Ri-monto le frasi chiave per arrivare al punto:
Aleksandr ha scritto:
Prendiamo uno come Enna, tanto per dirne uno che nel Maxi si è visto (che sia una storia già scritta da anni non cambia il discorso) di che pasta sia fatto a confronto di tanti "nuovi".
Il mio parere è che sia meglio andare sul sicuro, su chi già ha fatto bene e a questi aggiungere, con moderazione, qualche esordiente [...] oppure se di fantasia ne hai tanta proponi nomi meno conosciuti, si sa mai che magari Recchioni li conosca di striscio o siano amici di amici, e allora pronti a lanciare le loro perle su questa testata. Ma se uno non è già pratico su Dylan è sempre un rischio.
Dylan Dog dovrebbe essere nelle mani di chi sa scriverlo
Eqquicascalasino mentre il bue cornuto si scopa il pastore incaprettato
Saper trovare chi SA scrivere Dylan è un'impresa oramai titanica. Recchioni sta snocciolando tutto il suo album personale di figurine da fiera o salotti nerd, ma alla fine, di tutti i nomi fatti sopra tra gli esordienti, pensarne uno che nel futuro - immediato? diciamo max 5 anni - possa diventare una colonna portante suona pura farsa... o minaccia
Alla fine per "fidarci" (ripagati) di qualcuno bisogna sempre ricorrere ai mostri semi-sacri come Ambrosini, Medda, Bilotta, o a scaltri professionisti in buona vena come Accatino, Cavaletto, Enna e (talvolta) la Barbato. Tutta gente con ALMENO un decennio di esperienza pluri-dylaniata e capaci di entrare nei meccanismi di scrittura e produzione della serie.
Cosa non proprio da tutti. Cosa che non vuol dire azzeccare una storia e poi campare sugli allori: ma esser pronti a sostenere l'inedito e le testate collaterali ogni anno con almeno 4/5 contributi, per dare un'impronta stabilmente personale. Le nuove leve stentano vistosamente e non si raccapezzano neanche loro in tutto questo baillame iper-frammentato, dove ognuno dice la sua e poi taglia la corda. Mancano solo Bonolis+Laurenti che dicano "
avanti un altro" mentre il fenomeno da baracconata di turno lascia il sipario
motu proprio. Di geni assoluti come Sclavi o talenti versatili come il Chiave non ne nasce uno all'anno, e penso che anche il talent-scoutismo attuale sia un po' appannato dalla proprie fisime
d'auteur, nel caso, per scovarli.
Bisognerebbe incoraggiare (rischiando) i nuovi autori ma inserendoli più gradualmente, e soprattutto avendo le spalle coperte da chi può fornire una qualità più alta della media in dosi massicce. La base. Saranno pur sempre nomi già noti, ma almeno apprezzati in modo quasi unanime, certificati col marchio DOC della scrittura dylaniata, e nel caso arruolabili per far da chioccia ai nuovi arrivati. Buttare alla rinfusa nella corrida dello sbaraglio tutta quella torma di nomi scintillanti (pochezza) non ha portato a nessuna virata. Solo sparpagliamento informe e pretenzioso. Mentre lo scontento di base permane, se dobbiamo salutare un Ruju o un Enna come salvatori della patria con storie concepite anni addietro.
Di questo passo non si va molto lontano, meteore, bengala, o stelle filanti che siano
.
Se il
ricambio generazionale (degli autori, quello dei lettori è quasi utopia) non viene concepito in maniera congrua, alla fine la testata rimarrà allo sbando, in preda al caso, all'episodio must che statisticamente due/tre volte l'anno deve capitare per forza di cose, dopo una sfilza di bidoni insignificanti. Succedeva anche nell'epoca Gualdoni, senza introdurre capriole circensi di hype auto-sgonfiante come Irma, Rania, il Ghostgombloddo, Bloch giardiniere e il maggiolone confiscato.
NON SAPPIAMO PIù CHE ALOHA PESCARE...