a salvare la baracca in corner. Ormai non si sa più che inventare per evitare le battute di Groucho.

"Musica per corpi freddi": ennesima ghost story per Simeoni che mescola efficacemente diverse variazioni sul tema (Le streghe di Salem, Morte a 33 giri, ecc..), pur senza raccontare qualcosa di nuovo. Ci sono un Dylan troppo bravo a investigare e un Bloch forse troppo aperto alla pista soprannaturale, ma i delitti efferati, il look dell'assassino e il suo background, i tanti personaggi tutto sommato ben caratterizzati, rendono comunque piacevole la lettura. La migliore del lotto grazie anche ai disegni "ambrosiniani" di Giordano.

Nel complesso voto mediocre. Copertina di Accardi che in anteprima qualcuno diceva migliore delle precedenti, ma a me non è piaciuta manco questa.

Più che altro è meno peggio delle altre, anche dal vivo. Nel senso che ha un vago appeal halloweenico e poco altro. Per il resto, il tratto rimane sempre puerile e fuori scala per la testata, quasi dilettantesco in certe occasioni. Mi consola sapere che questo è l'ultimo volume a cui collaborerà: grazie & tanti saluti.

Non ho letto nulla finora, ma non c'è nessuna storia che m'invogli dato il mio scarso feeling col Sime e l'idea poco confortante di dovermi ripassare le precedenti sull'inutilerrima west-saga per (tornare a) capirci qualcosa .

FINCHE' UN ALTRO ALOHA NON CI SEPARI

Avete presente quando si diceva che i maxi raccoglievano scarti?
Eccovi accontentati, cari nostalgici.

A me la trilogia western non è dispiaciuta, ma doveva finire qui, perché la corda è già troppo ma troppo tirata. Mi piacciono molto i disegni del Piccatto potenziato.

La migliore è quella di Simeoni, fermo restando che Simeoni Dylan Dog non l'ha proprio capito e le sue storie, dai grandi ai piccoli dettagli (la battuta sul rap, lo youtuber, e così all'infinito), danno sempre l'impressione che Simeoni sia fuori dal tempo, un anziano convinto di fare il giovane. Avete presente i cinquantenni brizzolati che entrano in discoteca ballando Ymca alzando il dito convintissimi di rimorchiare le ventenni? Ecco, uno è Simeoni.



Sulla seconda, dalla sceneggiatura ai disegni, niente di buono, niente di male, niente di niente, liscio, la leggi, la dimentichi mentre la leggi.

Ah, i motorhead non c'entrano nulla.

Mediocre perché sono uno che mette voti alti.

letta la prima storia, si chiude (ma neanche poi tanto) la trilogia oltretomba western e come da regola delle trilogie, il terzo capitolo è meglio del secondo ma peggio del primo, quindi direi un bene ma non benissimo
bene anche i disegni di Piccatto&co.

andiamo avanti con le altre due

**POSSIBILI SPOILER**




Per adesso ho letto solo la seconda storia, quella di Monteleone che è sicuramente meglio degli ultimi 3 inediti letti... pur essendo abbastanza convenzionale, senza andare oltre il 6 1/2 e con dei disegni alquanto scarsi, se non i peggiori tra le new entries della nuova gestione. Mi spiace per l'altalenante Torti ma si deve impegnare un tantino di più, perché certe volte sembra il degno compare di Accardi in copertina, tra passaggi infantili, squadrature con l'accetta, e semplificazioni dilettantesche

La storia ha il merito di partire a razzo con le indagini, e di presentare subito un personaggio particolarmente in gamba come Samira (v. sue indagini con Groucho). Il discorso del club è solo un pretesto per altro: infatti alla fine vedremo che non c'entra quasi una mazza con le motivazioni dell'istigazione al suicidio, e questo costituisce in parte un demerito, perché tutta la faccenda del "velo sulla verità" e sulla "liberazione" è solo un grande bluff nato dalla noja snobbesca, e perde ogni (potenziale) fonte di sviluppi più intriganti

In questo senso comunque sono abbastanza in palla i due carnefici, per quanto il pippone retorico di Dylan per intortare/ipnotizzare dialetticamente il fratellone in vena di lanci dall'attico suoni un po' eccessivo. Male per prolissità e carenza d'idee tutto l'excursus mistico nell'aldilà induista... che si trasforma in platform game anni '90 in pratica, come il finale con l'allegrissima gita in carcere, combinato all'amarezza di Aaron assolto che non lascia il segno. Almeno tentare un confrofinalino-beffa no?

Intento penso di iscrivermi anche io a questo Club se vado a scoprire che siamo arrivati al punto di fare della storia del Sime ( ) la migliore del volume, come sospetto...

ALOHA GIORNI CONTATI

lette le altre due:
il club dei suicidi: pur non essendo nulla di originale la storia mi è piaciuta parecchio, bene Monteleone. Dylan va a fare un giro nell'aldilà come spesso capita, Dylan indaga supportato dalla Cliente, quindi niente di nuovo, ma gestito a dovere.

musica per corpi freddi: la cosa bella è vedere Dylan e Bloch indagare assieme, con Dylan particolarmente, pure troppo, ispirato (a volte pare che indaghi a caso, a volte manco indaga, a volte è un fenomeno, boh...) nelle indagini. Un po' pasticciato il finale, con ultima pagina telefonatissima e che non ho capito (se il fastasma ha avuto la sua vendetta perchè dovrebbe colpire ancora?).

disegni: benino in entrambi i casi

**POSSIBILI SPOILER**



Una storia che non mi ha riscaldato per nulla, pur essendo poco più di una minestra riscaldata.
Un freddo 6 di corpo o poco più come voto, ma solo perché ai testi da 5 - si affiancano dei disegni da 7 1/2.

Per questo grandi complimenti al giovane e promettente Giordano, che davvero mi ha stupito per il suo bellissimo tratto napoleonico - un mix tra Ambrosini, Del Vecchio ed il vecchio Ornigotti. Dateje una storia più noir e questo secondo me farà il botto
Unico veniale appunto, la scomposizione dei cadaveri da cui si capisce pochissimo il trait d'union della croce capovolta.

Passando alle vicende, siamo all'ennesima ghost-story in salsa simeonesca che presume nel lettore un livello medio di boccalonaggine tra l'infantile credulanza stile bimbominkia o il rincoglionimento da Alzheimer precoce, per tutte le cialtronate messe in fila onde arrivare (con una presunta logica) al suo obiettivo narrativo, abbastanza deludente già di suo. Difatti la parte peggiore, a livello di tenuta, è senza dubbio quella in cui Dylan prova a ricostruire il legame posticcio e campato in arie(meteorica?) tra Lynch ed il Reverendo (due fantasmi uno sull'altro) che tracima nel paraculismo sovrannaturesco (pp. 248-49), per una parte determinante del soggetto legata qui con lo sputo di acaro, e che diventa quasi superflua alla fine.

Per i punti positivi, bene la scena iniziale con la centralinista, perché sa trasmettere davvero il brivido in diretta. Non ho capito perché non rappresentare il terzo omicidio (p.230), invece di sprecare tutte quelle vignette per le tante chiacchiere sparse altrove. Apprezzabile anche il mancato omicidio di Tuber Kid per beghe condominiali, con ironia di contorno

La storia vive in pratica della simbiosi Dylan-Bloch: per quanto spesso rimpianga questo tipo di interazioni sulla regolare, mi sembra che qui si sia esagerato (fino allo stufante) nel gomito a gomito, paginaXpagina, rapportoXrapporto, come nella facilità con cui Dylan si faccia coinvolgere con nonchalante leggerezza, mentre Bloch gli permette sopralluoghi a gogo inquinando le scene dei delitti. E tra l’altro Dylan fa sempre la parte un po’ spocchiosa del flemmatico saputello… disinteressato agli eventi, che partecipa al tutto un po’ per hobby, a suon di botte di culo clamorose .

Inverosimile sino alla cialtronaggine gratuita Bloch ex-rockettaro retrodatato, per effetto a-temporale di una testata vecchia 30 anni e passa... nel senso che per uno Sclavi che scriveva negli anni '90, l'aspirante-pensionato Bloch al massimo poteva mugugnare qualcosa a favore di Gigliola Cinquetti, come gusti musicali
Simpatico tutto il sottobosco musicale collegato al mondo dei bootleg, masters, reunion, etc, in un epoca di Old Boys tormentati dal web, sempre tra i piedi anche per la musica. Comunque onore al Dylan vintage il cui mangianastri mi ricorda la fine fatta da alcune mie cassette nel primo storico autoradio…

Non male il rapporto tra Leesa ex-rockstar fricchettona scorbuticamente in bolletta ed il suo agente… molto male tutta la faccenda della scaletta del concerto che dipendeva da un pezzo ancora inedito (in teoria) e su cui l’impresario puttaniere s’impunta senza un motivo credibile pur non avendolo mai sentito. Il tutto con la conseguenza caparbia di metterlo in sottofondo durante un live (p.278), motivo da scagliare pomodori marci (o olive da cocktail, visto l’élite dei presenti) contro il palco dopo aver pagato il biglietto. .

Mi è piaciuto parecchio il fosco racconto rurale di vita Amish col reverendo Jordan protagonista (pp.242-47) anche se la fortuna sfacciata con cui Dylan trova il cimitero in via d’impollinazione meriterebbe un’impallinazione per lo sceneggiatore. Debolissimo, se non puramente decorativo, il legame degli omicidi con il simbolo della croce capovolta.
Quando ho letto la fessata (p.234) del matrimonio evento a cui parteciparono Lennon, Jagger, Hendrix ed il giovin Bowie, più che ad una Woodstock nuziale ho pensato all'imitazione di Malgioglio contaballe (made in Max Giusti) quando narra delle sue gite avventurose esordendo "eravamo io, Osvaldo Bevilacqua, Marta Marzotto, Awanagana, ed il parrucchiere di Boy George…"

Ennesimo refuso da revisori mortidesonno (pp.228 e 29) quando non si capisce se Leese era sulla cresta dell'onda negli anni '70s o '60s, come abbastanza ridicolo il modus agendi di Virgyl-mandante del furto su commissione, che poi sputtana tutto sul concerto in anteprima a Dylan (mentre indaga) e gli dice pure dove risiede Leesa
Abbastanza insipida e telefonata tutta la parte finale della vendetta di Lynch-spettro-posseduto-da-nantro-spettro-cioè-Rev.Jordan, che si spegne con una chiusa didascalica e lineare di generale sconforto per il lettore mediamente annojato. Senza contare l'idiozia del goffo tentativo d'improvvisare un controfinale beffardo di stampo chiaverottesco, quando non c'è ragione dopo la morte di Leesa per cui Lynch (già bello che soddisfatto poche vignette prima) torni a far strage in base al nastro.
'A Giggio, lasse perde, non è roba ppe ttè.

Riavvolgendo il nastro mi auguro di aver concluso con Simeoni per il 2018. E se si parla di qualche sua storia da riesumare, spero vivamente rimanga negli archivi il più possibile e non circoli in forme piratate dopo furti su commissione.

ALOHA ON TOUR, VOTE FOR YOUR OWN SET LIST!

Chiudiamo il cerchio con la prima storia, gringos!
Tutto sommato non è cosi ciofeca come temevo, ed alla fine, complice una buona ironia di fondo, l'intrattenimento c'è stato senza troppa irritazione. Non mi ha offeso particolarmente neanche la citazione parodica del #121, per quanto tutta la faccenda del matrimonio in non-vita poteva esser gestita in modo più interessante. Senza dubbio molto meglio rispetto al secondo capitolo sgangherato della saga, più "moderato", anche se questa forma di contenimento le ha tolto certe smargiassate caciarone che potevano renderla più (giustamente) trash.

Molto Sergio Leone e Tarantino nella polvere del West, qualche mielosità di troppo (che non scorre) nel rapporto Dylan/Patty 2Cuori1CapannaNellaPrateria, anche se lei è parecchio gnocca, e spiace vederla nuda in nero cadavere. Carina la storia nella storia, molto melò-kitsch, di Carmencita la lupacchiotta, per quanto paja abbastanza ridicolo dare la caccia spietata ad una non-morta (pure) licantropa che rincorre vacche scheletrite nell'aldilà .
Dylan col magone prima per la tizia, poi per nostalgia verso l' "altro" mondo, dopo un po' rompe con le sue solite frignate da complessato svenevole, ma almeno c'è la ganza morta a dar vita a qualche buono scambio, ed anche Groucho mi è sembrato in buona forma. Il villain Lafuente promette molto ma non conclude quasi nulla, mentre tutta la faccenda dell'impiccagione manca di pathos sufficiente per creare tensione.

Non credo siamo alla conclusione vera e propria della saga, perché da tutte le allusioni/presentimenti che mugugnano i personaggi si capisce bene che è un filone (per ora) lasciato in sospeso, e magari tra qualche anno, un po' per capriccio, un po' per spirito di rimpatriata, un po' per mancanza d'altro, un per ricreare (finto)clamore, sono abbastanza sicuro che riprenderanno la saga in qualche pubblicazione
Alla fine una sufficienza senza troppi ricami la strappa, supportata da un Piccatto (&family) davvero rinato da queste collaborazioni, che mi ha fatto brillare gli occhi... e spero di rivedere sulla regular quanto prima. Patty come tutte le sue girls lentigginose è un bijoux

Solito refuso (o lacuna) di supervisione a pag 20per le sequenza del coccodrillo, dove le vignette non sono disposte nell'ordine giusto o andavano messe delle freccette per indicare il verso di lettura non regolare

A->LO->HA

tre storie debolucce, do la sufficienza

La nuova copertina di Andrea Accardi è "halloweeniana" al punto giusto, senza infamia e senza lode.

"Finchè vita non vi separi" ha un titolo discutibile (l'indimenticato numero 121 chissà come l'ha presa). La saga di Di Gregorio stando alla quarta di copertina dovrebbe essersi chiusa, ma, mai dire mai. Il finale è aperto e i personaggi non hanno ancora incontrato la definitiva provvidenza manzoniana. Dylan alla Tex regge, ma la saga mostra il fiato corto. Lo è per la bella saga di Bilotta sullo speciale, figuriamoci per questa di Giovanni Di Gregorio. Lettura da castagnata, niente di che. La speranza è che l'anno prossimo Dylan suoni la sveglia per i cattivi di turno e saluti per sempre la sua bella e il becchino Sisco. Divertente Dylan indagatore nel far west con un caso, tuttosommato, classico.

Buoni i disegni di Piccatto, aiutato da figlio e collaboratori vari. Il suo meglio però lo ha già dato.

Maxi non entusiasmante,come purtroppo capita troppo spesso.

"Finche' vita non vi separi"...conclusione(?) della trilogia western.Come per gli altri due racconti,divertente il giusto,e per me si presta piu' a una storia breve.Troppi tempi morti alternata a confusione improvvisa,ma soprattutto la storia non ha tantissimo da dare.

"Il club dei suicidi" poteva essere potenzialmente interessante.Inizia bene,va avanti fino a meta' in maniera discreta,a suo modo convincente senza strafare...poi si perde,diventa piatta,e non si riprende mai davvero fino alla sua conclusione.

"Musica per corpi freddi"...un Simeoni di routine,per una storia che scorre via senza mai suscitare grande interesse e\o emozione.Bene Dylan e Bloch insieme,ma con caratterizzazioni che convincono poco.Finale abbastanza banale.

Dimenticabile.

Non è un errore da poco...

"Il club dei suicidi" è una buona storia. Sia Monteleone, sia Torti si sono ben inseriti nell'universo Dylan Dog. Groucho serio qui piace, delude un Bloch in sottotono (quando esclude a prescindere il collegamento tra i suicidi del club e Shaun).Buon personaggio Samira e anche i due miliardari. Il finale è amaro. La sceneggiatura poteva essere potenziata, ma non chiedetemi come. Le tavole di Torti hanno qualche punto sbrigativo, ma nel complesso funzionano.



"Musica per Corpi Freddi" è la migliore delle tre. Alessandro Giordano ha un tratto sporco ma efficace per le scene di violenza e Gigi Simeoni torna in gran stile dopo qualche lavoro al di sotto delle sue potenzialità. Ottimi comprimari (Leesa, il sacerdote, Virgil, finalmente un omosessuale che ci prova con il nostro) e un Dylan investigatore dell'incubo a tutto tondo. Divertenti siparietti: Bloch che parla di musica rock, la diatriba tra lo youtuber e l'anziano. Il personaggio di Miller e Jerry sembrano confondersi nelle ultime pagine (disegno un po' approssimativo). Una storia che ci voleva, e che risolleva alla grande questo buon Old Boy.

No io non mi sono suicidato come scriveva Solomon un Maxi senza infamia e senza lode, per passare un po' il tempo con un Dylan "classico".

La prima per me è la migliore, continuando sulla falsariga dei precedenti due episodi, a me questo oltretomba western piace, il tono è avventuroso-horror e i disegni di Piccatto ci mettono la giusta atmosfera. Peccato l' annuncio che sia l' ultimo nell' introduzione, ma allora non capisco perchè nelle pagine finali si alluda per ben due volte al fatto che la storia non è finita lì. (6,5)

La seconda (5) era iniziata bene, poi a metà si cambia totalmente registro, solo che qui, anche a causa dei pessimi dialoghi, questo inferno cade semplicemente nel ridicolo, che sembra più un videogioco ... male anche i due "cattivi" soprattutto non si capisce

La terza, un classico giallo-soprannaturale, la trama fila in modo regolare, ma anche un po' noiosa e pesante da leggere ... Caduta di palle a pag. 174 con una pagina intera dedicata alla "vestizione" di Dylan, ecco queste buffonate alla Orfani non vorrei proprio mai vederle su DD.
Anche qui da segnalare positivamente i disegni di Alessandro Giordano, in possesso di una ottima sintesi grafica. Segnalo però per la cronaca, l' errore della ferita di Dylan che si sposta, da vicino al cuore poi la ritroviamo quasi sulla pancia. (6)

Voto Accettabile.