Cravenroad7

Mi piace questo Chiaverotti, un thriller senza pretese...un numero leggerino ma che rileggo spesso e volentieri..

Perchè a suo modo il principe Skull mi ha sempre fatto paura, e mi metterei a urlare se me lo trovassi di fronte, uno dei più inquietanti cattivi della serie (e la copertina non gli fa giustizia)

Roi ottimo...la soluzione del giallo in effetti è facile da intuire, ma ovviamente io non ci ero arrivato..

Finale cattivo come piace a me..

Voto 7+

Un albo che si barcamena sul sei, grazie ai disegni e alle atmosfere "noir" davvero piacevoli.
Lettura godibile che pecca però di una prevedibilità pressochè ridicola, che Chiaverotti tenta di sviare in modo anche abbastanza ridicolo. Dylan è antipatico, non so perchè, ma è così in questo albo... antipatici i personaggi privi di spessore.

Allora
L'albo mi è piaciuto,anche se ho trovato inutile

Alla luce dei fatti non sono funzionali alla storia,sono serviti come riempitivo
Disegni bellissimi ,il principe Skull è molto inquietante e mi è piaciuto anche il finale ,lineare per una volta
Quanto ai giochi da tavolo,io giocavo sempre al Gioco dell'Oca ,ma penso che non c'entri

Buona cosa, disegnata dall'ultimo Roi veramente Roi, che scivola via senza troppe pretese e senza, viva Iddio, idee moraleggianti all'eccesso stile JF o simili.
Piaciuta.

Fa parte di un blocco di Dyd che mi mancavano e che ho recuperato in questi giorni.
L'albo secondo me è apprezzabile, i disegni fantastici...una nota negativa è la copertina (ma che faccia ha Skull?!?)

Storia molto "old school" che semina il sospetto fosse rimasta per anni in qualche cassetto in attesa di pubblicazione. Anche Roi sembra essere contagiato da quest'atmosfera da primi anni 90, eppure cupissima, rinverdendo i fasti del passato (ma che fosse in forma nel periodo ne era già prova "I peccatori di Hellborn"). Una gioia per gli occhi,pagina dopo pagina, in particolare pag. 16, la prima tavola di pag. 60 e in generale la fisionomia del principe Skull, davvero terrificante. Chiaverotti fa ancora una volta centro nel creare un antagonista particolarmente carismatico per Dylan e nel mantenere alta la tensione e un perenne senso di inquietudine per tutto l'albo; stecca però clamorosamente nello scoprire troppo presto le carte, suggerendo fin troppo apertamente la soluzione del caso al lettore. Non dimentichiamo però che questa è una storia smaccatamente horror e di fronte a un errore così macro si può chiudere un occhio (purtroppo non tutti e due, altrimenti voterei ottimo). Io moralismi e altre pippe mentali sui role play gamers, come leggevo nei commenti qui sopra, non ne ho visti proprio; emergono invece prepotentemente l'angoscia della solitudine e la frustrazione per i sogni irrealizzati che sono un po' il marchio di fabbrica chiaverottiano. Finale cattivissimo.
Per me, pur con tutti i suoi difetti, rappresenta una boccata d'aria fresca in un periodo di storie così così, quasi un dejà-vù del Dylan pre-100 che fa sentire un lettore di vecchia data, come il sottoscritto, a proprio agio.
Spiace leggere tutte queste stroncature e commenti negativi. Per me è un buon albo.

Effettivamente qui il Chiave ( ) riconfeziona lo schema (suo) consueto senza metterci molto in più.
Lo ajuta un divino Roi in splendida forma, ma la prevedibilità del resto azzoppa di brutto qualsiasi volo di fantasy-a.
Una storia buona per il periodo 80-120, ma che a cinque anni di distanza sa più di avanzo di magazzino, o di gioco in scatola tirato fuori dalle mensole della pre-adolescenza. Un Fantasmi in RPG che gira su dadi truccati o poco più.
Non per niente all'epoca aveva per la mente Brendon, e questa è una storia perfetta su quel filone narrativo, mentre viene frenata nella dimensione dylaniesca .

MASTER ALOHA

Eh, caruccia, ma niente di che. Un po' senz'anima, più che altro. Il principe Skull assomiglia un po' troppo al mostro di "Il mistero del Tamigi". Copertina di Stano tra le meno riuscite di sempre, nonostante i buoni accostamenti cromatici.

Ottime atmosfere, per me. Migliore di alcune Chiaverotte pre 100 e in generale godibile.
Peccato un Roi molto sbrigativo, con tantissimo bianco e praticamente sul viale del tramonto.

Godibile
7.5

Veramente una storia banale. Già dopo la prima vittima sapevo chi era l'assassino. Finale ridicolo.

Storia 5
Disegni 7,5

Leggendo "Il labirinto di Bangor" si torna adolescenti, quando i giochi di società ci avvicinavano ai coetanei molto più di quanto facciano oggi internet e i social (parla un over 30 nostalgico).

La storia mostra il talento kitch di Chiaverotti che, grazie soprattutto al talento scuro di Corrado Roi, mette in scena una storia che pur non essendo per nulla originale, sa intrigare e portarci a fare il tifo per i protagonisti.

Dylan in ottima forma, di quelli che ultimamente si vedono meno: indaga e fa domande. Difatti i dialoghi sono il punto forte di Chiaverotti: asciutti, senza fronzoli, da fumetto mensile. Distinta anche la copertina.

il labirinto di bangor
torna chiaverotti con una storia denardiana, sui giochi di ruolo, ma chiaverotti è più scorrevole e dylaniano di de nardo...
l'albo raggiunge una risicata sufficienza grazie ai disegni di roi, più ispirato del solito.....
la storia è modesta, però ha una patina retrò, da prima centuria di dylan dog, fa capolino il solito impiegato del catasto...
un finale meno scemo del solito e un controfinale cupo... perchè, in realtà, chiaverotti ci ha sempre saputo fare con queste storie adolescenziali, ci sguazza...
mi piace la copertina

voto 6

Storia che sembra presa da qualche polverosa scrivania... Dimenticata fra gli scarti di qualche anno prima... Nella pessima epoca in cui uscí, penso sia stata considerata un mezzo capolavoro ed un ritorno alle origini...
Bella, disegnata benissimo, trama coinvolgente ma assassino un pó troppo telefonato, anche se verso i 3/4 si arriva a sospettare anche degli altri personaggi... Bravo Claudio!
Le solite sue due pagine finali questa volta ci stanno a pennello, l'assassino ha quello che si merita
Voto 8 pieno... Visto il periodo horribilis anche 8.5

Quanto ca##o hai ragione...
Sono solo fumetti, per dirla alla Bennato...
QualchedunA, sì, mi riferisco alle Signore Scrittrici di libri Barbara e Paola, dovrebbe ricordarselo nella stesura della sceneggiatura...

Per quanto mi riguarda un albo ottimo, come spesso quelli di Chiaverotti.
Una storia di investigazione, dove gli incubi, sono quelli veri, senza eccedere nel soprannaturale, come molti autori, o nel fantastico bislacco, come spesso ha fatto Sclavi nelle ultime storie.
Sarà che ho giocato per anni a giochi di ruolo, ed è partito anche un po' di effetto nostalgia, ripendomi con i miei amici, alcuni dei quali ancora giocano, a quasi cinquant'anni, quando per quelle due o tre ore, dimentichi tutti i problemi e ti immergi in un mondo dove puoi essere chi vuoi.