SPOILER | SPOILER | SPOILER
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Ringrazio l'amico
Jones (
) per avermi portato avanti col lavoro, anche se secondo me non tutte queste queste cose sono delle vere e proprie incongruenze. Diciamo che sembrano un po' delle sbavature approssimative carloneggianti che presumono una certa boccalonaggine stordita del lettore, che certi artisti tendono a spacciare per "licenza poetica" o "
suspension of disbelief"... mentre gli unici ad esser sospesi dovrebbero essere i proofreader pagati per notare certe cose mentre se la dormono della grossa. Sospesi nella po-esse/sia, della licenza lavativa...
L'unica cialtronata colossale e marchiana però alla fine è il Dylan a pagina 45.iv, che entra in fumetteria dicendo di non aver mai visto una copia di
Hævn come se Drew gli avesse passato una variant deluxe criptata da decifrare
Sul resto sorvolerei, per grazia acquisita. Anche perché:
Cita:
David è morto da 3 anni e da 2 anni ricompare nei sogni di Drew per dire che Clayton gli sta copiando tutte le sue idee. Bene. A pagina 22 sempre Drew racconta a Dylan che vedendo un cartellone di Haevn ha fatto un collegamento fra David e Clayton. Due cose illogiche in una frase.
Non sono illogiche perché parti da una premessa assente, cioè quei due anni (supposti) di persecuzione monotematica contro Clayton. David prima della notte in cui sono cadute tutte le scartoffie non ha fatto mai riferimento a Clayton, né Drew ci era arrivata fino a poco tempo prima di contattare Dylan, vedendo la locandina per strada.
Cita:
pag 89 dialogo fra David e Dylan: " da quando è arrivata la maschera riesco a passare dall' altro lato [...] ma Roger,però... Lui non riesco a raggiungerlo". Pagina 98: raggiunto.
Qui forse c'entra l'auto, come strumento protettivo oltre che d'ispirazione assorbita. Sembra che in un certo senso Clayton si senta protetto nella Diabolik-mobile che preserva qualcosa di arcano, oltre i fari projettanti nuove storie davidiane. Senza l'auto - che non ha mai fatto uscire dal garage né riparato in tre anni - si vede perduto. Ed infatti dopo la piagnucolata in carcere durerà poco
Cita:
il David mascherato torna dall' aldilà e ammazza un grafico e l'editor. Motivazione? Quando incontra Dylan sembra un essere in possesso delle sue capacità mentali e perché allora uccidere due innocenti?
Non dimentichiamo che l'apice dei poteri/furia di David sopraggiunge solo in questo frangente, da quando Dylan ci mette il naso, e non è di semplice controllo... razionalmente parlando. Per questo puzzano meno di forzature le sfuriate collegate al glifo tatuato, che in fondo colpiscono un po' random chi si trapassa di mano quel simbolo, anche in modo indiretto, a livello di pseudo-vendetta che colpisce nel mucchio. Semmai il problema è che il glifo tatuato
era già in casa anche di Clayton da molto tempo prima (visti tempi della creazione del logo) e viene consegnato senza ombra di dubbio all'editor durante l'imperversare dei fattacci (p.55) ... quindi in teoria David poteva accoppare Clayton già da tempo immemore. Ma forse anche qui torna in ballo il discorso dell'auto protettiva o certi ritardi nel gestire i poteri per attraversare la meta-dimensione fumettistica.
Cita:
tentato omicidio della ragazza nella villa. Perché ??? Ha visto una macchina con il parabrezza rotto e quindi?
Questo effettivamente è uno sviluppo psicologico attaccato con lo sputo. La reazione di Clayton in garage è sproporzionata all'evento, sia per come ci viene presentato il personaggio in precedenza - così
glamourcool e sicuro di sé - sia perché si sputtana tutto nel giro di pochi secondi in maniera invereconda chemmanco un troglodita in preda al cimurro rabbioso, e soltanto per una tipa che ha osato vederlo mentre dormicchiava sui sedili posteriori. Proporle una sveltina nel cofano per sviare l'argomento sul "famolostrano" sarebbe stato più credibile, e vista la gnoccola interessata, abboccava di sicuro con accondiscendenza pensandola una bizzarria d'artista
Sul fatto che Dylan-culetto-di-mamma avvisi la polizia per tempo, che incontri Rania proprio lì a quell'ora, e che vada nella fumetteria di Londra più azzeccata che potesse capitare...
sono cose a cui dovresti essere abituato, e fanno parte delle classiche coincidenze di faciloneria plurima da bercele tutte d'un fiato, tipiche di certe storie senza cui la sceneggiatura s'impantanerebbe da sola in un vicolo cieco, fognario. Chessedeveffappecampà... vero
?
[...]
[...]
[...]
Detto questo
ho votato 6 perché alla fine è una storia placida e pacifica che non fa troppi danni, ed è scritta senza svolazzi pretenziosi o troppo autoreferenziali di chi si parla addosso, nonostante l'approccio meta-fumettistico a margine. Rispetta lo schema degli episodi più canonici con buona personalità, offre dialoghi abbastanza credibili senza gigioneggiare più di tanto, e scorre fluidamente priva di intoppi. Certo, pur non leggendo
Dampyr, dal Cajelli napoleonico mi sarei aspettato qualcosa in più.. ma tant'è...
Alla fine, tolto il cameo di Rania, è il genere di storia che con più pedanteria per tredicenni avrebbe potuto scrivere un
Marzano sull'OldBoy...
La cosa peggiore come detto da altri ovviamente è il titolo, che più che una provocazione, è un tentato meta-riferimento al "
facciamo come ce pare e ce la cantiamo e suoniamo" - taroccando sfacciatamente il concetto di
sequel, usato in modo peggio che abusivo - dato che l'unica cosa a collegare i due albi è la prospettiva di un fumettista (diverso), oltre alla solite frecciate sul mondo dei commenti internettiani, le "paturnie" del mestiere come notte insonni, talenti inespressi, successi immeritati, adattamenti infedeli, fame di preview in esclusiva, etc.
Alcune sequenze sinceramente mi pajono un po' troppo dilungate (nel riempitivo) senza trasmettere tensione o interrogativi inquietanti di fondo, tipo quella iniziale - ma qui forse è complice anche il disegnatore - o i due omicidi nello studio di design e nell'autosilo. Bella comunque l'idea del pavimento impiastrellato di vignette di sangue (p.37), creando una nuova "gabbia" per la povera vittima.
Non mi hanno ispirato nulla i motivi principali delle due creazioni fumettistiche in ballo, con la figura del "prescelto" che ricorre in entrambe, né il vendicatore di torti in salsa di gamberi danese, né l'anima di Londra che si racconta attraverso un tizio/artista, spacciandosi per qualcosa di disperatamente poetico ed angosciante (p. 41). Abbastanza telefonato il colpevole-reale investitore di David in quella notte di tre anni fa, oltre alla fuga di Dylan dal meta-mondo dei fumetti, con l'ausilio di un garage da sfondare, in modalità piuttosto sempliciottesca
.
Ripoli si difende abbastanza bene, ma alterna troppi stili, dal sovraccaricare le chine (pp.62-63) allo svuotarsi sulla falsariga di un Pennacchioli (pp. 82-83). Certe volte è difficile capire cosa voglia rappresentetare (tipo sequenza della caduta sulla pozzanghera, p. 17) e si deve allenare molto sui primi piani di Dylan che canna quasi sempre - quel sorrisetto alla Larry Shelter in un momento del genere era evitabile, p. 69.v).
Bene come sempre
Cavenago, benissimo nei colori, un po' meno nella movimentazione cinetica che non mi sembra il suo forte: forse con le pose statiche-iconiche si trova più a suo agio
.
ADESSO CHE AVETE LETTO ALOHA
ANDRETE A PARLARNE MALE SUL WHATSAPP DI VOSTRA SUOCERA?