Cravenroad7

Animali Notturni, di Tom Ford. Quasi lynchano per l'accostamento dei colori e per l'interesse morboso per il corpo umano, evidente fin dai bellissimi titoli di testa. C'è anche ualcosa dei Fratelli Cohen. Jake Gyllenhaal bravissimo come al solito. Una dolorosa critica della vacuità dell'alta borghesia americana vista dall'interno (Ford è anche stilista). Lo consiglio a chi è ormai rassegnato al #maiunagioia.

La parte sulla presunta critica all'alta borghesia californiana è una delle cose peggio riuscite del film.
Tons di luoghi comunissimi, scenette da film classista per famiglie, incertezze da romanzetto rosa, "mammanonvuole che misposoconunocomete", "noi abbiamo programmato il successo nel DNA, voi non siete all'altezza". Nemmeno la prozia di Trump concepirebbe tante cose scontate in una sola botta. Lo stesso Gyllenhaal non è verosimile nella parte dello scrittore "alternativo" sempre rasato/vestito a puntino, maritino da locali d'élite, senza sbavature/estro, più quadrato ed executive di un colletto bianco di Bel Air.

Il film non è male, ha i suoi punti interessanti, come ho detto qualche pagina fa. Ma questo afflato di fondo, a me ha fatto cadere le braccia

CALOHAFORNICATION

Mmmm non concordo, per me il punto (o uno dei punti) è proprio quello. Come dichiarato nel film stesso, la vita di Lei è assolutamente irreale: molto più reale e coinvolgente la dimensione romanzesca, che risveglia in lei emozioni dimenticate al punto da non rendersi conto che nel libro

SPOILER

Lei non è Lei, ma Lui.

FINE SPOILER

Non crocefiggermi, ma ti debbo confessare che a me Non è un paese per vecchi ha fatto l'effetto del Guttalax

Il libro è una metafora sugli scompensi fallimentari (e la morte, v. aborto) di un rapporto coniugale. Con connesso tentativo di farsi giustizia, o una ragione, vendetta compresa.

Il film dei Coen a me - come al 90% della critica - è piaciuto moltissimo, anche perché era difficile da rendere su pellicola il romanzo. Ed il Texas ruggisce di polvere(bianca?) e sangue, come pochi di questi tempi hanno ritratto. Il Texas di Ford è da puerpere al confronto. Il romanzo l'ho letto in lingua originale, ed è piuttosto ostico/bastardo, tutt'altro che eclatante o ad effetto. Inoltre la parte finale presenta alcune differenze rispetto al film

NO COUNTRY FOR ALOHA

Per carità, lo so che i Cohen piacciono molto. Purtroppo non riesco a levarmi dalla testa l'impressione che siano dei furbetti, coi loro finali aperti e le morti fuori scena, e in ogni caso la crudeltà del Texas è un elemento che in genere non mi aggiunge nulla al gradimento di un film. Quel che mi interessa è che dietro ci sia una visione forte, che sia personale, economica, culturale, sociale, quel che è, che in Non è un paese per vecchi non ho ritrovato.

Che non ti sia piaciuta la resa dei Coen può anche starci, libertà di giudizio.
Ma non puoi dire che per intento - romanzo di McCarthy in primis - non vada a colpire un contesto socio-culturale specifico (quel tipo di Texas scabroso, grottesco, e polveroso) personalizzando l'analisi con una storia di brutalità fuori dalle righe e personaggi balordi come nella realtà. Se questa è una visione floscia...


ANCHE ALOHA ANDRA' A QUEL PAESE, DA VECCHIO

Non è un paese per vecchi può essere secondo me considerato il capitolo d'apertura di quella che definisco la "trilogia dell'assurdo" dei Coen, composta anche dai due film successivi (Burn After Reading e A Serious Man). Film in cui personaggi idioti o dalle motivazioni poco chiare si muovono in un mondo privo di razionalità e in cui gli eventi si susseguono senza una chiara relazione causa/effetto; quel che ne consegue è che le cose non vanno mai come ci si aspetterebbe che vadano, ma seguendo una (mancanza di) logica tutta loro. Tematicamente i tre film sono piuttosto simili, anche se poi le storie che raccontano sono diversissime. Quindi mi pare che la visione personale, o autoriale (per quanto in Non è un paese per vecchi mutuata in parte da McCarthy), ci sia eccome, e che nei film in questione emerga con particolare chiarezza.

Che poi questo particolare film sia piuttosto freddo è vero, ma credo che una certa dose di freddezza fosse proprio necessaria per trasporre efficacemente un titolo assai ostico come quello del vecchio Cormac. E alla fine il risultato è ottimo.

P.S. Coen, non Cohen!

Ahi, mannaggia!

D'accorderrimo con Rimatt.
Ed aggiungo, in luce del libro: forse Don dovresti rivedere il film più che in funzione della trama, come svolgimento, nell'ottica dello sceriffo, che è il vero sguardo narratore della vicenda. Un uomo provato, logorato dalla follia della fauna umana, banale ed imprevedibile allo stesso tempo. Un ex veterano del Vietnam, costretto a confrontarsi in una terra di frontiera ingovernabile con la violenza insana che prolifica su se stessa, senza trovarvi una ragione o un limite, non solo nella concatenazione dei fatti, ma anche nella possibilità redimerli o di assegnarli ad una forma di giustizia fornita da un codice etico, che si presume superiore.

ALOA

Beh, forse è meno semplice di quello che sembra. Soprattutto per tutte le citazioni al mondo dei musical presenti, e la riflessione generale sul tema del talento/ambizione che si confronta con due sogni, realizzati nell'amore, ma non convergenti nella loro realizzazione. E la sliding door finale, anche quella è meno scontata di quanto pare, dato che la protagonista scrive testi per il teatro, e nel gioco delle parti può esser ambiguo quale delle due storie si sia inventata .

Comunque film molto consigliato. Leggero e brioso, colorato e hollywoodyanamente divertito, classico e dinamico. Ottima musica e balletti, anche per uno come me che di danza non ci capisce un'acca ed è allergico ai musical. Qui l'impatto melo-filo è stato meno problematico di quanto pensassi: anzi, nel secondo tempo forse ci voleva qualche canzone/coreografia in più, perché ci si concentra troppo sull'autunno del rapporto ed i conflitti relativi, mentre nel primo tempo la freschezza di certi scambi è davvero uno spasso (v. canzone sul tramonto sprecato) .

Emma Stone è davvero brava con tutte quelle faccette intense e gli occhi sempre spalancati. Credo sia da Oscar, sinceramente. Complimenti per come sia lei che Gosling hanno imparato i passi di danza, ed il secondo anche a (finger di ?)suonare il pianoforte. Unico difetto?Oltre una seconda parte più floscia dopo un inizio folgorante, la voce della doppiatrice che hanno scelto per la Stone non c'azzecca una cippalippa, ed alla luce delle canzoni in lingua originale emerge ancora di più .

A-LO LO HA LAND from CITY OF STARS

Ryan gosling suona ogni singola nota nel film. Non tutti lo sanno, ma è un musicista prima che un attore. http://style.corriere.it/persone/ryan-gosling-la-la-land/?refresh_ce-cp
LA LAL LAND comunque capolavoro! dopo una settimana non riesco ancora a togliermelo dalla testa..e dal cuore.

Lo sospettavo (v. sopra). Quando gli danno la tastiera a chitarrina anni '80 stile Sandy Marton mi ha fatto sguarare dalla risate. C'è da dire, però, che anche se il talento da musicista non si discute, per il ballo ha sudato parecchio freddo e si vede che fa una fatica contro natura.

ALOHA TO ALL THE PEOPLE FROM IBIZA

Mi hai fatto tornare in mente quando fecero fare Sandy Marton ad Amadeus a Tele e quale show

https://www.wired.it/play/cinema/2017/02/27/loscar-va-la-la-laltro-film/
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/02/27/oscar-2017-cosi-lacademy-premia-il-black-power-ma-tra-la-la-land-e-moonlight-ce-un-abisso/3418840/

Delusione totale! Purtroppo si conferma il sospetto di certa critica che prevedeva per questa edizione un ovvia risposta "di colore" alla precedente big White...é stato compiuto uno sforzo immane nell'arco di un anno, nel produrre una caterva di film a carattere "nero", onde poter portare, e in caso premiare, diverse categorie Black. non pensavo l'academy fosse così prevedibile...e invece...politica e niente meriti agli Oscar. La beffa é che gli USA sono il paese in cui la meritocrazia é un diritto. e moonlight non meritava il miglior film. stop. niente polemiche pseudo razziste. academy deludentissima e condizionatissima dalla sua pessima politica interna!

Non potevamo non vederlo, anche se il mezzo flop era annunciato.
Eppure Trainspotting 2 tanto male non (ci) è sembrato, per quanto suoni come una lunga marketta nostalgica verso la prima pellicola, ormai icona cult per una falange di 30enni come me che sono stati adolescenti negli anni '90, la cosiddetta Generazione X .

Il film non è nulla di che, intendiamoci, né come storia, né come personaggi, né come regia. Però si lascia gustare senza troppi patemi, paracula quando serve, e qualche colpo a segno lo manda - il fidanzatismo ideale di Sick Boy, il nuovo "scegli la vita", la scena del locale per lealisti anti-cattolici, Bagbie col viagra, le facce scazzate dei protagonisti a gogo, etc. Inutile cercare una trama, perché il viaggio back in action dell'irrisolto Renton verso Edimburgo è tutta un'operazione nostalgia nichilista in attesa di nuove scorribande da disadattati, ma più posate e meno tossiche di vent'anni fa. Molto meno realisticamente crudo e lisergico del primo, ne celebra sequenze e rimandi come cartoline in un videoclip girato a palla, tra stop motion, colorazioni plastificate, e primi piani paripari. Senza patinarsi troppo però, lasciando quell'alone di grottesco dozzinale e brutalità impasticcante che non guasta, prendendo poco sul serio lo spettatore stesso.
Perde colpi quando la confluenza verso la "vendetta" dovrebbe prender corpo, e non ha il coraggio di metter in scena quello che è il vero seguito di Trainspotting, ovvero il romanzo Porno dello stesso Welsh, dove la banda dei quattro si rimette in pista per darsi al business delle figa deflorata in video HD. Forse solo la giovane prostituta bulgara dopo un po' mi è venuta a noja, con la sua aria saggia da ninfetta alla Bertolucci, come la rivisitazione da un nuovo punto di vista di certe sequenze del primo film. Doppiaggio discutibile, specie Spud e Mark. Il finale troppo riconciliante - rispetto al concetto di famiglia - mi è sembrato una forma di normalizzazione non dovuta. Ma ci possiamo sempre ballare sopra Lust for Life rifatta dai Prodigy.


Scegliete la vita; scegliete un lavoro; scegliete una carriera; scegliete la famiglia; scegliete un maxitelevisore del cazzo; scegliete lavatrici, macchine, lettori CD e apriscatole elettrici. Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita; scegliete un mutuo a interessi fissi; scegliete una prima casa; scegliete gli amici; scegliete una moda casual e le valigie in tinta; scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del cazzo; scegliete il fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina; scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare. Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio ridotti a motivo di imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi; scegliete un futuro; scegliete la vita. E scegliete pura un ALOHA che male non vi fa. Come questo film.