Caro
Dear, penso tu stia confondendo quello che io e
Jones diciamo. Perlomeno nella dilatazione dei tempi, perché i discorsi che fai comparando quello che accadeva 20 anni fa con oggi non c'entra molto
.
20 anni fa si doveva cavalcare l'onda del successo, sfruttare il fenomeno di costume (come tu stesso lo chiami) e rendersi reperibile su ogni fronte possibile. Per questo Dylan ingigantiva il volume delle sue pubblicazioni, forniva ristampe per chi voleva riallacciarsi, si legava alla Mondadori in libreria, e regalava gadget a tutto spiano al fan non necessariamente accanito.
Adesso le cose stanno diversamente. Si moltiplica il numero medio delle pubblicazioni non per accompagnare un successo ma per evitare un tracollo (leggi: bilanciare le spese con le entrate, di tutte le pubblicazioni nel loro insieme). Quindi la policy è quella di accrescere il numero di testate in modo elefantiaco sostenendo che lo si fa per "soddisfare" i diversi palati in giro, mentre la cosa serve a far circolare più roba possibile da metter in vista, contando specialmente sul completista-collezionista di lungo corso che malvolentieri si farebbe sfuggire un contenuto extra, out-take, spin-off, edizione deluxe, etc. Lo zoccolo duro a cui si fa riferimento in più punti.
Non è una tassa o un dazio: è una specie di fondo di garanzia a medio corso da cui furbescamente attingere - per quanto, ancora? Un profilo di "consumatore" medio già ultra-rodato. Nessuno ti costringe a comprare nulla, ci mancherebbe... ma per molti utenti è difficile stare alla larga da certe cose, e non solo in edicola, anche soltanto per curiosità.
Qualche dato: i CF sono quadruplicati, i Maxi triplicati, solo il Gigante abolito, sono comparse una raffica di edizioni da libreria ultralusso per intenditori di rarità griffate - e non ristampe divulgative per il largo pubblico, come lo erano i volumi colorati Mondadori - oltre ad una faticosa (se non pretestuosa) valanga di ristampe di tutto il ristampabile, con l'intento dichiarato di raggiungere nuovo interesse/nuovi lettori, ma che in realtà hanno comprato in genere solo i soliti noti - v. CSC della Gazzetta, tutte le storie brevi a colori, tutte le brevi in b/n, il meglio di Sclavi, i Maestri della Paura, etc.
Questo per me è un banchetto istericamente bulimico rimpinzato troppo spesso di portate scadenti se non avariate. Ho già detto altrove che mettere
21 autori diversi su 23 storie lunghe in un anno solare è sintomo di dis-organicità e spersonalizzazione improvvisante di un progetto.
Non è così che riporti il personaggio in auge, quanto ad appeal ed identità - ammesso che ci siano delle possibilità - tra le fasce di under20. Non vai molto lontano razzolando sempre nelle stesse tasche
ALOHA AL-CHI-MI-A-UTOFINANZIA?