Cravenroad7

Vabbè, alla fine è una serie a tempo (leggi: chiusura) determinato: durerà un anno e poi tanti saluti.
Quindi, incassiamo dai soliti noti incuriosibili/collezionisti finché possibile, spacciandola per tentativo di avvicinarci ai giovincelli, e poi si sbaracca. Se anche soltanto una dozzina di queste (supposte) nuove leve, una volta finita la miniserie comincerà a comprare gli inediti regular o recuperarne gli arretrati, sarebbe già un successone... in prospettiva

GIOVANI ALOHA CRESCONO, NEL MYSTERO

Io l'ho letto, l'idea di attualizzare e svecchiare il BVZM ci starebbe anche. È proprio la realizzazione a non essere all'altezza.
Se devi fare un fumetto che strizza l'occhio ai giovani, non puoi farlo come la nonna che ti strizza l'occhio chiedendoti se ci sono ragazze nella tua classe. Anche se hai 20 anni e le elementari le hai finite da un pezzo.

Comunque non sono così atroci come si vuol far passare. Nel senso, io non sono un lettore di MM, quindi probabilmente non faccio testo, però sono albi sufficienti, veloci e se hai venti minuti liberi e sei stanco, puoi leggerti anche relativamente volentieri.
Ecco, €5 per questa roba non la spenderei mai, se dobbiamo dire le cose come stanno. Ma non per la solita polemica dei prezzi alti, il prezzo è giusto perché è un albo a colori di 100 pagine, solo che con lo stesso prezzo compro fumetti che mi intrattengono maggiormente.

Io legg MM da una vita e francamente l'ho trovato atroce...a 5 euro come a 2, il risultato non cambia.

Dai, non è poi così brutto...
anche se francamente mi aspettavo di più...appena sufficiente direi.
Non prenderò gli altri comunque

Atrocità della nuova miniserie a parte - il secondo era peggio del primo, sul terzo sembra si siano ripresi - torno a quella regolare per il #348, Il grande gioco, uscita un mesetto fa, ma che ho letto in questi giorni chiuso in casa per neve/ghiaccio.

Secondo me è un albo di tutto riguardo; niente di trascendentale, intendiamoci, ma supera la media recente con una prova convincente... d'altronde da quando non c'è più Morales la vedo dura per tutti
L'ho comprato perché sono affezionato agli Esposito Bros ed i mysteri relativi all'Asia Centrale mi hanno sempre affascinato. In quest'ottica la prima parte funziona piuttosto bene, intrigo moderno e storia antica procedono parallelamente di buon passo, ed il piatto sembra abbastanza succolento, senza dialoghi pesantissimi o troppe spiegazioni alla Giacobbo a margine.

Nella seconda parte, come inevitabile, la narrazione perde un po' colpi, perché i vari nodi devono venire al pettine e si accampano retroscena dietro retroscena piuttosto deludenti o banali in sé. E ci perde molto anche il "fattore titolo", dato che risulta alla fine abbastanza fuorviante se non inutile: di giochi ne ho visti pochi, io che ad un certo punto pensavo ad una specie di Armageddon! (DyD #73) in salsa persiana. Forse si potevano eliminare i soliti riferimenti ad Atlantide e gli Uomini in Nero, ma almeno quelli al nuovo presidente degli USA o allo smontaggio dei Buddha afghani tengono molto bene l'atmosfera complessiva. Solita zuffa finale facilona in Arizona con esplosione risolvi-tutto (a livello d'insabbiamento), anche se non me la sento di farne una colpa per gli autori visto il vicolo cieco in cui si erano cacciati.

Copertina evitabile, considerando tutti gli altri motivi che si potevano trarre dalla storia .

ANCHE ALOHA E' UN GRANDE GIOCO...
...DI RUOLO?

Qualcuno ha avuto il coraggio di prendere il terzo numero della nuova serie di Martin? La situazione migliora? Io mi sono fermato al secondo e mi è bastato

Il primo l'ho letto a scrocco e volevo spedirlo alla Melevisione per dargli spunti .
Il secondo l'ho comprato per masochismo e una volta letto sono andato direttamente alla Melevisione per farmi rabbonire, in previsione di finire altrimenti sotto casa di Castelli e dargli fuoco al citofono .
Il terzo proprio non ce la faccio, anche se in altri forum non se ne parla così male. Credo poi si tratti di una macrotrama in quattro episodi, ma non ho per niente voglia di ripassarmi quello che cancellato dalla memoria.

L'iniziativa complessivamente mi vede partecipe come un arabo al festival del prosciutto

PASSO ED ALOHA

(Sono uno di quelli che ne ha parlato bene)
Effettivamente migliora (come voti ho dato 5-6-7 rispettivamente). Meno dispersivo dei precedenti, ci si focalizza su un mystero solo questa volta, ed è quello per eccellenza di questo personaggio, con anche una splendida doppia pagina della mitica città. Certo rimane una collana dai ritmi eccessivamente veloci per i miei gusti, praticamente tutto il contrario di ciò che avviene ultimamente sulla serie regolare (ultima annata disastrosa per me, si salva solo lo Speciale). Ma una via di mezzo no ?
Invece il prossimo lo temo molto a vedere le anteprime. Speriamo bene.

@ wolkoff
Lo puoi leggere tranquillamente anche senza ripassare, è abbastanza slegato dai primi due. Pure troppo in realtà con Martin che nelle prime pagine prende e va in Sardegna, così ... perchè qualcuno gli ha mandato una foto !

Io sto seguendo la mini a colori: se ci si accontenta e ci si dimentica chi è il vero Martin, ci si può anche divertire. Sembra uno shonen, leggerina e scorrevole, ed è sceneggiata con una certa proprietà. Io non la trovo così tremenda, però capisco che possa non piacere.

Complice il fatto che Morgan Lost esce appena il 20, ho recuperato "Il Grande Gioco": non l'ho ancora letto ma già mi mette di buonumore la seconda di copertina dove, in alto a destra sullo scaffale del BVZM, si intravede un volume chiaramente pornografico: "Warmholes"!

Letto "Il Grande Gioco": direi un numero da 6 pieno. Classica storia costruita sul canovaccio "ricerca luogo mysterioso, viaggio a luogo mysterioso, distruzione luogo mysterioso" senza che detto luogo mysterioso, e il conseguente elemento mysterioso che dovrebbe essere il fulcro della storia, venga utilizzato più di tanto ai fini narrativi. La storia è lineare è procede senza sussulti (il che è un bene ed un male) fino all'inevitabile conclusione. Da ricordare una manciata di scene: l'inizio con il barbone e la sua scatola dal contenuto macabro, le decapitazioni dei due inglesi, l'idea dei buddha giganti trasportati altrove con . Disegni puliti ma che non mi hanno esaltato troppo.

Letto "Green Man, L'Uomo Verde": il canovaccio è quello illustrato per il numero precedente. Bello l'inizio con lo "strip-tease" e l'introduzione immediata del comprimario di copertina (non aveva in effetti senso che la suspense durasse molto nel suo caso) ma ben presto anche l'altro elemento che doveva pompare suspense in questo inizio indagine, ovvero il coinvolgimento dell'Arcimboldo, viene risolto più o meno come un a-parte laciando la storia senza grandi motivi di tensione: l'elemento mysterioso è risolto prima di metà storia e il resto, la smemoratezza dell'uomo verde e gli antagonisti nord-sud americani non generano molto pathos. Scene da ricordare: Diana "Occhi di Gatto", MM poliziottesco sull'aereo, la citazione anche un pochino horror dello Swamp Thing impazzito di Alan Moore, l'antagonista non nord/sud americano che avrebbe meritato più spazio, perchè i traffici della sua nazione in Sud America sarebbero stati molto interessanti da approfondire, anche vista la loro attualità.
Insomma, qualche bella scena, ma anche un Arcimboldo sotto-utilizzato e un po' la sensazione del pilota automatico inserito. Diciamo 6- se proprio vogliamo dare un giudizio.

Io l'ho preso principalmente per questo, anche attirato dalla copertina, dopo aver scartato l'albo de Le storie.
Quando riuscirò a leggerlo dirò la mia.

Idem; non riesco a lasciarlo in edicola a causa della copertina, arcimboldicchia! Sento presentore di mezza ciofeca lontano un miglio, ma non credo di resistere all'acquisto. Resta il fatto che il sottotitolo in traduzione for dummies è davvero penoso, e chi l'ha deciso meriterebbe ore di pernacchie in Esperanto soltanto per questo

ALOHA, Benvenuto

In Green Man c'erano elementi potenzialmente interessantissimi, come la fine misteriosa di Arcimboldo e la figura e mitologia dell'Uomo Verde, ma sfruttati malissimo. Un buon inizio, un discreto finale, nel mezzo una storia ecologista (sui cui temi sono d'accordo al 100% sia chiaro), ma banale, dove l'Uomo Verde anziché entità misteriosa, esaurita l'iniziale meraviglia, diventa un comprimario come un altro. Cattivi e situazioni scontate. Erano anni che non leggevo un nuovo Castelli e dopo questa lettura non mi sento incentivato a rifrequentarlo. Voto: 5.