SilvioBerlusconi ha scritto:
Detto questo, ci sono Mignacco e Faraci i factotum della Casa Editrice... Hanno le mani in pasta quasi dappertutto...
Più Mignacco che Faraci direi. Ha scritto praticamente su ogni testata SBE, prezzemolando per decenni senza sosta. Il jolly da mazzo taroccato, pronto alla bisogna. Ancora in molti si chiedono il motivo...
Sul discorso dell'affiancamento dipende da quanto un autore sente "suo" il personaggio, più che dalle scadenze. Se Bilotta ha in mente un progetto unico/tutto-suo, difficilmente si farà contaminare da altri o da forme di alternanza. Per esempio Chiaverotti, citato sopra, è molto geloso dei suoi personaggi e non li fa toccare a nessuno, anche se potrebbe accontentarsi della supervisione e non ha lavorato sul breve - cioè in miniserie. Berardi credo che ogni mese sforni roba fresca (e verbosa) senza bisogno di collaboratori, se non in rare occasioni. Ambrosini in
Napoleone ogni tanto lasciava spazio a Cajelli, ma la mano sua traspariva comunque.
Poi è ovvio che se la serie si protrae per decenni si preferisce inserire qualche nuova leva, come ha fatto Castelli in modo ragionato per
Martin Mystère o Boselli per
Dampyr. Ma i benefici sono limitati quando si altera l'identità delle testata con un guazzabuglio policefalo di passanti disorganici come gli attuali Dylan e Nathan, senza sapere dove si andrà a parare il mese prossimo
ALOHA LO SCRIVO IO, MA SE VOLETE PROSEGUIRE...