Cravenroad7

Fort Ticonderoga, di Morales e Ramacci.

Sarò breve: compratelo. Il miglior racconto avventuroso letto di recente in casa Bonelli, con almeno un paio di personaggi notevolissimi e scritto con un gran senso del ritmo. I disegni non sono un granché, ma quantomeno non fanno troppi danni.

Il compianto Morales si compra a prescindere, per non (com)piangersi troppo addosso l'idea di aver perso un'ottima storia. Come probabilmente sarà questa. Proprio qualche giorno fa ho trovato dall'usato Il verdetto di Cassiopea, e quasi mi dispiace doverla leggere, consumando un'altra sua storia per MM

ALOHA NEVER TURNS INTO BLANK, IF WRITTEN

Fort Ticonderoga: molto ben sceneggiato, deriva in maniera troppo evidente trama e personaggi, con relative psicologie, da La figlia del capitano di Puskin (viene detto nella prefazione), senza molti guizzi creativi, come invece mi sarei aspettato, a parte lo spostamento d'ambientazione e contesto. Ragione per cui non va oltre il 6,5, ma rimane un albo consigliato.
Il personaggio di La Flamme non ha il carisma di Pugacev.

Se devo trovare un difetto a Razo questa è la semplicità con la quale trovano soluzioni e mezzi di trasporto. Sono convinta che, se ce ne fosse stato bisogno, avrebbero trovato anche una navicella spaziale pronta a traghettarli nello spazio. Per il resto buona storia

Io gli darei senza dubbio un voto maggiore. Mi sembra un'ottima prova di Morales, senza paragornalo ad altri formati di scrittura, anche perché in 94pp non è che potesse rendere come un romanzo a fumetti - che pure la SBE pubblica.
Consiglio a tutti l'acquisto, dopo un certo ristagno delle collana. Ho provato il piacere naturale della narrazione in stile ottocentesco, un contesto storico credibile, un processo non scontato di formazione del protagonista, e dei colpi di scena niente male. Certo, la vicenda non è così di ampio respiro come si potrebbe auspicare, ma i suoi colpi li mette a segno in maniere avvincente, a partire dall'ambientazione eastern, e la gestione dei dialoghi che lascia intravedere la mano rifinita di Morales .

Qualche dubbio in sede di sceneggiatura, forse rimaneggiata dopo la dipartita del compianto:

SPOILER

Il personaggio del capo-Mohawk sembra importante ma poi sparisce del tutto.
Non si capisce in base a cosa Zubin ricatta il padre di Peter con quella missiva - debiti di gioco? Sboronaggini sotto alcool? Qualunque cosa sia, un'ellissi eccessiva nel non-detto.
La parte sentimental-amorosa è trattato in modo vacuamente convenzionale e frettoloso, ma forse non è nelle corde dell'autore.
La Flamme è un signor personaggio - forse anche troppo "cercato" da Morales - ma lo stesso non si può dire di Feltham, che passa in modo inverosimile da compagno guascone a pluricarogna inviperita, nel giro di poco tempo.
Non si capisce neanche molto bene perché una giovane così libera/ardita come Mary accetti di diventare sua prigioniera passiva per oltre due anni senza provare a tagliare la corda, come dovrebbe.
E onestamente il finalino da "giornalista" sgonfia molto dell'impatto epico/avventuroso del resto .

Carini i disegni, il talento c'è. Peccato che certe volte Ramacci esageri nell'imprimere una tensione brutale nei suoi visi corrugati, anche quando non serve. Inoltre proprio i protagonisti, Peter e Mary, hanno qualcosa che non va nei tratti, fumettosamente fuori scala rispetto agli altri personaggi ben più realistici/ritrattistici.


ALOHA SENZA DEROGA

Ultimamente avevo un po' abbandonato la lettura degli ultimi numeri usciti de Le Storie, pur continuando a comprarli. Oggi mi sono messo a leggere l'ultima uscita della collana, Polvere di Fata e devo dire che si è tornati ai fasti di un tempo. Strepitoso! Da brividi.

SPOILER

Ho sempre percepito una carica di disperazione e di pazzia come rifugio dove nascondersi dalla realtà nel racconto di Peter Pan, caratteristiche che vengono amplificate e ampliate in questo numero. Infatti Di Gregorio scrive la sua personalissima rivisitazione della favola di Peter Pan, e lo fa destrutturandola e cogliendone l'anima disperata e insana.
Ottimi e adatti al mood della storia i disegni del duo Di Vincenzo/Fattore.

Molto bella la copertina di Aldo Di Gennaro, che però secondo me avrebbe potuto fare di meglio.

Ragazzi, non fatevelo sfuggire!!!

Letto anche Fort Ticonderoga
Bello. Avventura pura e con un certo ritmo, ma devo essere sincero, dopo gli elogi su Morales mi aspettavo qualcosa di più.
Forse ha dato il meglio di sé in altre occasioni.

Be', non è che sia il capolavoro di Morales, ma un'ottima storia avventurosa sì, a parer mio.

Ix B'Alaam

SPOILER

Mi ha coinvolto di più questo rispetto al racconto di Morales a livello di racconto di avventura. L'ho trovato davvero avvincente: una buonissima storia con l'aggiunta di un po' di mistero e con una grande coppia atipica che funziona come in un moderno buddy movie.
Amo quando si vengono a creare coppie o gruppi di persone distanti fra loro, costretti a vivere e condividere situazioni che richiedono un rapporto di collaborazione e che poi finiscono per stringere un'amicizia che li legherà per sempre (quando si condividono certe situazioni, è come stipulare un patto di sangue e le relazioni che si creano si trasformano in profondi legami).

Solo una cosa non viene spiegata bene: perché non viene ritrovato anche il relitto "alieno", dove vengono trovate le armi (anche queste sparite da un'inquadratura a l'altra, e "l'acqua delle stelle")?

Fort Ticonderoga
Buona lettura; vivace, frizzante, ben scritto, con un buon finale (a parte l'ultima pagina di cui ho poco capito il senso). Nel novero delle "lezioni di storia" uscite su questa collana, si colloca ai primi posti con Mohawk River di Boselli (speciale #1).
Disegni buoni su campi lunghi, disastrosi nei primi piani.
7

Mercurio Loi
Finalmente, con eccessivo ritardo, leggo l'albo #28 de Le Storie: hanno dovuto farne un'edizione cartonata a colori per convincermi. Parto proprio da questa: spettacolare, formato gigante, più grande dei soliti cartonati, tendente all'1:1, carta patinata, colorazione superlativa.
Certo, €23 per una storia condita da una decina di pagine di schizzi con due righe sceitte da Bilotta (meno male che esistono le biblioteche).
La storia è affascinante, coinvolgente, scritta divinamente e molto ben disegnata. Personaggi al limite del fantastico, atmosfere suggestive (molto fanno i colori, però), tanta azione, tanti avvenimenti. Insomma, un albo da far luccicare gli occhi.
Risulta peraltro evidente che la vicenda nasce con l'intenzione di proseguire, anche perché un finale vero e proprio questa storia non ce l'ha (situazione che influisce negativamente sul voto di una storia che dovrebbe essere pienamente autoconclusiva, vista la collana su cui appare).
Insomma, promosso e consigliato. Una delle migliori prove di Bilotta su questa collana.
Peccato per un grossolano errore di storia romana a p. 76 che inserisce l'imperatore Adriano nel I d.C.. Non influisce minimamente, comunque.
8.5

Adesso devo mettere le mani su qualcosa della serie mensile. Quanto sono collegate le storie? Quanto posso leggere il #2 senza aver letto l'#1?
Ai posteri l'ardua sentenza

entra a pieno titolo nel novero delle grandi domande, insieme a quella se sei sia un voto positivo.

La Mano Nera
Letto anche questo arretrato.
Una lettura piacevole che usa un personaggio davvero esistito, Joe Petrosino (e la sua squadra speciale), e vi ricama intorno una faccenda losca e macabra con tanto di serial killer, in una NY d'inizio secolo.

Disegni nella media, ma copertina molto bella.

Qualcuno ha letto lavennder?

Io. Nonostante il nome altisonante dell' autore non lo consiglio.

Però la storia è molto piacevole da leggere e fino a poche pagine dalla fine non avevo capito dove sarebbe andata a parare. Stupito poi dalla deriva che prende. Sicuramente è superiore allo speciale del 2016 anche se difetta del problema che hai messo sotto spoiler. Ma più che un problema della storia è un problema della gestione della collana.