Fu questa storia a farmi capire in via DEFINITIVA che i tempi per Dylan erano ormai cambiati. Che la testata era destinata a normalizzarsi e lo splatter a sparire.
Le avvisaglie si erano già notate alcuni numeri prima (vedasi
Possessione diabolica, talmente anemica che solo dal tamburino si capiva che era stata scritta da Chiaverotti
), ma questa storia era di fatto un "manifesto" per il nuovo corso della testata.
Pur essendo infatti piena di schizzi di sangue, gli omicidi avvengono tutti
FUORI CAMPO . L'unica eccezione è la sequenza di pagg. 6-7, che però è un fumetto letto da Dave e quindi non c'entra con gli assassinii veri e propri.
Non dubito che se questa storia fosse stata proposta qualche anno prima, in piena era "chiaverottiana", molti omicidi sarebbero stati resi in maniera più esplicita. Il risultato sarebbe stato più vivace e divertente (forse non più bello, ma senz'altro più divertente). E questo senza bisogno di evocare i fantasmi impietosi del
trash.
La storia non è solo piena di omicidi. C'è anche un killer che conserva pezzi di cadaveri in formalina e nel finale vuole creare una specie di "mostro di Frankenstein" con arti e membra rattoppati alla meno peggio. Un soggetto perfetto per un delirio splatter, che però non viene espresso appieno. Tutt'altro!
Così la storia si limita a essere un thriller dove il principale motivo di interesse è scoprire l'identità del killer. Cosa piuttosto semplice, dato che i principali sospetti (Dave, il vicino ficcanaso) vengono scartati subito perchè altrimenti "sarebbe troppo facile".
Le psicologie sono poco approfondite (l'assassino uccide banalmente per puro divertimento) e il rapporto "maestro-allievo", che è forse la cosa più originale, resta in superficie.
Accettabile, ma si poteva fare di meglio. Credo che se Faraci fosse giunto qualche anno prima avrebbe dato un miglior contributo alla testata. Di sicuro ci saremmo risparmiati stupidaggini per ragazzini tipo
Un mondo sconosciuto e
Demon Blob.
Il tema maestro-allievo tra serial killer è stato approfondito meglio ne
La voce del diavolo, più rozzo (Montanari e Grassani non valgono certo Saudelli!) ma anche molto più ficcante.