Cravenroad7

di mister no dovrebbero esserci due nuove mini, una del classico e una con un taglio diverso con personaggio giovane a colori, il revolution appunto.

Ah così va già meglio... Immagino che Revolution sarà scollegata dal passato di Mister No che è stato raccontato nel corso degli anni, e riassunto nel Magazine dedicato a lui qualche anno fa. Tipo la miniserie su Martin Mystère insomma...

è che io l'ho capita diversa, tutte quelle collane ricadranno sotto la Audace, un po' come la Vertigo per la DC Comics per capirsi.

Magari prenderò qualcosa (anche se a prima vista nessuna di queste collane mi sconfinfera minimamente) ma è imbarazzante come la Bonelli per diventare "grande" e quindi - presumo, negli intenti dei curatori - scoprire il "futuro" in realtà si stia paurosamente involvendo rispetto al passato.
Una Bonelli per un pubblico maturo? Perché, quella del Dylan Dog storico, di Napoleone, e direi anche Magico Vento per tacere di mille altri esempi analoghi che non conosco o che non mi vengono in mente cos'era?

La tristezza di creare una collana Vertigo made in Italy - esattamente come per la Vertigo americana, intendiamoci - risiede tutta nel fatto che si senta la necessità di etichettare tutto, infilare la roba "per adulti" (che vuol dire, poi? Mercurio Loi è un fumetto sofisticato e raffinatissimo ma non ci sono tette, è per bambini? Adolescenti? Nonni? Boh...) in una specie di cassonetto differenziato lasciando la roba edulcorata per giovani menti nelle collane principali. Il che, francamente, mi sembra anche un insulto per le giovani menti (quanti di noi a 15 anni hanno letto di tette e sangue su Dyd e poi sono diventati dei serial killer?).

La differenza con la Vertigo americana è che a parte una breve finestra negli anni '80 i supereroi mainstream non sono mai stati troppo sofisticati e "per adulti", mentre la Bonelli per gran parte della sua storia - e soprattutto per certi personaggi molto popolari - sì...

Comunque, Mister No e Lo sconosciuto (senza Magnus? Mio Dio...) non se li caga nessuno a parte i lettori storici ultraquarantenni...

Un tentativo (disperato) per attirare con un'etichetta nuovi adulti digiuni di fumetti tra gli acquirenti.
Inutile dargli altro senso senza rasentare il ridicolo.
Poe e King sono per ragazzi?
E Carpenter e Romero?

Secondo me sì... Nel senso che alla fin fine l'idea di etichettare roba "per ragazzi" e "per adulti" è soprattutto un esigenza di una tipologia di adulti che con il mondo dei ragazzi non hanno molto a che vedere e non lo conoscono, più che degli adulti in sé. Quasi tutte le persone di mia conoscenza (quasi quarantenni) hanno scoperto Watchmen, Carpenter e Romero (ma anche il Dylan Dog "vero") intorno ai 14 anni. E di sicuro non ne sono rimaste traumatizzate. Quello che viene con l'età è soprattutto una comprensione maggiore delle opere: a 14 anni magari le si gode più di "pancia" mentre con l'andare del tempo si scoprono cose che a una prima lettura, forse più immatura, non si erano colte (e secondo me in alcuni casi - vedi King e il Dylan Dog "sociale" - certe letture si ridimensionano pure di importanza, ma è un altro discorso). Ma non vuol dire che a 14 anni non le si possa leggere. Ci sono adolescenti che leggono David Foster Wallace, non dovrebbero essere in grado di leggere Moore?

Secondo me su questo specifico punto gli adolescenti sono quasi sempre sottovalutati. Conosco personalmente non meno di una cinquantina di ragazzi sui 14-15 anni che conoscono benissimo Breaking Bad, Game of Thrones, Mindhunter e mille altri esempi di intrattenimento "maturo" e spesso sofisticato e intelligente degli ultimi anni. Dovrebbero sentirsi impressionati da *gasp* la collana Audace? A me questo genere di iniziative mi ricorda quando, una decina di anni fa, le tv erano funestate dalla piaga delle pubblicità di suonerie fighe per telefonini: scemenze apparentemente per giovani, in realtà dirette a quarantenni-cinquantenni che non sapevano cosa fosse un MP3 ma volevano apparire giovani pagando fior di quattrini per la suoneria della musichetta dei mondiali. Tristezza.

A me la Bonelli con i suoi fumetti storici - Tex, Zagor, Mister No - non è mai apparsa veramente limitata di vedute: un po' vintage e datata, magari, nel voler preservare a tutti i costi un'identità anni '50 (nella grafica, nelle copertine, persino nei dialoghi...), ma comunque dotata di un suo interesse culturale, una sua riconoscibilità, verso cui si può provare un po' d'affetto. E' proprio con questi tentativi goffi di volersi tenere al passo coi tempi con questo particolare approccio che si dimostra, forse per la prima volta, di un provincialismo imbarazzante.

P.S. Dei ragazzi di cui sopra, quasi nessuno legge fumetti (giusto qualche manga, ma pochi) e praticamente nessuno legge Dylan Dog. Qualcuno si stupisce?

Viene da pensare che chi lancia certe idee editoriali sia ignorante sulla storia dell'azienda.

Mah, più che ignorante... ipocrita .
Vogliono solo rifarsi il "trucco" per motivi commerciali, onde accalappiare altri tipi di pubblico a suon di dichiarazioni d'intenti, sfasate. O pretendendo di differenziarlo a babbo morto. Si chiama "refashioning". Come se il Dylan di Memorie dall'Invisibile fosse all'epoca per bimbetti, o un numero medio di Napoleone destinato per la pausa confessionale al catechismo.



Un tentativo di attirare anche i radical-choc che comprano solo volumi alternativeggianti dai 20€ in su alla Feltrinelli, snobbando tutta la roba uscita in precedenza in edicola targata SBE, perché giudicata immatura e popolareggiante.
Senza contare che questo tipo di linea, Vertigo docet, si è rivelata un boomerang commerciale non da poco .

UN SALUTO PIU' ADULTO

In effetti e' come dici tu, avevo capito male io

d'accordissimo con quanto detto da Myskin, il problema è che oggi tutto viene e deve essere etichettato ed ecco qui la Vertigo made in Italy... mi viene in mente l'esempio della musica metal coi suoi millemila sottogeneri, una volta che un gruppo viene etichettato in uno di questi, verrà ascoltato solamente da chi ascolta quel sottogenere...

Certo che se devo scegliere tre le menate di un gruppo di 68ini milanesi da fiction su Rai3 e Lansdale (con Boselli, Masiero, Frisenda, Mastantuono, etc) non credo di avere grandi dubbi. Nonostante non ami molto il western di per sé...
http://www.sergiobonelli.it/home/2018/02/16/gallery/audace-2018-1002460/


E CHIAMALO(HA) AUDACE !

La qualità dei disegnatori messi in campo per Lansdale è eccelsa. Ovviamente, ancora una volta a tirare il carro è Tex.

Vagamente interessato a Darwin. Il romanzo a fumetti mi era piaciuto (aveva un finale abbastanza aperto, ricordo bene?). E poi la Barbato, via dalle serie regolari, mi garba parecchio.
Manfredi che si autobiografizza studente sessantottino? Bah, potrebbe essere anche una cosa godibile, si vedrà.

Sarà, ma ad una certa età consiglierei a quelli come Manfredi di lasciare le loro fisime da memoriali presso la badante. Piuttosto che in edicola. Sempre che non finisca in libreria, e allora qualche radicalchiccoso nostalgico Feltrinofilo se la può pure accattare, serialmente, una roba simile.

Per altri, da V.Mollica in giù, la vedo dura... durissima, quantomeno interessarsi...

ALOHA FUMETTI PER ADULTI, MA ATTEMPATI

Sarà che ho una certa età... ma quello di Manfredi mi attira molto.

Per quanto oltre con gli anni, nessuno di noi lettori medi dylaniati ha vissuto quel periodo. L'appeal cala a cateratta, a differenza dei coetanei di Eco o Mollica.
E sinceramente una versione "provinciale" italiota immersa nel quotidiano, (Vs trip americani, tra beat generation, Charles Manson, Woodstock et similia), non credo riesca a suscitare un impatto fumettevole di grande interesse tra chi ha meno di trent'anni oggidì. Mi puzza di memoriale (in timore di revisionismo) di un venerando tizio a cui ronzano le stesse idee da quarantanni, e aveva bisogno di un ennesimo canale semi-autoreferenziale di sfogo biografico, ora che non gli dà retta più nessuno. Mi bastano già i documentari, i dibattiti, le interviste, o decine di filmetti/filmoni in materia. Paradossalmente, trovavo più "audace" e controverso un qualcosa tutto concentrato sul decennio successivo, gli anni di piombo e tutti i conflitti della società nostrana dell'epoca. Una versione di Friends tra sciarpati nei cortei d'illusionismo sinistroide invece proprio non m'ispira... a carte ferme, pre-pubblicazione .

Poi, magari sarò smentito e la serie farà il botto tra consensi della critica ed ingenti vendite, ma per adesso continua a sembrarmi una cosa (concettualmente) abbastanza fuori dal proprio tempo .

ALOHA QUESTIONARIO DEI TRE GIORNI