rimatt ha scritto:
Ahimè, il teatrino dei comprimari è il prezzo da pagare (o meglio: che Berardi ha deciso di pagare) all'altare della serialità. Io non ci faccio quasi più caso; sta di fatto che, se Julia fosse una serie un po' più "asciutta" (che so, di 94 pagine invece che di 130) e se si ripulissero gli albi dalle sequenze non necessarie, credo che ci troveremmo di fronte – per tecnica narrativa, lucidità, precisione e acume – a una delle migliori collane dell'intera storia bonelliana.
E' quello che sostengo da anni (in pratica lo dico una volta su due o tre quando scrivo in questa discussione
). Numero canonico di pagine (come Dylan, Zagor e altri), ma soprattutto minor spazio alle solite scenette e maggior concentrazione sulle indagini e diventerei acquirente soddisfatto e fisso della serie.
Poi quando l'indagine in sé è interessante come quella di questo mese il superfluo juliesco influisce poco, scorre via e stop, quando invece è troppo insistente o la trama giallo-thriller latita abbiamo un numero che finisce col deludermi.
bertuccia ha scritto:
Io voglio scrivergli!
Non penso tornerebbe sui suoi passi nemmeno se gli scrivessero le stesse cose un numero consistente di lettori. Julia mi pare abbia una quota stabile di lettori discreta, migliore di altre serie per il tipo di fumetto, difficilmente così restando le cose andrebbero a modificare il prodotto.
Da lettore occasionale sono almeno contento ci sia pochissima continuity, potrebbero anche decidere di aumentarla per fidelizzare maggiormente i lettori (cosa che dubito funzionerebbe in ogni caso, anche su Dylan Dog) in caso di cali di vendita.
Personalmente ritengo che una maggior snellezza (di pagine, chissà magari anche di prezzo, comunque davvero più che invitante in proporzione alle pagine) porterebbe maggiori clienti. Indipendentemente da questo suggerirei alla Bonelli anche una maggior distribuzione nei supermercati, ho notato che, dov'è presente (in generale meno rispetto ad altre serie), attira acquirenti, soprattutto femminili.