Cravenroad7

Forum dylaniato
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#364 - Gli anni selvaggi
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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: lun gen 02, 2017 11:56 pm 
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Iscritto il: sab ott 01, 2016 11:33 am
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multiaccount sto caxxo. non so se è possibile,ma chiedo a chi dirige il forum un controllo ,ma se non vi è multiaccount il caro dearboy si leva dagli zebedei per qualche mesetto? ci stai' ? libertà di pensiero un corno,basti che qualcuno non la pensi come voi che subito c'è del marcio,vero?


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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: mar gen 03, 2017 12:03 am 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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Wow, Dear Boy ammonito e deferito a furor di regolamento mammone! Da nota sul diario!
Miraccomà Dear, la prossima volta che devi scrivere presentati accompagnato dai genitori, e se ti hanno abbandonato come quelli di una rock star tipizzata, fatti scortare da una badante bella formosa :P

ALOHA ROTTEN APPLE
(un omaggio agli Alice in Chains posso mettercelo, no?)

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Io no capito, io no capito

(anta baka?! [...] kimochi warui)


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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: mar gen 03, 2017 12:07 am 
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Iscritto il: lun dic 21, 2015 5:31 pm
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Non so se è peggio iscriversi e accusare gente di essere di parte, o chiedere ban a casissimo. O scrivere caxxo.

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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: mar gen 03, 2017 12:19 am 
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Iscritto il: sab ott 01, 2016 11:33 am
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o mettere all'infinito link per visualizzare dei blog....


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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: mar gen 03, 2017 12:20 am 
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Iscritto il: sab ott 01, 2016 11:33 am
Messaggi: 70
che non c entrano nulla con Dylan Dog. sfigato.


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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: mar gen 03, 2017 12:28 am 
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Iscritto il: mer ott 30, 2013 9:02 pm
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Località: Macondo
Dategli un tavor, vi prego.

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Di solito ho da far cose più serie, costruir su macerie o mantenermi vivo.


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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: mar gen 03, 2017 12:32 am 
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Iscritto il: lun dic 21, 2015 5:31 pm
Messaggi: 258
Il mio link è in firma, è automatico ad ogni mio post, come quello di leonearmato, e ho chiesto ai mod se potessi inserirlo.
Grazie per lo sfigato.
E i puntini devono essere tre.

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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: mar gen 03, 2017 12:33 am 
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Iscritto il: gio ott 26, 2006 8:53 pm
Messaggi: 2493
Di per sé sarebbe una storia senza infamia né lode, scorrevole e sincera quanto basta per rendere perdonabili l'abuso di retorica e di luoghi comuni sul mondo del rock.
Il problema è che la Baraldi non solo scava nel passato di Dylan, ma nel farlo ci mostra un Dylan-roadie improbabile e fuori personaggio.
Con qualche opportuna censura ( :D ) e pur non condividendo il suo catastrofismo, quoto wolkoff:

SPOILER
wolkoff ha scritto:
Albi tipo questo dimostrano come ravanare strumentalmente nel passato posticcio (e reinventato alla bisogna) del Nostro sia come minimo controproducente (...). Dovrebbe creare in teoria un appiglio di hype iniziale per attirare nonsisachi, ma finisce per affossare ulteriormente - fino al ridicolo, come in questo caso - la credibilità del personaggio in sé...e della sua vita per trent'anni su stampa.
(...) A noi servono storie interessanti horror, non pensare di trovare dell'orrido in ogni minkiata che si suppone abbia fatto Dylan chissaquando e finora ignota, da rivelare con degli scoop di quartordine da tabloid raffazzonabile su misura :? .
(...) qui nel giro di pochi mesi ogni scusa è buona per scoprire... cosa faceva Dylan Junior col nonnino, di che malattie soffriva da bimbo, con quali amici immaginari si trastullava, perché è diventato vegetariano per un bruco, etc. In questo albo ci si è superati nel magnifico quadruplete miglior amico di giovinezza/ origine del motto "5°senso e 1/2"/ ragioni dell'arrivo in polizia/ periodo di disintossicazione post-Lillie.


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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: mar gen 03, 2017 12:44 am 
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Iscritto il: mar ott 19, 2004 2:43 pm
Messaggi: 10746
Località: Sardegna
Leggo un altro commento fuori tema e senza educazione e cancello tutto.
Evitiamo i commenti ai commenti...ci basta già dover commentare gli albi direi.

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Un uomo ha bisogno di cinque cose:
una donna, un cavallo, una tenda, un fuoco,
e qualcosa per cui combattere.


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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: mar gen 03, 2017 2:10 am 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
Messaggi: 6991
Località: Inverary 2.0
Tornando alla storia (se possibile) ecco qualche passaggio in analisi – la mia, da neuro - tralasciando il discorso delle storie SU Dylan ed il SUO passato taroccabile alla cazzodicanperlaja, visto che l’hanno ripreso altri forumisti e mi son rotto di scrivere ancora su certe cose. Voglio proprio veder se invece di commentare l’albo dovessi passare ad una retrospettiva dei retroscena dei miei commenti storici…da quando mi sono iscritto… :mad:

SPOILER

SPOILER

SPOILER


En passant sul lato grafico.
Molto buona la copertina, senza dubbio più significativa del mese scorso. Dylan emo/Mi(n)ka mi sta un po’ sui marroni, ma questo è un problema mio.

Mari in gran forma, non c’è che dire, anche se un passo indietro, quanto a rarefazione rispetto all’ultimo suo albo, sempre con la Baraldi. Dopo un po’ le dita da ragno e le mezzetinte ovunque vengono a noja, però va riconosciuto un lavoro di tutto rispetto ed un’atmosfera degenerata e caotica nei posti giusti. Forse per l’omicidio di Emily si poteva fare qualcosa di meglio (p.54), per quanto la rivisitazione sotto LSD (pp.61-62) sia abbastanza riuscita 8-)
Una sola cosa non ho capito: quello SZACK onomatopolonizzato di pag 28.iv. Se la gran sorca strappa a morsi il labbro del tizio, e si vedono le unghie lontane, con che diamine di tagliente lacera la pelle del tizio :?:

A proposito di heavy metal: la morte iniziale con taglio da vinile mi ha ricordato una famosa scena dalla Clessidra di Pietra…ma siamo una galassia oltre, nella storia del Dylanrock :cry: .


***


Per quanto riguarda i testi, direi molto male: ritmo poco andante, troppi flashback, narrazione bloccata, clisteri di retorica da peggiori riviste per 12enni sbandati, e dialoghi insistiti nel cercare di dare un senso alle proprie menate. Si salva qualche ironia tra le righe (v.alcool) ed il tema ricorrente dell’amicizia fraterna.

Certe volte mi sembra di preferire un unplugged scordato da parte di un Marzano mestierante, piuttosto che sorbirmi certi assoli ricercati da pedaliera & smaniosi di protagonismo, come quello della Baraldi che qui nella sua sbronza d’onnipotenza si permette di scomodare/reinventare il passato di Dylan… ad uso e consumo di una storiella simile poi… fosse stato per un albo coi controattributi… :roll:

Continuo a pensare che quest’autrice non sia adatta al modus scribendi del fumetto per esteso, e nello specifico di questo fumetto: come nella prova precedente torna a romanzare coi fiocchettoni rosa dark le sue vicissitudini da un punto di vista tardo(na)-adolescenziale, senza toccare le corde dell’orrore da vignetta in quanto tale. Tra l’altro qui, come dichiarato in una recente intervista, si invaghisce in modo dozzinale di torme di biografie su +o- “maledetti” del rock, e dopo averle lette avidamente, tenta di riproporre quei tormentoni di tormenti stravisti in chiave dylaniata :? .

Debole sino alla miseria - nel senso di miserabile – lo spunto che dovrebbe far da cardine all’incubo, e cioè lo strepitoso disco che induce alla follia & registrato con le urla dei mortiperdavvero. Uccheppaura, uccheoriginalità…quasi quasi mi pento di aver sperato grottescamente che ad un certo punto tirassero fuori pure la faccenda dei versi satanici ascoltando le canzoni al contrario…ma se provate a rilegger questo post dalla fine all'inizio non è detto che non riusciate a rievocare il demone di Freddie Mercury che vi prende a sculacciate roventi :oops: .

Dylan sempre retorico ed appiccicosamente buonista anche a quest’età ed in una band coatta; fa bene Tommy (pp. 30-31) a mandarlo a quel paese quando intona un sermone peggiochepatetico sull’idealismo del rock puro fine a se stesso. Roba che neanche i Cugini di Campagna avrebbero sostenuto, in epoca non sospetta… Con un roadie manager così inesperto e mollaccione un gruppo simile non avrebbe trovato spazio neanche nei cessi dell’Autogrill per esprimere il proprio talento da sciacquone :lol: .

Tutta la storia è in pratica una sbrodolante rectospettiva - nel senso che ci prende per il buco del c*lo, a cose (stra)fatte - non richiesta dal punto di vista di Vince, che non fa altro che piangersi addosso e rivangare dettagli da romanzetto rock on the road per adolescenti, con sparate banaloidi sul senso della vita e della celebrità che ormai neanche Hannah Montana sdoganerebbe più. Quando ha tirato fuori il ritornello imprescindibile dell’abbandono da parte del padre (p.66) – pure lui! gli xabaratici fanno da sempre scuola – e di una madre assente mi sono rotolate giù le balle dal quarto piano, not like a rolling stone :tc: .

E poi visto che si chiama Mr Left, e suggerisce qualcosa di sinistro, almeno lo potevano far firmare da mancino il contratto demoniaco (p. 85). Tra l’altro non si capisce come faccia a tornare all’Eden of Rock senza essere riconosciuto da nessun fan, dopo esser tornato in auge per il nuovo disco, rughe e panza permettendo. Anche se il bassista in genere è il più sfigato del gruppo, e Tommy mi sembra il più in palla(e pallette) tra i quattro, alla fine ho preferito quel trucido di Ian, che non profferisce parola e lascia tutto al linguaggio del limonaggio con le groupies :P .

Inutile tentare di addentrarsi nel gioco a quiz della gara di citazioni di cui è cosparso l’albo. In questo caso sono tutte giustificate per lo spirito della storia in sé, per quanto mi mancava sentire Kurt Cobain salutato come Pixie meat (p.21 e 22) da una pseudo-Courtney Love, con lo stesso nomignolo usato all’epoca dalla coppia. Anche la lapide alla Dee Dee Ramone (p.94) non è male… :)
L’unico momento vagamente “sentito” a livello di sentimenti mi è sembrato l’addio con Emily, la ragazza di buona famiglia invaghita del disadattato (pp.43-47), ma difficilmente può salvare le restanti 50 pagine di moine di una grossolaggine deprimente, a partire dal trip acido proprio col fantasma di Emily che gli suggerisce come scopo nella vita di salvare almeno gli altri… e polizia sia (pp.63-65) :x: .

Onestamente pensavo (e speravo) che la parte sulla “macchina” dello star system/showbusiness introducesse qualche entità più occulta, anche a livello metaforico, o sfuggente – diverse volte si accenna ad un patto col diavolo, non per nulla - invece si risolve tutto in prosaico complottone para-consumistico messo su dalla sempre più necessaria – onde giustificare la sua evanescenza narrativa, marketta in marketta :o - Ghost & co, che riesce a fare soldoni anche in questo tempi di crisi per la vendita dei cd. Che poi vendere illusioni di purezza e ribellione, spappagallando rabbia da operetta (p.80) è quello che fa involontariamente la Baraldi stessa qui sopra, ritorcendo contro di sé la nemesi dell’albo. Ma sono sicuro che nel suo caso il successo non le darà alla testa… dopo averci svenduto per la nostra disperazione (p.86.v) verso questo albo :( .

Dopo un trip ai trigliceridi nel flashback smielato da clinica (87-89), ci si prepara alla sensata (senza esser sensazionale) promessa di un’amicizia lunga una vita, ed oltre… cosa che riabilita in parte il finale autoesorcizzante di Vince che vuole esser fermato da Dylan, col rancore che non prenderà forma.
Ultime due pagine di buon auspicio? Nel caso trovare nuovi talenti da arruolare per la “macchina” (editoriale) non sarebbe male, visto che questo primo round di acerbi esordienti merita un “NO” seccato alla Mara Majonchi. Non tutti possiedono il Dylan Factor, d’altronde… :|

Ho dimenticato il voto. In teoria non sarebbe classificabile in base agli standard del forum, quindi delego ad un pezzo della mia fortunata giovinezza rock anni ’90, scevra di metallari cotonati e darkettoni chiagnenti :D .



Emptiness is loneliness,
And loneliness is cleanliness,
And cleanliness is godliness,
And God is empty, just like
ALOHA

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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: mar gen 03, 2017 10:51 am 
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Iscritto il: lun mar 25, 2013 12:14 pm
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Località: San Dona' di Piave
A me l'albo è piaciuto. Per me è da 7.
Lo so, forse ci faccio la figura dell'ignorante, ma provo a spiegarmi.
Mi pare che uno dei problemi principali dell'albo, secondo i detrattori, è l'uso disinvolto del passato di Dylan.
Io, invece, ho cercato di avere un approccio più"sgangherato e sgangherabile", e certamente non inserirò le informazioni biografiche di questo mese in una continuità che, peraltro, nemmeno esiste.
Ciò posto, personalmente ho trovato la sceneggiatura piuttosto ben calibrata nei passaggi tra il presente ed il passato. Una certa dinamica di piano e forte che rende l'albo per certi versi vicino, in termini di struttura, ad un brano musicale (faccio il musicista come seconda attività e ritengo di parlare con un minimo di cognizione).
Il moralismo di Dylan? L'intera serie ne è piena, anche pre 100, per cui non ne farei davvero un grosso problema.
In tutto questo inserisco due bei personaggi. La fidanzatina dell'epoca, a mio giudizio ben caratterizzata seppure in poche righe.
Ma soprattutto la tizia della Ghost, che spero di rivedere presto, e che ha da sola più carisma di tutti i nuovi personaggi (Carpenter, Tania, ecc...).
La vignetta in cui consola Vincent tenendogli la testa tra le gambe mi ha ricordato molto la Juric di Orfani, e ho apprezzato molto.
Altra cosa: come diceva sempre il mio insegnate di italiano, le citazioni, in un racconto, arricchiscono sempre. Sempre e comunque. Perché gli conferiscono profondità e perché offrono lo spunto per ampliare i temi. Questo albo ne è pieno. Anche questa la trovo una cosa positiva.
Insomma, io credo che dal mese prossimo si farà tabula rasa del passato da roadie di Dylan, e almeno io, personalmente, lo farò. Che poi, tutto sommato, non mi è nemmeno chiara la ragione per cui sarebbe così scandaloso, in ogni caso, se per un paio d'anni prima di fare il poliziotto avesse fatto il manovale di una band.
Comprendo che utilizzare con troppa regolarità il passato del nostro per scrivere storie appare forse sintomatico di una crisi di idee. Come d'altra parte accade nel cinema dove ormai prequel sembrano essere la regola.
Ma in ogni caso, tra i pro e i contro, il mio giudizio resta positivo.

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Non c'è arte senza cultura.
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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: mar gen 03, 2017 12:14 pm 
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Iscritto il: mer set 30, 2015 1:02 pm
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femosenamedia ha scritto:
Che poi, tutto sommato, non mi è nemmeno chiara la ragione per cui sarebbe così scandaloso, in ogni caso, se per un paio d'anni prima di fare il poliziotto avesse fatto il manovale di una band.

neanch'io ho ben chiaro perché ad alcuni questa idea sembri tanto aliena al personaggio, posso solo immaginare che tale percezione rientri nei confini della relatività dell'immagine che ognuno di noi si è costruito nel tempo.


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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: mar gen 03, 2017 2:25 pm 
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Iscritto il: gio apr 14, 2016 11:29 pm
Messaggi: 6
Dato che non vivo in Italia i Dyd li recupero più o meno in blocchi. Nell'ultimo blocco, diciamo gli ultimi 6-7 numeri, mi sono piaciuti tutti, tranne questo.
Della serie, il rock visto da Pierino. Ditemi un luogo comune del rock... bene, c'è. Sembra quasi quella presa in giro di un gruppo rock che è quel finto documentario intitolato This is Spinal Tap (se siete patiti del rock, dovete vederlo).
Superlativi come sempre i disegni di Mari, che spacca pure a mezzatinta.
Peccato per questo numero, ma la media degli ultimi tempi è da baciarsi i gomiti.


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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: mar gen 03, 2017 2:34 pm 
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Iscritto il: dom nov 06, 2016 1:29 pm
Messaggi: 336
wolkoff ha scritto:
Una sola cosa non ho capito: quello SZACK onomatopolonizzato di pag 28.iv. Se la gran sorca strappa a morsi il labbro del tizio, e si vedono le unghie lontane, con che diamine di tagliente lacera la pelle del tizio :?:

Niente, gli strappa via i piercing sui capezzoli con le dita


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 Oggetto del messaggio: Re: #364 - Gli anni selvaggi
MessaggioInviato: mar gen 03, 2017 2:35 pm 
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Iscritto il: mar set 06, 2016 5:17 pm
Messaggi: 6
Località: Golgota
:)

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Siamo andati in cerca di nuove avventure... Quando siamo diventati incapaci di viverle nei nostri cuori.


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