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Tornando ai pensieri&parole sull'albo, ho ascoltato quanto scritto da
RKC e non mi trovo tanto d'accordo
sulla percezione di "rottura" che dovrebbe apportare questo CF. Dopotutto siamo al #24 ed il lettore si è ormai
custom-izzato a questo tipo di sperimentazioni fuori dagli schemi classicheggianti, per cui tanto indisposto verso il non-canonico non è (più) e sa bene cosa aspettarsi quando si approccia ad una testata come questa. Senza contare che anche qui escono puntualmente storie molto canoniche con il semplice bonus del colore come unico tratto distintivo dalle uscite standard, su cui potevano comunque finire in b/n con qualche piccola modifica (v. recente
Il convento del vuoto, Baba Yaga, o la seconda di questo stesso volume).
Detto ciò, ripeto, questo #24 mi ha entusiasmato SOLO per i disegni, ma la caratura puramente estetica per immagini clamorose non basta ad elevare il mio gradimento oltre la sufficienza. Si crea un disvalore/dislivello implicito con la cura dei testi ed il loro appeal narrativo che è sotto gli occhi di molti... togliendo suggestione agli stessi disegni, tra l'altro, che non si vedono affiancati da una struttura (tra dialoghi, montaggio, ed altri elementi di sceneggiatura) all'altezza, nella loro carrellata stile galleria. E l'ultima storia, quella di Monteleone, è tutto fuorché un
divertissement visto il numero cospicuo di pagine... per cui nella sua banalità non ci si può neanche appigliare al concetto di "breve" storiella outsider di puro divertentismo , come potevano esserlo quelle del CF umoristico di qualche tempo fa, o del costoso volumazzo Grouchesco pre-natalizio costellato di guest stars per farsi (dylan)belli
.
Senza contare che sono uscite anche storie brevi, molto sperimentali ed anti-conformiste rispetto al verbo dylaniato, che hanno colpito davvero nel segno tra ottimo impatto grafico e testi centrati a dovere: in questo senso
ricordo il #19 dove si alternavano in armonia follie pop-kitsch, malinconiche fiabe naif, e schegge deliranti ben grottesche. Mentre altri, come i
parvenus Ausonia o Aka B, nonostante dei disegni molto significativi, hanno esagerato nel loro esser di "rottura", rompendoci le balle con le solite menate SUL personaggio di Dylan, che non vedevano l'ora di plasmare sotto le loro ditina per dire ai posteri cosa ne meta-pensassero
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Qui invece trovo ci sia poco da dire, e quello che viene detto mi sembra messo tanto per... riempire le tavole con qualcosa di scritto. Forse non è un caso se questo è il primo CF con storie a lunghezza molto variabile tra loro, andando da 16, a 32(formato più standard e riciclabile) a 48 pagine. Questo tra l'altro mi fa pensare come se l'intera uscita
sia stata più che altro "assemblata" a posteriori per far combaciare le 96 pagine complessive - ripescando Acciarino dalla scorta/riserva in panchina, per esempio - specialmente per quanto riguarda Baggi, a cui potrebbe esser stato richiesto di raggruppare alcune delle sue precedenti pin-up in stile pittorico (alcune sono firmate 2016 infatti), ricucendole in una specie di non-storia, ficcandoci qualche nuova vignetta in funzione di intermezzo + qualche ghirigoro di contorno, nella tradizione aforistica delle frasi fatte sulla vita di Dylan.
In questo senso sarei curioso di sapere entro quali dinamiche Rincione abbia collaborato con Monteleone, perché davanti a dei climax visionari di quel livello, mi suona difficile pensare che l'autore dei testi gli abbia indicato come/cosa rappresentare nella storia su classico spartito da sceneggiatura, mentre potrebbero essersi invertite le parti... con Monteleone che ha raccapezzato un insieme di testi che collegassero tra loro le macro-tavole più maestose, già pronte nella mente spennellante di Rincione
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E ANCHE QUESTA ROTTURA DI ALOHA E' ANDATA