Aleksandr ha scritto:
E' una mia fissa che, se a un certo punto della gestione Marcheselli, si fosse puntato su un miglioramento qualitativo... si sarebbe contenuta molto meglio la perdita di tanti lettori e forse ancora oggi... la serie regolare ne avrebbe conservati parecchi in più.
Troppi che sono andati persi nel tempo non torneranno più, nemmeno se ogni uscita fosse un capolavoro.
Così la casa editrice cerca di adottare altre strategie, come quella di moltiplicare le uscite
Quando Dylan vendeva mezzo milione di copie al mese era perché si trattava di un fenomeno di costume ormai, una tendenza dilagante. Non potevi non incapparci. Circolava sottobanco dalle scuole medie in su, anche tra chi non capiva di acca di fumetti, né mai più si sarebbe interessato al mondo delle nuvolette parlanti conclusa la sua "cotta" per Dylan
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Sono passati vent'anni e molte cose sono cambiate. Ovvio. A partire dai media d'intrattenimento e dalla cultura del fumetto per esteso, vista l'offerta di cui dispone un ragazzetto adesso affacciandosi in edicola/fumetteria/Amazon/scans etc.
Adesso Dylan è un fumetto più o meno come altri cartacei che deve stringere i denti per campare, pur essendo molto privilegiato rispetto alla media afflitta, e godendo di un alone di prestigio non indifferente. Dopotutto dispone ancora di torme di lettori fedelissimi (e generosissimi, in fatto di esborsi €€€) che non lo hanno abbandonato in questi anni, nonostante tanti "tradimenti" di fiducia e tante deformazioni inqualificabili. I lettori integralmente nuovi di 2a generazione sono come delle mosche bianche in Antartide: ammesso che si siano, è difficile notarli sullo sfondo mastodontico del blocco-zoccolo duro che si è glacializzato nei decenni precedenti... che adesso si attesta sotto le 100.000 copie al mese, per la regolare
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Quindi per batter cassa facendo quadrare i conti, e anche per ridare visibilità al personaggio su più piani, è logico moltiplicare le uscite, le iniziative parallele, i progetti collaterali, l'offerta variegata finché il personaggio Dylan - ed alcuni suoi autori, v. Sclavi - hanno ancora una certa eco di massa che possa richiamare quei tempi o rinverdirli con una nuova primavera, stuzzicando più recenti interess(at)i.
Peccato si sia visto in altri personaggi storici della SBE come questo andazzo dopo un po' si sia rivelata una pericolosa arma a doppio taglio nei confronti dell'uscita principale/punta di diamante che DEVE rappresentare l'inedito, come colonna/bandiera di tutto l'ambaradan conseguente. Distogliendo risorse, impegno, centralità e funzionalità di questo tipo di pubblicazione...senza il quale tutto quanto il resto crollerebbe come un castello di carte taroccate napoletane disposte per giocare a poker
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Adesso nessuno vuole fare la Cassandra del caso, e tutti ci si augura il miglior successo per ogni nuova iniziativa...ma da qui ad approvare a prescindere ogni manovra sganciadinero, o pensare che queste siano le soluzioni per soddisfare il pubblico a livello di qualità e tener in vita con lungimiranza il marchio "Dylan" ... ce ne passa parecchio. Quante nuove leve pensate possa attrarre un Color Fest come quello in edicola
O vedersi Bloch rimbambire nella commediola con sua madre a Wickedford?
Sono solo un esempio eh, di quello che non vorrei diventasse esemplare...
A SPECIMEN OF ALOHA