Francamente anche Xabaras è sempre stato un personaggio generico. Nei 4 numeri delle sue apparizioni "storiche" (1, 25, 43 e 100) le sue mire su Dylan cambiano continuamente così come le sue motivazioni. Sembra - e secondo quasi sicuramente è - un confuso work in progress che non viene mai completato e su cui Sclavi stesso non aveva le idee chiare. Molti di questi nodi vengono al pettine nello scontro finale, c'è una sequenza nel numero 100 - pessima- in cui Xabaras fa risorgere degli zombi pronunciando delle banalità incredibili come un cattivo di un film di serie z. Credo che la buona fama del personaggio sia dovuta al fatto che gli albi in cui compare, oltre che oggettivamente importanti per la continuity di Dyd, hanno anche una bella atmosfera onirica, ma non è che lui in sé come character sia troppo riuscito.
John Ghost, almeno sulla carta, era un esperimento interessante - come ha indirettamente confermato Recchioni proprio su questo forum (o era Facebook? Boh), doveva essere una specie di incarnazione dell'establishment e di tutti i vizi "sociali" contro cui Dylan storicamente si schiera. Praticamente anziché fare di Dylan un similgrillino che a ogni albo si schiera contro vivisezione, telefonini e disuguaglianze sociali hanno creato un personaggio amorale che incarna tutto questo. L'esperimento è riuscito? Non lo so, seguo Dylan in modo diseguale e non sono riuscito a farmi un'idea precisa sull'esito di questo personaggio in particolare, giudicatelo voi.
Comunque, almeno per me, il problema principale che intravvedo nel Dylan recente (c'era sicuramente tra il 150 e il 250 e l'ho notato anche nei non molti albi che ho recuperato della nuova gestione) è la difficoltà o la non volontà di realizzare storie davvero dense o articolate. La mia personale impressione sugli albi "storici" (1-100) è cambiata con gli anni. Praticamente tutti gli albi storici a sfondo "sociale" mi sembrano predicatori e sì, gli albi "calco" di film/libri preesistenti per me sono un problema serio (non citazioni, non cameo, non ispirazioni vaghe, parlo proprio di storie tipo La zona del crepuscolo o Il giorno del giudizio che sono appunto un calco di lavori di altri autori; non prendiamocela troppo col povero De Nardo per La città perduta, non è stato il primo né l'unico a fare un'operazione così...). Mi sembrano albi mediamente più colti di tanti lavori più recenti (anche se, checché ne dica Sclavi, che secondo me è un uomo di numerose ma disordinate letture, nei lavori del Tiz per Dyd ci ho visto sempre più Stephen King che i Buddenbrook... Ovviamente poi lui aveva altri punti di forza come autore) e caratterizzati da quell'umorismo macabro molto anni '80 che faceva la fortuna di personaggi come Freddy Krueger (in realtà ancora abbastanza serio all'epoca) e di lì a poco sarebbe esploso in riviste come Splatter. Ma al di là di quello, erano albi densi. I lavori più belli non erano tali per il plot secondo me, ma per tutto quello che succedeva man mano che la trama di fondo si svolgeva. Tanti, tantissimi microepisodi (uno ogni due-tre-quattro pagine) che davvero davano il gusto della lettura. Diciamocelo, il soggetto della bilogia della Dama in nero di per sé è una minchiata, una roba alla Scooby Doo (cosa avrebbe detto la polizia nel mondo di Dylan se i cattivi non fossero stati scoperti? Che a commettere gli omicidi era stato un fantasma?). Il valore della storia sta tutto in quelle brevi e gustosissime scenette con personaggi molto ben caratterizzati - il maggiordomo, la governante acida, la cameriera eccetera.
E certo non mi riferisco solo alle scene comiche. Francamente: chi se ne frega delle paturnie di Dylan, lui ama tutte le donne con cui va a letto, ah no, non ne ama nessuna. Sono fesserie alla Moccia (comunque non è stato Recchioni a porla per primo questi termini, intendiamoci), una formalizzazione di sentimenti che risulta risibile anche nel mondo reale, non vi sentite anche voi un po' ridicoli a metterla così? Però se in quelle due o tre pagine della storia X si vede Dylan che ha un trasporto verso la ragazza e la scena di sesso non è fuori posto, insomma se questa breve storia d'amore che dura per poche pagine funziona e ha un senso compiuto, ecco che la vita sentimentale di Dyd risulta convincente. Il problema in generale in termini di caratterizzazione non è dire cosa fa Dylan, chi è, o peggio ancora farlo dire a lui, ma presentare delle microstorie di senso compiuto (all'interno della storia più ampia) che MOSTRINO chi è Dylan, che cosa fa, che tipo di persona è. In questo tipo di approccio, microepisodico per così dire, sta anche tutto (ma proprio tutto!) il senso di un personaggio come Groucho. Migliore amico di Dylan, assistente mal pagato, eccetera. Ma alla fine Groucho storicamente "emerge" soprattutto nei "siparietti" o appunto nei microepisodi, che si discostano dalla trama principale e vedono lui come unico protagonista. In alcuni albi storici si ha un tipico "momento Groucho" quando lui versava il tè a Dylan e al cliente (in alcuni casi sono freddure a raffica, a volte c'è uno scambio con Dylan), ma a volte sono situazioni più articolate - Groucho che fa i giochi di prestigio ne Il fantasma di Anna Never, Groucho che sveglia Bloch dal coma a suon di battute, Groucho e Dylan che si ritrovano sull'isola del Dr Moreau (o come si chiama il personaggio) e in pochi scambi non solo emerge che hanno litigato, ma addirittura Groucho ha fatto cornuto Dylan andando a letto con la sua ragazza, ma Groucho lo ha seguito lo stesso per aiutarlo. Praticamente è un albo intero raccontato nell'arco di un paio di pagine! Però per utilizzare questo approccio (che poi ognuno declinava alla sua maniera, Chiaverotti per esempio creava dei microepisodi realizzando degli omicidi onirici e spesso cafoni ma divertentissimi) serve un tipo di sforzo completamente diverso da quello che mi sembra andare per la maggiore oggi. Ho la sensazione che Sclavi avesse sviluppato questa capacità di sintesi realizzando storie per Il Giornalino e il Corriere dei Piccoli: lavori molto brevi e quindi per necessità densi, che dovevano dire molto in poche pagine. Oggi vedo molte storie lineari, senza digressioni degne di nota, che si leggono in 5 minuti. Non è un problema che concerne solo il fumetto "popolare", ci sono anche tantissime graphic novel lussuose, colte e disegnate da dio che però all'atto pratico raccontano davvero pochino. Come ha notato anche qualcun altro su questo forum, si è un po' persa l'abilità di raccontare storie corpose.
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