Rieccomi a parlare di Adachi.
Premessa: come diversi grandi autori, Adachi scrive sempre la stessa storia, seppure con qualche inevitabile variazione. Il suo campo è da sempre quello della commedia/slice of life, spesso arricchita da un'ambientazione sportiva (
Touch, Rough, Cross Game...) e talvolta condita da ambientazioni poco canoniche (
Arcobaleno di spezie) o da inserti soprannaturali (
Misora per sempre). Detto questo, è un autore così fresco, ironico e leggero (senza peraltro essere sciocco o banale) che personalmente non ne ho mai abbastanza. Pregevole anche il modo in cui affronta gli immancabili aspetti romantici delle sue storie: i suoi protagonisti sono seri, misurati, mai sopra le righe, lontanissimi dalle isterie e dagli incontrollabili sbalzi d'umore che contraddistinguono i personaggi della stragrande maggioranza degli shonen sentimentali (Kouji Seo, ti fischiano le orecchie?
). Ecco una breve rassegna dei suoi lavori da autore completo, ognuno accompagnato da un voto in decimi.
Nine: 7,5.
In nuce c'è già tutto Adachi. Opera fresca e frizzante ambientata nel mondo del baseball che serve al mangaka per iniziare a mettere a fuoco tematiche e caratteri dei suoi più maturi lavori successivi. Imperfetto, ma si legge con grande piacere.
Hiatari Ryoko/Let the Sunshine In: 7,5. Commedia comica divertente e leggera un po' alla
Maison Ikkoku (che anticipa di un annetto); opera minore ma parecchio piacevole, che strappa sorrisi e intrattiene efficacemente.
Miyuki: 7,5. Opera valida ma dall'andamento altalenante: a tratti ottima, a tratti sciocchina e dimenticabile. Verosimiglianza complessivamente sotto i tacchi, ma va dato merito ad Adachi di essere riuscito a rendere scorrevolissimo e godibile anche un manga che, a leggerne la trama, parrebbe valere molto poco.
Touch: 10. Il capolavoro. Si parla di baseball in una storia allo stesso tempo divertente, leggera, drammatica, triste, intensa, svagata: un'altalena di emozioni dalla quale non si vorrebbe mai scendere. Personaggi memorabili, una compattezza narrativa ammirevole, un equilibrio e una delicatezza encomiabili. Impossibile fare meglio di così.
Slow Step: 7. Intendiamoci, si legge d'un fiato e diverte un sacco. Ma è una commedia dalla trama talmente inverosimile che non si riesce mai, neanche per un momento, a prenderla sul serio. Un Adachi meritevole ma innegabilmente minore.
Rough: 9. Qualche eccesso melodrammatico lo penalizza, ma per il resto il fumetto è ai sublimi livelli di
Touch. In più c'è un finale eccezionale, emozionante anche solo a ripensarci.
Niji Iro Togarashi/Arcobaleno di spezie: 8. Commedia in costume che all'inizio pare allontanarsi dai consueti territori adachiani, ma basta iniziare a leggere per rendersi conto che siamo sempre lì. Opera brillante, svagata, simpatica, che procede aerea fino a un finale molto intenso.
H2: 8. Di nuovo baseball, di nuovo partite infinite, di nuovo personaggi che rimangono nella memoria. Siamo dalle parti di
Touch? Non proprio: l'opera è troppo lunga e non tutto funziona ugualmente bene; ma i migliori momenti valgono il miglior Adachi.
Misora per sempre: 8. Intrigante il (parziale) cambio di prospettiva: i protagonisti non sono più, come nelle altre opere, ragazzi in età da liceo, ma sono poco più che bambini. Manga fresco, bizzarro, insolito (perlomeno all'interno della produzione adachiana): notevole, anche se il finale è un po' brusco.
KATSU!: 9. Manga sul pugilato che è tra le cose migliori di Adachi. Merito soprattutto del cast di protagonisti, che riescono a brillare di un carisma unico e a farsi voler bene come pochi altri prima di loro. Che l'autore ami il pugilato emerge da ogni bellissima tavola di un'opera a parer mio fondamentale.
Cross Game: 9. Riletto di recente: al netto di un finale non del tutto convincente e dell'immancabile sensazione di deja vu che assale durante la lettura (è un altro manga sul baseball),
Cross Game è probabilmente il miglior lavoro di Adachi. Al pari di
Touch, diciamo. Alcuni momenti sono pura emozione.
Q&A: 5. Passo falso. E va be', ci sta. Manga nato male e finito peggio (conclusione bruschissima e tremenda, seppure intrisa di ironia), è una commedia mai del tutto convincente che sì, ha qualche bel momento, ma è decisamente il lavoro meno ispirato dell'autore. E poi il non-finale (dovuto alla sospensione prematura) l'affossa del tutto.
Mix: non la posso valutare perché ancora in svolgimento. Dico solo che si tratta di una sorta di sequel di
Touch e che, fin qui (8 numeri italiani usciti, mi pare), è all'altezza del predecessore – ed è un giudizio lusinghiero, il migliore che gli potrei mai fare.
Ci sarebbero infine le raccolte di storie brevi. Sarò lapidario: meritano tutte la lettura. Voto: un 8 generale.