Cravenroad7

Eh Rimatt, che ti devo dire? Ho spesso trovato fluide storie di Julia che mi sono piaciute poco o niente, ma questa no, a parte l'inizio ho interrotto un paio di volte la lettura, la continuavo sbuffando e nonostante il breve tempo che ci si impiega ho avuto la tentazione di passare ad altri fumetti e riprenderla più in là.
Col mondo di Julia e coi suoi protagonisti sono sempre stato poco in sintonia, è una serie che dal suo inizio ho sempre seguito occasionalmente, raramente per periodi prolungati, a parte questi anni dove ho preso almeno i 2/3 (la metà di sicuro) delle uscite mensili, mentre prima mi leggevo quei 2-3 numeri all'anno e mi andava benissimo. Devo tornare a far così, a non prenderlo più per inerzia, quasi sempre nelle edicole delle stazioni, spesso già prevenuto.
Per fortuna rimane una serie con scarsissima o nulla continuity, cosa che ha finito sempre con lo stancarmi e mi ha fatto seguire sporadicamente (ovvero qualche albo ogni tanto che ne era privo) o abbandonare serie che pure mi piacevano, con personaggi o ambientazioni o atmosfere che trovavo più interessanti di Julia, come Nathan Never, Dampyr, Magico Vento, ecc.

Uno spin off con Webb penso mi appassionerebbe di più.

Julia stanca, lo posso capire. Anch'io ho più volte abbandonato, in passato, ma in questo periodo (che comunque dura da anni) non rinuncerei mai alla mia mezz'ora mensile di classe berardiana.

Per fortuna sono partita lasciandolo a casa, leggendo i vostri commenti mi è passata la voglia di leggerlo

(sempre a proposito di cicale, ci tenevo a dire che)

"♫ ♪ Di Julia invece, non mi cale mica ♫"
Per cui la quale ...

Beh, di negativo c'è solo il mio, però se non ricordo male mi sembra tu non sia mai stata una grande estimatrice delle storie con Tim.

Si, ma siamo sempre sulla stessa lunghezza d'onda. La storia precedente di Tim era stata meno pedante delle precedenti, quindi, forse, posso sperare. Non l'ho ancora letto però.

Vero, su Julia succede spesso, ma tu hai una conoscenza della serie molto più ampia della mia per cui ad esempio avendo letto tutte le storie con Tim puoi collocarla meglio (per esempio se ce n'è stata qualcuna che ti è piaciuta meno potresti trovare questa più passabile).

Confermo il parere di Aleksandr, purtroppo è una lettura abbastanza noiosa, appesantita da una continua e infruttuosa ricerca di dialoghi brillanti e pungenti.
In realtà ogni accadimento è molto inverosimile e ben poco plausibile, per cui, i dialoghi stessi, non fanno altro che seguire questa falsariga. Poco sintonizzati anche i disegni, con volti spesso irriconoscibili. Le scenette d'intrattenimento sono particolarmente agghiaccianti: la caramella di Ben, che spezza l'unico momento memorabile e liberatorio (il pugno di Webb a Tim), ma per favore, tutti a salmodiare in una fogna; gli imbarazzanti errori di Emily, un patetico tentativo di umorismo, che finisce per irritare oltre misura. Odiosa ogni limite Julia, col solito palo nel sedere, aggravato dal continuo punzecchiare Tim che, già di suo, non è un campione di simpatia. Se ti sta sulle palle e lo trovi immorale, cosa lo aiuti a fare? Per fargli da maestrina ogni 3x2? Albo bocciato senza appello.

Nel bene e nel male Tim risente troppo dalla sua derivazione, cioè il Cary Grant di Caccia al ladro. Nel bene perché ha già un certo carisma di suo, nel male perché poi lo sceneggiatore si sente obbligato al dialogo e alla situazione brillante, quando poi queste non riescono il personaggio finisce col risultare noioso e poco simpatico.

Già ho detto che tornerò a leggere Julia più sporadicamente, ma certo i prossimi due numeri del fumetto non spingono molto all'acquisto, tra film fantasy (settembre) e supereroi improvvisati (ottobre).

È questo registro brillante che non è nelle corde di nessuno dei tre, Berardi, Calza, Mantero. Troppo ingessati, troppo seriosi, se cercano l'effetto, è proprio quando il tutto assume un carattere di artificiosità e legnosità deleterio.
Sembra quasi che si mettano in testa una lista di cose e la spuntino pedissequamente, come dei certosini. "Emily e gli strafalcioni", 'la disapprovazione di Julia per lo stile di vita di Tim" (gli ha scassato gli zebedei per 132 pagine, risultando odiosa e cafona), "la litigata con Webb" (peraltro sempre più assurda). Ma io mi chiedo che motivo recondito ci sia, per insistere con queste situazioni da sit com, se non perché hai una rigidità di pensiero inaudita. Emily che dice abomini è, probabilmente, una delle vicende fumettistiche che più mi mandano in bestia. Ma chi può far ridere, una cosa del genere? Finiamo sempre a dire le stesse cose.

Non sto sminuendo Berardi di un grammo della sua bravura, ma penso che per certi tipi di comicità non sia tagliato. Va bene con l'ironia ed il sarcasmo, ma mi sembra discontinuo con una comicità di tipo brillante e decisamente poco portato per una più grossolana. Tipo Emily con gli errori di pronuncia. Per favore, basta. Se spesso stanca Groucho che almeno ha la decenza di cambiare battute (spesso senza grandi risultati) figurarsi la ripetitività di Emily. Ma qui si finisce poi nell'annosa questione dei riempitivi.
Webb è un personaggio forte, che a questa serie serve come il pane, ma anche lui in tante storie finisce col fare la macchietta (sempre mangiando in testa però a tipi come Carpenter & Rania). Quello che sbraita tanto per farlo, litiga con Julia perché così deve fare e se ci sono Baxter o Tim si deve scagliare contro di loro.

È come se quel registro leggero, da commedia, servisse per rendere l'universo Julia più umano. In realtà ciò che serve è che lei sia più umana, meno altera, rigida.
Stesso discorso per le paturnie che, probabilmente, hanno lo stesso scopo.
Quello che vorrei leggere è un buon giallo, anche forte, ruvido nelle tematiche.
Julia potrebbe mantenere le proprie caratteristiche, però minimizzando questa alterigia. Esempio: Emily che dice la sua castroneria da analfabeta, lei che la riprende con faccia seria e compunta. Ok, vogliamo mantenere questa scenetta, ma quanti di noi riprenderebbero un amico o un adulto qualsiasi, al quale peraltro diamo del lei, correggendogli le parole? Io no. Piuttosto sorrido, glielo dico con un'esitazione, ma non così dai, non è mica in classe. Così la fa sembrare veramente una zulu appena scesa dalla pianta. In questo albo ne ha pronunciate 4/5 che nemmeno in terza elementare i DSA. Poi, ennesima litigata con Webb: ha ragione lui, sacrosanta, sempre

L'unica sarebbe certe scenette riempitive tagliarle del tutto e basta, capire una buona volta che hanno stancato. Almeno limitarle, non cercare pretesti per mettercele, come le varie urlate con Webb.
Il carattere di Julia non lo cambierà mai, al massimo potrebbe un po' attenuare certi aspetti soffermandocisi meno. Penso che Berardi abbia un po' la fissa per il protagonista moralista, vedi Ken Parker. Che non è un difetto, ma alla lunga un po' stanca e ne fa figure un po' troppo granitiche, soprattutto quando salgono in cattedra e impartiscono la lezione (devo dire che nei Ken Parker che ho letto mi dava meno fastidio, semmai trovavo più irritante un certo sadismo nei confronti del protagonista, il fargliene succedere di tutti i colori, una miseria dietro l'altra, come ai protagonisti dei romanzi veristi/naturalisti ottocenteschi).
Se Berardi scrivesse per altri personaggi, per Dylan Dog o ancora per Tex, penso farebbe benissimo, ma non rinuncerebbe al protagonista portatore e affermatore di moralismo.

Mi piacerebbe, l'ho già sostenuto, che ci fossero delle storie in cui il protagonista fosse Webb (e quindi di riflesso l'indagine vera e propria), in cui Julia comparisse solo per consulenze brevi. Potrebbero essere dei riusciti gialli procedurali, senza fronzoli (metterceli con un protagonista del genere sarebbe controproducente). Questa sarebbe una bella idea per lo Speciale, invece che dedicarsi alla giovane Julia. Però non penso sia una strada che percorreranno.

Fra l'altro, a proposito, di giovane Julia ho commesso l'imprudenza di comprare uno speciale, speriamo bene.
Anche Ken Parker, come dici tu, aveva questa spinta moralista ma, nel caso di Julia è più una presunta superiorità intellettuale, che altro.
Se ci pensi, le sue indagini, sono spesso fuori da qualsiasi logica procedurale e correttezza, sia nei confronti dei colleghi, sia nel confronti della legge. Con la scusa del "non c'è tempo", "Webb finirebbe per agire impulsivamente da squadrista", scavalca le gerarchie e agisce come battitore libero.
Anche questo, potrebbe starci se fosse un colpo di testa del momento, ma che si fondi sulla disistima nei confronti dei metodi di Webb o della polizia in genere, è insopportabile.

Che bello "La spada stregata"! Questo mese numerone e l'indagine che tutti vorremmo SEMPRE. Tipico giallo, dall'incipit non particolarmente originale, ma reso meravigliosamente. La Julia che vorrei oggetto i mese. Mi è piaciuta persino la lunga introduzione che, penso per la prima volta, avrei voluto che non finisse mai, una storia nella storia. Nessun siparietto, nessun menaggio, sogno lungo due pagine saltate a piè pari senza fastidio alcuno. Grande!