Eqquindi
Questo costituisce un merito, a priori
Se le storie prendessero spunto dall'attualità per sviluppare qualcosa di interessante a livello dylaniato la risposta è "SI'". Altrimenti trattasi solo di vacuo volgarizzamento da trasposizione per carenza di idee migliori, onde cogliere al balzo fresche nozioni di cronaca qualunquistica ri-applicata in modo sciatto e fuori contesto. In pratica mettere i salotti di Vespa, Giletti, o Belpietro su vignetta
.
Cosa che qui fa Ostini, nella
peggiore delle storie uscite quest'anno. Direi quasi incommentabile per quanto si umilia da sola nel suo incedere forzoso e retorico, onde arrivare all'illuminata (ed originalissima
) tesina che l'autore fremeva di spiattellare dalla prima vignetta. Roba da massimo terza media, come spessore. Ma forse il (presunto) ringiovanimento dei lettori di DD ne trarrà vantaggio.
SPOILER ° SPOILER °° SPOILER °°°
Il luogo oscuro... è quello dove andrebbe gettata/rimossa quest'ammucchiata di cliché della peggior natura ciellina, in una storia che fatica a ritrovarsi nelle poche cose che doveva metter in campo.
Camagni un po' meglio che sull'inedito, ma rimane un lontano parente di quello apprezzato su
Napoleone, e la sua involuzione nel tozzo/semi-vuoto continua a non convincermi.
Salvabile per il rotto della cuffia - prima di una rottura oltraggiosa di balle
- solo la parte iniziale (fino a p.85) per il quadretto di provincia, coi vari personaggi di contorno, dialoghi da bar, pettegolezzi etc: ok, non è proprio
Dylan Dog, come testata horror, e sembra più un serial per nonnine, ma almeno da questo punto di vista c'era un alone credibile, tipo Nigel il viscido-balordo che incrociamo ogni giorno.
Per il resto meglio stender un velo (nero) pietoso, perché a parte le sparate urticanti di Bloch neo-assistente sociale + Dylan coniglio frignone che non sa capacitarsi della crudeltà della guerra (p.82), tutto boccheggia in modo inverecondo verso un
patetico assedio finale a suon di torce e forconi Salvinizzanti, diluito per
oltre 30 insopportabili pagine. Arruffando tutto senza alcuno costrutto, tra morbi accecanti, ripicche di vicinato, assenza di copertura, parapiglia tantoper, strade che ritornano su se stesse, omaggi alla lobby LGBT, imbarbarimenti scimmieschi, inciampi su oggetti acuminati (
), e suicidi alla rinfusa. Arriva la pioggia provvidenziale a sciacquare tutto, ma spero sia acida per mandar affantrip e corrodere nel macero queste 94pp di sconfortante pochezza
.
Forse
Osti-ni stesso comincia a provare una certa osti-lità verso questi personaggi, perché per movimentare gli sviluppi futuri della saga Wickfordiana pensa bene di sbarazzarsi in un colpo solo di Penelope, il sindaco, e la caposbirra Summers. Muah...
Spero non mi giudichiate un insensibile con un bidone dell'immondizia al posto del cuore se manco di compassione, e preferisco girare la testa dall'altra parte davanti a storie del genere (v. pp. 109-110). Letta da bendati di spalle forse avrà un effetto migliore, minuti di recupero compreso
.
ALOHA AD OGNUNO LA SUA BUFFONATA