Cravenroad7

Tre fiabe terrificanti, intinte nel cuore dell'oscurità!
(frase da leggere senza scuotere la testa...altrimenti assume un altro significato!)








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Se qualcuno continua qua non è grave, ma sappia che dopo qualche tempo i suoi post saranno spostati senza preavviso.

Inoltre si ricorda a tutti di segnalare gli SPOILER, ove presenti.

Finito di leggere ora. Trovato davvero bello. Voto ottimo. Apprezzato soprattutto prima e terza!
Davvero nera "il tuo amore, il mio odio". So che altrove Pellizzon è stato beceramente criticato: sciocchi! La sua è una storia che si sarebbe potuta tranquillamente dilatare per 98 pagine senza annoiare, grazie soprattutto ai disegni e a certe atmosfere "argentiane". Complimenti!
"La regina di polvere e stracci" porta avanti una certa tematica, sfruttando un registro "fiabesco" (si, ho letto pure il redazionale, ma mi pare cmq il termine appropriato ). È, a conti fatti, la meno inquietante, ma di certo la più triste.
"La ragazza che moriva ogni notte" è, nel senso meno superficiale del termine, uno spasso. Una rivisitazione di certi miti in tono "leggero". Me la sono goduta assai, complici i bellissimi disegni a tratti futuristi di Pagliaro.
Ca@@o, complimenti a tutti!

Concordo con Andrea, siamo di fronte ad uno dei migliori Cf di sempre, l' ultima storia poi è una chicca.
Complimenti al rrobe che ha stravolto questa collana facendola passare da contenitore di quattro normalissime storie brevi e a colori di DD a, posso dirlo?, dei graffi d' autore.

Voto 9

Uno dei migliori Color Fest senza dubbio, a partire dalla copertina davvero riuscita. L'ultima storia è sicuramente la migliore, molto inquietante, soprattutto grazie ai disegni.

Dopo il bagno di stereotipi dello scorso, finalmente questo mese un Color che torna ad inquietare.
Pellizzon, che io ho avuto già la fortuna di apprezzare su altre pubblicazioni, per me si riconferma uno degli autori più interessanti ed inquietanti dell'attuale panorama del fumetto italiano.
Interessanti anche le altre due, la seconda sopratutto per il tipo di colorazione.
La copertina non mi ha entusiasmato, a parte, l'impressione che graficamente diventino sempre più piccole (sarà il logo rimpicciolito della testata) ma mi sembra rimanga molto in superficie, tra il timore di fare poco e quello di fare troppo. Per usare la parola tanto cara si poteva "osare" di più.
Non è che manco Villa abbia osato tanto la volta scorsa...
La prossima invece, è davvero un bel vedere.
Il color fest si riconferma una pubblicazione a corrente alternata.
Quello di questo mese è sul più che buono. Complimenti agli autori.

Un albo inguardabile ed illeggibile...la terza storia l'ho abbandonata per sfinimento...

ero già carico leggendo i vostri commenti, poi arriva Bob Cooper a ribaltare tutto

Grazie Bob, mi ero già rassegnato a dover cacciare questi 4,50 euro!

Senza nulla togliere a Bob Cooper ma se è piaciuto a Dipintendo deve essere proprio bello :-)

E perché un unico commento negativo dovrebbe essere più affidabile di cinque commenti tra il positivo e l'entusiasta?

#dipintendogiralamoda
Mi sa che è proprio per questo che non si fida
Alemans a te è piaciuto?

EDIT SPOILERISSIMO

Consiglio questo Color Fest a chi già apprezza il tratto molto personale di Pagliaro, Mazzanti e Pellizzon (per farsi un'idea basta guardare qualche tavola in anteprima). Le tre storie sono gradevoli, ma tutt'altro che memorabili.

I disegni (soprattutto quelli di Pagliaro e Pellizzon) sono piuttosto ostici per chi, come me, legge prevalentemente fumetti Bonelli.
RRobe spesso ha ricordato che nell'86 anche Stano aveva un tratto rivoluzionario rispetto alla tradizione bonelliana. Però le differenze stilistiche fra Stano (o Micheluzzi o Bacilieri) e Galep (o Ferri) sono molto minori rispetto a quelle fra i disegnatori di questo CF e i disegnatori "classici" di Dylan. Qui siamo proprio davanti ad un altro linguaggio. Un linguaggio che, in fin dei conti, non mi sembra neppure troppo adatto a Dylan.

Riguardo ai testi, le prime due storie le ho trovate più fiabesche che favolistiche (più Grimm che Esopo), con una componente fantasy/avventurosa prevalente rispetto al messaggio.
La terza storia, invece, non ha un granché di fiabesco o favolistico, ma è un horror abbastanza canonico.

Però parliamo di una testata dichiaratamente sperimentale, sperimentatrice.
Questo numero può essere paragonato al n 16 come sperimentazione, anche se personalmente i disegni di Pagliaro, Pellizzon, i colori della Leoni sono una spanna sopra di quelli del 16 (se proprio vogliamo fare paragoni) che non mi era piaciuto per le storie ridondanti (chi sono?dove sono? dove vado? mangio un fungo?) e le trovate "memesche" (sir Bone) buone appunto per farci i meme su facebook.
Qui pur trattandosi sempre di sperimentazione siamo ad un livello professionistico molto alto.

I disegni di Kazzemberg e soprattutto di Ausonia, per quanto pure quelli lontanissimi dai canoni Bonelli, li avevo trovati adatti a Dylan. I disegni dell'ultimo CF, invece, al pari di quelli di Aka B, non mi sembra abbiano molto a che spartire con Dylan.
Comunque non mi straccio le vesti per questo, eh? So che il Color Fest è una collana sperimentale e lo compro con questa consapevolezza.

A me non è piaciuto, storie ben poco horror con disegni un po' troppo strambi per i miei gusti.

Non amo le favole, sono come Freddy Krueger.

E' più bello il Diary, che nessuno qui commenta. Quello sì che merita.

Ergo non voto neanche.