Cravenroad7

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#369 - Graphic Horror Novel
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 Oggetto del messaggio: Re: #369 - Graphic Horror Novel
MessaggioInviato: lun giu 05, 2017 11:18 am 
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Iscritto il: ven ott 10, 2014 1:54 pm
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julius94 ha scritto:
Papercop ha scritto:
Comunque secondo me adesso Ratigher gira per le strade sorridendo e annuendo complice. "Sì, chiaro, eheheh, l'ho fatto apposta!" :wink:
Ma poi, quando si chiude alle spalle la porta di casa, si porta le mani sul volto e piange disperato. Sul telefono 38 chiamate perse di Giuseppe Montanari.

Dai, a me sembra abbastanza palese che la cosa sia voluta, soprattutto nel finale, quando Dylan fa la ramanzina all'autore. Recchioni, che evidentemente ne avrà discusso con Ratigher, ha capito il senso della storia e ha pensato bene di impiegare due (tre) disegnatori diversi, affidando la storia realizzata dal fumettaro fallito all'inossidabile duo più amato/odiato del fumetto italiano


Chiaramente cosi'.


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 Oggetto del messaggio: Re: #369 - Graphic Horror Novel
MessaggioInviato: lun giu 05, 2017 11:36 am 
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Iscritto il: lun apr 23, 2007 1:18 pm
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bertuccia ha scritto:
julius94 ha scritto:
Informazione di servizio: le recensioni di alcuni utenti sono state pubblicate (a loro nome) nei commenti sul blog di Ratigher da qualche flamer di professione:
https://ratigher.blogspot.it/2017/05/dyd-369-e-dyd-in-generale.html?showComment=1496479744323#c7087792784109975247

Gli utenti "citati" sono: Rimatt, Aleksandr, Simone, Cyber Dylan, Ramingo e Drake.



Ma come si permettono????



Non finisco di rimettere piede in CR7 che mi trovo invischiato in questa storia :| :|
...poco importa.. :roll:
tanto il Magister e tutta la sua cricca mi hanno già bannato/bloccato da molto tempo :tc:

edit: un saluto a Survivor ed a Bo.82 :)

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Il Sindaco !

#siamotuttihater


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 Oggetto del messaggio: Re: #369 - Graphic Horror Novel
MessaggioInviato: lun giu 05, 2017 12:10 pm 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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@Lestardiparacult

L'albo lo rileggo - se ho voglia -anche senza bisogno dei tuoi inviti illuminati da parvenu critico dell'ultimora, a proposito di fuffa non argomentata e ridondante. Tu confondi l'analisi altrui col giudizio, ma non fartene un cruccio: sei in buona compagnia qui sopra. Continua ad offendere e sarai ripagato con tanti di quegli sciacquoni della stessa moneta defecante. Ti auguro che la tavoletta del wc sia di marmo molto resistente, perché a furia di rosicare potrebbe consumarsi.

Adesso meglio se la chiudo qui e rispondo a qualcuno che realmente mi interessa.

Dear Boy ha scritto:
A me Dylan piaceva perché sviscerava il nostro disagio esistenziale e non quello di una specifica categoria professionale.


Speriamo che almeno guariscano dopo tutte queste sedute di auto-analisi.
Io non ci spero troppo, visto che tramite la masturbazione mentale il loro nico obiettivo è sbeffeggiare il lettore nella smania di protagonismo meta-demiurgico. E stringersi la mano tra loro, inumidita dal genio solidale dopo lo strofinamento :? .

Papercop ha scritto:
Premesso che a me la storia è piaciuta, aggiungo due cose:
1) Se l'intento fosse stato davvero quello, la storia avrebbe dovuto avere un tono e una sceneggiatura meno in linea con il "Corso Recchioni", di cui rappresenta invece una prova molto riconoscibile.
2) Se davvero è andata così, la trovata non ha funzionato un granché. Perché permane il dubbio sia a livello di trama (la cosa non viene esplicitata) sia a livello di esecuzione (non tutti concordano sulla "scarsezza" della parte flashback). Rimarrebbe una cosa in bilico, destinata a scontentare una buona fetta di utenti, che non si accontenterebbero della "furbata".


Come siano andate realmente le cose, nel making of, nessuno verrà a raccontarcelo per esteso in trasparenza.

Potrebbe trattarsi di ripensamento/ricollocamento furbesco (v. cosa dice Altair sul camuffaggio postumo di Trash Island) come di una cosa architettata a tavolino in origine; per me poco cambio nella resa risultante, quella del prodotto finale :| .
E come diceva V.M. qualche pagina fa, ed alludi pure tu, alla fine se volevano davvero calcare l'intento parodico, si doveva metter in scena un registro diverso, più brillante e sboccato/distaccato, contro il "genere". Invece qui molto pare farina scaduta del sacco (bucato) di un campionario di idee stantie, inciampanti, sconnesse ed appiccicate alla meno peggio, per quanto riguarda la storia ignobile disegnata da M&G.
Basti vedere tutte le incongruenze dietro il personaggio di Darren, che piange di coccodrillo quando è consapevole di aver trucidato il suo capo, oppure sembra consapevole delle efferatezze che ha compiuto per vile denaro/visibilità, quando invece si dà ad intendere che queste siano dovute alla possessione. Mediocrità che ricama su stessa con vistosa nonchalance.

C'è da dire una cosa però a parziale discolpa: alla fine la storia di rimbalzo che vediamo è stata disegnata da un Darren non proprio lucido, lì nel cesso. E' probabile che molte cose derivino da una forma di 'inaffidabilità' narrativa intrinseca alla situazione, un punto di vista deforme e deformante. Per cui non mi meraviglierei se lui stesso ha ritoccato banalmente quello che è davvero successo, come l'esempio pietoso del Dylan-Giudice infernale - pataccata allegorica che non sta né in cielo né sottoterra :x: - che lo respinge per sempre nei bagni pubblici, con una sorta di contrappasso improvvisato. Ignorando tra l'altro la questione scottante del patto col demone e cosa questi gli avesse chiesto in cambio del successo.

Anche questo rientra nella furbata degli alibi autocompensatori nel meta-racconto.

HO SCRITTO ALTRI ALOHA CHE VOI UMANI...

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 Oggetto del messaggio: Re: #369 - Graphic Horror Novel
MessaggioInviato: lun giu 05, 2017 12:22 pm 
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wolkoff ha scritto:
@Lestardiparacult

L'albo lo rileggo - se ho voglia -anche senza bisogno dei tuoi inviti illuminati


Perfetto. Beh chiaro, se hai voglia. Si capisce. Io mi limito a consigliare, visto che l'albo merita e ben si presta a una rilettura attenta e senza pregiudizi.
Grazie per l'illuminante, così mi lusinghi.

Non sprecare energie nelle offese. Primo, perchè non mi fa specie alcuna. Secondo, perchè le trovo terribilmente noiose.

Dai, spero di poterne riparlare dopo una seconda lettura e magari potrebbe esserci un cambio di prospettiva. Non si può mai sapere...


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 Oggetto del messaggio: Re: #369 - Graphic Horror Novel
MessaggioInviato: lun giu 05, 2017 1:02 pm 
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Cita:
Non sprecare energie nelle offese. Primo, perchè non mi fa specie alcuna. Secondo, perchè le trovo terribilmente noiose


Ussignùr: perdonami per la terribile noja indotta, ma non credo di scrivere per il tuo intrattenimento. Né mi curerei mai di farlo. Se però mi paghi garantendomi suc-cesso potrei forse cambiare idea. Chissà che non abbia qualche meta-talento nascosto.

Lo ripeto: non conviene ribattere questo bordone, sarai ripagato sempre con gli interessi, e gli unici ad annojarsi saranno i poveri altri forumisti. E poi piantiamola col ritornello bolso del 'pregiudizio': dopo certi suoi albi, se avessi avuto dei pregiudizi contro la Baraldi, l'ultimo di Aprile non avrei dovuto neanche aprirlo. Invece mi è piaciuto molto e l'ho pure difeso, in barba alle prevedibili/pregiudiziali ramanzine bacchettone che mi vengono fatte puntualmente qui dai soliti rosiconi.
Di sicuro invece se rileggessi questo albo, al (poco) divertimento iniziale emergerebbero altri dettagli di sconforto. Non so anche quanto ciò convenga alla sua incensazione :roll: .

CI RIPENSO TRA UN ALOHA, NEL FRATTEMPO CORRO IN BAGNO.
QUALCHE PIASTRELLA NON QUADRA.

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 Oggetto del messaggio: Re: #369 - Graphic Horror Novel
MessaggioInviato: lun giu 05, 2017 1:04 pm 
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Iscritto il: dom ott 18, 2015 11:10 am
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Dear Boy ha scritto:
A me Dylan piaceva perché sviscerava il nostro disagio esistenziale e non quello di una specifica categoria professionale.


Massì, su questo sono fondamentalmente d'accordo. E lo dico da appartenente —più o meno— alla suddetta categoria.
Ma questo è un discorso ampio. Quando una forma espressiva raggiunge un certo grado di mainstream (è successo molto prima col cinema e con molto ritardo all'arte "sorella" fumetto), è naturale che generazionalmente arrivi il momento dei Nerd; e qui uso il temine in senso descrittivo, non necessariamente dispregiativo. C'è una grandissima differenza tra il cinema di Welles e Wilder da una parte, e quello che da Coppola arriva a Tarantino dall'altra. Le prime generazioni di cineasti provenivano da esperienze e da mondi culturali diversi, e vedevano il cinema come una nuova forma espressiva in cui riversare l'eterogeneità del proprio bagaglio culturale. Era un mezzo per parlare del mondo, non (solo) delle proprie magnifiche ossessioni. I secondi sono autori nati e cresciuti all'interno di una cultura cinematografica: per loro il cinema era un fine, più che un mezzo, e rappresentava la quasi totalità dell'orizzonte. Naturale che ai primi il sollazzo metacinematografico importasse limitatamente: potevano incorrerci, giocarci, ma difficilmente ne facevano un esercizio masturbatorio: il loro orizzonte comprendeva molto altro. Sui secondi (e sulla generazione di critica cinematografica loro coetanea), invece, il gioco intorno al linguaggio e alla cultura cinematografica esercita il potere seduttivo del più prelibato dei nettari. I migliori sanno guardare anche oltre, i peggiori ci si impastoiano facilmente.
Recentemente il fumetto, mercé il cavallo di Troia del [errata corrige per l'editoriale: è maschile, ormai lo sanno persino i giornalisti] Graphic Novel, sembra essersi guadagnato un posto al tavolo degli adulti (nel nostro paese conserva ancora qualche residuo sospetto di puerilità, perché siamo davvero gnucchi). È il turno, finalmente, della Generazione Nerd. Direi che pochi potrebbero esemplificare meglio del binomio Sclavi/Recchioni questo scarto: possiamo dire di godere di un osservatorio privilegiato.
Sclavi proveniva soprattutto dal mondo editoriale: per lui (e per la sua generazione) il fumetto era uno dei media nell'aria: amato, importante, ma non certo esclusivo. Per me stesso, bimbo lettore, il primo Sclavi non è quello di Dylan Dog, ma quello della PaleXtra dei Lettori sul Corriere dei Piccoli dei primissimi anni Ottanta. Era, in sostanza, una divertentissima lenzuolata di posta dei lettori, gestita quasi con piglio da DJ. Il tono era identico a quello dei redazionali di Dyd, e Groucho era già udibile in sottotraccia (e no, non aveva sonorità infere: quello è un problema degli sceneggiatori che non sanno maneggiarlo). La sua voce di scrittore di fumetti all'alba dell'86 era ancora in fase di rodaggio. Con Dylan Dog si può dire che l'abbia trovata (eccome).
Per Sclavi i (tantissimi) riferimenti culturali interni ed esterni al fumetto erano qualcosa da lasciar trapelare con discrezione, in un gioco di citazioni tra il pudico e il sornione, o anche da dissimulare con una buona dose di paraculaggine, quando si trattava di (eccellenti) scopiazzature.
Per Recchioni rappresentano (o almeno così mi pare) un bagaglio da affastellare bulimicamente proprio per giustificare e innalzare il valore di un media che si sente ancora, di fondo, come "minore" (confrontare, prego, gli spazi redazionali del primo con quelli del secondo). E in questo, in sé, non c'è niente di male, se il pubblico di riferimento è quello dei nuovi (giovani) lettori: possiamo vedere i nuovi editoriali come utili consigli d'ascolto e di lettura. Per noi vecchiacci, però, è difficile non sentire un'ansia di autonobilitazione non petita, se non addirittura quel vago retrogusto di arrampicata sugli specchi in sede d'esame alla Enrico Fiabeschi (bisogna riconoscere che però Fiabeschi era messo molto peggio. ah, a proposito, la battuta fumettista/rockstar viene da Pazienza).
Ma, volgendoci verso l'opera vera e propria, concordo con chi su questo forum (chi era?) scriveva che leggere Mater Dolorosa gli dava la sensazione di avere qualcuno appollaiato sulla spalla che gli diceva continuamente: "Và che figata ci ho buttato dentro! Guarda qua! Cogli? E questa l'hai riconosciuta? Guarda cosa dice adesso!"
Un'esperienza così, insomma:
Immagine
...Che tirata per un centinaio di pagine, stufa.
Diciamo che quando leggo i fumetti di Recchioni mi sembra di essere seduto al cinema in prima fila, accanto agli altoparlanti, con le spalle punzonate dagli stivaletti country di un tipo spaparanzato nel sedile dietro di me.
Ratigher, invece. Riguardo a Ratigher, il discorso, secondo me, è un po' diverso: lo conosco, come autore, da qualche anno (e il merito è proprio del blog di Recchioni), e trovo che sia un bravo fumettista, capace di produrre dei contenuti interessanti. Il suo stile di scrittura (e di disegno) è volutamente urtante. Gioca col citazionismo e con quella maniera che rientra nell'inflazionatissimo e vaghissimo concetto di [post-post-post-post-post-∞]postmoderno, in cui sembra di non incontrare mai un contenuto che non sia messo in discussione da qualche didascalismo voluto o da qualche sfondamento di parete, perché tutto è già stato scritto, e nessuna parola suona più vera. Ma non mi pare che lo faccia in modo gratuito. Si diverte a fare il punzecchiatore (vedi il suo Bimbo Fango, piccolo indagatore di cattive coscienze munito di tridente) di costumi e di abiti —e alibi— ideologici, e secondo me lo fa piuttosto bene. In particolare alcuni suoi dialoghi mi ricordano (fatte le debite proporzioni) quelli dei personaggi romanzeschi di Altan (Colombo, Franz). Il suo registro è sarcastico/caricaturale, e non è affatto detto che voglia, o sappia, uscirne.
Né, soprattutto, è detto che possa funzionare su Dyd. Alla prova dei fatti, per il momento direi di no. Pur partendo con buone aspettative, mi rendo conto che entrambe le sue storie mancano del godimento immediato che un buon racconto deve saper dare, al di là di tutta l'esegesi che si possa fare a posteriori. Esegesi che, per un fumetto popolare, non è comunque dovuta, senza voler sminuire il genere.
Aggiungo che gran parte della fatica che incontro nel leggerlo deriva dal contrasto con i partner disegnatori (in particolare M&G e Baggi: Bacilieri è talmente bravo da sapersi mettere perfettamente al servizio di qualunque trama). Mi piacerebbe vederlo ai testi e disegni, ma questo potrebbe avvenire solamente al di fuori della serie regolare.


Ultima modifica di Felix il lun giu 05, 2017 3:20 pm, modificato 4 volte in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: #369 - Graphic Horror Novel
MessaggioInviato: lun giu 05, 2017 1:15 pm 
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Iscritto il: ven ott 10, 2014 1:54 pm
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wolkoff ha scritto:
Cita:
Non sprecare energie nelle offese. Primo, perchè non mi fa specie alcuna. Secondo, perchè le trovo terribilmente noiose


Ussignùr: perdonami per la terribile noja indotta, ma non credo di scrivere per il tuo intrattenimento. Né mi curerei mai di farlo. Se però mi paghi garantendomi suc-cesso potrei forse cambiare idea. Chissà che non abbia qualche meta-talento nascosto.

Lo ripeto: non conviene ribattere questo bordone, sarai ripagato sempre con gli interessi, e gli unici ad annojarsi saranno i poveri altri forumisti. E poi piantiamola col ritornello bolso del 'pregiudizio': dopo certi suoi albi, se avessi avuto dei pregiudizi contro la Baraldi, l'ultimo di Aprile non avrei dovuto neanche aprirlo. Invece mi è piaciuto molto e l'ho pure difeso, in barba alle prevedibili/pregiudiziali ramanzine bacchettone che mi vengono fatte puntualmente qui dai soliti rosiconi.
Di sicuro invece se rileggessi questo albo, al (poco) divertimento iniziale emergerebbero altri dettagli di sconforto. Non so anche quanto ciò convenga alla sua incensazione :roll: .

CI RIPENSO TRA UN ALOHA, NEL FRATTEMPO CORRO IN BAGNO.
QUALCHE PIASTRELLA NON QUADRA.


Ok ti perdono, e magari ne riparliamo. Anche perchè l'albo in questione ripeto, merita.


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 Oggetto del messaggio: Re: #369 - Graphic Horror Novel
MessaggioInviato: lun giu 05, 2017 1:30 pm 
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Iscritto il: mer mag 04, 2011 3:00 pm
Messaggi: 2158
Mi sa che sto invecchiando perché comincio a faticare pure a leggere il forum.

_________________
l tuoi noti "sarcasmo" e "voglia di flammare" non attaccano con me. (cit.)

Quindi, sgarbato Dear?
Sì, come al solito.
Sta dicendo cose assurde?
Per niente. (cit.)


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 Oggetto del messaggio: Re: #369 - Graphic Horror Novel
MessaggioInviato: lun giu 05, 2017 5:35 pm 
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Iscritto il: dom ott 18, 2015 11:10 am
Messaggi: 80
Dear Boy ha scritto:
Mi sa che sto invecchiando perché comincio a faticare pure a leggere il forum.


Se è colpa del mio periodare elefantiaco, involuto e ammazza-thread me ne scuso profusamente.
Quando comincia a far caldo mi prende così :D


Ultima modifica di Felix il lun giu 05, 2017 6:50 pm, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: #369 - Graphic Horror Novel
MessaggioInviato: lun giu 05, 2017 5:46 pm 
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Iscritto il: lun giu 25, 2012 3:23 pm
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Località: Galluzzo
Papercop ha scritto:
Dylan la ramanzina all'autore la fa nel flashback, quindi è parte stessa della storia "mediocre". In pratica sarebbe il disegnatore che si dà del mediocre da solo, peraltro in una scena tutt'altro che scadente.

L'autore sta narrando quello che è successo (o quello che immagina sia successo) e, più o meno consciamente, sta facendo autocritica, perché nel profondo sa di aver perso il suo talento (se mai ne ha avuto).
Cita:
1) Se l'intento fosse stato davvero quello, la storia avrebbe dovuto avere un tono e una sceneggiatura meno in linea con il "Corso Recchioni", di cui rappresenta invece una prova molto riconoscibile.

A me sembra che il tono della sceneggiatura, più che adeguarsi al Corso Recchioni, se ne prenda gioco (bonariamente, eh!); insomma, per me i vari riferimenti al Rrobe e alla sua filosofia fumettistica sono simpatiche prese per il culo piuttosto che sviolinate da yesman.
Cita:
2) Se davvero è andata così, la trovata non ha funzionato un granché. Perché permane il dubbio sia a livello di trama (la cosa non viene esplicitata) sia a livello di esecuzione (non tutti concordano sulla "scarsezza" della parte flashback). Rimarrebbe una cosa in bilico, destinata a scontentare una buona fetta di utenti, che non si accontenterebbero della "furbata".

Secondo me la cosa viene esplicitata abbastanza, sia nella storia (la ramanzina di cui sopra) che nei disegni (l'impiego tattico, probabilmente a loro insaputa, di Montanari & Grassani). A livello di esecuzione, a mio parere la storia nella storia è molto fiacca: personaggi stereotipati, svolgimento lineare, finale a dir poco banale (Dylan che emerge dall'ombra della stanza con la soluzione in tasca, roba da gialletto di quart'ordine). Sembra quasi che Ratigher abbia voluto adeguarsi alla qualità media di un pessimo maxi. Invece, nella storia di cornice l'autore si dimostra molto più libero e abile nella gestione della pagina (la gabbia bonelliana è praticamente assente, tranne nel finale, in cui incarna l'ideale contrappasso per il fumettaro dall'ego troppo gonfiato) e nell'utilizzo dei mezzi espressivi fumettistici. Insomma, la cesura tra cornice e storia mi pare molto netta, il che rinforza la mia impressione che la storia dentro la storia sia stata scritta male apposta.
Cita:
Per me il fatto che non ci abbia pensato, per chiarirci, è un punto a favore di Ratigher.

Alla fine sembra che abbiamo apprezzato entrambi la storia, ma per motivi diversi :)
A questo punto solo un intervento dell'autore stesso potrebbe porre fine alla questione.

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"Si può dire allora che la storia possiede un'architettura, Hinton? È un'ipotesi grandiosa e terribile."


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MessaggioInviato: lun giu 05, 2017 5:53 pm 
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Iscritto il: mer apr 17, 2013 11:22 am
Messaggi: 991
Località: Corbetta
Ciao a tutti,

finalmente dopo un ottimo weekend a Napoli mi posso inserire nelle atmosfere di questo Dylan Dog. Prima di farlo comincio con qualche parola sulla

COPERTINA: Il valore di Cavenago non si discute. E' una ottima copertina. Forse mi sono abituato a questo stile e a queste bellezze che mi sembra meno bella rispetto alla precedente. Rimane comunque una copertina di ottima fattura che ha il pregio di "non avere" al suo interno Dylan Dog, in quanto è presente non come protagonista ma ritratto su diversi poster. Voto 8.

STORIA

Comincio ora con la disanima della storia pagina per pagina. Come sempre attenzione agli

SPOILER SPOILER SPOILER

Pag 5-13: Che dire? E' un gran bell'iniizo con delle tavole veramente spettacolari. Solitamente non amo Bacilieri ma questo tratto mi piace veramente molto. Il "protagonista" si fionda in questo bagno senza ricordare nulla di quello che gli è accaduto prima. L'inizio non è male. Sicuramente non originale ma ben orchestrato e sceneggiato. Si sente proprio la tensione crescere, oltre che per i disegni, anche per la sceneggiatura. La grandezza delle vignette è diversa dalla solita gabbia bonelliana e credo non sia casuale il fatto che da pagina 5 vi sia la struttura 1-2-3-4-3-2-1 dove i numeri rappresentano il numero delle vignette presenti per pagina. In questo modo il ritmo aumenta fino a pagina 8 per poi diminuire un pò a pagina 11. LA pagina 11 è chiaramente composta da più vignette però la considero come una sola grande vignetta con i 6 particolari sugli oggetti che ha il protagonista.

Pag 14-18: L'uomo nel bagno fino a 6 giorni prima era (è) un fumettista. Sembra piuttosto famoso e sicuramente non è molto una bella persona... anzi mi sembra un pò stronzetto. Qui possiamo intuire che è successo qualcosa di strano. Vi è stato un omicidio anzi più di uno.

Pag 19-27: Nelle prime tre pagine mi è piaciuto molto lo scambio di battute tra Dylan e Darren. Ritrovo con piacere un Dylan brillante degli inizi che non si limita ad ascoltare il cliente ma mette un pò anche alla prova il cliente e quando ne trova uno stronzo scende tranquillamente sul suo livello ma con classe e stile. A pagina 22 c'è qualcosa che non capisco. Darren dice che hanno ucciso la vittima con un colpo di martello e DOPO lo hanno tagliuzzato. Nelle vignette successive invece i tagliuzzamente avvengono con la vittima ancora viva. O è stato un errore di sceneggiatura (cosa che non credo- sarebbe troppo evidente) o probabilmente hanno carattere evocativo o tale vignette sono quelle rappresentate nella graphic novel di Darren. In effetti sono le amputazioni che sono simili a quelle presenti nella graphic novel e da nessuna parte è scritto che anche nel fumetto la vittima abbia preso una martellata in testa.
In generale le battute di Groucho non sono proprio belle ma sono frizzanti e ben ritmate. In questo primo terzo i dialoghi sembrano "migliori" rispetto a quelli del numero precedente, ovvero più realistici.

Pag 28-35: Anche qui, nonostante non accada nulla di particolare, c'è un buon ritmo e si lascia leggere molto bene. In effetti cambiare "scene" ogni due o tre vignette garantisce dei cambi di ritmo che non distolgono l'attenzione dalla lettura e ne mantengono sempre alto l'interesse. Mi è piaciuta anche la gestione di Rania. E' abbastanza chiaro che l'obiettivo sarà quello di fare avvicinare questi due personaggi per, sicuramente farli innamorare. Poi se faranno coppia fissa oppure no chi lo sa. Certo, abbandonare il classico Dylan trombaiolo un pò mi dispiacerebbe però non ci vedo niente di totalmente anormale. Modesto il nostro scrittore. Addirittura il premio Nobel!!!

Pag 36-41: Interessante che già qui Darren si chieda se sta ricordando o se stia inventando. In effetti questo pensiero potrebbe mescolare le carte... la mia lettura ora è un pò più interessata in quanto mi interessa ancora di più non solo arrivare cronologicamente al punto di queste pagine ma anche capire come ci si arriva. In effetti il fatto che uno per ricordare si mette a disegnare non è proprio normale. Sono cose semplici ma mi piace molto il fatto che in generale i passaggi tra i due diversi livelli di realtà avvengono sempre in prossimità delle pagine dispari così da creare la suspence necessaria all'azione umana del girare la pagina (Impara Gigi, impara :-) ).

Pag 42-54:C'è del tenero tra Darren e Marion? Le pagine tra 45 e 47 mi hanno fatto sganasciare dal ridere. Questo è per me un buon uso di Groucho. Non un semplice sparabattute come nello scuotibare ma proprio un istrione che usa Dylan come spalla per le sue freddure. In tal senso queste tre pagine mi hanno molto divertito. Mentre non ho ben capito la pagina 48. Nel senso che è una pagina passatemi il termine "inutile" usata come riempitivo. Nel senso che serve a creare un immagine di Dylan che si muove ma non è un movimento di indagine ma un semplice movimento dato dal fatto che Dylan deve andare da una persona... per dire anche in "Dopo Mezzanotte" c'è una pagina con 9 vignette in cui Dylan si muove in silenzio. Ma lì serve per far capire il tempo che passa e la noia che prova Dylan, qui a rigor di logica poteva essere tranquillamente saltata. Il dialogo con Marion serve per presentare dei possibili nemici che possono avere voluto la morte delle persone ammazzate per vendetta nei confronti di Darren. Ne ha da indagare il buon Dylan :-) !! Mi è piaciuta anche la pagina 54 con i due furti di Dylan. Non so perchè ma anche qui ho rivisto il vecchio Dylan scanzonato.

Pag 55-63: Questa parte è invece quella che mi è piaciuta meno ed è molto più simile alla scena del funerale presente in "In fondo al male". Personaggi stereotipati e molto esagerati (Ben Ballett ubriaco e quell'altro ancora più stronzo di Darren). E' anche piena di luoghi comuni e l'ho trovata poco ispirata. C'è anche Rania che si butta in una critica del capolavoro di Darren. Probabilmente Ratigher fa apposta a esaltare questa stereotipizzazione. Non dico che non sa sceneggiare (lo lascio fare ad altri). Fatto sta che non mi piace particolarmente. Per quanto riguarda Rania non mi stupisca che beva un pò (essere musulmani non significa non potersi lasciare andare a un cocktail ogni tanto) ma mi stupisce il suo essere troppo civettuola con Dylan e Darren. In generale capisco che nell'albo precedente Dylan le abbia salvato la vita e quindi in una ottica di continuity ci sta questa suo modo di essere però non mi convince particolarmente. E' però anche vero che non si possono spendere molte pagine nel descriverla e nel descrivere l'evoluzione del suo rapporto con Dylan altrimenti mi diventa un fumetto romantico!!

Pag 64-69: Perchè interrompersi così bruscamente se hai sete? Non mi è piaciuto il modo in cui interrompe la scrittura... mi sarebbe bastato anche un semplice "Sete!!" Finezze niente di che! Mi è invece piaciuto moltissimo la scena del pesce (avrà a che fare con la moria di pesci detta da Marion in precedenza?) e le parole "Prima del nero c'era il bianco, prima del bianco c'era la paura, prima della paura non c'era niente." Per chi di voi scrive questa frase è molto parlante di ciò che prova uno "scrittore" (tra virgolette perchè non posso certo definirmi uno scrittore ma un uomo che scrive per diletto - citando il buon Mengacci). Prima della pagina scritta o disegnata c'è il foglio bianco. Prima del bianco c'è la paura (una paura di non riuscire a scrivere qualcosa che ci piaccia, paura di non avere l'idea) e prima della paura c'è proprio il nulla. L'assenza di idea, l'assenza di storia, l'assenza di tutto. Molto bella questa frase. Grazie Ratigher!

Pag 70-89: Perchè Carpenter deve sempre fare la figura del coglione? Il suo interevento sul fatto che lui non riuscirebbe a riconoscere un suo collaboratore in queste condizioni non fa pensare che abbia molto acume. Lui è la rockstar del fumetto, Romina è una bella donna... fai due più due no!!!
Un altro dubbio. Non tanto chi ha ucciso Romina ma soprattutto, chi la ha uccisa, come ha fatto a metterla lì? NEl senso che è in bella vista e comincia a gocciolare solo quando arriva la ex moglie di Darren? E prima non gocciolava? Insomma questa scena mi suona da un punto di vista realistico un pò incongruente. A pagina 75 Ratigher cita Recchioni... un pò paracula... ma ci sta dai!! In questa fase Dylan è molto "attivo", nel senso che è sicuro che l'assassino sia Darren e lo colpisce subito. Questa scena è un pò strana nel senso che non capisco se in character o meno. Interessante invece chi possiede DArren ovvero l' Autore con la A maiuscola, colui che permette di scrivere mediante una sorta di patto con il diavolo una storia che possa essere riconosciuta da tutti come capolavoro. E non solo permette di scrivere una grande opera. E' qualcosa di più... permette anche di far guadagnare l'autore (volutamente minuscolo) in termini di soldi e notorietà. Sembra quindi che gli omicidi NON siano stati compiuti da Darren (lui infatti non se li ricorda). Non avrebbe neanche potuto farlo in quanto nell'ultimo omicidio lui è sotto la morta e non avrebbe potuto mettere il cadavere di Romina in quella posizione. L'Autore può passare da una persona all'altra (o meglio da un corpo all'altro) e quindi credo che l'omicidio di Romina non sia stato compiuto da Darren ma dall'Autore che è entrato in possesso di un corpo umano per espletare la sua opera(non so se sia corretto, voi che ne pensate?).

Pag 90-98: ..... Mmhhh il finale mi ha lasciato spiazzato. Devo a tutti gli effett riordinare le idee su questa storia. Per far ciò mi pongo delle domande e provo a darmi delle risposte.

Chi ammazza le tre vittime? E come?

Secondo me è l'Autore. Sul come immagino lo faccia attraverso diverse possessioni. Mi viene questo dubbio guardando l'ultimo omicidio, come ho descritto sopra. Comunque non mi torna l'ultimo omicidio da un punto di vista realistico e sul modo in cui è stato scoperto.

Ragionandoci un pò mi vengono in mente tre ipotesi per l'interpretazione di questa storia:

Hp1: Il fumettista uscendo dal bagno si trova nello spazio bianco. L'inferno per ogni fumettista. In quanto lì nello spazio bianco il fumettista non esiste, esiste solo il lettore. Il fumettista lì non può fare altro che impazzire.

Hp2: Il fumettista si trova nello spazio bianco, inteso come foglio vuoto. Si ritrova quindi laddove non può esistere in quanto ancora non esiste la storia (la parte nera - se vogliamo) Il fumettista si rende conto di non avere più le capacità di riempire questo spazio bianco in quanto non è più posseduto e quindi non ha più la creatività di potere scrivere un capolavoro. E quindi un finale non tanto metafumettistico quanto simbolico. Il protagonista impazzisce perchè non riesce più a fare quello che ha fatto negli ultimi anni.

Hp3: La crisi del fumettista è in realtà la crisi di Ratigher (che potrebbe essere l'Autore) il quale arrivato all'ultima pagina non sa più cosa scrivere e come far finire l'albo. Allora mette in maniera simbolica il suo sconforto nel non riuscire a trovare un finale attraverso un ultima pagina totalmente bianca

Spoiler!
(un pò come fece Recchioni con John Doe nell'ultimo numero)

Solo che lì Recchioni voleva fare in modo di lasciare il finale ai lettori, qui invece Ratigher si mette nel finale in quanto si trova egli stesso nello spazio bianco dell'ultima pagna
.

La quarta ipotesi è che io stia impazzendo e stia dicendo una marea di stronzate. Anzi forse questa è sicuramente una certezza!! :-) :-)

Nel complesso è un albo a cui dò BUONO. Non so se 7 o 8. Poco importante. Non è un capolavoro in quanto ci sono dei punti che mi sono oscuri o non mi sono piaciuti:

1- Il finale;
2- La dinamica del terzo omicidio;
3- La scena della festa

Altre cose invece mi sono piaciute. La sceneggiatura come ritmo è brillante e ben scandita e si lascia leggere molto bene.

Questo seconda prova di Ratigher mi è piaciuta complessivamente. Mi piacerebbe che Ratigher venisse qui sul Forum a spiegarci un pò cosa aveva in mente quando ha scritto questa storia.

I disegni di Bacilieri sono veramente belli. Un pò meno quelli di M&G. Devo dire però che a me non sono mai piaciuti più di tanto anche nei primi tempi. Limite mio ma preferisco altri disegnatori.

Ciao e se siete arrivati fino alla fine mi congratulo con voi!!!

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Il mio testamento dovrà contenere non ciò che voglio lasciare quando morirò ma ciò che voglio trovare quando tornerò.

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MessaggioInviato: lun giu 05, 2017 6:30 pm 
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julius94 ha scritto:
Secondo me la cosa viene esplicitata abbastanza, sia nella storia (la ramanzina di cui sopra) che nei disegni (l'impiego tattico, probabilmente a loro insaputa, di Montanari & Grassani). A livello di esecuzione, a mio parere la storia nella storia è molto fiacca: personaggi stereotipati, svolgimento lineare, finale a dir poco banale (Dylan che emerge dall'ombra della stanza con la soluzione in tasca, roba da gialletto di quart'ordine). Sembra quasi che Ratigher abbia voluto adeguarsi alla qualità media di un pessimo maxi. Invece, nella storia di cornice l'autore si dimostra molto più libero e abile nella gestione della pagina (la gabbia bonelliana è praticamente assente, tranne nel finale, in cui incarna l'ideale contrappasso per il fumettaro dall'ego troppo gonfiato) e nell'utilizzo dei mezzi espressivi fumettistici. Insomma, la cesura tra cornice e storia mi pare molto netta, il che rinforza la mia impressione che la storia dentro la storia sia stata scritta male apposta.


No, mi dispiace, ma con tutto l'amore per Ratigher io l'alibi della storia "scritta male da Dio" non glielo concedo. Dove i dialoghi sono deboli, i motivi sono altri.
E non parlerei neanche di un rapporto "codificato" tra la grandezza dell'autore e i suoi sperimentalismi nell'impaginazione. Che vi ha fatto di male 'sta gabbia Bonelli? Sia Watchmen che Città di vetro se ne stanno chiusi dentro gabbie che più rigide non si può, ma non li definirei né narrativamente banali né popolari (soprattutto il secondo, intellettualistico al limite di una certa pretenziosa vacuità).
Però penso che tu abbia centrato il punto: il doppio registro di impaginazione effettivamente nasconde un codice preciso: non rappresenta tanto la contrapposizione fumettaccio/capolavoro, quanto quella tra fumetto popolare, "di genere" e fumetto d'Autore "alto": Graphic Novel, per l'appunto.
———QUALCHE SPOILER———
Infatti l'autore, che aveva pretese letterarie titaniche, una volta caduto si trova condannato a scrivere un fumetto STRAPOPOLARE, con un Dylan un po' cazzone vecchio stile, disegnato (per giunta!) da M&G, e
Spoiler!
con tanto di punizione finale del colpevole, soluzione narrativa da lui abovvita!
E la punizione è la peggiore possibile: viene rinchiuso nello spazio bianco di un albo Bonelli da edicola.

Note iconografiche a margine: bellissimo il 21st Century Schizoid Man in alto a pagina 13! Ma soprattutto, è nell'ottica di una geniale operazione "disegnamelo male" che dobbiamo interpretare il Woolrich CON DUE MANI SINISTRE a pag 63?!


Ultima modifica di Felix il lun giu 05, 2017 6:42 pm, modificato 4 volte in totale.

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MessaggioInviato: lun giu 05, 2017 6:36 pm 
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comunque io non leggo le recensioni che durano più di 20 righe ,
sappiatelo , o sappilo , o sapetelo


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MessaggioInviato: lun giu 05, 2017 6:39 pm 
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Mi sa che ti rifierisci a me, o Goblin, :-) :-) Se ti va puoi leggerti le ultime venti righe della mia che poi hanno effettivamente dentro quello che conta!! O se no puoi leggerla a spizzichi ogni tanto!!! O se no puoi anche non leggerla, tanto non è la recensione del millennio :-):-)

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 Oggetto del messaggio: Re: #369 - Graphic Horror Novel
MessaggioInviato: lun giu 05, 2017 6:45 pm 
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alemans123 ha scritto:
Mi sa che ti rifierisci a me, o Goblin, :-) :-) Se ti va puoi leggerti le ultime venti righe della mia che poi hanno effettivamente dentro quello che conta!! O se no puoi leggerla a spizzichi ogni tanto!!! O se no puoi anche non leggerla, tanto non è la recensione del millennio :-):-)


si, ho letto qualche riga, non è mancanza di rispetto , ma di tempo :) ,
comunque ad altri interesserà sicuramente :)


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