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 Oggetto del messaggio: Re: Generation Ghost
MessaggioInviato: gio ago 03, 2017 6:29 pm 
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alemans123 ha scritto:
[...] è un fenomeno fisiologico... Sarà lo smartphone ma imputo a questo soprattutto la mancata lettura dei fumetti.


Smartphone (diabolici!) che notoriamente produce proprio JG.
Vuoi vedere che proprio in questo consiste il suo ( 8-) meta-)progetto di "sacrificare" DylanDog?

LEGGO ALOHA ANCHE SULLE APPs

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 Oggetto del messaggio: Re: Generation Ghost
MessaggioInviato: gio ago 03, 2017 9:08 pm 
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Vuoi dire che John Ghost è tipo Steve Jobs???? :g: :g:

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 Oggetto del messaggio: Re: Generation Ghost
MessaggioInviato: gio ago 03, 2017 9:14 pm 
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alemans123 ha scritto:
Per Myskin e Dear: Quello che qui volevo sottolineare è che all'atto delle uscite dei primi 5 numeri la qualità di ML è paragonabile a quella delle 5 uscite di DD (anzi io la vedo migliore la qualità di ML)

Bah, io non sono d'accordo. A me Morgan Lost a cominciato ad annoiare dal numero 3. Non vedo in qui primi 5 numeri una quantità di invenzioni e trovate (anche visive) paragonabile ai primi 5 albi di Dyd (soprattutto il 3 e il 4 direi). Ma anche se così fosse, cioè se oggettivamente ML fosse allo stesso livello di Dyd, mi sembra abbastanza chiaro che è comunque più banale. Perché salta fuori dopo 30 anni nei quali Dylan Dog e i suoi innumerevoli epigoni, compresi Valter Buio e Brendon (che è in pratica un Dyd più tamarro) hanno eviscerato le stesse identiche tematiche di ML in lungo e in largo. E invece quando è uscito Dylan Dog nessun fumetto Bonelli aveva ancora la stessa qualità perturbante e onirica.

alemans123 ha scritto:
Quindi cosa voglio dimostrare? Non sempre è la qualità a determinare il numero di copie vendute di un fumetto. .

Mi sembra ovvio. Ma il mio discorso non riguarda le vendite. Io riflettevo su altri elementi, legati in particolare alla qualità di Dyd come fumetto, il contrasto/confronto tra il Dyd di ieri e quello di oggi e così via. Dopodiché mica ho niente in contrario ai rilanci commerciali se le vendite stanno languendo, anzi, neanche giudico nell'insieme l'operato di Recchioni perché non conosco abbastanza storie del nuovo corso da poter esprimere un giudizio definitivo. Però nello specifico, basandomi su quello che ho letto, mi pongo una serie di dubbi, tra cui un interrogativo sull'utilità di personaggi come Rania e Carpenter, le cui finalità non mi sembrano neanche molto recchioniane a essere sincero, anzi ho quasi la vaga impressione che siano stati imposti pure a lui.


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 Oggetto del messaggio: Re: Generation Ghost
MessaggioInviato: gio ago 03, 2017 9:51 pm 
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Myskin ha scritto:
A me Morgan Lost a cominciato ad annoiare dal numero 3. Non vedo in qui primi 5 numeri una quantità di invenzioni e trovate (anche visive) paragonabile ai primi 5 albi di Dyd (soprattutto il 3 e il 4 direi).


Salvo smentite salviniste, non credo che Alemans si riferisse ai primi 5 albi di entrambe le serie come termine paragone. Parlava di cinque uscite a caso dell'attuale Dylan Vs i primi 5 ML. E sono d'accordo con lui sul fatto che una manita di ML sia mediamente più avvincente/convincente di 5 numeri dell'attuale DD, di cui tu stesso dici di non avere molta esperienza :roll: .

Non perché vanti chissà quali trovate originali o genialate di talento assoluto. Ma solo perché il suo "sporco" lavoro di fumetto di puro intrattenimento vintage e serializzato lo fa, con un tocco di sana follia chiaverottiana e disegni di alto livello, in aggiunta. A differenza di questo Dylan denoartri che fa di tutto per impressionare nonsisachi, per ribaltare se stesso come un calzino prima del risciacquo(ne), accaparrandosi autori di grido che non hanno nulla a che fare con la costruzione di una storia Dylaniata.
Detto tra noi, tra l'altro, i primi 5 numeri di Dylan non è che abbiano fatto storia a sé, come brillantaggine. Io sulle righe ci metto solo lo Stano del #1, il divertentismo Never-iano del #4, e qualche twist nel #3. Per me Dylan comincia dalla Zona del Crepuscolo. Tutto il resto un gradevole prologo :) .

ALOHA INVERO IS FROM INVERARY...

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 Oggetto del messaggio: Re: Generation Ghost
MessaggioInviato: gio ago 03, 2017 10:01 pm 
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wolkoff ha scritto:
Salvo smentite salviniste, non credo che Alemans si riferisse ai primi 5 albi di entrambe le serie come termine paragone. Parlava di cinque uscite a caso dell'attuale Dylan Vs i primi 5 ML. E sono d'accordo con lui sul fatto che una manita di ML sia mediamente più avvincente/convincente di 5 numeri dell'attuale DD, di cui tu stesso dici di non avere molta esperienza :roll: .

Ah, se le cose stanno così può darsi. Certo è che se davvero il Dyd attuale è peggio di ML (a me non sembra, anche se ho trovato In fondo al male insopportabile) la situazione è peggio che drammatica.

wolkoff ha scritto:
Detto tra noi, tra l'altro, i primi 5 numeri di Dylan non è che abbiano fatto storia a sé, come brillantaggine. Io sulle righe ci metto solo lo Stano del #1, il divertentismo Never-iano del #4, e qualche twist nel #3. Per me Dylan comincia dalla Zona del Crepuscolo. Tutto il resto un gradevole prologo :) .
.

Non sono d'accordo, soprattutto perché poche storie mi sono andate in disgrazia come La Zona del Crepuscolo, ma non importa.


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 Oggetto del messaggio: Re: Generation Ghost
MessaggioInviato: gio ago 03, 2017 10:07 pm 
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Smentisco, Wolk. Intendevo proprio fare un confronto tra i primi 5 numeri di DD e i primi 5 di ML. E' chiaro che ML non arriverà mai ad eguagliare il successo di DD (e credo nessun altro fumetto Bonelli lo farà). Era solo per far notare come DD e ML siano due uscite molto simili:
-Autore: (Chiaverotti è perlomeno il secondo autore più famoso tra tutti quelli che sono passati su DD e anche quello più simile alla poetica sclaviana);
-Genere: Entrambi sono dei fumetti horror. Hanno punti diversi ma tendenzialmente sono horror;
-Tipologia di Eroe: Sono entrambi degli eroi tormentati
-Originalità: Nelle storie le citazioni sono molte quindi l'originalità sia per l'uno che per l'altro non è altissima.
-Entrambi nei PRIMI 5 numeri hanno la stessa qualità di scrittura (qualità non piacevoleza-bisogna ogni tanto riconoscere che qualcosa può non piacere ma ha comunque qualità).

Data le premesse asserisco che molto probabilmente un ML pubblicato nel 1986 avrebbe ottenuto lo stesso pubblico di DD o comunque un pubblico molto più elevato di quello che ha ora.

Per il resto anche io concordo con Wolk. I primi 5 numeri non sono niente di che. Nel primo DD mette una bomba finta nella custodia del clarinetto (un Deus ex machina grosso come una casa), nel secondo una coppia di arzilli vecchietti frega Scotland Yard. Dal terzo si comincia a migliorare ma per me è dal 6 in poi che arrivano le grandi storie (rispetto al buon Wolk inserisco anche la Bellezza del Demonio che mi aggrada molto come storia).

Sul confronto tra il DD di ieri e il DD di oggi, come ho già detto in altri post bisogna tenere conto della dimensione temporale e del cambio di autori, non c'è nulla da fare. E inoltre noi stessi siamo cambiati. A 15 anni non leggo DD come lo leggo oggi che ne ho 35. Voglio altro rispetto a 15 anni fa. Molto probabilmente a 15 anni rimanevo molto più sorpreso per certe storie che viste oggi, forse, non hanno nulla di che o sono solo buone storie.

Secondo me il DD attuale è meglio di ML. ML mi piace, lo leggo volentieri ma dopo un pò è sempre la stessa roba (scritta bene ma sempre molto molto simile). Su DD almeno sperimenta un pò di più. Anche perchè sono autori sempre diversi. Diciamo che DD ha più alti e bassi. Ci sono albi molto belli(Mater Dolorosa e Graphic Horror Novel) e albi proprio bruttini (il giorno della famiglia e gli spiriti custodi). ML è sempre su una media buona ma dopo un pò per me è la solita minestra. Buona ma preferisco assaporare un bel piatto di pesce ben fatto anche se ogni tanto lo chef mi dà delle cozze avariate :g: :g:

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 Oggetto del messaggio: Re: Generation Ghost
MessaggioInviato: gio ago 03, 2017 10:17 pm 
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@Alemans.

Mannagghia: guarda te se mi devo rivedere quanto scritto! Non pensavo osassi fare un paragone tra i primi DD ed i primi ML. Onestamente come confronto d'emblée, per me, rimane un po' troppo azzardato. Se fosse uscito nel '86 non credo che il buon Morgan avrebbe mietuto tanti successi. Come non ne mietette Dylan, che prima di carburare dovette aspettare un pajo d'annetti, con annessa minaccia di chiusura quando neanche Sergione pareva crederci più :roll: .

La Bellezza del Demonio l'avevo quasi dimenticato. Comunque è un buon albo post#5. Forse un po' troppo complesso e sofisticato per divenire "icona" come lo saranno storie più inculcabili collettivamente come La Zona (appunto), Alfa & Omega o Attraverso lo Specchio poco dopo.


@Myskin

Sono sempre giudizi personali, eh. Peggio o meglio dipende dai punti di vista, sommati alle statistiche.
Ultimamente se mi piace un Dylan su 4 è anche troppo. Con i debiti parametri (relativi) dopo aver chiuso una storia su due di ML posso generalmente dirmi soddisfatto. Ciò non vuol dire che se la passi meglio o che sbocci di vitalità, come serie. Ma che sicuramente ha meno pretese, non si arrabatta nel dilettantismo esibizionista di nuove leve fuori contesto, ed è più coerente nel suo insieme, oltre ad adattarsi meglio al mio palato. Che non è poco, pardon... :g:

Dire qui sopra che La Zona del Crepuscolo non è un albo cardine vuol dire attirarsi molti dissensi poco amichevoli. Avvisato :3

LA VERITA' SUL CASO DI MR. VALOHAMAR, LA SO SOLO IO...

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MessaggioInviato: gio ago 03, 2017 10:20 pm 
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wolkoff ha scritto:

Dire qui sopra che La Zona del Crepuscolo non è un albo cardine vuol dire attirarsi molti dissensi poco amichevoli. Avvisato :3

Non ho detto che non è un albo cardine, ho detto che mi è completamente caduto in disgrazia. Tutt'altra cosa.


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 Oggetto del messaggio: Re: Generation Ghost
MessaggioInviato: gio ago 03, 2017 10:27 pm 
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Avevo capito, eh. :dito:

Non c'è bisogno del refrain. O forse pure qui riviviamo in loop le stesse giornate come ad Inverary?

QUESTO ALOHA MI PARE DI AVERLO GIA' SENTITO...

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 Oggetto del messaggio: Re: Generation Ghost
MessaggioInviato: gio ago 03, 2017 10:33 pm 
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alemans123 ha scritto:
Sul confronto tra il DD di ieri e il DD di oggi, come ho già detto in altri post bisogna tenere conto della dimensione temporale e del cambio di autori, non c'è nulla da fare. E inoltre noi stessi siamo cambiati. A 15 anni non leggo DD come lo leggo oggi che ne ho 35. Voglio altro rispetto a 15 anni fa. Molto probabilmente a 15 anni rimanevo molto più sorpreso per certe storie che viste oggi, forse, non hanno nulla di che o sono solo buone storie.

Quindi? Non ho capito.
Comunque la mia opinione, del tutto pacifica e non polemica verso gli autori del nuovo corso, è che esistono personaggi che non possono sopravvivere all'abbandono o alla morte del loro creatore e Dylan Dog è uno di questi. C'è poco da fare, il personaggio funzionava quando lo scriveva Sclavi perché Sclavi era bravo e psicologicamente gli assomigliava. Non è che i nuovi autori non siano bravi, anzi più o meno mi piacciono quasi tutti (alcuni, come De Nardo, che ho odiato su Dyd, l'ho apprezzato molto su Le storie), ma l'aderenza tra il personaggio e l'autore era troppo forte perché se ne potesse preservare la sostanza nell'era postSclavi. E' come per Asterix o Popeye di Segar. Ci sono stati dei bravi epigoni dylandoghiani, alcuni MOLTO bravi (la Barbato in certe cose mi ha convinto più di Sclavi, in altre meno) ma la collana secondo me resta in vita quasi esclusivamente perché vende ancora molto, non perché il personaggio abbia più qualcosa da dire di importante o significativo (o perché si sia trovato il modo di farglielo dire).


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MessaggioInviato: gio ago 03, 2017 10:45 pm 
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Appunto; Dylan non può chiudere. Se battesse in ritirata, metà delle attuali serie SBE - l'altra è sovvenzionata da zio Tex - dovrebbero sbaraccare il giorno dopo :( .

Si tratta solo di capire come tenerlo in vita. In uno stato di sospensione attiva, non difforme dall'accanimento vegetal-terapeutico. Ci stanno provando in vari modi...ed almeno questo è un segno di buona volontà. La strada presa pare, secondo me, soltanto buona per creare eco mediatica e clamore fine a se stesso. Per non parlare di quanto alimenti l'ego di autorucoli da fanzine/amici-di-fiera passati qui per caso per farsi pubblicità ed imporre il loro stile che non c'entra nulla col mondo dylaniato. Molto più banalmente servirebbero solo buone storie, cosa che l'attuale parco autori non sembra disporre come caratteristica (o finalità?) primaria. Su oltre 30 storie all'anno è normale incappare in qualcosa di convincente ed interessante, ma la media è bassa :x: .

La Barbato e Medda che dovevano essere i cardini di questa "rifondazione" hanno lasciato poco il segno, la prima, o tagliato la corda, il secondo...lasciando gran parte dell'onere su Simeoni che si è rivelato il ronzino più scarso su cui puntare per arrivare a certi traguardi. Bilotta è preso da Mercurio Loi ed al massimo si concede lo Speciale, mentre Recchioni scrive massimo due storie all'anno, se va bene. Sugli altri meglio sorvolare, tranne Ambrosini che secondo me dovrebbe dirigerla lui, la testata. Regna il presenzialismo disorganico, a-programmatico ed occasionale. Un porto di mare che porta a poco. Ottimi i disegni, va ammesso. Ma quando mancano le penne i pennini contano fino ad un certo punto :| .

Signed
ALOHA

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MessaggioInviato: ven ago 04, 2017 1:17 am 
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wolkoff ha scritto:
Regna il presenzialismo disorganico, a-programmatico ed occasionale. Un porto di mare che porta a poco. Ottimi i disegni, va ammesso. Ma quando mancano le penne i pennini contano fino ad un certo punto :| .


d'accordissimo. nulla da aggiungere. se non un voto aggiunto per ambrosini CT della squadra dylaniata. :wink:
Tornando a Ghost Jhon, io lo vedo, e forse dopo la lettura dampyriana e il suo innesto in essa, ancor di piu come una sorta di lex lutor o meglio il ciclo presidente lutor su superman...o meglio ancora come una sorta di norman osborn della run Dark Age della marvel...cioè uno non cosi cattivo, di certo diabolico...e con molto potere (anche istituzionale) e molto macchiavellico, e che agisce per fini (per lui) superiori (o di superiorità)...cmq staremo a vedere nel seguito se verrà sviluppato ulteriormente o perlomeno non rovinato del tutto;
per ora, e lo dissi anche in passato forse, lo reputo uno dei migliori nuovi elementi su dyd davvero interessanti e da maneggiare con cura.

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Il segno è sottoposto alla legge, le apparenze non sono che sottoposte alle regole del gioco.
https://ilfumettarovetusto.blogspot.com/


Ultima modifica di Zak il ven ago 04, 2017 9:49 am, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: ven ago 04, 2017 9:21 am 
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Iscritto il: ven giu 12, 2015 7:29 pm
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Myskin ha scritto:
wolkoff ha scritto:
Salvo smentite salviniste, non credo che Alemans si riferisse ai primi 5 albi di entrambe le serie come termine paragone. Parlava di cinque uscite a caso dell'attuale Dylan Vs i primi 5 ML. E sono d'accordo con lui sul fatto che una manita di ML sia mediamente più avvincente/convincente di 5 numeri dell'attuale DD, di cui tu stesso dici di non avere molta esperienza :roll: .

Ah, se le cose stanno così può darsi. Certo è che se davvero il Dyd attuale è peggio di ML (a me non sembra, anche se ho trovato In fondo al male insopportabile) la situazione è peggio che drammatica.


per quanto mi riguarda ML batte l'attuale ex nuovo corso di DD dieci a zero, e lo dice uno che legge DD dal numero uno :(

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MessaggioInviato: ven ago 04, 2017 9:21 am 
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Comunque nel frattempo sono riuscito a recuperare Al servizio del caos per farmi un'idea più precisa su John Ghost. Posto qui anziché nel topic dedicato al singolo numero per non essere dispersivo e perché mi sembra che la situazione si presti.

Non è che la storia sia illeggibile, un paio di zampate interessanti ci sono (soprattutto quelle sul controllo dell'attenzione all'interno dei media) e non escludo, qualora mi venisse voglia di riprenderla in mano, di apprezzarla un po' di più. Quello che mi ha veramente sbalordito è quanto sia tutto americaneggiante e quanti debiti abbia questo tipo di narrazione nei confronti di albi di comics USA. Praticamente tutte le situazioni che definiscono John Ghost sono mutuate da fumetti DC, Marvel o Image, in particolare albi di Mark Millar, Grant Morrison e Garth Ennis (forse anche Warren Ellis, ma secondo me meno). L'aderenza a quei modelli è impressionante. Sarei in grado di indicare quasi pagina per pagina a quale sequenza Recchioni si è ispirato (soprattutto la trovata dell'effetto farfalla: un'azione quasi trascurabile da parte di un personaggio dal QI altissimo che provoca disastri in una specie di reazione a catena. Ma anche la casa reale demoniaca è roba già vista). per il resto l'albo mi è sembrato abbastanza povero e grossolano, un altro remake de Gli uccisori, molti cliché, pochissima (auto)ironia. Non so. E' questo che si chiede a un fumetto Bonelli oggi come oggi? Magari anche sì, non ne ho idea e non so nemmeno quale tipo di apprezzamento abbia riscosso questo "nuovo corso" finora (non parlo di questo forum, che dubito sia indicativo di reazioni da parte del pubblico generalista). Ripeto per l'ennesima volta che non ho niente contro Recchioni, ma davvero questo tipo di materiale non mi invoglia a leggere Dylan Dog, mi sembra anche piuttosto datato e inflazionato. Ecco, forse chi non ha mai letto storie di Millar e Morrison potrà trovarlo interessante, a me è sembrata una storia un po' vecchiotta che si prende moltissimo sul serio, pure troppo.

Comunque ieri mi è caduto l'occhio su un articolo di giornale incentrato sull'imminente uscita di Monolith e mi sono chiesto se alla fine l'introduzione di Carpenter e Rania non sia motivata da quella che mi pare essere la nuova strategia Bonelli a lungo termine. Dato che l'emorragia di lettori è, temo, ormai incontenibile, stanno studiando un modo per sfruttare le loro proprietà al cinema e in altri media. Sono sicuro che l'operazione Monolith sia da inquadrarsi in questo senso. A mio giudizio il film tutto sarà tranne che un hit, ma funge da apripista con cui la Bonelli sta esplorando altre strade per sfruttare le proprie proprietà intellettuali. Ora, secondo me di Rania e Carpenter nel fumetto non frega niente a nessuno, almeno tra i lettori italiani. Però non escluderei che possano tornare utili come personaggi in un futuro adattamento cinematografico o televisivo di Dylan Dog - adattamento che per forza di cose non potrà che essere una coproduzione internazionale e che - come sempre accade con serie TV extraitaliane negli ultimi tempi, purtroppo o per fortuna, dovrà rispettare le regole del politicamente corretto e introdurre una buona quota di personaggi femminili oppure appartenenti a minoranze razziali/religiose. In pratica, servono a rendere Dylan Dog più spendibile per un pubblico anglofono (magari anche francofono o di altre nazioni europee).


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MessaggioInviato: ven ago 04, 2017 9:59 am 
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I miei due centesimi sui diversi temi emersi:

Cita:
Quindi? Non ho capito.
Comunque la mia opinione, del tutto pacifica e non polemica verso gli autori del nuovo corso, è che esistono personaggi che non possono sopravvivere all'abbandono o alla morte del loro creatore e Dylan Dog è uno di questi. C'è poco da fare, il personaggio funzionava quando lo scriveva Sclavi perché Sclavi era bravo e psicologicamente gli assomigliava. Non è che i nuovi autori non siano bravi, anzi più o meno mi piacciono quasi tutti (alcuni, come De Nardo, che ho odiato su Dyd, l'ho apprezzato molto su Le storie), ma l'aderenza tra il personaggio e l'autore era troppo forte perché se ne potesse preservare la sostanza nell'era postSclavi. E' come per Asterix o Popeye di Segar. Ci sono stati dei bravi epigoni dylandoghiani, alcuni MOLTO bravi (la Barbato in certe cose mi ha convinto più di Sclavi, in altre meno) ma la collana secondo me resta in vita quasi esclusivamente perché vende ancora molto, non perché il personaggio abbia più qualcosa da dire di importante o significativo (o perché si sia trovato il modo di farglielo dire).


Volevo proprio dire quello che hai detto tu, meglio, in questo post. Gli autori sono cambiati. E' evidente anche per me che il vero DD sia quello di Sclavi e ci aggiungo anche Chiaverotti. Poi il problema. O si smetteva di scrivere DD o si faceva venire nuovi autori. LA prima non era percorribile e allora si è scelta la seconda. Tra i vari autori riallancciandomi a Wolkoff quelli che più hanno rappresentato DD successivamente sono stati sicuramente la Barbato (abbastanza vicino a Tiziano ma molto molto più cerebrale) e Recchioni (con uno stile totalmente diverso ma per me lui è quello che ha meglio capito che DD deve essere usato dall'autore per esorcizzare le PROPRIE paure). Simeoni è bravo come giallista ma non ci azzecca molto con DD. I vari Di Gregorio e Marzano sono stati degli onesti autori anch'essi non sempre molto adatti. L'unico abbastanza convincente è stato Bilotta ma non ha scritto molte storie lo ammetto (anche se quelle poche sono state mediamente molto buone - tralascio L'impostore)

PEr quanto riguarda Ambrosini curatore esprimo qualche dubbio. Lui sa scrivere (molto bene) ma anche lui non mi sembra molto dylandoghiano. In un ottica di rilancio è chiaro che il nome di Recchioni è più spendibile anche commercialmente (con tutti i pro e i contro del personaggio Recchioni). Sinceramente l'idea di avere sulla originale un albo all'anno di Ratigher, uno delle Baraldi, uno della Barbato e uno di Recchioni mi aggrada. L'unico sul quale non avrei puntato era Simeoni (però è una mia idea personale - l'ultima non è stata neanche malaccio).

Fra i personaggi Ghost è sicuramente il meglio costruito, insieme a Rania. Piaccia o non piaccia ha una funzione che probabilmente sarà diventare la fidanzata di DD e rappresenta una sorta di Bloch in gonnella. Carpenter invece è proprio mal costruito fin dall'inizio. Ha un obiettivo troppo ostile a Dylan e, nonostante abbia il potere di mettere fuori uso DD quando vuole, non può farlo per esigenze di storia. Questo lo rende monco. C'è poco da fare. E' l'unico personaggio che proprio non ci azzecca.

Cita:
Comunque nel frattempo sono riuscito a recuperare Al servizio del caos per farmi un'idea più precisa su John Ghost. Posto qui anziché nel topic dedicato al singolo numero per non essere dispersivo e perché mi sembra che la situazione si presti.

Non è che la storia sia illeggibile, un paio di zampate interessanti ci sono (soprattutto quelle sul controllo dell'attenzione all'interno dei media) e non escludo, qualora mi venisse voglia di riprenderla in mano, di apprezzarla un po' di più. Quello che mi ha veramente sbalordito è quanto sia tutto americaneggiante e quanti debiti abbia questo tipo di narrazione nei confronti di albi di comics USA. Praticamente tutte le situazioni che definiscono John Ghost sono mutuate da fumetti DC, Marvel o Image, in particolare albi di Mark Millar, Grant Morrison e Garth Ennis (forse anche Warren Ellis, ma secondo me meno). L'aderenza a quei modelli è impressionante. Sarei in grado di indicare quasi pagina per pagina a quale sequenza Recchioni si è ispirato (soprattutto la trovata dell'effetto farfalla: un'azione quasi trascurabile da parte di un personaggio dal QI altissimo che provoca disastri in una specie di reazione a catena. Ma anche la casa reale demoniaca è roba già vista).


Recchioni cita o prende ad esempio ciò che è "di moda" nel tempo in cui lui vive. Tiz prendeva pari pari scene di film horror dell'epoca sua o un po' precedente e Recchioni fa la stessa cosa ma vent'anni dopo. Penso sia normale. Tieni conto che di fumetti americani ho letto solo "The Killing Joke" e "Watchmen". Se su quest'ultimo nulla si può dire non è che il primo lo abbia trovato totalmente originale. Però è un tema molto bello e la storia è ben scritta. Per cui non vado oltre sul tema confronto Recchioni/autori da te citati in quanto sono totalmente ignorante sul tema.

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