Cravenroad7

Mi sembra un ragionamento un po' troppo aziendalista per un lettore.
Allora possono ridurlo anche a 20 pagine e nessuno dovrebbe lamentarsi.
La verità è che la corposità dell'oggetto (e relativo tempo svago che consegue) è un fattore determinante nella percezione del nostro investimento.
Lo possiamo chiamare "ridimensionamento" ma è un aumento.

Ma è semplicemente erroneo dire che – per esempio – Mercurio Loi (4,90 euro) costa più di Prison School (4,90 euro) solo perché ha meno pagine. Ragionamento aziendalista? Boh, non direi: ho sempre rivendicato il diritto dell'acquirente a smettere di comprare, quando il fumetto che ha davanti non lo soddisfa più, per un motivo o per l'altro.

Il paragone deve essere con se stesso in questo caso specifico.

Ma per curiosità, il nuovo Morgan ha comunque la solita struttura bonelli delle tre strisce?

Tendenzialmente sì, ma con più libertà (ci sono tavole impostate diversamente dal solito). In complesso grazie al formato maggiorato l'aspetto visivo ci guadagna, e neanche di poco.

Allo stesso prezzo si porta a casa meno pagine. Se sta bene a chi ci mette la moneta, felice lui, che prima allo stesso prezzo si portava a casa 1/3 di pagine in più.

pienamente d'accordo con gas voglio pensare che forse chiaverotti non reggeva il ritmo, di fatto per me un albo così corto è una perdita non c'è niente da fare e non mi vengano a dire che per i millennials bisogna ridurre tutto

Per carità capisco il ragionamento, ma spero converrete che quanto ci lascia una storia raramente dipenda dalla mera quantità di pagine. Ci sono storie brevi di 2000 AD che rimangono molto di più nella memoria di balenotteri Bonelli da 320 pagine. Se Chiaverotti cogliesse l'occasione per adottare uno stile più incisivo, chissà, magari pure il cambio a 64 pagine può giovare. (Ma tutto questo parlare di serie televisive come fonte di ispirazione non mi fa molto ben sperare...)

Non mi parrebbe corretto nei confronti di un autore professionista costringerlo ad adattare il proprio stile alle pagine concesse, quando da decenni altre serie sforano regolarmente le pagine previste per un albo e continuano per un numero indefinito di pagine nel successivo, vedi Tex, Zagor, i vecchi Martin Mystère e Mister No.
L'avrò detto alla nausea che in Bonelli si fanno due pesi e due misure: una serie viene ridotta di pagine allo stesso prezzo, un'altra esce imperterrita a colori quando cavolo gli pare senza rispettare la tradizione dei multipli di cento...

guarda che non costringono nulla al Chiave, anche qui si potrà sforare visto che gli albi saranno tutti in continuity...

in generale mi sembra che la tanto temuta gabbia Bonelli non sia cambiata più di tanto, si vero ci sono tavole impostate diversamente ma ad esempio anche su DD ogni tanto capita... i poveri autori frustrati continueranno ad avere la sindrome da piastrelle da bagno

Evidentemente non sono stato chiaro. Mi riferivo a storie che iniziano a metà del n° 110 e finiscono a pagina 20 del n° 112... In quel caso gli autori hanno avuto piena libertà di spazio, e il lettore ha pagato tre volte per leggersi una storia completa. Morgan Lost è iniziato con un certo formato, presumibilmente perché così l'aveva concepito Chiaverotti, ora quel formato viene stravolto dall'editore che propina al lettore lo stesso prezzo per meno pagine vendute. Fossi Chiaverotti ritirerei il personaggio e lo proporrei a un altro editore dove la democrazia è di casa (se esiste).

Stai facendo passare per un terribile sorpruso quella che invece è la norma, quando si parla di fumetti. Anche i poveri autori di Dylan Dog sono costretti a scrivere storie dal numero di pagine prefissate, che siano 32, 94 o 160. Perfino i vessatissimi scrittori di Tex devono gestire sceneggiature che o sono di 32 pagine, o di 160, o di un multiplo di 110. Con poche, pochissime eccezioni. Per non parlare di tutti gli altri personaggi bonelliani: non sto nenche a fare un elenco, perché quel che vale per Morgan vale per qualsiasi altra serie. I tempi delle storie a lunghezza variabile sono passati da parecchio.

Anche il formato iniziale non era stato concepito così da Chiaverotti (mica l'ha inventato lui, l'albo da 100 pagine a tre strisce per tavola): è semplicemente quello standard della casa editrice, a cui lui si è adattato ormai da tempo. Casa editrice che tratta Chiaverotti esattamente come tutti gli altri autori... anzi, a dire il vero lo tratta anche meglio, perché gli concede delle libertà che non sono in molti ad avere, in Bonelli.

Un professionista deve saper adattarsi al numero di pagine concesso dall'editore, che siano 94, 64, 30, 10 o anche una sola. Sennò che professionista è?

addirittura.. onestamente non riesco proprio a capire il tuo ragionamento, mentre mi vedo allineato al 100% con quello di rimatt

E comunque Chiaverotti dovrebbe solo ringraziare la Bonelli, perché un altro editore, invece di tentare di salvare la serie cambiando formato, l'avrebbe chiusa senza troppi complimenti.