Ottima copertina di Gigi Cavenago, splendide tavole di un Angelo Stano che non perde lo smalto col passare del tempo. "Nel mistero" però resta un mistero di storia. E l'imputato è LUI.
Il papà di Dylan Dog torna con una storia a colori per l'occasione, ma è un mezzo passo falso. Il suo Dylan è DYLAN, il suo Groucho è GROUCHO, i dialoghi sono perfetti. E' la sceneggiatura ad essere debole, debolissima.
Grazie a Stano apprezziamo l'orrore della morte, che sia per un infarto, un incidente, un attentato terroristico o per malattia. Siamo destinati a morire: bella scoperta.
I tempi di "Attraverso lo Specchio", "Oltre la Morte" o "Tre per Zero" con delle Morti ciniche o semplicemente in vacanza sono lontani. Sclavi mostra stanchezza nella sua genialità. Stano prova a salvare la baracca, aiutato da una bella colorazione. Dylan è credibile nella sua angoscia di non poter salvar il mondo, di essere un uomo che ha paura. Alla fine però ci troviamo di fronte a una storia che in 30-40 pagine sarebbe stata forse perfetta.
E pure le filastrocche non hanno più la brillantezza di un tempo. Spiace criticare così LUI, ma dopo aver letto "Nel Mistero" ho dovuto farlo.