Ora, giusto per non essere ipocrita dato che lo dico sempre: "che palle la morte personificata!"
Detto questo, è vero, storia esile, quasi insignificante, che si basa tutta esclusivamente sull'idea finale.
Però anche se non lo avessi saputo avrei riconosciuto comunque la penna di Sclavi che anche quando non ha nulla da dire\vuole dire nulla sa scrivere come Dio comanda. E leggendo una sua storia nuova mi tolgo il famoso dubbio: "ma questa storia dell'autore X che critichiamo oggi se fosse uscita una volta la apprezzeremmo tutti?" -> No cavolo, non la apprezzeremmo nemmeno un po'! non tanto per i contenuti, ma proprio per la capacità di sceneggiare e di trasmettere quella emotività che è tutta Sclaviana
Insomma, a me ha fatto davvero piacere leggerla ed era troppi mesi che provavo fastidio a leggere la regolare. Spero davvero che abbia ripreso il ritmo e possiamo leggere tanto di lui (aspetto con ansia la sua fantomatica serie)
Iscritto il: sab gen 31, 2015 12:29 pm Messaggi: 344
La dissertazione sulla fine del mondo intesa come fine vita è presa dal secondo speciale con Martin mystere, e questo chiude il capitolo sull'originalità della storia. Non ce n'è. C'è il solito solido mestiere di scavi e bei disegni. Ma non è di bravi disegnatori che avrebbe bisogno Dylan. Personalmente non lo compro più da aprile, le storie che leggo le leggo al supermercato e nessuna mi ha dati l'impressione di meritare una lettura più attenta
_________________ Ormai sono sicuro che Dio esiste. Ora si tratta solo di trovarlo e riempirlo di botte.
Iscritto il: lun feb 06, 2017 3:13 pm Messaggi: 22
Sono andato in edicola e dopo 7 regolari pietosi... ho ritrovato Dylan Dog. Semplice ed esile che sia... ma pur sempre il buon vecchio DD. Dai si lascia leggere che è una meraviglia, arriva alla tavola 98 in un amen... il soggetto prende, la sceneggiatura è scorre e i disegni sono azzeccati, forse evitabile il colore. Voto 7... e ce ne fossere di albi così di più sulla regolare...sarebbe una gran cosa.
_________________ 1...2...3... Freddy viene per te...
Iscritto il: sab ago 27, 2011 12:53 pm Messaggi: 3407 Località: Valsesia
Una lunga e deludente autocitazione, forse anche un po' ruffiana come diceva qualcuno più sopra. Soggetto esile allungato da un elevatissimo, quanto fine a se stesso, body count. Gli do la sufficienza unicamente per due motivi: i disegni di Stano e la sensazione di "sentirsi a casa", ovvero l'effetto nostalgia per il Dylan che fu, che solo le sceneggiature di Sclavi riescono a suscitare. Copertina bellissima quella di Cavenago, imho.
Purtroppo neppure Sclavi è riuscito a farmi tornare la voglia di comprare la regolare. Ho fatto un'eccezione per lui, ne farò un'altra solo per l'albo del Darione nazionale e poi stop.
Iscritto il: lun gen 11, 2010 11:19 pm Messaggi: 4046 Località: Milano
Una storia elegante, piacevole da leggere. Se anche non fosse il miglior Sclavi, Tiziano ha sempre qualcosa da dire per chi ha orecchie per sentire. Tante altre storie che ho letto di recente no.
_________________ Chi sa, fa, chi non sa, insegna, chi non sa insegnare, critica. E chi non sa neppure criticare, scrive recensioni sui forum.
Iscritto il: mer apr 17, 2013 11:22 am Messaggi: 991 Località: Corbetta
Cominciamo dalla nota migliore. La copertina è meravigliosa. Per me è una delle migliori non solo di Cavenago, non solo del nuovo corso ma dell'intera epopea dylaniata. Questa insieme alla copertina dei Vampiri, MEmorie dall'invisibile e Dopo MEzzanotte rappresenta una delle poche copertine che parlano da sola. E non solo per la bellezza quanto per l'atmosfera che essa produce e per la sinergia con il tema dell'albo. Bravo a chi l'ha realizzata e a chi l'ha ideata.
I disegni di Stano sono... i disegni di Stano!!! Niente da dire, pare di vedere il vecchio Dylan, quello del numero 1. L'effetto nostalgia quindi è assicurato !! Avrei preferito che l'albo fosse in bianco e nero in quanto, a mio parere, Stano rende meglio senza i colori. La colorazione è molto bella e quindi non sfigura o non fa sfigurare il tratto di Stano però ci sono autori che preferisco vedere solo in bianco e nero.
MA veniamo alla storia che per me è la nota dolente dell'albo. Sono piuttosto d'accordo con Bertuccia. Credo che il voto che ognuno di noi associerà a questa storia sarà un pò più alto rispetto al valore reale proprio per la paternità della storia e per l'ammirazione che tutti noi proviamo per il nostro Tizianone. LA precedente storia di Tiziano ("Dopo un lungo silenzio") era molto migliore di questa, forse più sentita (azzardo anche forse più autobiografica). Aveva smosso delle emozioni in me raccontando la parabola di un uomo solo. Ma in quell'albo accadeva qualcosa. Si cercava di risolvere il problema del protagonista. Dylan era attivo nella storia. Qui no. Un pò di spoiler
Spoiler!
La storia non è altro che il racconto della morte di un uomo che crea la fine dell'universo (o del suo universo). Un tema tanto caro a Tiziano e anche molto poetico ma l'ambientazione così realistica non me lo fa apprezzare. Un pò di domande vengono lasciate senza risposta.
Come fa Nemo a sapere della sua morte? E' chiaro che non è un problema per la trama. Uno potrebbe anche dire, "chi se ne frega in fondo?" Ma a me sinceramente non basta proprio per il realismo insito nella sceneggiatura.
Tod è solo una allegoria della morte. Ma risulta chiaro nella scena del signore che fa jogging. Scena molto bella da un punto di vista di splatter ma fa capire che questo signore non è assolutamente un omicida reale. E allora perchè usa strumenti reali nel primo omicidio. In Fallen perlomeno era una vera morte allegorica, senza sangue. E non usava diversi strumenti. Usava sempre il suo coltello, non usava altri strumenti proprio perchè era una entità non qualcosa di realmente esistente. Lì le finte morti erano gestite a mio parere meglio.
Se il soggetto è esile è chiaro che anche le scelte delle vignette deve andare verso vignette grandi. Sequenze da pagina 26 a pagina 30 o sequenze da pagina 48 a 53 o le pagine 73 e 74 fino ad arrivare alla splash page di pagine 84 e 85. Un totale di 15 pagine circa un quinto dell'albo dove si allunga letteralmente il brodo. Accadeva anche in "La fine dell'oscurità" però lì c'erano delle motivazioni a mio parere migliori, ovvero la necessità di descrivere attraverso immagini un mondo totalmente distopico diverso dal precedente. Là creavano atmosfera, qui creano solo vuoto. La pagina intera di pagina 73 che significato ha nel momento in cui vi è "solo" una esplosione senza particolari?
Come non parlare dei vetri della giostra? Come fa la ragazza a morire buttata giù con il vetro che è un vetro sicuramente antisfondamento. Dai, diavolo, falla morire in maniera diversa no?
Ci sono delle parti interessanti comunque. Il finale è gestito bene nelle ultime vignette molto evocative. La stessa splash page di pagina 84 e 85 è comunque ben disegnata.
Tutto questo mi fa portare il mio voto verso un 5. Da Tiziano mi aspetto di più, molto di più. Dai Tizianone sarà per la prossima volta!
_________________ Il mio testamento dovrà contenere non ciò che voglio lasciare quando morirò ma ciò che voglio trovare quando tornerò.
Iscritto il: gio ott 09, 2014 3:21 pm Messaggi: 121
Ho votato ottimo: titolo, copertina, storia, sceneggiatura, disegni e colorazione vanno dal ben fatto al memorabile. Peccato solo per il solito sciatto editoriale.
Non posso dirmi deluso, perché ormai con l’andazzo attuale è lecito non aspettarsi nulla da nessuno. Però mi sembra uno Sclavi ai minimi storici, trascinato suo malgrado in una rispolverata del proprio personaggio(prigione?), forse solo per rimpolpare le rendite pensionistiche o iniettare una qualche auge autopromozionale ad un’annata altrimenti penosa .
La differenza con Dopo un lungo silenzio è abissale a livello di contenuti e lavorio narrativo: questo albo a paragone è solo una spenta e svogliata appendice di bricolage sclaviano, sommatoria di alcune sue topiche, ricucite assieme senza alcuna ispirazione di fondo, in maniera stanca e puramente “compilativa”. Molti di voi parlavano di storia “esile”, ma non ha il merito neanche di librarsi nella leggerezza del puro passatempo, perché latita completamente di ironia e ad un certo punto vuole virare verso il contemplativo, quando la cosa pesa a conti (e squilibri) fatti. Certo, rispetto ad altri arroganti imbrattacarte che si sono succeduti qui sopra la sufficienza la strappa con scioltezza, perché comunque non sbava in territori leziosi, né prova ad insegnare come vivere/pensare(il fumetto, meta-), mantenendo sempre e rigorosamente un Dylan-in-character, ma dal suo padre più che putativo non dovrei aspettarmi altrimenti .
Tra l’altro non capisco cosa ci sia di celebrativo nel castrare il genio di Stano attraverso una colorazione spesso banale e controproducente (v. sequenza inguardabile dell’aereo, pp.24-29, o fondi sempre verdebluastri per le scene al chiuso col vecho). Tra le millemila forme di variant che hanno escogitato per drenare le risorse dei soliti noti, potevano almeno degnarsi di provvedere ad un’edizione solo in b/n giusto per rendere giustizia a certe tavoli magistrali, come quella dei cadaveri carbonizzati, la metro-verme di Duneche sfora dal cemento del sottosuolo, la miseria nei volti dei senzatetto, o la splash dell’Apocalisse in cui specchiarsi. Cavenago fa un ottimo lavoro, ma onestamente, come Dylan cosmico a livello iconico, ho preferito l’immagine data dallo stesso Stano in Spazio Profondo .
Dei testi in quanto tale non penso valga la pena aggiungere granché oltre a quello che avete già scritto. La trama consiste praticamente nella Morte che fa il suo mestiere, mentre Dylan pensa di sovrapporre il suo, perché subodora la fine di un Universo, per volta. Non ho capito se quella menzione (p.80) a Marcheselli sulla teoria delle infinite realtà parallele fosse scherzosa od altro, perché mi pare di un’ovvietà pre-cognitiva tale da (d)eludere qualsiasi improvviso lampo di genio riconosciuto. Aggiungiamoci che Mastro Tiz ha perso pure l’orecchio musicale per le filastrocche, che qui cozzano di una metrica sfasata e poco fluida mai vista di pugno suo, mentre il font automatizzato in digitale non ajuta molto a rievocare certi goticismi. Una Totentanz poco ballabile, in pratica, e a proposito di filologia germanica, anche riabilitare fiaccamente il nome del sicario implacabile come tale Tod (=morte, dal cruccofono), significa non riporre grande fiducia nelle proprie capacità di sorprendere, quando una ventina di anni fa circolava un certo dottore nazista sclaviano con lo stesso appellativo .
A latere una risposta:
V.M. ha scritto:
AndreaBerga ha scritto:
Domanda spoiler
Spoiler!
ma la storia della fine del mondo intesa come fine di una vita era pure già stata usata in un romanzo di Sclavi o sbaglio?
Mi associo alla domanda, perché ho avuto la stessa impressione.
Spoiler!
Forse La circolazione del sangue Fuor di romanzo, ma rimanendo nelle topiche sclaviane: qualcosa di vagamente simile c'era in Ucronia. Qualcosa di praticamente identico c'era in La fine del Mondo, (il seguito di Alfa&Omegaalias secondo team-up con Martin Mystère in cui si va verso lo spegnimento dell'universo/personalità di AIW )
Poi, sarà una mia fisima, ma la figura del vecchio saccente che appare/scompare per centellinare le proprie dritte, proprio non la reggo da anni, ed è stata una fonte niente male di mie invettive contro il povero
Alla fine di tutto ci sono tre pagine di sprazzi su apocalissofismi di termofisica cosmica applicata al proprio sentire infinitesimale. Anche questo universo, per come lo conosciamo, par destinato a spegnersi entropicamente per una costante perdita di energia. Non vorrei che proprio il creatore-demiurgo di questo dylanverso, da buon vecchio ben saggio, ci stia preannunciando un trapasso annunciato, a livello di energie in dissolvenza, di e su queste pagine .
Iscritto il: ven giu 12, 2015 7:29 pm Messaggi: 2149
prima di dare un giudizio ho una domanda: secondo voi chi è o cosa rappresenta il barbone? cioè è un semplice barbone con poteri premonitori o altro?
Spoiler!
visto che il serial killer è la morte, anche il barbone potrebbe rappresentare qualcun altro/qualcos'altro... boh...
_________________ Regola numero uno: I commenti non rispecchiano l'andamento dei voti. Regola numero due: Il 6 è un voto contemporaneamente positivo, negativo e neutro.
Iscritto il: gio ott 26, 2006 8:53 pm Messaggi: 2493
Ilnomeutenteinserito ha scritto:
prima di dare un giudizio ho una domanda: secondo voi chi è o cosa rappresenta il barbone? cioè è un semplice barbone con poteri premonitori o altro?
Spoiler!
visto che il serial killer è la morte, anche il barbone potrebbe rappresentare qualcun altro/qualcos'altro... boh...
Spoiler!
A me sembra che il vecchio barbone rappresenti la precarietà della condizione umana, la condizione di ciascuno di noi, impotenti e poveri rispetto alla morte (o al destino), non a caso rappresentata come un giovane ricco e di bell'aspetto.
Iscritto il: mer lug 08, 2015 1:49 am Messaggi: 140
L'importante è che non rappresenti Sergio Bonelli, Tiziano Sclavi o qualcosa del genere. Mi accontento di poco. Secondo me, a prescindere dall'allegoria di fondo, tecnicamente sì, è un semplice barbone con poteri premonitori.
Ma il finale della storia, sbaglio o è tipo la trascrizione di quello de gli Orrori di Altroquando? Non ho modo di controllare di persona.
Iscritto il: mer apr 17, 2013 11:22 am Messaggi: 991 Località: Corbetta
Spoiler!
V.M. Per me non rappresenta nient'altro che un barbone premonitore. La tua interpretazione è molto interessante e molto bella ma non c'è nulla che lo testimoni. Anzi se rappresentasse la condizione umana avrebbe lui un onore troppo "alto" (conoscere quando finirà l'universo).
L'unica cosa che mi sento di dire è la riflessione sul fatto che la morte di una persona non causa la "dipartita" della persona ma la dipartita di tutto il resto. Non sei tu che scompari ma è tutto il restante universo che scompare. Però anche questa riflessione, nonostante mi piaccia, non trova riscontro nella storia.
_________________ Il mio testamento dovrà contenere non ciò che voglio lasciare quando morirò ma ciò che voglio trovare quando tornerò.
Iscritto il: mer mag 04, 2011 3:00 pm Messaggi: 2158
IL TALENTO PERDUTO NEL MISTERO
C'era una volta una caratteristica comune a tutte le storie di Sclavi, sia per i capolavori (molti) che per le ciofeche (pochissime). Il divertimento. La brillantezza dei dialoghi. L'ironia di una situazione. L'esuberanza della scrittura. Invece qui è tutto un piattume raro. Ingiustificabile per qualsiasi sceneggiatore con un altro cognome. Dopo l'opuscolo sugli AA dello scorso anno, abbiamo probabilmente il recupero disperato di un altro scarto appena abbozzato e giustamente accantonato . I soliti topoi allungati e annacquati all'inverosimile. Vignettoni su vignettoni (e splash!) che si ripetono ridondanti per trascinarsi stancamente alle fatidiche 94 tavole. Almeno una volta si sarebbe divertito ad inventare mini biografie bizzarre sui deceduti. Niente, traspare solo una gran fatica. L'unica consolazione è che l'agonia sembrerebbe finita. Non mi sembra siano state sbandierate nuove sceneggiature consegnate a disegnatori. Uno che non si prende neanche la briga di sceneggiare il soggetto di Argento (quale occasione più ghiotta?) è chiaramente fuori dai giochi. D'altronde meglio niente che questo.
Bellissimi disegni, colori e copertina. Salviamo la confezione del "pacco".
P.s. Niente mi toglierà mai dalla testa che le parti con Carpenter e Rania le abbia scritte direttamente Recchioni (la battuta sul TSO, brrr...) P.p.s. Perché il killer è uguale a John Ghost?
_________________ l tuoi noti "sarcasmo" e "voglia di flammare" non attaccano con me. (cit.)
Quindi, sgarbato Dear? Sì, come al solito. Sta dicendo cose assurde? Per niente. (cit.)
Iscritto il: gio ott 26, 2006 8:53 pm Messaggi: 2493
Papercop ha scritto:
Ma il finale della storia, sbaglio o è tipo la trascrizione di quello de gli Orrori di Altroquando? Non ho modo di controllare di persona.
Ho appena controllato e...
Spoiler!
Sì.
Ultima vignetta de Gli orrori di Altroquando: "(...) tra poco, in un altro quando, dell'Universo resteranno solo radiazioni che nessuno capterà... sempre più deboli, sempre più lontane... e poi più nulla".
Ultima tavola di Nel Mistero: "Finché resteranno radiazioni che nessuno potrà captare... sempre più deboli... e poi più niente".
Tenendo conto anche di questo...
wolkoff ha scritto:
AndreaBerga ha scritto:
Domanda spoiler
Spoiler!
ma la storia della fine del mondo intesa come fine di una vita era pure già stata usata in un romanzo di Sclavi o sbaglio?
Spoiler!
Forse La circolazione del sangue Fuor di romanzo, ma rimanendo nelle topiche sclaviane: qualcosa di vagamente simile c'era in Ucronia. Qualcosa di praticamente identico c'era in La fine del Mondo, (il seguito di Alfa&Omegaalias secondo team-up con Martin Mystère in cui si va verso lo spegnimento dell'universo/personalità di AIW )
...la mia opinione sulla storia, già non proprio entusiastica, non può che peggiorare e avvicinarsi pericolosamente a quella di Dear Boy.