Cravenroad7

Però la casa prese fuoco solo nelle paturnie di Dylan e nei traslochi qualcosa nelle credenze può anche sfuggire. Mi sembra più assurdo immaginare qualcuno che riponga un pacco postale in qualche credenza della cucina!
Ma poi perché mentire? Soprattutto una volta scoperto che riguarda un incarico, confessa la dimenticanza perché sarà il cliente a rivelarlo al tuo capo!

@DonCristo

La recensione è in focus. Però Ambrosini a me qui non è sembrato "fumoso", anzi l'ho visto più essenziale del solito, e forse questo a qualcuno piace di più, invece di fumarsi napoleonate ben cervellotiche o trip di Dix (non le patatine).
Sul discorso della meta-parodia nei confronti del lettore non mi ritrovo tanto, ma se così fosse qualcuno sta male

@DearBoy

Sì, dovrebbe esser così: non è molto chiaro se l'incendio sia avvenuto davvero. Non ho l'albo sotto mano, ma forse non si intravedevano segni di bruciature. Sta di fatto che qualcuno si è occupato di sgomberare ogni oggetto causa sfratto (galeone compreso, svenduto dalla stessa Barbato tre mesi dopo), e che poi dal deposito gli scatoloni sono stati riportati a casa. Che era stata razzolata a tappeto, statue incluse, non solo credenze.
Sulle credenze superstizievoli per il nuovo Groucho: il fatto che menta in modo così spudorato ed insensato dovrebbe contribuire a renderlo più inquietante come volevasi secondo il progggggettone magno. Del tipo "c'è qualcosa sotto, ma non sono i peli sotto il tappetino del cesso". Tra un po' diranno che neanche lui esiste, ed è una projezione di

LA CREDENZA IN ALOHA NON TI LASCIA MAI A DIGIUNO

@ wolkoff

Secondo me lui qui con fumoso intende "senza nerbo". Qui il Conte mette in scena le sue tematiche tipiche: l'irrealtà, il dolore intimo, la famiglia - e adopera le figure tipiche della sua scrittura: il killer melanconico, il gangster, il demonio. Il senso di familiarità che si è percepito leggendo questa storia è giustificato dalla presenza di questi elementi. Tuttavia secondo me c'è un grande equivoco da portare alla luce, nel senso che non è detto assolutamente che il Dylan della dimensione disegnata da Ambrosini sia il Dylan "quello vero" - ammesso che esista un Dylan vero - troppi sono i riferimenti all'età diciamo "classica" del personaggio, compreso quel gran bel doppiofaccione del Capo Burocrate - e il risultato finale è semplice dal punto di vista narrativo ma anche in qualche modo fuori fuoco, manierista. Anche per questo l'assurdità dello stratagemma finale con la lettera dimenticata in credenza è da passarci sopra e va presa secondo me come un semplice riferimento a un certo modo di scrivere DYD degli anni passati.

Sul discorso dalla meta-parodia verso il lettore non so che pensare, ma in ogni caso ho avvertito fra le righe una presa di posizione di Ambrosini e non solo in questo albo (notare l'indimenticabile Dylan biondo di Lacrime di pietra).

La sparata sul metatesto per le critiche al nuovo corso non ha alcun senso, visto che tutta la parte dell'albo ambientata nella "realtà" è già quella del nuovo corso.

Non sono convinto. L'unica cosa che identifica quella come la realtà del nuovo corso è la presenza di Rania e Carpenter, probabilmente inevitabile per ragioni di trama.

Non so... al Conte piace giocare col Tempo, col concetto autoriale, etc.
Ma non mi risulta che ami meta-contestare l'abitudinismo classicheggiante del lettore medio, o irriderlo. E poi sono d'accordo con Outcast sul fatto che il Dylan - uno dei tanti possibili e probabili, va sempre detto - che vediamo disegnato da Ambro è già calato in una dimensione attualizzata, Rania, smartphone e Grouchofanti compresi. Ed all'Uomo dai due Volti lui ci è da sempre affezionato, al di là del tempo e dello spazio, oltre gli stagni ed i miasmi...
Anche Gualdoni lo usava spesso.. ma perché non sapeva dove andare a parare nell'arco di una storia, e andava lui sì parodiato per ricorrere a certi escamotage dal microcosmo dylaniato.

ALOHA DYLAN RICCIOLUTO, QUELLO CI MANCA

Comunque la storia delega troppo al lettore sia in termini di sospensione dell'incredulità che di comprensione. E io sono vecchio e pigro.
Ad esempio non ho capito cosa ha "liberato" Aida.
Ha dei buoni momenti ma anche delle zavorre che arenano la lettura come i paroloni parapsicologici di Aida all'inizio o il solito teatrino con i soliti fiacchi tormentoni della solita coppia p.c. di Scotland Yard.
Dell'Edera mi è piaciuto tantissimo, al di là della scelta stilistica derivativa.
Ambrosini pigro e sciatto.

L'album di questo mese non mi ha fatto impazzire, ad essere sincero. Apprezzabile l'idea di due disegnatori per ogni "corso degli eventi", ma certi primi piani di Dylan proprio non mi piacevano... quello non è Dylan. Trama sofisticata e complessa, che si intreccia; occorrono più letture per una comprensione migliore della storia, e generalmente queste sono le storie che mi piacciono di più. Ma, ahimè, non sono riuscito ad apprezzarla come speravo. Belli i tanti riferimenti (dai nomi dei personaggi, in primis), bellissimo il personaggio di Arlecchino che rappresenta / gestisce / si diverte con lo scorrere del Tempo. Per certi versi, mi ha fatto pensare a Cagliostro (che adoro!).

Personalmente mi è piaciuto tanto, l'ho già riletto un paio di volte e ancora non mi è completamente tutto chiaro. Ma forse è questo il bello di questi numeri

La questione della continuità in una serie editoriale che dura trent'anni è impresa complessissima e tutto sommato, considerato che Dylan non può invecchiare, francamente per me non essenziale : le sottoserie o le serie collaterali attendono più che altro alla gestione del prodotto. Sclavi ha ribadito più volte che trattare il passato di Dylan gli ha sempre dato l'orticaria. Ma veniamo alla poetica e a questa storia . Il punto ben messo in evidenza da don Cristo, (ma è tutt'altro che un un equivoco) , è che nessuno ci garantisce che il Dylan più classico disegnato da Ambrosini sia quello reale ( ammesso appunto che ci sia un Dylan reale) se fosse veramente reale ci troverebbe, come nel finale, il guardiano a sorveglia la residenza. E quello infestato dal diavolo Arlecchino disegnato da dellEdera , è altrettanto reale! Il fatto che nello scontro fra le due macchine a uscire di scena sia quello che cerca di salvare la bambina e è perché l'autore al ( arbitrariamente ma è un suo diritto), se ne disinteressa, almeno per il momento. Come può concepirsi qualcosa di veramente rale quando il Tempo ordinario costruito sul paradosso dell'esistenza del nulla e nell' ipotesi di un tempo che scorre dal nulla del passato al nulla del futuro. Forse il cosiddetto Tempo reale è allora, Lui SI!, il più straordinario e equivoco, la più macroscopica Illusione. E così ,come ribadisce la scrittrice nel testo finale: l'ultima pagina che Dylan legge , quando l'uomo saprà riformulare un concetto di un Tempo che non prevede il suo estinguersi nel nulla della morte, forse allora , l'idea ( altrettanto illusoria del Diavolo, non sarà più necessaria e lui :spirito beffardo e maligno fautore e promotore del Male non saprà più dove nascondersi e si libererà della sua maschera di Arlecchino. In un' ipotetica altra storia a uscire indenne dallo scontro fra le due macchine potrebbe essere il Dylan con la bambina. Offline si chiede perché Groucho menta a Dylan non rivelandogli che il pacco inviatogli dalla scrittrice è vecchio di sei anni. beh quello che fa o non fa Groucho e perché lo fa, bisognerebbe chiederlo a lui… a me sembra che il venale Groucho può tranquillamente tergiversare , magari la tipa ha cambiato indirizzo e loro si tengono l'assegno.

divertente offline che si definisce vecchio e pigro m non sopporta chi è pigro e sciatto, vea sagoma.

Potresti scrivere in modo meno pigro e sciatto per favore?

grande dear boy grande divertente paraculo… ho scritto bene paraculo? ah ah ah ah

Albo che mi é piaciuto parecchio, da tutti i punti di vista. Intanto copertina magnifica, che difficilmente passa inosservata e che é destinata a diventare una delle piú belle del nuovo anno. Io poi sono di parte perché adoro De Chirico.

Per quanto riguarda i disegni Ambrosini fa il suo buon lavoro che trovo sempre molto "da atmosfera surreale". Amo soprattutto i suoi paesaggi, sempre in bilico fra reale e onirico. Dell'Edera mi ha dato un bel pugno allo stomaco per riflesso condizionato: vedere quel Dylan alla Micheluzzi mi ha esaltato e straniato piacevolmente. Ricordo quando da pischello vidi "gli orrori di altroquando" odiando quell'albo che tanto disgusto mi diede. Come cambiano i gusti nel tempo: quei disegni mi infastidiscono anche oggi, ma é un fastidio che voglio, che amo. Respirare di nuovo quelle atmosfere mi ha fatto apprezzare ancora di più dell'edera.

La storia é bella, coinvolgente e come sempre grazie ad ambrosini, poetica. Non vedo l'ora di rileggerla. Ho respirato a pieni polmoni "Dylan dog" ritrovando quelle sensazioni retró che non fanno mai male, celate dietro una storia di taglio piú moderno ma non per questo meno magica. L'Arlecchino demone é un personaggio che adoro... mi disgusta, mi infastidisce, mi fa paura... ma lo vorrei sempre tra i piedi, per vedere cosa combina. La scena in cui, nei panni di groucho, si pappa i volatili mi ha disturbato e divertito molto.

Solo ottimi voti.

Si però, premesso che leggo con più interesse un qualsiasi messaggio del forum e quindi anche i tuoi, rispetto all' editoriale di Recchioni (che leggo sempre con un occhio solo e infatti non avevo notato il refuso), proprio dicendo che non li sopporti mandi un messaggio in quelle condizioni ?!?
E già che ci sono, dovresti correggere i titoli di coda dei tuoi video, che la canzone dei Down si intitola "Stone the crow", non crown !

Dylan scettico certo, ma quella frase è stata troppo netta ... e non mi piace non ci posso fare niente. Cioè se io fossi un cliente a sentire una cosa del genere prenderei subito la porta ! Nel senso che mi sentirei preso per il c...
Ma del resto ci sono fin troppi aspetti del carattere di Dylan Dog che non mi piacciono, io DD lo leggo per le storie, non per lui !
Ecco, l'ho confessato !