Cravenroad7

Ottima copertina di Gigi Cavenago, splendide tavole di un Angelo Stano che non perde lo smalto col passare del tempo. "Nel mistero" però resta un mistero di storia. E l'imputato è LUI.

Il papà di Dylan Dog torna con una storia a colori per l'occasione, ma è un mezzo passo falso. Il suo Dylan è DYLAN, il suo Groucho è GROUCHO, i dialoghi sono perfetti. E' la sceneggiatura ad essere debole, debolissima.



Grazie a Stano apprezziamo l'orrore della morte, che sia per un infarto, un incidente, un attentato terroristico o per malattia. Siamo destinati a morire: bella scoperta.

I tempi di "Attraverso lo Specchio", "Oltre la Morte" o "Tre per Zero" con delle Morti ciniche o semplicemente in vacanza sono lontani. Sclavi mostra stanchezza nella sua genialità. Stano prova a salvare la baracca, aiutato da una bella colorazione. Dylan è credibile nella sua angoscia di non poter salvar il mondo, di essere un uomo che ha paura. Alla fine però ci troviamo di fronte a una storia che in 30-40 pagine sarebbe stata forse perfetta.

E pure le filastrocche non hanno più la brillantezza di un tempo. Spiace criticare così LUI, ma dopo aver letto "Nel Mistero" ho dovuto farlo.

Mi spiace, per me è un completo passo falso. Anche peggiore di "Dopo un lungo silenzio".
Vicenda pedante che ricalca temi triti per Sclavi, ma in una chiave disperatamente nichilista che non si addice al fumetto.
Peccato, mi dispiace davvero.

È un mood che ha sempre caratterizzato Sclavi (soprattutto lo Sclavi romanziere) e che spesso ha trovato riscontro nei suoi Dylan. Ed è quel che più ho apprezzato in questa storia, per il resto non del tutto convincente.

In comune con Dopo un lungo silenzio (che per me rimane un'ottima storia, molto più ispirata e significativa di questa) c'è la quasi totale assenza di ironia.
Lì però il nichilismo era meno radicale: Sclavi si interrogava sulla fede in Dio o nel soprannaturale e, non trovando risposte, concludeva con una manifestazione di fiducia verso il genere umano e con un filo di speranza.
Qui, invece, non si vedono luci in fondo al tunnel.

Certo, come Love Story!

meno male che in quest'ultima pagina si è tornati a parlare dell'albo... come forse ho già detto, questo albo è sicuramente meglio degli ultimi pastrocchi meta-sociali, ma onestamente da Sclavi mi aspettavo di più. però faccio un'altra riflessione, se l'albo fosse stato buono, mi sarei comunque accontentato dicendo: "finalmente un buon albo", o avrei comunque detto "eh ma da Sclavi mi aspetto il capolavoro"? Cioè il senso è: forse quando di tratta di Sclavi ci si aspetta sempre il capolavoro e quindi si rischia di sottovalutare ciò che non lo è, ma è comunque qualcosa di buono.

Per quanto riguarda i disegni, ottimo lavoro, ma mi acccodo a chi preferisce Stano in b/n.

Se confronto ciò che ho letto in alcuni lidi con il mio giudizio, mi pare proprio il contrario: che si sia indulgenti con Sclavi proprio per l'affetto che ci lega tutti al creatore di DD.

vero anche questo, ma per quanti troppo indulgenti ci siano, mi sembra ce ne siano altrettanti che dicono "eh ma da Sclavi mi aspetto di più" (probabilmente me compreso). In generale mi sembra che si faccia fatica (e mi sembra normale) ad essere obiettivi/oggettivi quando scrive lui...

...è noto come il (solo) nome di Sclavi crei un responso particolare in ogni lettore.
Credo sia impossibile non avere aspettative elevate visto il calibro dell'autore. Ma non per questo che ci sia una recrudescenza nei voti al ribasso se l'albo ha deluso. Anzi, la maggioranza di quelli che si è espresso con poco entusiasmo ha comunque salvato la baracca dalla bocciatura netta, perché resta il fatto che "SclaviE'Sclavi" - si possono vedere decine di post in merito, anche qui sopra - e non solo per deferenza supina o condizionamenti da rendita postuma...
... ma principalmente perché anche quando l'albo non tiene granché sul pezzo - leggi struttura narrativa pari a zero, temi ritriti ed appiccicaticci, carenza di spunti o guizzi - comunque il prodotto finale è scritto con stile notevole da una mano sapiente che SA come disporre del personaggio e del suo mondo... senza incorrere nelle cialtronate tangenziali di certi ultimi filosofanti da fiera del fumetto prestati a Dylan per farsi grossi dei precedenti successi, o per spararla ancora più grossa onde emergere dall'anonimato .

UN ALOHA META-SOCIAL NATALIZIO
TUTTO SPELACCHIATO ANCHE PER VOI

[quote="Zarathustra
Se confronto ciò che ho letto in alcuni lidi con il mio giudizio, mi pare proprio il contrario: che si sia indulgenti con Sclavi proprio per l'affetto che ci lega tutti al creatore di DD.[/quote]


questo è normale ci mancherebbe altro !

comunque mi sa che questo albo sia la delusione dell'anno, nel senso che dal papà di dylan ci si aspetta di più, ovvio che da altr autorii non mi aspettavo niente...e niente ho avuto

Dopo aver letto l'albo mi son detto: porca miseria, mi ero quasi scordato di cosa vuol dire avere ritmo nella sceneggiatura. Ho apprezzato un sacco le pause visive che hanno dato respiro ad alcune scene memorabili. E poi vengo qua e apprendo che Sclavi stava cercando di allungare il brodo.
Ma, cari critici con il deficit di attenzione, ma tutte le strisce a tre vignette con i tempi rallentati fino all'inverosimile che si trovano, giusto per fare un esempio, in un episodio insignificante come "Le memorie dall'invisibile" dove le vogliamo mettere?
Se leggete i famigerati primi 100 numeri in ricerca della storia e basta, vi dico subito che non troverete altro che plagi.
Ma non è mai la storia.
È come la si racconta.
Come direbbe Stephen King, non c'entra quanto è lungo, ma come lo usi.
E anche in questo caso, il racconto che ad alcuni è sembrato esile fa parte di un albo che ha pure una copertina, una frase finale uguale a quella che si trova in un altro albo, un titolo e un'assenza di ironia del tutto atipica.
Beh, per come la vedo io, tutto questo fa parte dell'esperienza.

lo penso anch'io

Veramente, il punto è che in passato , Sclavi copiava spudoratamente opere famose realizzando storielle senza infamia e senza lode ( tipo "Killer" o "la casa stregata ") o mezzi capolavori ("7 anime dannante").
Qui invece copia se stesso e ci mette 96 pagine per raccontare una storia che poteva durarne 30 ( e si legge nel tempo che ci metteresti a leggerne una da 20 ).
La stanchezza, la mancanza di ispirazione e la poca voglia di lavorare in generale, si avverte fortissima in ogni pagina.

Non mi è piaciuto. L'ultimo Sclavi ragiona troppo (benissimo, per carità) sul suo personaggio, sul suo mondo, sui significati della sua opera. Il tema della Morte, ricollegato al destino non solo del singolo dell'uomo, ma dell'universo... ecco, diciamo che il problema è che di mistero non ce ne sta molto, oltre a quello che sappiamo essere già un mistero e con il quale da quasi quarant'anni Sclavi ci fa fare i conti.
Nessun mistero verrà spiegato stavolta e va benissimo. Il problema secondo me è che nessun mistero viene nemmeno mostrato.
Un albo-ripasso che definisce, assieme a Dopo un lungo silenzio, l'intima morale del personaggio, ma che lo svuota di azioni, pensieri e concretezza. Secondo me dovrebbe cimentarsi con una storia semplice. Riflettere meno su cosa Dylan è o rappresenta e metterlo alla prova con una vera indagine, un vero mistero. Non avvolgerlo di immagini e parole che ragionano sulla vita e il suo significato, ma che per forza di cose non arrivano mai a una definizione esatta ed ogni volta sentono il bisogno di pennellate rettificanti aggiuntive.

Si vede che è un albo scritto dal padre di Dylan.
Il livello si alza irrimediabilmente rispetto alle schifezze moraliste degli ultimi albi targati totalmente Recchioni.
Purtroppo è solo 1 albo, si tornerà a distruggere Dylan nei prossimi.
Ho votato Ottimo, penso sia la prima volta da quando ho cominciato a leggere gli albi regolari di Dylan.