Un misterioso annuncio anticipa l’arrivo di nuovi eroi Bonelli per i lettori più piccoli. Il nome del progetto è "Bonelli Kids", una serie di cui per ora non si sa molto, se non che vedrà coinvolti Alfredo Castelli, Sergio Masperi, Tino Adamo, Luca Bertelè e Manuela Nerolini. Si tratterà, a quanto pare, delle versioni "bambine" di MM, Tex, Dylan Dog eccetera.
Iscritto il: mar ott 29, 2013 11:04 pm Messaggi: 352 Località: Roma
Tutto questo è agghiacciante. Io da bambino leggevo topolino come qualsiasi bambino. Ma leggevo anche Dylan Dog, quello vero. Non avevo certo bisogno della versione infantile e deformed di Dyd per bambini scemi. Magari non capivo il 100% di quello che leggevo, ma è una cosa che ogni tanto succede ancora. Si sta cercando di ciucciare sangue ovunque. Non credevo che la bonelli navigasse in acque così cattive.
Iscritto il: mar dic 23, 2003 11:30 pm Messaggi: 3288 Località: Corpo a Taranto, cuore a Bari...
Per me già ha iniziato a cadere nel ridicolo con albi a colori senza che fossero numeri "cento", poi con l'abolizione di molti Giganti (definiti il più prestigioso traguardo per una serie Bonelli), con lo spacciare Dragonero prima serie fantasy Bonelli (quando invece è almeno la terza)... Ora proprio vogliono essere presi in giro.
Iscritto il: mar feb 03, 2015 10:01 pm Messaggi: 1281
Atteso che DYD e le altre grandi serie Bonelli sono ormai come l'Impero Galattico di Asimov e probabilmente impiegheranno altri trent'anni a fallire, la decadenza di un prodotto seriale è un fenomeno stereotipato che si snoda attraverso fasi - entro certi limiti - prevedibili. L'abbiamo visto accadere con Dylan Dog. Appiattimento (i gialletti ruyani), normalizzazione (la disneyzzazione gualdoniana), stravolgimenti (Bloch in pensione, personaggi nuovi), retcon (le sempre più frequenti piccole modifiche al suo passato), manierismo (il personaggio che riflette infinitamente su sè stesso), una generale perdita di credibilità e verso la fine, quando ormai la grande azienda un tempo gloriosa si avvia zoppicando verso il grande mistero, questa incomprensibile usanza di ringiovanire i personaggi. Come una vecchia sciantosa che si trucca pesantemente nell'illusione, tragica, di attrarre i giovani.
Io non credo di condividere questo disfattismo para-cosmico. O perlomeno non partendo da un progetto sul genere dei Bonelli Kids. Mi sembra un tentativo, come altri di altri editori, di allargarsi ad una fascia di lettori diversa, non semplicemente più giovani, ma proprio infanti. Perché bisogna ammettere che in quel segmento, Disney a parte, di questi tempi circola poca roba originale in edicola, eccetto i fumetti spin-off di gadgetterie varie come giocattoli o serie tv... ed in parte i manga, ma con molte riserve. E se ci sono idealmente soldi da incassare, tanto vale provare .
Non ci vedo nulla di male né di apocalittico se la SBE sdogana i suoi personaggi in una versione alleggerita e dinamica under-12, magari pensando che dopo qualche anno i giovincelli passino alla serie madre incuriositi dal derivato bambinesco. Potranno sembrare letture SD (superdeformed) for dummies all'inizio, ma se sapranno tagliarsi una fetta di pubblico specifico sarebbe solo un bene, anche a livello educativo, visto che molti degli under-12 attuali non hanno mai maneggiato un fumetto in vita loro, a differenza delle generazioni precedenti. Non credo sinceramente che siano tanto mirate a svenare l'acquirente fisso delle testate di origine: a quello ci pensano già le tonnellate strabordanti di speciali, controspeciali, magazine, sticazzine, celebrativi, technicolor risoluzione VGA, variant, edizione deluxe, cofanetto, mensola da IKEA compresa, etc.
Se inventassero da zero nuove serie e personaggi (v. progetto semiabortito di 4Hoods) forse sarebbe meglio, ma non mi pare che i vari Tex, Zagor, etc, siano intoccabili come referente fumettistico, e chi ne detiene i diritti può farne ciò che gli pare. Comprese le rese video(ludiche?) su cui forse dovrebbero investire di più, visto che un gioco MMORPG su Dragonero renderebbe un casino come visibilità, o una serie tv su Dylan/Julia/Martin (per esempio) fatta coi controcazzi sarebbe un colpaccio niente male, di cui ne trarrebbe vantaggio anche la serialità da edicola. Non parliamo di un Nathan Never coi Lego...
Tra l'altro, come effetto di rinculo, questo tipo di serie in teoria permetterebbe agli autori attuali delle serie madri di concentrarsi linearmente solo su un referente più adulto, senza pensare/pretendere di attirare le ggggioveni leve, che sono già impegnate nella nursery del formato Kids. Senza avere più alibi per le fesserie da quindicenne svampitamente tardona & fan-fictionara come quelle coniate dalla Baraldi
Iscritto il: dom ago 09, 2015 7:48 pm Messaggi: 479 Località: IL CASTELLO DELLA PAURa-Blendings Castle
Me l´immagino una serie televisiva su Julia... Una bella fiction di Rai Ness1 prodotta dalla Lux Vide ( la stessa di Don Matteo e Che dio ci aiuti )....
E a proposito del BVZM , tutti a trattare male la miniserie a colori quando un bonelli kids ante litteram fu la serie a cartoni animati sempre sul giovane Martin... RICORDATE ?
La serie tv di Martin era un sottoprodotto animato, e come tale resterà ricordato perché da noi europei l'animazione seriale di qualità è pura utopia. Si concentrano solo sui film di grosso investimento o le fasce di età molto basse (v. Masha & Orso). Ma di sicuro ha fatto meno danni al personaggio del BVZM (e la sua concezione/immagine) di quella ridicola versione per pseudoadolescenti a colori che circola da qualche mese in edicola, in nome dello svecchiamento del personaggio .
Le serie tv non animate circolano da anni su canali non necessariamente caciaro-popolareschi come la Rai. Ci sono dozzine di case di produzione che smerciano solo per le pay-tv o addirittura per canali online. Quindi se la SBE si mettesse in mani serie - cosa non fatta per il film di DD, per esempio - potremmo guadagnarci tutti.
Il disfattismo preventivo provoca solo pañolade di fazzoletti bianchi da pre-resa. O meglio, di pannoloni più che fazzoletti...per il cagasottame immobilista.
A NON FAR NULLA NON SI SBAGLIA MAI, NEANCHE UN ALOHA