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#369 - Graphic Horror Novel
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 Oggetto del messaggio: Re: #369 - Graphic Horror Novel
MessaggioInviato: dom giu 04, 2017 7:52 pm 
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Mah, alla fine anche rileggendolo non è che mi abbia stimolato più di tanto (anche se vedo che qui sul forum abbiamo un discreto numero di pagine di discussione).
Purtroppo devo dire che la storia scritta male apposta si confonde con le tante storie scritte in maniera mediocre nel corso degli anni e se fosse stata inserita in un Maxi senza cornice narrativa l'avremmo presa per buona.
Poi per carità l'idea può anche essere carina ma sono d'accordo che Dylan oggi ha bisogno di tutto tranne che di autori che si fanno i loro pipponi metatetuali sulla regular.
Mi dispiace anche che con tutte le testate parallele che ci sono non si sia deciso di dare un'identità precisa alla serie regolare cosa che per me gioverebbe molto. Basta con questa scusa che ci sono mille Dyd possibili (che è anche vero)...a me piacerebbe trovare un'unione di intenti su come gestire questo personaggio. Capisco che affidare tutto a un monoautore potrebbe essere un bel rischio (che però sullo Speciale sta pagando) però almeno fissare una linea entro cui muoversi. Mi dispiace molto che non si sia puntato sull'horror\sul gotico\sulle storie di paura e si continui a proporre gialletti innocui.

Cmq, non so se qualcuno ha ripreso la mia perplessità di qualche pagina fa: ma secondo voi dato che la storia era scritta male apposta si sono scelti MG per dare il sapore da Maxi? Mi dispiacerebbe un po' se fosse sì la risposta :(


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 Oggetto del messaggio: Re: #369 - Graphic Horror Novel
MessaggioInviato: dom giu 04, 2017 8:10 pm 
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* QUALCHE SPOILER *
* QUALCHE SPOILER *
* QUALCHE SPOILER *

Papercop ha scritto:
La mediocrità del fumettista viene tirata in ballo nel flashback, con finalità diversa [...] Non funzionerebbe neanche a livello logico, perché qualcosa deve giustificare quello che sta accadendo nel bagno, e quindi la possessione (ossia il trito espediente, il casus belli) c'è stata.
Oppure stiamo assistendo a una fantasia del fumettista disperato e in odore di suicidio? Ma allora anche i pesci sono autodelirio? Personalmente tendo sempre a credere poco a spiegazioni non supportate da alcun paletto .


I paletti ci sono, ma più che di frassino sono degli stuzzicadenti infilati nel naso :mad: .
Il cesso è un non-luogo metaforico di espiazione pseudoinfernale (v. concetto di purga/scarico), per ritrovare se stessi, fuori dal reale contesto/spaziotempo, ma messo in moto dalla narrazione, che si ri-racconta a ritroso. Questa volta non proprio lucida ed inficiata dalla mediocrità - e qui ovviamente anche M&G sono tirati in ballo, come stile minimo. Perché dopo aver perso i poteri ispirativi del patto col demone cornuto - punito dal Dylan-Solone/cestinatore - Darren stavolta deve ricordare e riscrivere da mediocremente incapace sulle piastrelle del cesso quello che gli è successo, il suo "vero" episodio di possessione Faustiana - e non i suoi graphic-blockbuster fighettissimi - con lo scarso talento che gli è rimasto a disposizione. Ne nasce un fumettucolo, una storia horror penosa e banale in flashback (non conclusionabile) che comincia a pag 14. e ritorna in loop a pag. 89.
Meta-truccaggio fine a se stesso, quando non alibi per altro :tc:



Detto questo ripropongo le mie considerazioni generali sull'albo che in fondo mi sembra una... :

[...]

Semi-paraculata da quattro soldi, compiaciuta e divertita a senso unico, nel senso che trae vantaggio dall’autoreferenzialità pura, leggi onanismo autoriale fine a se stesso. Votato 5, in media tra testi da 4 e disegni da 6+: Bacilieri non si discute, mentre M&G sono anche al di sotto dei loro “exploit” estivi – alcuni primi piani di Dylan sono inqualificabili – ma rimane l’effetto nostalvintage che non guasta 8-) .
Cavenago in tono minore: poche idee, e ripete le stesse scelte cromatiche del suo esordio sull'inedito, Cose Perdute.

Come già detto da altri, puro e sfacciato meta-esercizio fumettistico ostile al lettore(-critico :?: ) , cosparso di citazionismi urlati dal culo e frasi fatte, atto a dimostrare come questa testata serva più che altro da spocchioso palcoscenico per l’ego palestrato di presunti magheggiatori di vignette, pronti a manipolare strumentalmente quello che resta del personaggio DD per metter sulla ribalta i propri numeri da fenomeni da baraccone della new-age rivelata post-bonelliana. Preferisco sinceramente [cit. p.77] i ‘mediocri mestieranti’ come Simeoni, che falliscono per onesta carenza di mezzi, piuttosto che i virtuosi del narcisismo disonesto, che si dilettano alle spalle del loro referente per rifilare bidoni griffati :x: .

C’è poco da salvare, per quanto riguarda divertimento, contenuti, e surrealismo; forse un po' del meccanismo di storia-nella-storia e qualche claustro-delirio azzeccato, durante le riflessioni nelle sequenze made in Bacilieri - che rimane un Maestro eccelso… ma qui non può salvare il paccazzo da un effetto di sgradevolezza ricercata. Sicuramente lui sì che avrebbe disegnato con valore aggiunto i presunti capolavori di DFW di cui tanto parlano in queste 94pp :roll: .

Poi, a dire il vero, a me il fumettista antipatico ed arrogante mi garbava pure, diciamo fino al (noiosissimo) party, ma tutto il resto che lo circonda è pura anti-accademia di puerile fattura e scalcagno aggravato, tra una scena e l’altra messa lì per ‘terrore del bianco’. Darren piange senza motivo quando crepa l’editore da lui ammazzato (p.18), vuole salvare la squinzia che poi farà a pezzi, diventa un inerme bambascione ritardato quando lo “spirito” faustiano gli volta le spalle, dimostrando la totale assenza di talento nel creare un minimo di tensione o psico-credibilità :| .

Ma molto peggio di lui riesce a fare Dylan: tignoso e auto-commiserante come pochi, rimbecillisce nel farfallonismo inviperito e gelosone con cassiere, guardarobiere, e l’immancabile musa-di-seghe (narrative) Rania, nei vari sketch umoristici a lui dedicati. Groucho abbastanza pietoso (v. gag su spari-a-u-to, p.37, ai livelli di Bagaglino), mentre la Rakim nel (ridicolo) giro di una decina di pagine diventa un’accanita intenditrice di fumetti e per poco non s’improvvisa fangirl/cosplayer di se stessa. Ma forse l’alcool (p.56) l’ha resa più frufrù, ramadan permettendo :o
Torna direttamente a In Fondo al Mar la simbologia allegorica (o firma barocca?) di pesci spiaggiati + sentenziosità varie (p.53 e 67), ma qui la salsedine inalata ricorda più quella di un mucchio d’alghe in putrefazione che meditano sulla loro flatulente posa.

Finalone di ricercata dozzinalità, in cui un Dylan statuario ed iperdeterminato fa che caspita gli pare con le pagine del fumetto incriminabile – altra meta-illusione per noartri – senza che l’Hellboy di turno possa incornarlo a dovere, prima di cadere goffamente dalla finestra ed in depressione, creativa. Non si capisce bene perché a Dylan-guru, improvvisatosi meta-giustiziere divino, basti consegnarli un ritaglio con scritto “fine” per scaraventarlo nella prigione-cesso piastrellata di buone intenzioni (p.89), ma alla fine se al caro Darren senza ispirazione interessa produrre ancora qualcosa di “significativo” ed “importante” (p.87.v e 88.i), forse più che impugnare il pennarello solipsista verso se stesso, conviene rilasciare la propria testimonianza di stronzate nel wc.
E l’unico ‘spazio bianco’ rimasto spero sia quello della carta igienica, dove esprimere certi bisogni...creativi :? .

Uno sciacquone le seppellirà :dito: .

ALOHA LA FACCIA TUTTA, LA FACCIA BRUTTA

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 Oggetto del messaggio: Re: #369 - Graphic Horror Novel
MessaggioInviato: dom giu 04, 2017 10:01 pm 
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Ares ha scritto:
Cmq, non so se qualcuno ha ripreso la mia perplessità di qualche pagina fa: ma secondo voi dato che la storia era scritta male apposta si sono scelti MG per dare il sapore da Maxi? Mi dispiacerebbe un po' se fosse sì la risposta :(


Diciamo che questa è una delle perplessità con cui ho accolto il cambio di disegnatore: c'è la storia nella storia, scritta male e disegnata male, e la si dà da realizzare a M&G? :|

_________________
È la mia opinione, e la condivido.

Ciao,
Teo


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 Oggetto del messaggio: Re: #369 - Graphic Horror Novel
MessaggioInviato: dom giu 04, 2017 10:05 pm 
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Diciamo che è una forma di encomio obliqua, per quanto poco rispettosa nella sostanza.
Se loro comunque si sono prestati al gioco...coscientemente... :roll:

NON E' UN ALOHA PER VECCHI

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 Oggetto del messaggio: Re: #369 - Graphic Horror Novel
MessaggioInviato: lun giu 05, 2017 12:49 am 
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julius94 ha scritto:
Nel momento in cui si comprende il raffinato gioco metatestuale della storia, la si può bollare come pippone pretestuoso e pseudoautoriale oppure apprezzarla come piccolo capolavoro formale. Io faccio parte della schiera di quelli a cui è piaciuta e concordo con Lestat al 99%. Il mio voto è un buon 8.


POSSIBILI SPOILER
Che poi,io non mi limiterei al formale.Nel senso,questo e' uno di quei casi in cui la forma E' anche la sostanza.
Ratigher e' stato abile,e un po' furbetto a mettere su il castello di carte e tenerlo in piedi con mestiere anche prima di svelarci il meccanismo.
Non a caso,ritengo che l'indagine di Dylan si lascia seguire nonostante tutto...perche' i personaggi a loro modo convincono,e si vuole capire dove vanno a parare.Ok,tutto a posto.Ma vista cosi',come storia canonica,ha un potenziale estremamente ridotto.Siamo nel campo dell'ordinario.
E' la struttura voluta invece,il racconto nel racconto,l'autore e il fumetto stesso che si fa strumento suo e del pubblico...a dargli quella marcia in piu',e capace di farcelo (ri)leggere con una prospettiva diversa.
Anche la scelta di Montanari e Grassani e' "bastarda",ma questo non lo ammetteranno mai.E' un gioco.Un gioco di lusso,a mio giudizio.Che potrebbe non piacere a tutti,ma che non credo possa lasciare indifferenti.
Dylan e' ospite,ribadisco.

Veramente bello.E francamente vedo opinioni e giudizi insufficienti che,mah...mi lasciano perplesso.Ma tutto sommato,non dovrebbero sorprendermi.Mi ricordano reazioni di spettatori ai film di registi come Lynch,o Allen...e quindi sono anche divertenti.


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 Oggetto del messaggio: Re: #369 - Graphic Horror Novel
MessaggioInviato: lun giu 05, 2017 1:23 am 
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LestatDeLioncourt ha scritto:
E francamente vedo opinioni e giudizi insufficienti che... ricordano reazioni di spettatori ai film di registi come Lynch,o Allen.


Sì, certo, come no. Infatti questo Ratigher tra un pajo di generazioni verrà ricordato come il Lynch del fumetto sbarcato in Bonelli per merito del gotha dei talentscout rosiconi contro i lettori. Aspé che mommooosegno: sulle piastrelle del cesso di un Autogrill, così magari tra vent'anni ci trovo accanto pure il (meta-)numero di telefono di Laura Palmer, per qualche servizietto di strofinamento autoreferenziale a pugnetta libera.

A.A.A.
ASTENERSI ALOHA AUTORIALI

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 Oggetto del messaggio: Re: #369 - Graphic Horror Novel
MessaggioInviato: lun giu 05, 2017 5:07 am 
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Non era quotato un paragone ingenuo per l'esempio fatto con Lynch. Ma del resto le reazioni da coda di paglia sono le stesse.Torniamo all'albo.Suggerisco di rileggerlo con una guida all'interpretazione. All'epoca qualcuno lo fece con "Mulholland drive" e riuscì a capirlo e apprezzarlo.O almeno fare finta per apparire meno ottuso.E poi leggere fa sempre bene.Suggerisco.


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 Oggetto del messaggio: Re: #369 - Graphic Horror Novel
MessaggioInviato: lun giu 05, 2017 6:16 am 
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"Coda di paglia "? "Ottuso "?
Ottimo: invece di commentare l'albo, vedo come ogni mese puntuale il ritorno all'offesa libera nei confronti di altri utenti da parte dei soliti marmottoni, quando si rosica puerilmente a prescindere per un parere discordante, non avendo altre risorse dialettiche a disposizione. Ma forse andando nel cesso qualche ispirazione sulle piastrelle la troverai pure tu.
Eppoi invece di consigliare manualistica pedestre agli altri, visto che ti stupisci ancora tanto per le originalissime meta-delizie della quarta parete sfonnata, fatti un giro in teatro ogni tanto, dove Aristofane le era andato oltre da ben 2400 anni a questa parte. L'unica cosa che il meta-fumetto insistito ha finora sfonnato sono le balle dei lettori. Se pensano di risollevare la caratura di Dylan con queste macroseghe collettive tra amichetti di merende nerdeggianti hanno sbagliato kleenex, e rischiano di rimanere ingabbiati nella loro toilet di pugnazioni autoreferenziali.

Immagine

A proposito: come mai questo mese niente illuminanti consigli musicali per la lettura da sottofondo della storia? Beh, visto che stiamo tra il tamarro conclamato ed il vintage generazionale tra compagnoni proporrei:
Spoiler!

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 Oggetto del messaggio: Re: #369 - Graphic Horror Novel
MessaggioInviato: lun giu 05, 2017 8:44 am 
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Comunque secondo me adesso Ratigher gira per le strade sorridendo e annuendo complice. "Sì, chiaro, eheheh, l'ho fatto apposta!" :wink:
Ma poi, quando si chiude alle spalle la porta di casa, si porta le mani sul volto e piange disperato. Sul telefono 38 chiamate perse di Giuseppe Montanari.


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 Oggetto del messaggio: Re: #369 - Graphic Horror Novel
MessaggioInviato: lun giu 05, 2017 8:53 am 
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@Lestat

Prima dici che la forma è la sostanza e poi che il testo andrebbe interpretato... Mulholland Drive tu puoi anche non capirci un cazzo (che tra l'altro se lo capisci è un film universale che parla fra le altre cose di amore, rancore e senso di colpa) ma resta un gioiello dal punto di vista visivo, emotivo e narrativo, come è giusto trattandosi della vetta di un autore che aveva una visione vera e che sapeva di cosa sta parlando. Questa storia arabesca a casaccio sulla figura dell'artista contemporaneo. Su questa stessa testata abbiamo avuto La prigione di carta e Lo specchio dell'anima che non solo si piazzano su ben altri livelli ma nemmeno hanno bisogno di infrangere immotivatamente la gabbia bonelliana per la quale questi nuovi autori hanno una fissazione francamente incomprensibile... se poi la gabbia cioè le pareti del cesso le vogliamo considerare un simbolo della gabbia formale in cui si rinchiude l'artista senza talento, quest'album ci ricorda che non basta sperimentare per fare qualcosa di valido e che se Joyce si studia a scuola (col cazzo che non lo legge nessuno) non è solo perché ha prodotto qualcosa di diverso rispetto al canone della sua epoca ma perché ha saputo cogliere e rappresentare qualcosa di universale, l'essenza dell'uomo contemporaneo.

Un autore, soprattutto un giovane autore, oggi dev'essere arrogante e ambizioso, è inevitabile per emergere in un mondo in cui tutti ci sentiamo artisti. Ma deve anche essere in grado di misurarsi la palla. Se vuoi fare il Moebius, devi essere Moebius. Se vuoi superare Moebius, devi essere meglio di Moebius. Se vuoi sperimentare e ambientare una storia tutta quanta dentro a un cesso la storia dev'essere inattaccabile ("Ciao, sono l'autore di questa storia" mi ha quasi fatto scaraventare l'albo nel cesso). Com'era inattaccabile a suo tempo, dal punto di vista stilistico e formale, L'assassino della porta accanto (che poi a molti non sia piaciuta perché oggettivamente non è una storia di Dylan Dog questo è altro discorso).


Ultima modifica di Don Cristo il lun giu 05, 2017 9:36 am, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: #369 - Graphic Horror Novel
MessaggioInviato: lun giu 05, 2017 9:00 am 
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Papercop ha scritto:
Comunque secondo me adesso Ratigher gira per le strade sorridendo e annuendo complice. "Sì, chiaro, eheheh, l'ho fatto apposta!" :wink:
Ma poi, quando si chiude alle spalle la porta di casa, si porta le mani sul volto e piange disperato. Sul telefono 38 chiamate perse di Giuseppe Montanari.

Dai, a me sembra abbastanza palese che la cosa sia voluta, soprattutto nel finale, quando Dylan fa la ramanzina all'autore. Recchioni, che evidentemente ne avrà discusso con Ratigher, ha capito il senso della storia e ha pensato bene di impiegare due (tre) disegnatori diversi, affidando la storia realizzata dal fumettaro fallito all'inossidabile duo più amato/odiato del fumetto italiano

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"Si può dire allora che la storia possiede un'architettura, Hinton? È un'ipotesi grandiosa e terribile."


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 Oggetto del messaggio: Re: #369 - Graphic Horror Novel
MessaggioInviato: lun giu 05, 2017 10:40 am 
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Iscritto il: mer lug 08, 2015 1:49 am
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julius94 ha scritto:
Papercop ha scritto:
Comunque secondo me adesso Ratigher gira per le strade sorridendo e annuendo complice. "Sì, chiaro, eheheh, l'ho fatto apposta!" :wink:
Ma poi, quando si chiude alle spalle la porta di casa, si porta le mani sul volto e piange disperato. Sul telefono 38 chiamate perse di Giuseppe Montanari.

Dai, a me sembra abbastanza palese che la cosa sia voluta, soprattutto nel finale, quando Dylan fa la ramanzina all'autore. Recchioni, che evidentemente ne avrà discusso con Ratigher, ha capito il senso della storia e ha pensato bene di impiegare due (tre) disegnatori diversi, affidando la storia realizzata dal fumettaro fallito all'inossidabile duo più amato/odiato del fumetto italiano

Dylan la ramanzina all'autore la fa nel flashback, quindi è parte stessa della storia "mediocre". In pratica sarebbe il disegnatore che si dà del mediocre da solo, peraltro in una scena tutt'altro che scadente.
Premesso che a me la storia è piaciuta, aggiungo due cose:
1) Se l'intento fosse stato davvero quello, la storia avrebbe dovuto avere un tono e una sceneggiatura meno in linea con il "Corso Recchioni", di cui rappresenta invece una prova molto riconoscibile.
2) Se davvero è andata così, la trovata non ha funzionato un granché. Perché permane il dubbio sia a livello di trama (la cosa non viene esplicitata) sia a livello di esecuzione (non tutti concordano sulla "scarsezza" della parte flashback). Rimarrebbe una cosa in bilico, destinata a scontentare una buona fetta di utenti, che non si accontenterebbero della "furbata".
Per me il fatto che non ci abbia pensato, per chiarirci, è un punto a favore di Ratigher.


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 Oggetto del messaggio: Re: #369 - Graphic Horror Novel
MessaggioInviato: lun giu 05, 2017 10:48 am 
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A me Dylan piaceva perché sviscerava il nostro disagio esistenziale e non quello di una specifica categoria professionale.

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l tuoi noti "sarcasmo" e "voglia di flammare" non attaccano con me. (cit.)

Quindi, sgarbato Dear?
Sì, come al solito.
Sta dicendo cose assurde?
Per niente. (cit.)


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MessaggioInviato: lun giu 05, 2017 11:09 am 
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Dear Boy ha scritto:
A me Dylan piaceva perché sviscerava il nostro disagio esistenziale e non quello di una specifica categoria professionale.


per citare il Rrobe , le storie di disagio sociale ed ansia quando pensi siano finite e ampiamente utilizzate ne saltano sempre fuori e c'è chi ne chiede sempre ancora si può aggiungere...


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 Oggetto del messaggio: Re: #369 - Graphic Horror Novel
MessaggioInviato: lun giu 05, 2017 11:16 am 
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Iscritto il: ven ott 10, 2014 1:54 pm
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Don Cristo ha scritto:
@Lestat

Prima dici che la forma è la sostanza e poi che il testo andrebbe interpretato...


Ehm,veramente io dico che in questo caso la forma e' anche la sostanza.
E poi ho parlato di interpretazione,anzi...guida all'interpretazione.Ed era una battuta,in riferimento al paragone con Lynch.
Sul quale dico di non soffermarsi,in quanto ho gia ricevuto una risposta in merito e alla fine della fiera soffermarsi SOLO sul paragone...lascia il tempo che trova.Se no poi vedo robe imparazzanti tipo "Ratigher è il Lynch del fumetto" o altro.Era un discorso più ampio.

Inoltre questo accostamento con gli altri albi che mi hai citato...il senso,quale sarebbe?...io non credo che si possano considerare simili. Se mi parli del tema, stiamo sempre allo stesso punto...Ratigher lo utilizza,anche in modo ironico e autoironico,ma è un meccanismo completamente diverso.

E non a caso altre risposte sullo stupore per la quarta parete sfonnata(???stupore???),mi fanno sorridere.Consiglio di dedicare un'altra lettura all'albo,che magari permetterà ulteriori orgasmi dialettici...ma magari,almeno con un pizzico di sostanza,e non fuffa vs. altri utenti poco interessati.


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