Altair ha scritto:
Esco dal coro. Mi ha discretamente annoiato.
Posso unirmi al duo canoro? Mi ha indiscretamente rotto.
Un solfeggio iperdispendioso di quasi 300 pagine per vedere una vicenda al massimo da Speciale gualdonico. Accompagnata da disegni di caratura steccante. Nel complesso – o si diceva “band”? – non è un mattone stonato, ma implode sul palco in maniera sciagurata nell'ultima parte, dopo aver accumulato diverse premesse a vuoto. A margine escamotages narrativi stravisti - v. gestione dell’incubo/inferni - accadimenti pretestuosi al limite della falla logica, e riesumazioni citazioniste indesiderate a gogo. Un Old vizio di certi formati per fanBoy ultracinquantenni, ai testi. Non è un flop conclamato, e forse avrei potuto anche dargli la sufficienza, ma pesa l’aggravante di aver consumato tutto stò malloppone per la fiera dell’ovvio e dilungato.
La montagna che ha partorito il polpettone. Dal naso
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SPOILER
SPOILER
SPOILER
Parte #1Questa è senza dubbio la migliore. Eppure se si guarda bene, è poco più di un gialletto-urbano-poliziolosco in cui la parte del leone la fa Bloch, dimostrando cosa ci perdiamo sull’inedito. Sa catturare l’attenzione, tiene il ritmo, e anche la qualità dei dialoghi è buona, specie nelle interazioni tra Bloch (appunto) e Dylan. Di rilievo anche il ruotare sul concetto di (farsi)giustizia, ufficiale o personale che sia. Direi che traspare il mestiere di una volta di Mignacco.
Si potrebbe dire quasi lo stesso di M&G che qui danno il meglio perché non affiancati da collaboratori. Un paradosso se si pensa ai vantaggi che ha tratto
Piccatto da queste joint-ventures
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Parte #2Qui i disegni calano in modo imbarazzante. Le ultime scene nella clinica sono da denuncia. Chi fa da sé fa per due, ma buoni? Le cose a tre non
vengono sempre bene
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Si poteva sfruttare mooooolto meglio Bloch indagatore dell’incubo, che rimane una traccia solo malinconica, alla fine. Per il resto verte tutto sulla loffia ricerca, stradiluita e tappa-pagine, dello spirito leggendario del ricordante Dylan a zonzo per gli inferi, con tanto di burocrate bicefalo, guardie pistolcefale, etc. Non ne sentivo la mancanza di quest’ambientazione così cara al
Gualdoni che fu – a proposito, chissà se si ricorda dal suo Inferno attuale di una storia come
Viaggio Senza Speranza? Tra l’altro, questo fatto che le anime dell’aldilà siano tutte smemorate, è l’ennesima invenzione pretestuosa last-minute, strumentale alle necessità della trama, visto che potrei citare dozzine di albi in cui compare l’Uomo dai Due Volti e si vede l’esatto contrario. Mavabbeh…
In omaggio anche una scorpacciata abbastanza insulsa di personaggi-icona ripescati dai vecchi albi, ridotti a smemorati da puro svago ciarlante, giusto per ricordarci che ognuno deve patire le sue personali pene – lettori compresi? Pessimi per la loro inutilità Lillie, Virgil, e Dora; quasi salvabile Bree, che almeno rimane spiritosamente
in character ed opera qualcosa, anche se dopo l’inseguimento terroristico sull’inedito, di quest’altra scorrazzata lunga 20 pagine con tanto di sfondamento del posto di blocco, ne avrei fatto volentieri a meno. La cosa migliore è senza dubbio il girone da film muto di Johnny Freak, artista bohèmien di strada, con tanto di didascalie calligrafate
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Comincia a scricchiolare l’impianto della vicenda quando ricompare Ronny Edge in fin di vita in clinica. Ma
dove è stato detto che soffriva di qualche grave malattia? Bah. Nella parte precedente correva come una gazzella in calore, lanciava coltelli vispamente, etc. Sullo stesso Ronny Edge siamo al limite della semi-incongruenza tirata per capelli (di un calvo) quando vuole tirare sotto con la bava alla bocca il povero Bloch a p.94.
Ma che gli aveva fatto di così male l’ispettore il giorno prima, durante lo scippo, senza riconoscerlo in viso e intimandogli soltanto “Alt polizia” (p.84) ? Devono esser parecchio permalosi stì delinquentelli di Soho…
Parte#3Adesso tutti i nodi devono venire al pettine. Di un parrucchino posticcio, ahimè
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Carine la premure della Trelko, anche se siamo a livelli di spiritismo piuttosto dozzinale. Il nuovo processo farsa è un’eco traslata di quello visto nella prima parte contro Cedric, ed ha un suo (buon) senso, come il confinamento di Dylan, tradito anche dalla “giustizia” ultraterrena.
Da quando torna Angela in scena (p.242) la vicenda sconfina nel pataccamento aggravato di serie D. Anche questa volta Mignacco
si scorda di fornirci la cartella medica (progressiva) di un suo personaggio, facendo scoprire di punto in bianco che il bue grasso e vigoroso Cedric d’improvviso si è ridotto ad una larva semi-putrefatta da 120 chili in meno. Ottimo. Poi Wells fa la ramanzina (in sogno) sull'utilità dei sogni a Dylan; più didascalico di questo c’erano solo i sottotitoli a pag777 del forum. Infine Lord Upton-Abbey vuota comodocomodo tutto il sacco rivelandosi stregone da operetta – ma quante candele continua a sperperare la Bonelli per queste scenette rituali per dodicenni imBuffyti? Pensavo che dopo
De Nardo avessero tirato la cinghia su questi tormentoni
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Alla fine si scopre che trattavasi panepane di patto-staffetta nel “
chi si sacrifica per chi” a catena, dove almeno Dylan ha avuto la facoltà di scegliere. 300 pagine per arrivare ad un semplice scambio di persona multiplo davanti alla mietitrice esiziale? Ideona! Colpissimo di sceneggiata! Ricordo storie brevi (v.
Syrus Renfield) dove ne bastavano meno di un decimo, e la cosa valeva molto di più per come era confezionato il prodotto, per non parlare di (almeno) una mezza dozzina di altre storie dove vengono sbagliati i nomi dei condannati agli inferi per errori burocratici d’archivio. Se il tempo è curvo, come dicono qui sopra, mi spiace aver incrinato la mia schiena sulla spalliera del letto per oltre 2 ore onde leggermi una cosa simile
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Conclusione pseudo-onirica più telefonata di un avviso di garanzia a Dell’Utri. Dylan riferisce paripari quello che già sappiamo a Bloch, e poi tutto da capo in
loop, sempre che non si metta in atto una variabile impazzita nel gioco degli infiniti universi possibili tramite una singola scelta/scena modificata. Io ne ricordo uno in cui un certo Mignacco metteva in scena lo stesso identico motivetto narrativo alla fine de
Il delitto perfetto, o forse sono l’unico a ricordare in questo inferno su misura? Per ora l’unico delitto perfetto è avermi fatto spendere quasi 7 euro per una storia che potevo recuperare ricucendo spezzoni di altre, molto più riuscite e quaglianti
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SE NON TI RICORDI DI ALOHA, ALLORA SEI CREPATO