I miei due centesimi sui diversi temi emersi:
Cita:
Quindi? Non ho capito.
Comunque la mia opinione, del tutto pacifica e non polemica verso gli autori del nuovo corso, è che esistono personaggi che non possono sopravvivere all'abbandono o alla morte del loro creatore e Dylan Dog è uno di questi. C'è poco da fare, il personaggio funzionava quando lo scriveva Sclavi perché Sclavi era bravo e psicologicamente gli assomigliava. Non è che i nuovi autori non siano bravi, anzi più o meno mi piacciono quasi tutti (alcuni, come De Nardo, che ho odiato su Dyd, l'ho apprezzato molto su Le storie), ma l'aderenza tra il personaggio e l'autore era troppo forte perché se ne potesse preservare la sostanza nell'era postSclavi. E' come per Asterix o Popeye di Segar. Ci sono stati dei bravi epigoni dylandoghiani, alcuni MOLTO bravi (la Barbato in certe cose mi ha convinto più di Sclavi, in altre meno) ma la collana secondo me resta in vita quasi esclusivamente perché vende ancora molto, non perché il personaggio abbia più qualcosa da dire di importante o significativo (o perché si sia trovato il modo di farglielo dire).
Volevo proprio dire quello che hai detto tu, meglio, in questo post. Gli autori sono cambiati. E' evidente anche per me che il vero DD sia quello di Sclavi e ci aggiungo anche Chiaverotti. Poi il problema. O si smetteva di scrivere DD o si faceva venire nuovi autori. LA prima non era percorribile e allora si è scelta la seconda. Tra i vari autori riallancciandomi a Wolkoff quelli che più hanno rappresentato DD successivamente sono stati sicuramente la Barbato (abbastanza vicino a Tiziano ma molto molto più cerebrale) e Recchioni (con uno stile totalmente diverso ma per me lui è quello che ha meglio capito che DD deve essere usato dall'autore per esorcizzare le PROPRIE paure). Simeoni è bravo come giallista ma non ci azzecca molto con DD. I vari Di Gregorio e Marzano sono stati degli onesti autori anch'essi non sempre molto adatti. L'unico abbastanza convincente è stato Bilotta ma non ha scritto molte storie lo ammetto (anche se quelle poche sono state mediamente molto buone - tralascio L'impostore)
PEr quanto riguarda Ambrosini curatore esprimo qualche dubbio. Lui sa scrivere (molto bene) ma anche lui non mi sembra molto dylandoghiano. In un ottica di rilancio è chiaro che il nome di Recchioni è più spendibile anche commercialmente (con tutti i pro e i contro del personaggio Recchioni). Sinceramente l'idea di avere sulla originale un albo all'anno di Ratigher, uno delle Baraldi, uno della Barbato e uno di Recchioni mi aggrada. L'unico sul quale non avrei puntato era Simeoni (però è una mia idea personale - l'ultima non è stata neanche malaccio).
Fra i personaggi Ghost è sicuramente il meglio costruito, insieme a Rania. Piaccia o non piaccia ha una funzione che probabilmente sarà diventare la fidanzata di DD e rappresenta una sorta di Bloch in gonnella. Carpenter invece è proprio mal costruito fin dall'inizio. Ha un obiettivo troppo ostile a Dylan e, nonostante abbia il potere di mettere fuori uso DD quando vuole, non può farlo per esigenze di storia. Questo lo rende monco. C'è poco da fare. E' l'unico personaggio che proprio non ci azzecca.
Cita:
Comunque nel frattempo sono riuscito a recuperare Al servizio del caos per farmi un'idea più precisa su John Ghost. Posto qui anziché nel topic dedicato al singolo numero per non essere dispersivo e perché mi sembra che la situazione si presti.
Non è che la storia sia illeggibile, un paio di zampate interessanti ci sono (soprattutto quelle sul controllo dell'attenzione all'interno dei media) e non escludo, qualora mi venisse voglia di riprenderla in mano, di apprezzarla un po' di più. Quello che mi ha veramente sbalordito è quanto sia tutto americaneggiante e quanti debiti abbia questo tipo di narrazione nei confronti di albi di comics USA. Praticamente tutte le situazioni che definiscono John Ghost sono mutuate da fumetti DC, Marvel o Image, in particolare albi di Mark Millar, Grant Morrison e Garth Ennis (forse anche Warren Ellis, ma secondo me meno). L'aderenza a quei modelli è impressionante. Sarei in grado di indicare quasi pagina per pagina a quale sequenza Recchioni si è ispirato (soprattutto la trovata dell'effetto farfalla: un'azione quasi trascurabile da parte di un personaggio dal QI altissimo che provoca disastri in una specie di reazione a catena. Ma anche la casa reale demoniaca è roba già vista).
Recchioni cita o prende ad esempio ciò che è "di moda" nel tempo in cui lui vive. Tiz prendeva pari pari scene di film horror dell'epoca sua o un po' precedente e Recchioni fa la stessa cosa ma vent'anni dopo. Penso sia normale. Tieni conto che di fumetti americani ho letto solo "The Killing Joke" e "Watchmen". Se su quest'ultimo nulla si può dire non è che il primo lo abbia trovato totalmente originale. Però è un tema molto bello e la storia è ben scritta. Per cui non vado oltre sul tema confronto Recchioni/autori da te citati in quanto sono totalmente ignorante sul tema.