Cravenroad7

Altro film mainstream visto cinema nell'ultima settimana.
Di Captain Fantastic magari scriverò più in avanti, se a qualcuno interessa o l'ha già visto e vuole dire la sua. A me è piaciuto molto, meno commovente del previsto, tematiche mai banalizzate, sovversivo ed indie quanto basta, colorato ed americano il giusto. Ottime musiche, specie quella versione toccante di Sweet child o' mine in funzione di requiem, al limite dell'idillio hippie



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Sully

Film asciutto, denso, ma al di sotto della media di C.Eastwood, come regista.
La cronaca lineare prende il sopravvento sulla narrazione o sulla scomposizione dei personaggi, nelle loro ambiguità...mancate. Comunque il collante della "tesi" nella sua semplicità tiene, per quanto il protagonista non presenti conflitti interessanti né percorsi di sorta. 90' minuti mi sembra una durata giusta, e comunque troppe cose si ripetono sbattendo nel risaputo e prevedibile. Buone le scene d'ammaraggio, i vari tizi coinvolti, ed il realismo eroico dei soccorsi, nel loro tempismo freddo ed accorato allo stesso tempo. Come la dimostrazione che il fattore X umano prevalga alla fine su algoritmi o simulazioni di sorta, quando ci sono le variabili di 155 vite in gioco... alla faccia del lobbismo burocratico e cavillante di compagnie aeree ed assicurative, o dei nostri prodi Schettini
Per fortuna alla fine il film non si attiene troppo al nomignolo del protagonista ed al doppio senso implicito (to sully: infangare), mettendo da parte la macchina del fango mediatico e tutto quello che comporta il criticismo gratuito & chiacchierone dei presunti espertoni da salotti tv pro-inchiesta urlata.

Fa impressione un Hanks così invecchiato: pare di vedere uno zio dopo tanto tempo, e si capisce che il tempo passa per tutti, anche per quei divi familiari che sembrano accompagnarci da una imprecisata giovinezza. Di rilievo gli sguardi allibiti alla finestra, mentre un Airbus in caduta sull'Hudson sfiora i fantasmi dell'11 Settembre nel sentire degli yankees. Molto male la scompostezza malsceneggiata dell'udienza, dove non compajono avvocati e si vuol far credere che l'accusa cambi idea nel giro di un battito di ciglia, fino a trasformare l'imputato in un loro stesso idolo.

A SULLEN ALOHA

Anch'io ho visto Sully, trovandolo davvero ottimo: non al punto di inserirlo tra i migliori film di Eastwood, ma di certo lo considero nella fascia alta – per così dire – della sua produzione. Francamente m'è sembrato funzionare tutto: dalla struttura non cronologica della narrazione alla caratterizzazione dei personaggi coinvolti, dalla ricostruzione dell'ammaraggio al racconto rovello interiore di Sully che fa seguito all'ammaraggio di fortuna.

Qualche SPOILER.

Per quanto riguarda l'udienza, non so se la presenza di avvocati fosse prevista, visto che si trattava (a quanto ne so) di un'indagine interna alla compagnia per cui Sully lavorava; in ogni caso la spettacolarizzazione della scena è evidente (e dichiarata, dato che in realtà si sa che la commissione d'inchiesta è stata professionale e mai vessatoria), ma il tutto mi è sembrato funzionare perché i dubbi della commissione si dissipano pressoché assieme ai dubbi dello stesso Sully, che effettivamente pare chiedersi se davvero ha fatto la cosa giusta e, vuoi per la tensione vuoi per i dubbi, ci mette un po' a riacquistare la propria serenità. Alla fine l'"assoluzione" (chiamiamola così) arriva in conseguenza all'auto-assoluzione di Sullenberger: mi è sembrato il modo migliore per concludere la vicenda.

Per me un altro centro pieno per il vecchio Clint.

La commissione d'inchiesta, sia nel film che nella realtà, è stata indetta come giudicante dall'NTSB (National Transportation Safety Board), un potentissimo organismo para-governativo d'investigazione sulla sicurezza nei trasporti...che non è esattamente una semplice commissione interna alla compagnia. Considerando come negli USA, anche per le beghe sul gatto dei vicini, ci si rivolga ad uno studio legale "per sentirsi rappresentati", l'assenza di avvocati per i piloti è semplificante, irrealistica, e poco rispettosa nei confronti del pubblico e dei fatti, soltanto per economia di sceneggiatura, onde non inserire altri personaggi o sminuire il percorso dei protagonisti a dei semplici botta e risposta su carte legiferate .

Lo stesso film ha generato diverse polemicheper come sono stati tratteggiati gli inquirenti dell'NTSB rispetto ai fatti reali, dipingendoli come dei (ac)cani(ti) rognosi che si gettano alle calcagna della loro preda per metterne a nudo debolezze ed imprecisioni fino a scannarlo sul pulpito della colpevolezza, in base a statistiche o cavilli a raffica. Qui Eastwood ha manipolato per esigenze di fictionalizzazione interne al film i personaggi, e la cosa è giustificata. Non è giustificato il modo puerile in cui si vuol far credere (nel film) che questi rognosi delle commissione abbiano cambiato idea in modo tanto improvviso, abruptly, per una sbavatura imprevista nei loro faldoni di prove, passando dalla vessazione imperterrita del protagonista alla sua idolificazione solluccherevole nel giro di due minuti della stessa udienza. Quando la tipa dell'accusa passa dalla bile alla bocca ai cuoricini agli occhi volevo lasciare il cinema .

Peccato Clint, la prossima volta che devi ritrarre un tuo personale eroe del senso di dovere nazionale, pensaci prima a costruire la claque apposita. American Sniper non insegna, vedo...

ALOHA DI BUONE FESTE A TUTTI,
ANCHE PER CHI NON PRENDE L'AEREO

Ieri ho visto Florence. Film davvero simpatico con una Maryl Streep bravissima

Per me, un altro grande film del Clint recente.

Comunque, mi limito a dire che non ho avuto le tue stesse sensazioni nei confronti degli "accusatori": sono antagonisti del protagonista e si comportano come tali, ma non mi sono mai sembrati così tremendamente incarogniti, anzi; quindi, anche la (brusca, vero) conversione finale mi pare magari non credibilissima, ma abbastanza plausibile sì. E la tizia – la moglie di Walter White, per intenderci – mi era sembrata già da prima la meno accanita del gruppo.

Rogue One Rules!!!
anche in polacco e non doppiato in italiano...che emozioni!!

Che coraggio, più che altro!

Appena visto Silence: un grande Scorsese, degno degli antichi fasti. Film che si prende i suoi tempi, potente, ieratico, che richiede allo spettatore un minimo d'impegno ma che lo ricompensa alla grande. A caldo, lo colloco nella parte alta della produzione scorsesiana; occorrerà rivederlo nei prossimi anni per capire se l'impressione sarà confermata.

The Wolf of Wall Street, film rilevante esteticamente, mi aveva lasciato piuttosto tiepido. Silence invece mi ha impressionato parecchio e non solo per la forza di immagini che si conficcano nella mente.
Lasciamo perdere quei critici che accennano a esibizionismo compiaciuto, ce ne sono ad ogni film che non si tira indietro nella messa in scena realistica o iperrealistica (una cifra stilistica di tutta la produzione dell'autore), qui siamo di fronte ad un'opera potente e sentita.
Volendo trovare dei difetti non mi ha convinto del tutto la recitazione del protagonista (Andrew Garfield), ma giovani De Niro, Day-Lewis, Di Caprio, lo stesso Neeson, ecc. non mi pare spuntino come funghi.

d'accordissimo con lui...

Io quasi per niente (sulla figura dell'inquisitore però abbastanza), ma i gusti son gusti. Io collocherei Silence in vetta alla "trilogia religiosa", seguito da Kundun e da, parecchio staccato, L'ultima tentazione di Cristo, film confuso ed eccessivo.

Nefaste conseguenze della libertà di parola.

che vi devo dire...io, "Silenziosamente", stavo morendo sulla poltrona del cinema...e l'ho anche visto sottotitolato...

Ahhh, La La Land. Tanto semplice quanto delizioso.

qui, concordo.