Tom Simone ha scritto:
Non capisco cosa intendi.Una fila a sceneggiarlo o una fila a volerlo sceneggiare oppure a pensare di saperlo sceneggiare?Metà se non tutti quelli che citi sono stati a volte maltrattati anche qui oppure solo qui.Vedi Paola Barbato che se nè andata e non interviene più nel forum.Uno di quelli che a me sono sempre piaciuti ad esempio è Ruju.Se poi intendi che l'epoca Chiaverotti rappresenta un periodo in cui è stato scritto assai bene come dici ti ricordo che al momento si prendeva le sue belle batoste della critica(meno incisive solo perchè non esisteva internet) e che l'epoca Gualdoni è stata osteggviata e sbeffeggiata a iosa.Rileggendo oggi quelle storie come alcune precedenti dello stesso Sclavi ti rendi conto subito che gli autori sono uomini normali e che hanno momenti si,momenti no e momenti così così.Non capisco perchè non si possa accettare oggi che gli sceneggiatori sono persone e che in più hanno meno spazio creativo dato che molti argomenti o soggetti sono oggi abusati.Bisognerebbe allora pretendere che invece di uscire ogni mese con tre-quattro storie originali(se sommi serie regolare e old boy ci arriviamo) scrivessero una sola storia all'anno come si fa con i film della serie per esempio di James Bond.Oltretutto sappiamo bene che neppure James Bond scampa a quelli che difendono i bei tempi di Sean Connery o di Roger Moore quindi sarebbe tutto inutile.
Credo che praticamente ogni sceneggiatore italiano vorrebbe scrivere per Dylan, quindi altro che ansia e notti insonni: in moltissimi si assumerebbero quest'onere, al punto che semmai c'è un eccesso d'offerta. Il fatto che alcuni degli autori citati siano stati maltrattati su un forum di quattro gatti non vuol dire molto (ma Barbato non se n'è certo andata perché criticata su CR7), però mi sembra sia comunque accettato che Medda, Ferrandino e Barbato siano stati in grado di scrivere delle eccellenti storie dylaniane. Il fatto che tutto sia stato detto e che i personaggi si possano "esaurire" fino a non avere più nulla da dire è per me un fals(issim)o alibi: metti un autore nuovo a lavorare su un personaggio anche stravecchio e te lo racconterà comunque in maniera diversa da come hanno fatto i suoi predecessori, anche se parte dagli stessi canovacci e ricicla le solite trame. Quante storie sugli zombi erano state raccontate prima di
The Walking Dead? Più o meno un'infinità, eppure Kirkman ha dimostrato di aver ancora qualcosa di nuovo da dire sull'argomento (non tanto nel cosa, ma nel come), e dopo di lui sono arrivate dozzine di epigoni. Morale della favola: dal mio punto di vista, di spazio creativo per chi scrive Dylan ce n'è ancora un'infinità.