Non mi ha convinto molto, una mezza delusione ad esser sincero
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Ho
votato 7 perché comunque il talento e l'onesto lavoro (iconico più che altro,
back in Undead) di Bilotta traspare in ogni poro, ma mi sembra un passo indietro rispetto ai precedenti. Buono Casertano nei volti dei protagonisti, meno per gli sfondi. Manca del pathos minimalista del numero scorso, o del fanta-apocalismo denso di motivi e prospettive degli altri 3, a partire dal
Tramonto dei vivi morenti.
Manca di sostanza in pratica, mi dà la sensazione di vuoto telefonato che ricama su se stesso e mette su qualche tassello - ora trasognato, ora depistante - all'interno di una saga familiare abbastanza indesiderata ai più, dopo che si era ampiamente dimostrato come Xabaras nel numero scorso non fosse il padre di Dylan
Non è che se incidi a caratteri cubitali - e lo ripeti come un ritornello - che la logica della memoria e dell'onirismo, specie se ci sono i defunti di mezzo, è saltata... ogni cosa ti è concessa in senso narrativo. Intrecciando/accavallando step e contro-step atemporali o sognati in modo spiazzante, solo per arrivare più tardi (all'assenza del-)la verità compiuta. Questo mi è sembrato un esercizio di stile più che altro, un lezioso confrontarsi di riflesso per specchi contro specchi, sempre più deformanti, dove il narcisismo di chi ci si specchiava prevaleva sul resto.
E sinceramente anche tutto il continuo remaking sul set di Undead alla lunga mi sa di cane che si morde la coda perché non gradisce altra carne da metter sotto i denti, a livello di spunti narrativi o luoghi da inserire a memoria futura, preferendo iconizzare quanto rimasto ai più. Quando il deja vu dei ricordi dei morti si trasforma in un deja vu della tua memoria dylaniata che stenta a crepare dopo oltre vent'anni di letture: per questo dopo un po' Sybil che s'improvvisa rediviva Morgana di meta-allucinazioni zombesche o Godwin che si ritrova novello Nessuno sulla poltrona freudizzata da Xabaras per reinventarsi ulteriori mondi paralleli post-infanzia felice... li ho trovati alquanto fini a se stessi, se non stucchevoli, come il Dylan afflitto e rassegnato al grilletto facile
à la film di Clint Eastwood che imperversa qua e là
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Non per altro perché un po' si gioca sporco sulle (s)palle del lettore - v. Dylan ancora rinchiuso in ospedale, che probabilmente, a differenza di quello carabina in mano, è solo una fantasia retroattiva di Sybil... o peggio, Xabaras che nella chiusura del numero scorso veniva freddato da Godwin, mentre qui in realtà le parti si sono invertite sul pianerottolo - un po' perché per soffermarsi su questo si sono tralasciate ancora una volta tutte le tracce rimaste in sospeso nei numeri precedenti...
...e in questo credo purtroppo Bilotta si stia adeguando alla fanfaronaggine di massima nei sistemi narrativi pseudo-continuityosi del resto della testata... dove si butta lo spunto nel mucchio, alludendo a chissacosa, e poi lo si lascia marcire lì per un imprecisato tempo, nella non-attesa che qualcuno in un altroquando ci metta mano. Mi riferisco a lacune che mi avevano già allarmato nel numero scorso, e che ormai prendono dimensione di voragine obliosa rispetto alla macro-trama in (supposto) fieri per:
un anno fa ha scritto:
... non sapere quasi nulla ed esser depistato, come Bilotta continua a fare con tutti gli altri cardini della testata, confondendo le carte, o lasciando i mazzi in sospeso (Jenkins Sr, l'incidente in Germania, Werner, Osmond, Wickedford, l'attentato di Chelsea, Lynwood&sosia, gli spifferatori random, l'intelligenza media degli zombie - qui si vedono alcuni sorridere ad una battuta, etc.)
L'unica ricucitura su cui fare riferimento è rappresentata soltanto dalla setta dei "flagellanti" ed i loro deliri (v. padre adottivo Robert), che sinceramente di tutto l'inventario comparso nei numeri scorsi per questa dimensione parallela rappresenta il pezzo meno interessante e "stanco/fiacco", a livello d'inventiva. Positivo il focus su Osmond - personaggio forse più sclaviano dell'insieme, anche per le fattezze - e per la piccola storianellastoria della cliente di Godwin, che riprende il suo rapporto col marito... a partire della carne.
L'anno prossimo aspettiamo una re-union di ulteriore parentame in braceria. Cannibale
NEL NOME DELLA SUOCERA, ALOHA