Cravenroad7

"Io ti salverò" Titolo da action movie a stelle strisce. Invece è una storia sul cancro. Molti, che hanno avuto a che fare con questo tipo di malattia, per lotta personale o a fianco di parenti stretti, magari vinti dal tumore, avranno forse pianto leggendo la bella sceneggiatura di Gabriella Contu.
Ottima la protagonista femminile e pure il suo partner Dylan. E' lei la vera protagonista e le parti con dialoghi medici e sulla chemioterapia sono veritieri.
Casertano è sempre in gamba, ma i suoi mostri sono un po' parodistici per una storia drammatica. Anche la figura del medico alternativo si rivela un po' troppo banale mad doctor.

La seconda parte perde un po' il pathos legato alla malattia della ballerina. Ma forse chi è coinvolto fatica a dare un giudizio complessivo ponderato. Il finale è un po' troppo soffocato...

Libri di sangue

[Titolo ultrabanale in una storia in cui (per auto-ironia involontaria?) proprio uno dei diretti interessanti si lamenta della banalità dei titoli ]


Disegni 8+ Testi 7 -

Parto dalla cosa migliore che sono i disegni di un totem come Dall'Agnol.
Non capisco quale sia (e come influisca) l'apporto tecnico delle chine della Sig(na?)Corbetta, ma lo stile del mitico Mastro Piero rimane unico ed invariato. Una gioja per gli occhi anche nei dettagli, come il modo in cui ritrae le strade di Londra, le scomposizioni geometriche delle ombre, il design dei mobili, la classica scrivania di Dylan, le espressioni di rabbia & terrore, etc. Meno radicale e sfrenato che nel Cuore degli Uomini, ma non corre il pericolo di imborghesimento, per quanto alcune tavole mi sembrano un po' troppo normalizzate/addomesticate (pp.230-33) e su certi prima piani ricorda troppo Piccatto (p.277.iii-iv; 279 i-ii). Il meglio ce lo regala nel finale con lo sbranamento scuoiante dei cani e
la dissolvenza luminosamente edenica di Isaac

Sulla storia in sé non c'è molto da dire, e non a caso l'argomento sinora più discusso qui sopra riguarda la (straaaaana ) ambientazione anni '90s. Onestamente non ne capisco il motivo - come del mancato adattamento ai giorni nostri - ma se è stata mantenuta tale per il fascino del vintage (v. monitor ingombranti, floppy disk, etc) o per presunte ragioni di trama (il soundtrack commentato di Oasis e Take That; + la faccenda dell'attentato a Rabin)... me pare nà mezza shtrunzata messa lì per giustificare semplicemente un progetto partito (molto) tempo addietro nella scrittura di Accatino e terminato in stampa con ritardo colossale .

Tornando ai testi, Accatino va un po' meglio che nel Generale Inquisitore ma conferma la sua fase calante. Di scrivere lui - anche senza voglie ramificate sul muso - scrive molto bene e si capisce che siamo sopra la media corrente. Una penna che non mente. Ma qui ci appioppa una storia telefonatissima senza guizzi particolari o motivi da approfondire. Quando Dylan apre il romanzo di Avi e legge alla tipa la descrizione dello scrittore immaginario Isaac in pratica finisce lì la storia, e la sospensione nell'incubo in cui ci ha attirati. E siamo a poco più di metà pagine; da qui in poi è solo un placido attendere l'inevitabile scissione definitiva del rapporto tra lo scrittore & il suo doppio fiction-ale. Che avviene per un incidente prosaicamente infausto come quello in apertura: se non vuoi che ti caschi un tizio in testa, non è detto che cascando tu in testa a dei pittbull salverai la pellaccia

E la sequenza idillica finale è troppo consolatoria e pre-scritta (tipo medicinale), chiudendo il cerchio ideale nella riscrittura della scena iniziale che scorre battuta a macchina. Carente - perché andava sfruttato meglio - tutto il potenziale gioco di intrecci tra realtà e fantasia narrativa, che rimane ancorato solo all'interazione casalinga tra le due controparti dell'autore: si poteva fare molto meglio in questo ambito di scatole cinesi riflesse su specchi ricurvi. Resta un Dylan (personaggio) scritto come dio comanda, Bloch sarcastico e disilluso al punto giusto, alcune buone scene di tensione nevrotica tra Isaac e Avi, che quando deve seviziare qualche ganza però secondo me esagera nello straparlare o soffermarsi sulla musica

A livello personale, aggiungo che quando all'inizio della storia ho letto quello svolazzo sulla "felicità [che] profumava di rododendri e sole" avrei lanciato giù dal balcone qualsiasi romanzo contemporaneo che mellifluisse formule simili. Vedermela pure rifilata come chiosa finale acuisce le possibilità che per l'irritazione getti dalla finestra questo Maxi legandoci attorno l'opera omnia della Mazzantini, sperando di non disturbare i crani di qualche coppietta all'uscita dalla cornetteria sotto casa, mentre è intenta a sbaciucchiarsi tra nutella e zucchero a velo

E ALOHA SE RODO DENDRO
E BERGHE' NUN ZEI IL MIO ZOLE

Credo che queste tre storie, comprese le fasi un po' zoppicanti, non avrebbero sfigurato nella serie regolare (continuity a parte).

E poi Dell'uomo e Dall'Agnol (anche se qui meno estremo di quanto avrei voluto) sono i miei preferiti. L'apollineo e il dionisiaco eccetera. Non smetterei mai di guardare quelle tavole, per certi versi opposte tra loro.

Non credo che quella di Accatino sia un'"orfana", in fase di editing e correzione bozze si può agevolmente "svecchiare" qualunque testo, e qui bastava sostituire sin with sebastian, take that e rabin, e del 1995 non si sarebbe accorto nessuno...

Non li hanno sostituiti semplicemente perché non ne hanno avuto voglia - v. fissa di Accatino per determinate canzoni e Rabin, che forse è l'unico politico israeliano che conosce - per ragioni di tempo, o per impossibilità di editing in corsa (v. richiamare Dall'Agnol per rifare determinate vignette, come quelle dei cd in primo piano o i pc del paleolitico). Per me ha molto più senso pensare ad una storia concepita in tempi remoti ed ultimata soltanto di recente, anche perché la Corbetta è una new entry a livello di collaborazione con Mastro Piero, quindi il suo contributo è farina di nuovo sacco.

Comunque sia, per me rimane un Maxi abbastanza valido, senza dubbio migliore del precedente, anche se manca il botto a differenza di quelli invernali delle due annate scorse, dove c'erano pezzi da 99 come Il Lago Nero o Il Gioco del Dolore a maramaldeggiare su qualsiasi altra prova autoriale. Quelli da soli valevano più che l'acquisto. Qui le punte di rilievo sono la controversa Contu o il ritorno di Dall'Agnol (ripulito): un po' pochino a confronto, detto sinceramente.

ALOHA
CHI SI ACCONTENTA GODE,
MA CHI GODE PER ACCONTENTARSI FA MEJO

Comunque il gioco del tris sulla pancia e il discorso sulle però superflue del corpo mi è piaciuto, una di quelle cose che mi mancavano.

Meno male che c'è Wolkcoso a dirmi di cosa ho voglio o meno.

Volere è potere. Non potere è voler far inutili commenti da reprimenda tantoperosicà.
"Non ne avevano voglia" non vuol dire sbuffare trascurando una cosa, ma più semplicemente esercitare una volontà in senso opposto. Evidentemente il sig.Accatino ci teneva molto a quei paletti residuali e quindi non si voleva alterarli. Non mi sembra una cosa così strana. Meno improbabile, sicuramente, del fatto che abbia concepito una storia del genere soltanto negli ultimi 2/3 anni e che gli sia stato concesso il benestare in proposito, senza notare che cozzava con una qualsiasi ambientazione di routine - qualche pagina prima, in pieni anni '10s, una tipa maneggiava un tablet da intrattenimento, con Casertano ai disegni.

Come le giri e le volti sempre là stanno

ALOHA

Maxi anonimo.L'unica cosa che mi è piaciuta,è stata come in tutte e tre le storie si sia affrontato il personaggio di Bloch,l'ho visto veramente in forma il nostro caro vecchio.Qualcuno dovrebbe riflettere sul perchè del suo ritiro.

Ehm perdonami, ma non ti pare una roba un po' "complottista", su di un fumetto poi? Cioè secondo me l'avrebbero detto. Mica avrebbero fatto una brutta figura. Anzi, visto che l'autore ci tiene proprio a farci capire che siamo negli anni Novanta spargendo indizi qua e là, io sono proprio portato a pensare che l'abbia scritta oggi. No?

Complotti? Brutte figure?
Forse ti sfuggono un pajo di passaggi. Lo spiego per l'ultima volta perché è una questione di lana capronesca, e non m'interessa affatto discuterne oltre. Alla fine sono fatti loro e della loro policy per le dichiarazioni retroattive; a me bastano delle buone storie.

Allo', se "io" (Accatino), diciamo nel 2015, propongo una bozza di una storia in cui sono presenti elementi ultraventennali NON PROPRIO INDISPENSABILI legati a poco più dell'ambientazione (v. Rabin e Take That), mi sembra MOLTO PIU' LOGICO pensare che i miei editor (anche per non disorientare il lettore in un volume che comprenderà altre storie, tablet moderni inclusi ), mi suggeriscano durante la lavorazione in corso di orientarmi su qualcosa di più recente PRIMA CHE IL DISEGNATORE CI METTA MANO - chessò, gli attentati di Haifa o un disco di Adele - piuttosto che darmi carta bianca e pensare "tanto sull'Old Boy vale la qualsiasi", lasciando espresse indicazioni nella sceneggiatura per Dall'Agnol di disegnare Pc del mesozoico, con ingombranti monitor a scaffale, mentre io autore mi sono impuntato su tali paletti come necessari, e non voglio rivedere questi punti... nonostante non fosse così difficile rimaneggiarli sulla bozza.

A me tutta questa ultima parte sembra parecchio più improbabile del semplice fatto che la storia sia stata concepita tempo addietro (pre-2005, buttiamo un'ipotesi), e che quei paletti d'ambientazione non siano stati riveduti in corso d'opera perché l'opera era bella che avviata da diverso tempo, per cui un po' più ardua da rivedere a ruspe già cantierizzate. La Corbetta agli inchiostri arriverebbe così solo in ultimissima istanza, per terminare i lavori.

Se poi gli editor l'hanno pensata diversamente, sono lieto di non pensarla come loro

QUANDO NON SI TRATTA DI HAMAS
ALOHA SONO STATI GLI ULTRANAZIONALISTI

Aspetta, lo ripeto per quelli del loggione: LA STORIA NON E' VECCHIA.

E' un vezzo divertente dello sceneggiatore averla ambientata in quegli anni. Ha divertito anche me e così è rimasta.

OK, CVD.
Era un desiderio di Accatino. Assodato. Senza Rabin ed i Take That si vedeva smarrito.

Ad ognuno il suo alberello di Natale.

CARO BABBALOHA

Meh. Se la vostra intenzione era quella di ambientare la storia in quel periodo bastava mettete una didascalia, invece di questi cripto-riferimenti. Poi, non capisco dove sia il divertimento visto che la cosa finisce lì e narrativamente non porta da nessuna parte. Però oh, la storia è una bomba quindi pazienza.

"Orrore dal Profondo" all'ultima pagina mi ha fatto piangere. Sarà che, come Dylan, ho l'animo fragile, ma Andrea Artusi e Ivo Lombardo hanno saputo commuovermi il loro finale. GRAZIE
La storia è carina, con un Dylan Dog in veste di vero detective e un Peter Lightning molto credibile nella parte dell'ex militare.

Le tavole di Dell'Uomo, specie quelle oniriche, sono davvero ben fatte e ci immergono nelle buie acque del nostro inconscio.

"Libri di Sangue" prende in prestito il titolo da Clive Barker, il soggetto da Stephen King, ma l'anima è tutta di Fabrizio Accattino. Ottimo thriller fantastico, con un colpo di scena NON colpo di scena (spero voluto) e un mondo dell'editoria forse più patinato di quel che è. Però la storia scorre, anche grazie alle belle tavole di un tornato alle origini Piero Dall'Agnol. Non ho capito bene il fattore ebraico che lega i due personaggi, forse una citazione che non ho colto. L'ambientazione anni '90, con tanti riferimenti culturali e storici ci sta: erano i tempi migliori di Dylan.
Ottima anche la copertina di Accardi, quasi un remake di "Scritto col Sangue", albo n. 47.

Questo è forse il miglior Maxi dell'era Old Boy. Molto meglio queste tre storie di tante lette nella serie regolare. Forse più che svecchiare il personaggio servivano menti e matite fresche (o vecchie glorie non oberate di lavoro). Queste tre storie colpiscono nel segno e non ci sono Ranie e Carpenter che tengano. E' tutto.

Riusciamo a chiudere il discorso "storia vecchia/nuova" e a passare oltre, per cortesia? Il curatore ha detto che la storia è nuova e francamente non vedo ragione per non credergli, visto che finora ha sempre dichiarato senza problemi quando le storie erano datate. Oltretutto non mi sembra nemmeno una questione così importante.