A me sembra un falso problema.
Più che deontologico, di contingenza
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Nel senso che non mi risulta che Sclavi ogni tanto si facesse da parte per contenere i mugugni di Chiaverotti scalpitante, né che Di Gregorio si facesse largo solo perché Gualdoni gli aveva promesso un tot di pubblicazioni all'anno. Se ci sono idee e tempo per metterle in atto, il sommo curatore della testata alla fine può prendersi tutto lo spazio(profondo) che ritiene opportuno, alla faccia di presunte fette spartite a tavolino. Non è mica un giudice federale d'imparzialità iperurania: alla fine deve operare per il bene della testata, e se ritiene che le sue storie servano a questo scopo, si può anche rinunciare ad un po' di (sana) alternanza ed imporre una certa "firma"/marchio come leadership. La Mater di tutto. E se teme che l'auto-approvazione non sia il massimo del fair play pro-egalitarismo aziendale, basta trovarsi un comitato di revisori a parte che sancisca cosa sia più valido o meno
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Tra l'altro siamo in tempi in cui DD sforna una
trentina di storie all'anno, per cui è impossibile pensare ad un macro-autore unico che si prenda carico di tutto in blocco, o anche solo della metà. Quindi l'alternanza è già connaturata nei meccanismi in atto. Non si può proporre un monofirma come lo è (gelosamente?) Chiaverotti per
Morgan Lost o Bilotta per
Mercurio Loi.
A questo punto mi sembra normale che molti lettori, compresi noi forumisti, chiediamo però più storie da parte di Recchioni, invece che rifilarci una girandola di nomi inconcludenti o di puro passaggio, spersonalizzando l'identità della testata in decine di rivoli frammentari e dispersivi.
#Uno perché le sue storie sono state sempre di livello piuttosto alto e con apprezzamenti sopra la media, quindi sicuramente come autore ha più feeling verso la scrittura del personaggio, anche in prospettiva, a livello di risorse.
#Due perché è stato proprio lui - al max con qualche
confabulatio accessoria del Sime e di Paola - a progettare l'attuale andazzo delle serie, dei personaggi, delle novità d'ambientazione, SherlockRaniaIrmaGhost, etc... quindi nessuno meglio di lui può incarnare su carta quello che rappresenta l'attuale Dylan, portando avanti le proprie idee, senza delegare a troppe comparsate di contorno, destinate a sparire nell'arco di pochi mesi
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Con la prossima ventura saga in continuity le cose si stabilizzeranno, molto probabilmente, ed il range di autori all'opera dovrebbe calare. Dopo di ciò non mi auguro sinceramente una cosa tipo Guardigli su
Nathan Never che fa da arbitro super-partes senza scrivere mezza storia in croce, ma un più solido interventismo tipo Castelli su
Martin Mystère, che sa bene avvicendarsi con Recagno, Beretta, (il fu
) Morales e pochi altri, ma lasciando sempre un imprinting più che sostanziale.
E QUESTO POST CHI LO APPROVA ALOHA?