Cravenroad7

Finito di leggerla oggi: la storia scorre, ha una buona atmosfera ma... mi è parsa di routine, senza nessun particolare che faccia risaltare il fatto che dietro di essa ci fosse Sclavi.
Decisamente mi aspettavo di meglio e di più. In settimana lo rileggerò, per assorbirlo meglio, ma sono convinto che non ci sia altro da "assorbire" oltre a ciò che racconta l'albo.

ahia!

Non sapevo che far precedere di un mese in libreria un albo della serie inedita fosse già successo, non me ne ero accorto. Probabilmente a voi non fa nessun effetto, a me francamente molto. E' l'ennesimo segno di come queste tecniche di mercato diversificato stiano soverchiando l'essenza stessa di questo fumetto. La serie inedita pubblicata un mese prima sul solito costoso cartonato a me francamente conferma che è ormai tempo di lasciarmi alle spalle dyd e questo modo di pubblicare il mio ex fumetto preferito. Ero incerto se tornare a comprare l'albo sclaviano. Rimarrà in scaffale, e probabilmente ci rimarranno tutti quelli seguenti. Se a voi sto turbinio di color, old boy a botte due o tre pubblicazioni al mese, con la serie regolare relegata addirittura ad essere preceduta in libreria di un mese, se a voi tutto questo piace, beh, vuol dire che sono io quello che ha qualcosa che non va.

è un albo di Sclavi presentato in questa versione da libreria per il Lucca Comics, onestamente non ci vedo niente di così catastrofico...

a me sinceramente non da molto fastidio questa cosa.
Però è evidente che la serie regolare è oramai solo un corollario per le altre uscite che puntano a suscitare molto più clamore e interesse.
Anche perché ad oggi la qualità della serie regolare non è che sia proprio una roba che mi invoglierebbe a iniziare a leggere Dyd da zero

non penso la considerino un corollario, i 12 numeri in continuity penso li facciano proprio per cercare di risollevarla... che poi ultimamente la serie regolare sia di bassissimo livello sono d'accordo, ma è un altro discorso...

eh infatti speriamo che arrivi sta sequenza così poi vedo se abbandonare definitivamente tutto oppure no!
La mia idea rimane che aveva senso farla dall inizio giusto per dettare il tono ed evitarci tutti questi cambiamenti che ad oggi hanno solo avuto l'effetto di "castrare" la serie.
Magari sarà una figata e lo spero davvero.

Ad oggi però al regular è la meno interessante di tutte.
Ed è già il secondo albo che compare sulla regolare già pubblicato altrove PRIMA.
Poi oh, una volta che uno non è più un collezionista amen

Nessuna catastrofe, sono solo fumetti ed ho 42 anni e pure una vita.
Semplicemente, in nessuna testata Bonelli gli albi della serie regolare hanno un peso e una rilevanza così scarsa come in Dylan Dog. In nessuna testata Bonelli la serie regolare è strozzata dalla pubblicazione di albi periodici che sommati in un anno la superano pure. E, dannazione, in nessuna testata Bonelli il cartonato in libreria precede la pubblicazione dell'albo regolare in edicola. La Bonelli è libera di sommergerci di pubblicazioni, di cartonati, di limited edition, così come noi siamo liberi di non comprarle. Io personalmente ho mollato speciali, dylandogoni e maxi molti anni fa, quando hanno cominciato a moltiplicarsi le pubblicazioni periodiche. Ma la serie regolare deve rimanere centrale. Pubblicare in libreria su cartone un mese prima un albo della serie regolare non è molto corretto, questo non me lo leva dalla testa nessuno. Volete farlo? Fatelo. Ma fatelo dopo. Oppure non pubblicatelo sulla serie regolare. Va bene tutto, Bloch in pensione, l'old boy, il pianeta degli zombie, l'invasione del maledettissimo colore. Ma santo cielo, se mettete sulla serie regolare quello che avete già pubblicato altrove, allora abbiamo un problema di rispetto per il lettore

boh... continuo a non capire il problema... ma sono d'accordo che, come già detto, la serie regolare ultimamente veleggi a bassissimo livello, motivo per cui non abbandono le altre collane, che (purtroppo o per fortuna) si stanno rivelando molto più interessanti (Il pianeta dei morti in primis)...

Ho letto la storia un mese fa, ma ho aspettato a commentarla, perché volevo riflettere e lasciarla sedimentare.
Dopo un mese e un paio di riletture, la prima impressione ha trovato conferma: la storia mi è sembrata esile, alquanto ripetitiva e tirata per le lunghe, non particolarmente ispirata e talvolta un po' ruffiana.
Beninteso, la penna e la filosofia di Sclavi restano ben riconoscibili e, complici le belle tavole di uno Stano in grande spolvero, consentono comunque all'albo di lasciarsi apprezzare e di dare la paga alla maggior parte dei Dylan delle nuove leve.
Però, rispetto alle aspettative, la delusione c'è.
Se l'ottima Dopo un lungo silenzio era una storia complessa, stratificata, evidentemente "necessaria" per il suo autore, Nel Mistero è costruita solo su due spunti* e diluita su 94 pagine con mestiere e una buona dose di fan service.
Quel che più delude non è tanto la semplicità (o, direi, la "non necessità") della storia, quanto la mancanza di quella brillantezza nei dialoghi e di quei guizzi che generalmente caratterizzano le sceneggiature del papà di Dylan.
Si salva - e salva tutto - il bel finale di grande impatto emotivo, ma nelle restanti pagine Nel Mistero ha un qualcosa di algido e artefatto che le impedisce di coinvolgere davvero il lettore.


SEGUONO SPOILER SPOILER SPOILER

*Come dicevo, la storia è costruita su due spunti (e due corrispondenti colpi di scena), il primo tutt'altro che originale e il secondo molto interessante:

1) Un serial killer bello e amante del lusso uccide gente apparentemente a caso. Gente di ogni età, di ogni estrazione sociale. Non lascia tracce, non ha impronte digitali e spesso le sue vittime risultano in realtà morte per causa naturale.
Questi indizi sarebbero già più che sufficienti per comprendere chi è (basta avere una conoscenza minima del mondo di Dylan), ma, giusto per togliere ogni dubbio, ad accompagnare i suoi delitti troviamo in didascalia le classiche poesie sulla Morte.
Forse l'intenzione di Sclavi era proprio quella di giocare a carte scoperte, eppure il momento (le pagine finali) e il modo (lo stupore di Dylan) della rivelazione fanno credere il contrario.

2) Un senzatetto predice a Dylan i delitti del serial killer. Nella sua ultima predizione, annuncia a Dylan la data e l'ora dell'Apocalisse.
Quando il momento arriva, scopriamo che la fine del mondo vista dal senzatetto era in realtà solo la fine di "un" mondo, cioè la sua stessa morte, la morte di un singolo uomo. Questo inaspettato colpo di scena e le pagine d'epilogo sono la parte più riuscita e genuina della storia, ci riconciliano con Dylan e ci fanno venir voglia di cercare Sclavi e abbracciarlo.

Quoto V.M., una storia che direi "di routine" per Sclavi, quindi comunque scritta con lo stile e l'eleganza tipica del babbo di Dylan, ma nulla di più. Le 98 pagine scorrono orizzontalmente, non c'è climax, quel che accade a pag 79 sarebbe potuto accadere a pag 17 e non sarebbe cambiato nulla. Storia estremamente (troppo?) classica, ma con un finale davvero commovente e triste, leggera inquietudine. A nulla valse Sclavi per risollevare il personaggio di Carpenter, che pare sempre più un ragazzino capriccioso e difficile. Menzione d'onore per pagina 80.
Voto 7 per il finale e la sceneggiatura, e NONOSTANTE i disegni di Stano.

Domanda spoiler

Letto oggi, come sempre si ritrova la classe ineguagliabile di Sclavi di narrare storie scorrevoli e atmosfere perfette. I disegni di Stano sono ottimi e i colori pure. La storia ,e anche qua visto le uscite dell'ultimo anno non è una novità, non brilla come soggetto : SPOILER : solito incontro di Dylan con la morte e danzette macabre di sottosfondo. Speravo in qualcosa di più originale.Lo splatter sembra anche quasi censurato. Voto 6 forzato dall'affetto per il maestro.

Il pregio di Sclavi , anche quando realizza storie mediocri come "dopo un lungo silenzio" , è quello di essere l'autore orginale di DD.
Che nellla pratica, significa leggere di DD che si comporta come DD, parla come parla DD, insomma, è il personaggio che conosciamo e amiamo.
E lo stesso vale per gli altri personaggi.
Il che da sempre quel minimo di gradimento dopo la lettura, anche quando l storia non è il massimo.

Condivido la recensione di VM qualche post sopra e il pensiero di Bugs nel post precedente.
La colorazione mi è piaciuta, devo dire. Ma forse perché c'era poco altro da farsi piacere.
La sceneggiatura fila, il disegno di Stano fila (e Berta filava).
6.5, di più non me la sento proprio.