Cravenroad7

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#364 - Gli anni selvaggi
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Mediocre (5) 20%  20%  [ 21 ]
Accettabile (6) 14%  14%  [ 15 ]
Buono (7-8) 18%  18%  [ 19 ]
Ottimo (9-10) 10%  10%  [ 10 ]
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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: lun gen 09, 2017 11:34 pm 
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Edit: Vabbé, ma se volete parlare di Paola c'è il topic apposito. Così magari rkc ci spiega in dettaglio come mai per lui adesso la Baraldi è il miglior sceneggiatore donna della serie, superando la Barbato stessa :oops:

[...]

LestatDeLioncourt ha scritto:
Inoltre,che molte critiche siano dettate da "l'ha scritto Baraldi nell'era Recchioni",direi che possiamo darlo per scontato.


Come possiamo dare per scontato che ogni mese verrai qui a frignare strumentalmente col dito puntato questa tiritera pedestre, da pro(ad)vocatura risentita.

Quattro sillabe. Si chiama: CON-TIN-GEN-ZA :o :o :o :o
Presente (all'intelletto, oscurato da partizanismi paranoidi) :?: Per chi altro dovrebbe scrivere la Baraldi? Per Gualdoni? Per Castelli? Per Manfredi? In questo momento contingente lei scrive per Recchioni e va associata a lui. Pane pane. Non c'è bisogno di uno storico dei fumetti per risalirci. Per tutte le vaccate che ha scritto Marzano in precedenza si tirava in ballo Recchioni? O Marcheselli? O ancora più a ritroso Sergio Bonelli per aver concesso colpevolmente l'apertura della testata nel lontano '86? :lol: :lol: :lol:

Alla fine una parte delle responsabilità è anche sua se cose come questa vengono pubblicate. Quando hai la bicicletta voluta, ogni pedalata sarà riconducibile a te. Non al 100% ripeto, perché in redazione ci sono diverse persone al lavoro, e sarebbe riduttivo pensare al tutto come un dialogo su binario unico supervisore-autori. E adesso che ci penso concederti quattro sillabe era pure troppo, considerando quanto già risposto da Dear ed Alek, senza TROLL FE-RI-RE.

[...]

Papercop ha scritto:
A mio modo di vedere, il Dylan roadie modesto e riflessivo, che suona il clarinetto nei camerini e ha un'idea pura del rock and roll non è dissimile da quello di Sclavi. Il Dylan di Sclavi odia le folle, ma ama l'heavy metal, e soprattutto ha 15 anni di più. Ci sta che non sia a suo agio nei contesti completamente sopra le righe di Golconda! o Dopo Mezzanotte.


Qui mi sembra abbastanza a suo agio tra folle equivoche, risse da rave, compagneronismo chiassone, etc. Poga, mena e rimorchia nel pieno caos senza tanti scrupoli, e nessun decibel di troppo sembra ferirlo. Contesti non molti diversi da quelli del #26 e #41. Quindi la vaccata incongruente di fondo rimane, e non mi si dica che solo dopo una quindicina d'anni s'è immusonito nel matusa-lemme lemme, fino a stralunarsi per poco più di un altoparlante a palla + tizi scalsmaniosi di contorno visti come alieni, perché regge come la bava di una lumaca sulla segatura :D .


[...]

alemans123 ha scritto:
Invece il Dylan degli Anni selvaggi mi sembra molto ma molto distante dal Dylan de Il Lungo Addio. Lì abbiamo un romanticone, un ragazzo molto calmo, riflessivo, tranquillo (coraggioso ma in generale per una giusta causa). Forse avrei capito se tutto questo fosse successo dopo che Dylan diventa poliziotto dopo la morte di Lillie e durante il periodo da alcolista (in quel limbo in cui lascia la polizia per intenderci). Almeno lì aveva lo shock e può starci (considerando che dopo uno shock puoi scrivere un po' quello che vuoi). Cioè mi chiedo cosa abbia trasformato l'adolescente Dylan de Il Lungo Addio in questo Dylan


Maronna ti prego, nun te lo chiedere, e fa che non se lo chiedano neanche gli autori, altrimenti quello che temevo in questo post di qualche pagina fa prenderà corpo... :? :? :?

Spoiler!
memmedesimo nel panico ha scritto:
A propò della gioventù dylaniata: spero di sbagliarmi sentitamente, ma ho un oscuro presagio a margine.
Tra le varie tappe lacunevoli che si possono ancora sfruttare, c'è il suo rapporto coi genitori adottivi ed il periodo che precede la separazione da essi, e da Crossgate in senso lato, pre-ribellione punk.
Non so perché, ma certi accenni in questo albo - potrebbero essere solo delle forzature made in Baraldi, poco documentata, eh :roll: - mi lasciano qualche timore di rimpasto cazzeggiante da retrospettiva. Non mi pare che altrove si alludesse ad un'adolescenza poco felice del nostro... anzi. Solo che qui, forse anche per atteggiarsi a disadattato, più volte il Dylan ventenne torna ad alludere di "non aver avuto niente dalla vita" (p. 17) o addirittura di aver trovato in Vince un sostituto alla famiglia quando non ne aveva più una (p. 44).
Non oso immaginare cosa ne verrebbe fuori da questa scia... da tirare con una banconota da 100 :tc: .


E' un disco rotto da pussare via... sciò... :x:

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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: mar gen 10, 2017 11:10 am 
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Due righe sull'albo le scrivo anch'io, in ritardo (come la mia lettura della storia dylaniana), e avviso subito che non dirò nulla di nuovo rispetto a quello che già si è letto, perché stavolta sono perfettamente allineato alla maggioranza degli utenti.

In breve, una brutta storia. Presumo che l'argomento sia piuttosto sentito dall'autrice, eppure la narrazione è impersonale e priva d'intensità. Come ha già detto qualcuno, prendete tutti i luoghi comuni sul maledettismo rock'n'roll, metteteli in un sacchett(in)o e pescatene uno a caso: in quest'albo lo troverete di certo. Il che non sarebbe neanche un male, in sé, se non fosse che il luogo comune in questione è stato trattato in maniera piatta, basica, senza una sensata rielaborazione. Tutto così, gettato lì alla rinfusa. Il risultato è che la storia non "vive", ma prosegue stanca tra un cliché e l'altro, arrivando anche ad annoiare.

Che c'entra Dylan in tutto questo? Niente, ovviamente: attraversa la storia senza incidere, limitandosi a sciorinare qualche slogan vagamente dylaniano di tanto in tanto. Non è un Dylan che mi convince, né per come si comporta né per il contesto in cui è calato. Specifico che non mi sono stracciato le vesti a priori per il ruolo del Nostro nella storia, all'interno di una rock band; forzando un po' la caratterizzazione, un passato così potrebbe perfino essere (quasi) compatibile con la storia del giovane Dylan (per quanto stoni parecchio che abbia fatto parte abbastanza a lungo di un gruppo poi diventato strafamoso, anziché di uno sgangherato complessino durato poco e ancor meno conosciuto)... il problema è che, a lettura conclusa, non trovo adeguato il modo in cui il personaggio è stato trattato all'interno della storia. Non mi suona affatto bene, per rimanere al lessico musicale. Se ne sta in disparte, ostenta purezza a parole ma poi è sostanzialmente inerte.

Insomma, l'unica cosa che salvo dell'albo sono i disegni, davvero ottimi: Mari sta raggiungendo un nuovo equilibrio a parer mio mirabile, mantenendo la chiarezza e la leggibilità del segno ma recuperando albo dopo albo un'autorialità e una personalità che aveva quasi perso per strada e che erano ormai diventate maniera.

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È la mia opinione, e la condivido.

Ciao,
Teo


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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: mar gen 10, 2017 11:25 am 
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non so se qualcuno mi ha risposto, quindi nel dubbio torno a chiedere, qualcuno sa qual è la colonna sonora indicata da Recchioni nell'horror club?

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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: mar gen 10, 2017 12:38 pm 
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Iscritto il: mer mag 04, 2011 3:00 pm
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alemans123 ha scritto:
Dear: Anche mio padre mi dice che non ha tempo da perdere a leggere Dylan Dog. Non ha mai provato e mai vuole farlo. Io mio padre lo chiamo preventuo. Diciamo che se uno dice "Ho raggiunto un'età in cui non posso più perdere tempo per leggere roba scritta dalla Baraldi." semplicemente per me (ma credo per il 95% della popolazione mondiale) quella persona è prevenuta verso un certo genere o un certo artista (a meno che tu abbia letto un romanzo della Baraldi e lo dici a ragion veduta). Non che ci sia niente di male. Anche io sono stato prevenuto su Harry Potter poi l'ho letto e pur non definendolo un capolavoro mondiale, ammetto che non è male e che non valeva quel mio essere prevenuto.

Non sono prevenuto (magari!) ma accorto.
E se non lo fossi stato con cognizione di causa sarei un profeta vista l'ecatombe di voti e commenti negativi che quest'albo ha riscosso.
Come si dice: "se mi freghi una volta sei stronzo, ma se mi freghi due volte lo stronzo sono io".
Sembra che vuoi convincermi a leggere una roba che non è piaciuta manco a te! :tc:

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l tuoi noti "sarcasmo" e "voglia di flammare" non attaccano con me. (cit.)

Quindi, sgarbato Dear?
Sì, come al solito.
Sta dicendo cose assurde?
Per niente. (cit.)


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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: mar gen 10, 2017 12:52 pm 
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Località: Corbetta
E' la colonna sonora che la Baraldi ha consigliato di leggere durante la lettura dell'albo per apprezzarlo meglio. Wolkoff direbbe che l'ha consigliata per distrarci meglio :-) :-)

Dear: No no ci mancherebbe. Non leggendolo non ti perdi nulla. Pensavo solo vi riferiste anche alla sua produzione letteraria.

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Il mio testamento dovrà contenere non ciò che voglio lasciare quando morirò ma ciò che voglio trovare quando tornerò.

Bergonzoni Alessandro


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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: mar gen 10, 2017 1:02 pm 
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Iscritto il: mar feb 03, 2015 12:13 am
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Ho votato insufficiente non perché non trovi Dylan Dog in questo albo (Dylan è morto da un pezzo ormai e questa gestione lo sta spolpando solamente) ma perché la storia è noiosa. Piena di "pipponi" inutili e retorici.
Si cerca di affascinare i più giovani e credo che per farlo Dylan Dog si sia allineato a ciò che reputo la rovina di questo secolo: l'importante è l'apparenza e la quantità e chissenefrega della qualità, delle origini, dei valori!

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Rivoglio Bloch, l'horror e l'Horror Post

Fattela na risata ogni tanto che magari domani te sveji sotto an cipresso

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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: mar gen 10, 2017 3:07 pm 
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Iscritto il: gio nov 05, 2015 5:07 pm
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Finalmente, o dovrei dire sfortunatamente, l'albo in questione è giunto a me fino a quassù...e che dire...forse i miei propositi di buttarmi nella vistola saranno realizzati :?
Da quel che ho potuto leggere in questo numero, ci troviamo nel bel mezzo del festival del citazionismo o fan service eseguto nella maniera più retorica e paraculetta possibile...
mi rendo conto pian piano, che come già espresso da altri prima di me, che la baraldi qui scrive sopratutto per un suo totale ed egoistico sfogo personale e amatoriale (in quanto amatore di un determinato mondo o personaggio...ergo Fan.) una sorta di suo manifesto, e del suo mondo romanzato, in cui dylan c'entra poco o niente...
Mi dispiace...pensavo fino all'ultimo di poter essere smentito, e invece è tutto lì, spiattellato nella maniera piu ovvia e retorica possibile sulla faccia dell'attonito lettore...c'abbiamo il registro pseudotwilight de noantri, le frasucce ad effetto inglese nonsense (FUCK!) la ribellione giovine e fuori tempo,i clarinetti trovati nell patatine, i quinti sensi e mezzo messi li alla buona, i tizi metal glam stereotipati all'ennesima potenza (poveri loro), il david lynch di cuore selvaggio citato dalla (coltissima?!?) emily (non sarai mai marina kimball) "torta" morta ammazzata, this must by the place seduti in piscina, blixa bargeld dj maledetto, i type 0 negative fuori contesto, etc etc...tutto messo li per un ingenuo fan sevice che nulla porta o arricchisce alla storia..
Mi viene in mente a tal proposito un commento di un mio amico critico cinematografico sul fan service in star wars (scusate la piccola deviazione cinematografica): Nell'episodio 7 il risveglio della forza, lui ravvisava un furbisimo e paraculo (quindi non onesto) fan service, atto solo a far cassetta e a far fare le pippette ai nerd di turno...mentre nel recente (bellissimo) Rogue One l'operazione pseudo nostalgica attuata era molto piu sincera e onesta nei confronti degli spettatori e sopratutto verso i fan della saga...e sopratutto piu vicina allo spirito originale di lucas suo creatore.
Ecco, albi come questo mi portano alla mente proprio questo ragionamento cinematografico.
C'è insomma citazionismo becero e citazionismo intelligente e rispettoso, sia della supposta continuity, sia del prodotto originario a cui certi prosecutori e autori si andranno a rifare.
Si potrebbe obiettare che certi elementi in dylan siano a volte affiorati nella sua lunga storia...si vero...ma non realizzati cosi male e incastonati alla cazzum, sopratutto quando del protagonista di cui il logo in copertina porta il nome e cognome all'interno dell'albo non vi è traccia.
Ecco, basterebbe guardare la copertina per capire che che DYD qui non c'è...
Il rammarico sta nel fatto che questa poteva anche essere una buona storia...nelle mani di qualcun altro però! :(
Il soggetto era interessante, ma una pessima sceneggiatura, che sopratutto nel raffazzonato finale raggiunge il suo apice di nonsense, ammazzano ogni speranza;
SPOILER
dylan che totalmente vittima e spettatore cade dal pero nella rivelazione finale (alquanto intuibile tra l'altro...alzi la mano chi non aveva capito pagine e pagine prima che l'assassino di emily era il fraterno amicone ?!?) e che poi ancora inebetito si lascia sfuggire la manager assassina per poi giustificarsi stupidamente sulla tomba dell'amico nel giro di una vignetta...bell'amico che sei caro dylan! fossi stato in vincent, sarei uscito dalla tomba per strozzarlo sul posto quel dylanfesso!! :mad: che poi, non pago del suo ormai terzo senso e mezzo, viene coglionato sul finale dalla stessa manager che lo urta prorpio fuori dal cimitero e se ne va...e lui che fa?!? inebetito rimane li a fissarla e a vederla sfilar via! :| ma come ?!? nemmeno la segui magari innescando da quel punto una cazzo di vecchia indagine vecchia maniera?!? MAH!! :|
rimango basito...altro che il dylan maltrattato della barbato...qui siamo al dylan cerebroleso della baraldi! :(
Ripeto, grande rammarico, perchè questa storia delle potenzialità poteva pure averle...ma invece tra ultracitazionismo inutile, dialoghi da galera, e sceneggiatura super zoppicante, non può che beccarsi una sonora stroncatura.
Con un po' di tristezza, e stavolta indugiando io stesso nei mie anni (non selvaggi) di gioventù, mi torna alla mente una cara vecchia storia del mito dylaniano che fu: IL signore del silenzio;
non chiedetemi perchè, ma per assurdo la lettura di questo albo in alcuni momenti me lo ha portato alla memoria...anche se ovviamente siamo lontani da quel piccolo gioiellino...quella si che era una storia che con pochi tratti ben calibrati dipingeva un passato e dei ricordi di gioventù di dylan pennellati con rispetto e "polso".
Purtroppo Vincent non si avvicina di una spanna al povero e allucinato Larry de il signore dl silenzio;
anche in quella storia un vecchio amore che moriva, il tempo e la giovinezza che non tornano più, invidie, gelosie, un libro (al posto di un disco :3 ) maledetto per chi lo leggeva...ok...ok...ma tutto dannatamente intimista e realizzato in maniera coinvolgente rispettando lo spirito del personaggio, come il suo passato, e con dei dialoghi superbi ed intensi! ...non le frasucce da baci perugina e i dialoghi retorici del suddetto "baraldarmony".
Lo so, il confronto potrebbe essere impietoso e un poco azzardato (aridatece gente come Ferrandino!) ma una botta di nostalgia(vista anche la mia attuale collocazione geografica) è eruttata in me ricordandomi quel mitico albo del passato.
Anche il discorso cronologico poteva volendo anche starci, dopotutto dylan è ormai un personaggio fuori dal tempo lineare...
ma lo svolgimento e stravolgimento del suo piu intimo essere, calato poi in una scrittura cosi mielosa e scialba, non possono essere perdonate. ...cara barby...Bocciata! o forse rimandata...a un altra vita. :3 (ambrosini salvaci tu!)
p.s. scusate la lunga filippica e qualche errore qua e là...ma tutto di getto scrissi..pria di gettarmi io stesso :wink: !

Note a margine:
copertina molto d'impatto. sicuramente richiamerà molti gioooviniii...forse. :oops:
Disegni interni di Mari molto dettagliati per i suoi standard...ma ormai tutti gli artisti di dylan vengono portati a creare sempre piu tavole fantasmagoriche e curatissime, forse porpio per sopperire, a volte, a sceneggiature altresì insipide.
Riflessione sul mondo occulto che monopolizza il mercato discografico e "accoppa", se non non eseguono il compitino musicale, gli artisti di turno...un argomento questo che avrebbe meritato un approfondimento maggiore..magari su un altra storia..se non su di un altro fumetto.
Frontespizio molto amarcord ...quasi da origini della testata e del villa che fù...anche se qui siamo su vette sperimentali e artistiche che toccano di piu le mie corde...mazzuchelli e de luca docet!

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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: mar gen 10, 2017 4:25 pm 
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alemans123 ha scritto:
Lasciando perdere i dialoghi e la sceneggiatura e parlando solo del passato di Dylan credo che il Dylan di questo numero non sia incoerente con il Dylan adulto ma con il Dylan giovane.


Piu' che incoerenza,secondo me un falso problema...diciamo che alcuni aspetti del "Dylan giovane" sono gia' stati sviscerati,visti,rivisti,in modo diverso e piu' convincente.
La Baraldi in sostanza fa una variazione sul tema,ma non riesce ad arricchire il tutto.Ne offre una prospettiva diversa,e a mio giudizio non proprio indovinata.


Per il resto,oh...e' sempre bello notare come ci siano personaggi che in mancanza di argomentazioni la buttano sull'offesa,gli inviti non richiesti,e ancora piu' offensivo...fiumi di parole.Ma nulla cambia a quanto detto prima.Mi ricorda una vecchia battuta sul cibo che fa schifo,e le porzioni sono scarse.


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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: mar gen 10, 2017 4:40 pm 
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...e impara a fare i nomi, piuttosto che sparare nel mucchio e nasconderti (risentito :lol: ) la pistola fra le chiappe, vittimizzando fandonie. Anche questo è un invito.. a nozze,coi fichi marci... se vuoi argomentare, invece di rilanciare nel vuoto accuse da operetta, facendo orecchie da mercante (in fiera, di ciabatte) quando vieni messo alle strette dalle argomentazioni altrui, archiviate facilmente come fiumane di parole, mentre a qualcuno basta una righina annacquata per cospargersi di semi-vaccate o stagnare nella provocazione gratuita. Roba per cui W.Allen - visto che è stato citato - s'ingozzerebbe di grasse risate.

Uno sbadiglio seppellirà certe uscite da trollfanboy... :roll:

IF I COULD ALOHA
WOULD YOU?

https://www.youtube.com/watch?v=Nco_kh8xJDs

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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: mar gen 10, 2017 5:00 pm 
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wolkoff ha scritto:
argomentazioni altrui,


Adoro questa forma di ironia...

Tuttavia,essendo un troll...fanboy,di Recchioni,di grillo...non azzardo repliche.Faccio solo il risottino su Woody Allen.


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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: mar gen 10, 2017 5:03 pm 
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Spoiler!
...e spero di meritarlo, per elogio della sintesi :D

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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: mar gen 10, 2017 5:59 pm 
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Ok, può bastare così.

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una donna, un cavallo, una tenda, un fuoco,
e qualcosa per cui combattere.


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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: mar gen 10, 2017 10:12 pm 
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Iscritto il: ven giu 12, 2015 7:29 pm
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alemans123 ha scritto:
E' la colonna sonora che la Baraldi ha consigliato di leggere durante la lettura dell'albo per apprezzarlo meglio. Wolkoff direbbe che l'ha consigliata per distrarci meglio :-) :-)


si si, questo l'avevo capito, chiedevo quali sono le canzoni di questa colonna sonora

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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: mar gen 10, 2017 11:58 pm 
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Iscritto il: sab dic 28, 2013 7:16 pm
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Drake 2.0 ha scritto:
Si nota che siamo diversamente esigenti dalla Barbato (e forse in generale)
Limitatamente alla Barbato devo dire che per me la vecchia Barbato ha scritto cose di tutt'altro livello (niente di trascendentale o leggendario, ma storie godevolissime)


Dopo anni di gestione Marcheselli prima (soprattutto gli ultimi) e Gualdoni poi (quando l'ho seguita), senza scomodare l'attuale curatore, la mia soglia d'esigenza direi che si è piuttosto abbassata. I miei voti sono contestualizzati al periodo, ecc. ma è un discorso vecchio su cui nel forum si è già discusso parecchio.
La vecchia Barbato (quindi la giovane :g: ) era di un'altra categoria (pur con alcuni difetti e storie poco riuscite) rispetto sia all'attuale che a molti vecchi e nuovi autori dylaniati.


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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: mer gen 11, 2017 12:05 am 
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dalla copertina pregustavo un bell'albazzo con i controc@xxi ed effettivamente i disegni soddisfano interamente le mie aspettative.
La storia risente drasticamente dell'influenza recchioniana, tutto sembra lasciar intendere che più che di Dylan si stia parlando di Roberto, dei suoi gusti musicali e della sua attrazione per 'sesso, droga e rock'n roll'. Nel complesso una storia neanche spiacevole, scorre via senza troppi impicci ma il continuo ricorso al passato di Dyd (che veramente io non vorrei proprio conoscere) mi lascia intendere che sia rimasto ben poco da raccontare del presente. Nel complesso un sei stiracchiato.

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fidatevi di me,ho un piano.beethoven.

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