Cravenroad7

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#364 - Gli anni selvaggi
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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: sab gen 07, 2017 9:41 pm 
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Iscritto il: gio ott 26, 2006 8:53 pm
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wolkoff ha scritto:
Con qualche forzatura la storia della Baraldi si può incastrare benino in quello che non sappiamo degli anni bui dell'Old Boy, a livello di periodizzazione, ma non col DNA caratterizzato dalle sue esperienze passate, ovvero quelle degli albi citati sopra da Lord e del suo essere per intero.

Ecco, anche e soprattutto per questo parlavo di reboot.
Il Dylan tradizionale è schivo, quasi agorafobico, e in più occasioni ha dimostrato di detestare concerti e discoteche. Non arriva all'asocialità di Francesco Dellamorte, ma ci va vicino (del resto i due personaggi di Sclavi per molti versi sono sovrapponibili).
Raccontare che Dylan da giovane era un roadie, seguiva una rock band nei tour e faceva quasi da buttafuori nei concerti significa modificare/riscrivere il passato e la caratterizzazione del personaggio.
Se l'operazione è consapevole, si tratta di un reboot (che, come scrive Goblin, può piacere o meno). Altrimenti, si tratta di un passo falso.


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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: sab gen 07, 2017 10:36 pm 
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Iscritto il: sab nov 08, 2003 9:52 pm
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Scusate, ma sono l'unico ad aver fatto cose a 18 anni che se le racconto adesso le persone non mi credono?

Ribadisco che il vero problema di questo albo è, per me, l'atmosfera generale data dai dialoghi. Un'atmosfera più leggera e un Dylan meno serioso e grave avrebbero reso il tutto più digeribile.

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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: sab gen 07, 2017 11:37 pm 
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Iscritto il: mer feb 27, 2013 10:03 pm
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Scisma83 ha scritto:
Scusate, ma sono l'unico ad aver fatto cose a 18 anni che se le racconto adesso le persone non mi credono?


Sacrosanto ;) ma, scusa la piccola provocazione, credo qui dentro non freghi quasi a nessuno della vita di Dylan, se non ha a che fare con la vita dell'indagatore dell'incubo.
Dyd era un roadie a 20 anni. Bene. Quindi? Oltre ad aver calato il personaggio nell'ambiente gradito all'autore, cos'altro lascia quest'albo a fine lettura? (Ennesimo trauma per morte violenta della ragazza di turno escluso s'intende, che non so se è più abusato questo o la rivelazione finale dell'albo, come trovata...)


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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: dom gen 08, 2017 12:07 am 
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Iscritto il: ven ott 10, 2014 1:54 pm
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Dear Boy ha scritto:
Regà, mi sembra che cascate tutti dal pero.
Mi sorprende che scopriate solo ora che il lettore di riferimento della Baraldi non è quello scafato (un po' disincantato) saturo alla nausea di cliché e di risibili frasi ad effetto.
Estratti, sinossi e commenti dei suoi romanzi, interviste e post su facebook sono a disposizione di tutti su quel perfetto bugiardino che è internet.


E chi sarebbe?
Lo dico soprattutto per la Baraldi eh,che magari non lo sa e vorrebbe saperlo.
Son cose importanti.


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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: dom gen 08, 2017 12:15 am 
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...come temevamo un po tutti, quest'albo (rimanendo in gergo rockettaro) ha spaccato di brutto! non so se le p....e o l'intero forum o il mondo del web tutto...GASP! :o a brevissimo mi arriverà il suddetto albo della discordia...a questo punto ho pure paura a leggerlo...
e forse il mio piano di buttarmi nella Vistola dopo la lettura rimarrà valido! (e viste le opinioni, forse forse questo bagno fuori stagione mi tocca!) :wink:

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Il segno è sottoposto alla legge, le apparenze non sono che sottoposte alle regole del gioco.
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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: dom gen 08, 2017 3:34 am 
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Iscritto il: sab nov 08, 2003 9:52 pm
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AndreaBerga ha scritto:
Scisma83 ha scritto:
Scusate, ma sono l'unico ad aver fatto cose a 18 anni che se le racconto adesso le persone non mi credono?


Sacrosanto ;) ma, scusa la piccola provocazione, credo qui dentro non freghi quasi a nessuno della vita di Dylan, se non ha a che fare con la vita dell'indagatore dell'incubo.
Dyd era un roadie a 20 anni. Bene. Quindi? Oltre ad aver calato il personaggio nell'ambiente gradito all'autore, cos'altro lascia quest'albo a fine lettura? (Ennesimo trauma per morte violenta della ragazza di turno escluso s'intende, che non so se è più abusato questo o la rivelazione finale dell'albo, come trovata...)



Questo è un altro problema allora :D
A riguardo la penso come Lord Blendings, a me non dispiace leggere numeri su Dylan...se interessanti e ben fatti. Quindi, ahinoi, non è questo il caso.

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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: dom gen 08, 2017 10:59 am 
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Iscritto il: mar feb 03, 2015 10:01 pm
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LestatDeLioncourt ha scritto:
Dear Boy ha scritto:
Regà, mi sembra che cascate tutti dal pero.
Mi sorprende che scopriate solo ora che il lettore di riferimento della Baraldi non è quello scafato (un po' disincantato) saturo alla nausea di cliché e di risibili frasi ad effetto.
Estratti, sinossi e commenti dei suoi romanzi, interviste e post su facebook sono a disposizione di tutti su quel perfetto bugiardino che è internet.


E chi sarebbe?
Lo dico soprattutto per la Baraldi eh,che magari non lo sa e vorrebbe saperlo.
Son cose importanti.


La Baraldi lo sa benissimo chi è il suo lettore di riferimento, e anche i suoi editori.

Donna fra i 15 e i 25 anni, lettrice bulimica che tende a non allontanarsi dal genere preferito, young adult o fantasy per ragazzi, un percorso culturale iniziato con Harry Potter, proseguito con Twilight e terminato con 50 sfumature di grigio, sognatrice tendenzialmente insoddisfatta che si trucca pesante e ascolta solo musica "dark" e quando legge vuole la storia d'amore tormentata che alla fine però i due si sposano.
Qui, a parte la componente eversiva della parentesi sul passato rockettaro di DD, non abbiamo forse la rimasticazione di una serie di luoghi comuni del "genere" dylaniato? Un tassello importante della vita del Nostro che si sistema in seguito ad un orribile trauma... la critica del sistema capitalistico... il desiderio di essere outisder... il tutto gestito proprio come un teen drama, senza un guizzo, senza approfondimenti e con abbondanza di frasette ridicole, "Fai attenzione, FUCK!", "Adoro questa canzone, mi fa sentire... SELVAGGIA...", "Il successo è una puttana..." e innaffiato con generose dosi di moralismo spicciolo.



Intanto però i libri della Baraldi si vendono come il pane, come tutto lo YA che c'è in circolazione, perché questa roba PIACE. Perché la donna fra i 15 e i 25 che ama Twilight è oggi il lettore forte, in Italia e probabilmente nel mondo. Quindi tanto vale farsene una ragione.


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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: dom gen 08, 2017 2:36 pm 
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Iscritto il: mer apr 17, 2013 11:22 am
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Ciao a tutti, ecco la mia recensione.

Ho visto scene capolavoro, dialoghi strabilianti, tempi di sceneggiatura perfetti.... ma sfortunatamente non in questo albo!! :-):-)

Ma andiamo con ordine!

Copertina: LA copertina è sicuramente di impatto. E' ciò che serve per attirare nuove leve e quindi anche per mantenere in vita il nostro amato Indagatore dell'Incubo.
Stilisticamente ben fatta e finalmente un pò di sangue sulle copertine che negli ultimi tempi erano sempre rimaste abbastanza "puritane". In un fumetto che si definisce horror una copertina con del sangue ci sta.

Sulla copertina merita un discorso a parte l'arrivo di Cavenago. Credo che Stano abbia dato tutto per Dylan Dog. E' stato una colonna portante ma è giusto che ogni tanto si cambi altrimenti i giovani quando lavorano? Contento che il cambio abbia permesso di inserire Cavenago che è indubbiamente una che potrà diventare una colonna portante allo stesso modo di Stano. Ottimo passaggio di testimone fra due grandi.

Frontespizio: Vado un pò controcorrente ma a me il frontespizio non piace molto. O meglio mi piace come idea, come soggetto, come spunto ma meno come realizzazione. La trovo un pò raffazzonata (vedasi i capelli di Dylan e le sue mani). Preferivo come realizzazione il precedente o qualunque dei precedenti. Che forse questo frontespizio possa essere una dimostrazione che Cavenago dà il suo meglio una volta colorato? Comunque sono sempre ben propenso al cambiamento, anzi pensate che a me piacerebbe un sacco un frontespizio ogni volta diverso... come se fosse una seconda copertina dell'albo. MA forse pretendo troppo :-) :-) !!

Ed ora comincio la lettura. Da qui seguiranno spoiler vari

PAg 5-11: Decisamente un buon inizio con un bel pò di sangue e anche una situazione piuttosto drammatica (il figlio che si taglia le vene) che viene resa meno drammatica con la battuta della BUONA musica. Immagino che oltre a tagliarsi i polsi con il vinile abbia provato anche a mangiarselo. Direi piuttosto bruttino il "Guarda dove vai, FUCK!".
Che ce lo metti a fare sto FUCK?? Interessante la caratterizzazione del ragazzo in queste poche vignette. Ha in mente solo la sua musica. Punto. Si scontra con un tipo e se ne sbatte. Perde il portafoglio e se ne sbatte. Rientra a casa e se ne sbatte anche della madre. Raccontare per immagini e non per detto. Bene. MA la prossima volta togli il FUCK... non si può sentire in una frase italiana.

Pag 12-17: Il primo flashback invece non mi entusiasma. Troppo didascalico. Si vede che i dialoghi sono costruiti apposta per far dire ai personaggi ciò che sta succedendo. Sarebbe stato meglio forse inserire un flashback nel quale si ripercorrevano le fasi della band facendo parlare le immagini (per far capire che DD era il loro roadie forse sarebbe bastato far vedere Dylan in una vignetta che parlava con un tizio, e poi nela successiva uno dei membri che dicesse: "Ce l'hai fatta! Ci hai procurato un ingaggio? Vuoi essere il nostro roadie?" e poi un immagine di loro che suonavano su un palco.) La stessa scena della casa l'avrei resa meno esagerata limitandomi solo a un garage semplicemente sporco e che andava rimessoin sesto piuttosto che a un garage invaso dagli scarafaggi.

Pag 18-19: Ben definito invece la vita di Vincent. In poche vignette si fa capire raccontando ma anche mostrando la discesa di Vincent.

Pag 20-26: Mi ha poco convinto la scena del primo concerto. Nel senso, Vincent che poco prima è il più carico d tutti si vergogna a salire sul palco? Dopodichè parte una scazzotata... ma quale è il motivo? Non nel racconto, lì si capisce, ma proprio nell'economia del racconto. Ovvero che cosa si vuole dimostrare? Che sono una band di esagitati? Che effettivamente
suonano male? Il tizio e la tizia che si pestano e poi si baciano? Che mi vogliono rappresentare?

Invece molto bello il modo in cui viene evocata Lillie. Bastano due vignette molto semplici e già si capisce l'importanza di Lillie nella vita di Dylan.

Pag 27-28: Scena piuttosto cruenta ben fatta. Credo che il ragazzo che subisce la perdità dei suoi piercing sia lo stesso dell'inizio. Interessante questo distacco poichè mi incuriosisce sul ruolo di questo ragazzo e sul legame tra lui e Vincent/Dylan.

Pag 29-31: LAsciamo perdere le frasi un pò retoriche e artefatte. Su quelle vorrei fare qualche ragionamento successivamente. C'è qualcosa che non mi quadra. Dal flashback di pagina 20 si evince che il primo concerto non sia andato molto bene. Anzi, tutt'altro direi!! Ora esce fuori che hanno un grande successo. Ma diamine me lo vuoi far vedere questo successo invece di dirmelo? Non sarebbe stato meglio nell'economia del racconto o inserire altri concerti con mega applausi finali, oppure mostrare che invece il primo successo ha avuto un successo clamoroso? Così questo flashback mi pare un pò buttato lì. Ci sta il fatto che il gruppo, ingrandendosi di fama, si veda fare delle proposte da manager che ovviamente vogliono guadagnarci sopra.

Pag 32-33: Ora sono certo che il biondino nella Londra di oggi è sempre lo stesso. In generale questo modo di sceneggiare non mi dispiace. Tanti piccoli tasselli che viaggiano in maniera indipendente fino poi a unirsi.

Pag 34-36: Vincent si rende conto degli errori fatti in questo dialogo intimista con Dylan. Forse i dialoghi sono un pò sopra le righe, alla ricerca sempre della frase a effetto quando invece forse preferirei dei dialoghi più da uomo qualunque.

Pag 38-47: Bellina la scena di Dylan che dopo aver preso lo schiaffone dice di essersi innamorato. Ritrovo molto il Dylan di sempre, non mi sembra sia cambiato. Anche nella gestione dei rapporto con i membri della band. Lui è il puro che è sempre stato fin dai primi numeri. Anche qui c'è un piccolo problema però. La storia (storiella) d'amore con questa Emily Pie (non
bastava Emily mi chiedo io??) non raggiungue un vero e proprio apice, ovvero da lettore non mi affeziono a lei o quantomeno al rapporto. Viene vista solo una scena in cui Dylan decide di mettere l'amico davanti a lei. E ci sta ma questo mi fa pensare che i due si stiano frequentando da poco e che lei sia molto invaghita di lui.

Pag 48-50: Un pò artefatto anche questo dialogo. LA ragazzina che mangia cioccolato al latte? Sei sempre depressa e sepolta in casa? Un pò troppo adolescente... chissà se mi infastidisce perchè non sono più adolescente io?? Domanda interessante.. poi cerco di risponderci.

Pag 51-58:Mmh... la Baraldi mi fa un pò arrabbiare perchè alterna delle buone cose a delle costruzioni incomprensibili. Allora la scena della morte di Emily è bella, non dico di no, ha un bel ritmo e prende. Ma per me occupa troppo tempo in relazione al resto della storia. Non era forse meglio definire meglio il rapporto tra Dylan e Emily (che so mostrare la prima
volta che hanno fatto l'amore, mostrare un qualcosa che facesse capire la relazione di importanza fra loro due) e lasciare meno spazio alla morte di Emily. Anzi forse lasciarne meno se poi quello che vuoi dire è che "La vità è crudele. La vità è la vita e basta." Allora meglio costruire un empatia tra Dylan ed Emily per poi mostrare in poco spazio anche una vignetta
la morte di Emily (mostrando così che un istante può far passare dalla felicità alla tristezza profonda). Soprattutto considerando che questo accade cronologicamente dopo "Il Lungo Addio" dove il tema dell'amore era invece centrale e molto meglio proposto. Molto bellino invece il modo in cui nasce il detto del quinto senso e mezzo. Molto sensato e introdotto senza troppi fronzoli. E poi i dialoghi. Dopo un pò mi sembra di leggere un libro di Fabio Volo... e non l'ho mai neanche letto!!!!

Pag 59-63: No dai Barbara... "Questo è un mondo cattivo senza pietà, che racchiude dentro di sè un mondo selvaggio", "c'è sempre bisogno di nobili cavalieri dalla scintillante armatura" te le potevi risparmiare... non è Harmony è Dylan Dog, karamazov!!!! E poi che c'entra il sogno con Morgana e il padre?? MA usa queste pagine per costruire un passato a
Emily o per capire il rapporto speciale che li lega. Non puoi farmi pensare che Dylan decida di diventare un poliziotto o indagatore solo dopo qualche bacino in cameretta.

Bellino invece il "Vorrei essere un supereroe... ma soffro di vertigini!"

E poi che fine ha fatto il biondino che ammazza tutti e senza più pearcing!!

Pag 64-66: Come dicevo prima se l'esperienza di Emily ti convince a diventare poliziotto (cosa che ci può stare) va sceneggiata in maniera diversa. Se Vincent ha un problema di rapporto con il padre e suona per riempire i silenzi (e ci sta) me lo devi mostrare. Non è giusto nei confronti del lettore far credere nei confronti del lettore che il Vincent
giovane sia uno che pensa solo alla droga, al sesso e al rock and roll se poi ha un passato con il padre così complicato. E' per me DOVERE di una buona sceneggiatura mostrare qualche dialogo o meglio qualche silenzio con il padre. E per me lo spazio in 66 pagine c'era. Sia per mostrare il rapporto tra Dylan e Emily e tra Vincent e il padre. Magari mostrando meno efferatezze da concerto e meno visioni di galeoni e di Emily dopo una pasticca.

Pag 67-70: Ok è probabile che il disco "The killing machine" sia maledetto e ogni volta che suona chi lo sente impazzisce... che novità!

Pag 71-74 : Sarà una passeggiata sul lato selvaggio della strada. Sto rabbrividendo... ridatemi "Miseria e Crudeltà"!!!!! :-) :-) Sembra che Vincent voglia portare Dylan in un posto per spiegargli una cosa importantissima ma subito, come se nulla fosse, Dylan dice "ti ricordi di quella volta che..." Mi sembra che aldilà di un Vincent che (ancora una volta) ripete cosa è il rock e aldilà di un pò di frasi fatte questo albo nasconda poco dietro.

Pag 75-78: Interessante il discorso di questa dottoressa...un pò retorico ma perlomeno fatto con delle parole giuste e non troppo roboanti... mi resta da capire se sia avvenuto realmente o se sia una visione o un ricordo distorto di Vincent.

Pag 79-fine Allora. Qui si fa tutto più complicato. Non mi dispiace il concetto di musica venduta come un prodotto per dare la sensazione o meglio l'illusione della rivoluzione e della ribellione. Ora capisco che il biondino non è un carnefice ma è semplicemente la vittima di questo killing machine. Dylan che non si incazza nemmeno un pò dopo la rivelazione che è
stato lui a uccidere Emily mi fa rabbrividire "Sei sempre mio fratello dopotutto..." stokaramazov!!!! Un finale contro-finale alla chiaverotti style e tutto finisce. Ho poco da dire sul finale perchè non c'è empatia con l'intera vicenda.

P.S. Non pensavo fossi diventato un fashion victim detto da Dylan alla mercè di un Enzo Miccio qualcunque non si può sentire (pardon...leggere)


Finita la recensione punto per punto faccio un riassunto.
SOGGETTO: Il soggetto non è neanche male. Raccontare le vicende di due buoni amici, molto amici in passato e quello che sono diventati. Forse avrei visto questo soggetto su una collana "Le Storie" ovviamente sceneggiata in maniera migliore. Su le storie perchè questa vicenda è troppo incentrata sul passato e poco sul presente ed è un pò fuori le caratteristiche
del personaggio. Penso che uno come Dylan difficilmente avrebbe potuto fare un roadie. E' un estremo che però tenderei a perdonare se fosse legato a una bella storia. Non è questo il caso.
SCENEGGIATURA: Qui vengono le prime noti dolenti che ho già espresso nella mia recensione iniziale. Il biondino che impazzisce a cosa serve? Per sviare chi legge la storia? Ci starebbe anche ma secondo me in questo albo proprio non regge. Sarebbe stato un albo migliore se al posto delle scene con il biondino e al posto delle visione (pagine nere - quindi già 10 12 pagine) si fosse effettuato un approfondimento sul rapporto tra Emily e Dylan e sul rapporto tra Vincent e il padre. E questo secondo me è un grave errore. Fondamentalmente perchè il passato di Dylan ha una importanza non banale in questo albo.

DIALOGHI: Qui viene il massacro. A mio parere troppe frasi ad effetto. Se ci puo stare nella parte in cui si mostrano i rockettari completamente fusi da droghe e robe varie, in tutte le altre scene (soprattutto Emily) mi sembrano inutilmente sopra le righe. L'avete notato anche voi quindi non proseguo oltre.

DISEGNI: Va beh questi sono gli unici che si salvano. A me Mari gusta quindi non posso che essere felice dei disegni. Almeno quelli sono una gioia per gli occhi.

Complessivamente vi dico che ho preferito Miseria e Crudeltà infatti per questo albo voto insufficiente. E lo faccio con dolore e rammarico in quanto dalla Baraldi mi aspettavo di più dopo i due buoni esordi. LA mano sbagliata mi era piaciuta e l'avevo anche difesa a spada tratta nelle scelte. Mentre là il passato di Anita aveva un senso nella sua lunghezza qui ho trovato una sceneggiatura morta colpita ulteriormente dai pessimi dialoghi in generale.

Ammazza sono stato quasi più cattivo di Wolkoff... mi devo preoccupare??? Sto diventando un vecchiardo del forum?? :-) :-)

Ed ora vado a riprendere il secondo tempo della mia amata Inter!!

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Bergonzoni Alessandro


Ultima modifica di alemans123 il dom gen 08, 2017 4:21 pm, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: dom gen 08, 2017 3:24 pm 
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Nuovo Frontespizio: apprezzo tutte le robe che lo rendono indigesto ad Alemans e che mi ricordano il mitico, dinamico e iconico Micheluzzi, che immagino sia un po' la bestia nera degli appassionati di disegno realistico. A questo punto mi piacerebbe sapere che ne pensa Alemans di Micheluzzi. :)

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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
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@ aleman-i non ci ci arrivo

Per fortuna che l'Inter poi ha vinto, sennò vedevi come m'incacchiavo da brutto&cattivone! :x:
Comunque a parte questo, sono abbastanza d'accordo con quanto hai stra-scritto, a parte il frontespizio e l'eccessiva importanza che dai al "biondino". L'unica cosa che mi ha fatto un po' strabuzzare le orbite, sono quegli "a capo" a ripetizione ed insensati, da farti venire le vertigini mentre leggi. Non so che dispositivo di scrittura usi, ma forse dovresti provare Irma come correttore automatico... :3

@ Don Cristo

Ottima disanima, su cui ovviamente sono d'accordo, avendo tirato in ballo la questione young adult una pagina fa. Forse la domanda originante non meritava cotanto dettagliato responso, essendo poco più di semplice punzecchiatura provocatoria.

Detto questo la tipologia di lettore/-trice media Baraldiana, a livello di romanzi, è proprio quella che dici tu, passata in crescendo da H.Potter a 90 sfumature di griogiotopa, tra un Hunger Games, un Twilight, o un Millennium, se parliamo di saghe-seghe. Quindi è comprensibile se il radar di Recchioni l'abbia intercettata arruolandola per la causa dylaniata, sperando di rivolgersi anche a quel target.

Peccato che - anche per noi forumisti maniaci :P :cry: - il numero di lettrici dell' Our Boy di fascia sbarbatellina 15-25 siano una netta minoranza rispetto al consumatore medio di questa testata. E che con frasi (ec-citanti?) tipo "il prezzo del successo ci ha travolti mentre eravamo soltanto dei cuccioli spaventati, e ci ha trasformati in cani rabbiosi", oppure " certe primavere non arrivano mai, e anche se il sole scotta, l'inverno rimane nel cuore", non è che vai molto lontano nell'incubo, neanche incidendo per lo Zecchino d'Orina con gli orridi Benji&Fede :? .

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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: dom gen 08, 2017 4:17 pm 
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Per Lebbra: Lo conosco poco. Lo conosco solo per Gli orrori di Altroquando e lì non mi è piaciuto molto... in realtà mi è piaciuto in alcune e meno in altre. Tipo Ghor l'ho trovata ottimamente disegnata mentre quella del tipo che ha ucciso la moglie o quella di "LA cosa" li avevo trovati proprio brutti. Io amo particolarmente i fratelli Cestaro, Celoni e Carnevale che mi sembrano particolarmente realistici ma non disdegno neanche Mari e Dall'Agnol (quest'ultimo mi piace particolarmente!).

Per Wolkoff: Uso un sofisticato programma che a Irma fa le pippe e si chiama Blocco Note!!! Il fatto è che faccio una recensione in tempo reale mentre leggo (per questo ho dato troppa importanza al biondino - in quanto pensavo che poi sarebbe intervenuto nella storia).

P.S. Ho corretto il post precedente.

Mi sa che la prossima volta uso l'Editor di CR7 :-) così posso salvarvi diverse vostre diottrie!!

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Bergonzoni Alessandro


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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: dom gen 08, 2017 4:43 pm 
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Iscritto il: ven set 23, 2005 2:31 pm
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Effettivamente ho dimenticato di dire la mia sul nuovo corso di "presentazione" tra copertine e frontespizio.
Devo dire che Cavenago mi garba parecchio... a colori. Sia le copertine del Maxi che le nuove della regolare, le trovo splendide... pienamente da Dylan Dog. Non credo che tra i giovani rampanti ci poteva essere scelta migliore. Anche il trentennale a colori è stato una lunga successione di capolavori visivi.
In b/n... nì... cioè l'idea, il concept, del frontespizio lo trovo molto old style (stile Villa, per intenderci) ma la resa non mi convince. E come hanno fatto notare già altri, anatomicamente vi sono delle piccole imperfezioni in Dylan ed è troppo sbilanciato nel colore... non vi è un ordine compositivo cromatico ed onestamente è un peccato perché, ripeto, il concept l'ho trovato veramente valido!

PS Wolkoff... per questa volta ti perdono :D ma solo per questa volta... se no la prossima volta :dito: :tc: ricordati che "ri 'mpalliemmu sugnu"... occhio :tc: :tc: :tc: :tc:

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"Sono gli anni, i mostri ... gli anni che passano ... "


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MessaggioInviato: dom gen 08, 2017 4:46 pm 
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Per Alemans: a me i paragrafi tutti separati piacciono; facilitano la lettura. :wink:

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MessaggioInviato: dom gen 08, 2017 4:52 pm 
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Messaggi: 6991
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@ Lord
Maronna, chiedo venia, eddire che ho dimenticato pure Raffa...che se non sbaglio è campano d'origine. Adesso per la res(s)a dei conti avrò anche la camorra alle calcagna... :tc:

@ Lebbra

Guarda che Aleman adesso ha corretto
il post per intero risistemandolo per paragrafi, visto che prima scriveva più o meno a questo modo, ajutandoci nella percezione dell'arte
astratta delle scomposizione del periodo o dei messaggi subliminali da
incrociare col sudoku.

ALOHA VERSE, CHORUS, VERSE

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il troppo accomodante Don Cristo ha scritto:
Donna fra i 15 e i 25 anni
Ovviamente la definizione non va considerata come una condizione biologica ma come una condizione mentale che può appartenere anche ad un maschio ultra trentenne.
Altrettanto ovvio che la Baraldi sia stata arruolata per i potenziali lettori che si porta in dote prima che per le sue qualità di scrittura.

_________________
l tuoi noti "sarcasmo" e "voglia di flammare" non attaccano con me. (cit.)

Quindi, sgarbato Dear?
Sì, come al solito.
Sta dicendo cose assurde?
Per niente. (cit.)


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